Mancanza
Convivo da un anno e mezzo con il mio meraviglioso compagno.
Mai ho avuto una relazione più felice. Eppure..
Eppure mi ossessiona da mesi e mesi con periodi peggiori e altri migliori l'idea che io non lo ami affatto, non lo ami abbastanza, sia un amico, nutra dell'affetto e tutto ciò che potrebbe allontanarmi dall'idea che lo ami.
Il primo periodo con lui è stato il più bello della mia vita, poi per svariate vicende familiari cupe e comportamenti sbagliati da parte mia e da parte sua insomma ho vissuto un momento difficile.
Ne sono uscita, vittoriosamente e però ho ancora problemi.
Vengo da relazioni travagliate e ossessive in cui non mi amavo e non ho mai avuto di fronte una persona migliore di lui, non mi è mai capitato di intendere l'amore come estrema libertà e serenità e l'unico motivo per cui non sono felice sono io stessa e i miliardi di problemi che mi creo, i confronti con idee astratte a cui mi sottopongo.
A lui ne ho parlato, ed è convinto che non riesca a godermi il mio amore nei suoi confronti, che sembra evidentissimo a tutti meno che a me.
E veniamo al dunque, io credo di essere drogata dalle forti emozioni che ho vissuto nel mio passato e la calma e placida serenità di una relazione solida sembra quasi che mi spaventi, mi annoi, non la riconosca come amore.
Cerco continuamente su internet test, pagine, scritti per capire cosa significa questo amore. Non riesco a trovare la risposta in me, non ho una discriminante.
Non cerco altri uomini, lo so, e questo lo so di per certo, che se non è con lui non è con nessun altro. Mi colpevolizzo per ogni pensiero di evasione assurda di solitudine.
Riesco ad immaginarmi tra 10 anni con lui ma non tra 3 anni.
Ora non ci vediamo da due giorni e domani lo rivedrò e non riesco nemmeno a capire se mi manca, se sono felice di rivederlo.
Non riesco a far luce su di me.
Io amo fare cose belle per lui, amo il suo sorriso e tutto ciò che è la nostra vita assieme (non che questa non si possa ancora migliorare e rendere ancora migliore anche solo lasciandomi andare probabilmente), amo la sua sensibilità e il suo essere sempre con me, amo i suoi problemi e amo parlarne e affrontarli assieme, amo la sua libertà e come intende la maggior parte delle questioni di cui finora abbiamo discusso.
Ma allora, perché ritornano in me ossessive domande assurde?
E soprattutto come mi libero da questo pensiero che non riconosco nemmeno fino in fondo come mio.
Mai ho avuto una relazione più felice. Eppure..
Eppure mi ossessiona da mesi e mesi con periodi peggiori e altri migliori l'idea che io non lo ami affatto, non lo ami abbastanza, sia un amico, nutra dell'affetto e tutto ciò che potrebbe allontanarmi dall'idea che lo ami.
Il primo periodo con lui è stato il più bello della mia vita, poi per svariate vicende familiari cupe e comportamenti sbagliati da parte mia e da parte sua insomma ho vissuto un momento difficile.
Ne sono uscita, vittoriosamente e però ho ancora problemi.
Vengo da relazioni travagliate e ossessive in cui non mi amavo e non ho mai avuto di fronte una persona migliore di lui, non mi è mai capitato di intendere l'amore come estrema libertà e serenità e l'unico motivo per cui non sono felice sono io stessa e i miliardi di problemi che mi creo, i confronti con idee astratte a cui mi sottopongo.
A lui ne ho parlato, ed è convinto che non riesca a godermi il mio amore nei suoi confronti, che sembra evidentissimo a tutti meno che a me.
E veniamo al dunque, io credo di essere drogata dalle forti emozioni che ho vissuto nel mio passato e la calma e placida serenità di una relazione solida sembra quasi che mi spaventi, mi annoi, non la riconosca come amore.
Cerco continuamente su internet test, pagine, scritti per capire cosa significa questo amore. Non riesco a trovare la risposta in me, non ho una discriminante.
Non cerco altri uomini, lo so, e questo lo so di per certo, che se non è con lui non è con nessun altro. Mi colpevolizzo per ogni pensiero di evasione assurda di solitudine.
Riesco ad immaginarmi tra 10 anni con lui ma non tra 3 anni.
Ora non ci vediamo da due giorni e domani lo rivedrò e non riesco nemmeno a capire se mi manca, se sono felice di rivederlo.
