Ragazza diversamente abile

Sono il fratello di una ragazza diversamente abile dalla nascita(celebrolesa), non ha mai parlato ma interloquisce con noi tramite gesti e suoni, capisce la quasi totalità delle situazioni e soprattutto ha sempre compreso il suo stato di handicap. Prima di avere dei problemi di deambulazione che adesso la costringono di passare la sua giornata in un letto e nella sedia a rotelle, lei aveva una vita quasi normale, nel senso che svolgeva la maggior parte delle attività quotidiane senza l'aiuto di altre persone e soprattutto non ha mai voluto avere contatti con altre persone diversamente abili, ma al contrario con gente "normale".
Il quesito che qui pongo però è un'altro. Più di 10 anni fa è morto nostro padre e ormai 2 anni fa anche mia madre. In entrambi i casi il medico di famiglia ed anche uno psicologo che la segue (che comunque ha sempre mostrato difficoltà nel capire cosa in lei accade proprio perchè non parla)ci hanno consigliato di non far vedere a mia sorella i miei genitori morti, in quanto non era possibile far capire alla ragazza il concetto di morte. Il problema è che facendo così, mia sorella ha probabilmente creduto che prima mia padre e successivamente mia madre l'abbiano abbandonata, per cui quando una delle mie sorelle che la segue assiduamente si allontana senza avvertirla prima, le vengono delle crisi di pianto violente.
Noi non parliamo mai di mamma e papà, ma facciamo bene? Forse sarebbe il caso chi chiederli di loro? E come spiegare il concetto di morte ad una ragazza del genere che non conosce tale realtà?
Grazie per la risposta:
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Dr.ssa Sara Palerma Psicologo 4
Gentile Utente,
ha provato a porre questi quesiti allo psicologo che segue sua sorella? Insieme potreste trovare il modo più adeguato per far capire a sua sorella che i suoi genitori non l'hanno abbandonata.
Non deve essere facile trovarsi da soli a spiegare un concetto come la morte dei propri genitori alla propria sorella.
Sua sorella ha giustamente paura: chiunque di noi l'avrebbe se tutto d'un tratto qualcuno di molto caro (con cui magari viviamo anche) sparisse, e per di più nessuno ne parlasse più. Lei, inoltre, non ha neppure lo strumento della parola per esprimere i suoi dubbi, le sue incertezze.
Le consiglio di parlare con lo psicologo di sua sorella per spiegarle l'assenza dei genitori utilizzando concetti a lei comprensibili.
Le faccio un grande in bocca al lupo.

Dr.ssa Sara Palerma

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Dr.ssa Roberta Cacioppo Psicologo, Psicoterapeuta 340 11
Gentile utente,
da una parte il non conoscere quale sia il grado di compromissione cognitiva di sua sorella rende difficile risponderle, ma dall'altra lei parla di problematiche affettive che la fanno angosciare nei momenti di separazione da figura di riferimento importanti.

Mi sento quindi di consigliarle quello che mi capita di dire a genitori di bambini anche molto piccoli: è importante per loro sapere la verità, anche se a livello razionale potrebbe essere una questione difficile per loro da comprendere.

In questo può sicuramente farsi aiutare dallo psicologo che segue sua sorella, e che con lei potrà trovare il modo di affrontare l'elaborazione di una notizia del genere, che non sarà di certo semplice.

Mi colpisce il pensiero che questa ragazza abbia delle reazioni di così forte sofferenza ogni volta che viene salutata da un familiare stretto: forse con il tempo, spiegandole (e facendole sentire emotivamente) determinate cose, lei stessa potrà angosciarsi meno, o voi familiari potrete trovare delle modalità più adatte per aiutarla.

Cordialmente,

Roberta Cacioppo - Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa clinica -
www.psicoterapia-milano.it
www.sessuologia-milano.it