Non riesco a far luce su di me.
Io amo fare cose belle per lui, amo il suo sorriso e tutto ciò che è la nostra vita assieme (non che questa non si possa ancora migliorare e rendere ancora migliore anche solo lasciandomi andare probabilmente), amo la sua sensibilità e il suo essere sempre con me, amo i suoi problemi e amo parlarne e affrontarli assieme, amo la sua libertà e come intende la maggior parte delle questioni di cui finora abbiamo discusso.
Ma allora, perché ritornano in me ossessive domande assurde?
E soprattutto come mi libero da questo pensiero che non riconosco nemmeno fino in fondo come mio.
[#1]
Gentile utente,
leggendo con attenzione le Sue righe, mi vengono alla mente due ipotesi:
- il perfezionismo (e per farmi capire allego una News che Le consiglio di leggere applicandolo alla relazione e non solo alla sessualità,
https://www.medicitalia.it/news/psicologia/6456-il-perfezionismo-a-letto-e-disastroso.html )
- una deriva ossessiva che fa sì che la persona continui a interrogarsi,
<<Ma allora, perché ritornano in me ossessive domande assurde?<<
a cercare prove, a superare tests, al fine di contenere l'ansia.
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/895-la-trappola-delle-ossessioni.html
Quanto detto sopra vale non tanto per fare una diagnosi, cosa impossibile online, quanto per fornirLe materiale di riflessione su cui confrontarsi .
Dopo aver letto con attenzione, ci dia un riscontro: noi ci siamo.
leggendo con attenzione le Sue righe, mi vengono alla mente due ipotesi:
- il perfezionismo (e per farmi capire allego una News che Le consiglio di leggere applicandolo alla relazione e non solo alla sessualità,
https://www.medicitalia.it/news/psicologia/6456-il-perfezionismo-a-letto-e-disastroso.html )
- una deriva ossessiva che fa sì che la persona continui a interrogarsi,
<<Ma allora, perché ritornano in me ossessive domande assurde?<<
a cercare prove, a superare tests, al fine di contenere l'ansia.
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/895-la-trappola-delle-ossessioni.html
Quanto detto sopra vale non tanto per fare una diagnosi, cosa impossibile online, quanto per fornirLe materiale di riflessione su cui confrontarsi .
Dopo aver letto con attenzione, ci dia un riscontro: noi ci siamo.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Carissima, concordo con la Collega e penso che l'aver attraversato esperienze forti, contraddittorie l'abbiano come portata a pensare che se non c'è emozione intensa drammatica non è amore, e quindi sbaglia nel non godere e apprezzare il rapporto felice ,intelligente che vive oggi.. Penso che le farebbe bene parlare e chiarirsi con un Collega de visu per fare una sorta di rilettura delle sue emozioni e delle sue aspettative..Le auguro di uscire all'idea che vivere dentro un film sia la cosa migliore e auspicabile..
Cosa ne pensa ?
Cosa ne pensa ?
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
[#3]
Gentile utente,
Dice che convivete da un anno e mezzo, ma da quanto tempo state insieme?
Lei inizialmente che tipo di emozioni provava per il suo compagno?
È la sua prima convivenza?
Glielo chiedo perché le fasi dell'amore sono diverse, esso si trasforma e si trasformano anche le emozioni e i sentimenti correlati.
C'è una prima fase caratterizzata dall'attrazione in cui ci si corteggia per poi passare alla fase dell'innamoramento. Questa è la fase passionale, sensazionale, caratterizzata da reazioni fisiologiche, energia, insonnia e dove c'è una forte richiesta di contatto (sguardi, carezze, braccia tese ecc). Poi si arriva all'amore: dalla passione si passa all' intimità: c'è calore, affetto, fiducia e impegno. Infine l'attaccamento ovvero quando l'altro diventa una base sicura per noi.
Le ho scritto ciò perché di solito le emozioni forti di cui ci parla spesso, se il rapporto ha un seguito nel tempo, si trasformano appunto. Dire qui se si tratta di amore vero è pressoché impossibile. In realtà però ci sono degli indicatori specifici che potrebbe approfondire magari consultando uno psicologo.
Cordialmente
Dice che convivete da un anno e mezzo, ma da quanto tempo state insieme?
Lei inizialmente che tipo di emozioni provava per il suo compagno?
È la sua prima convivenza?
Glielo chiedo perché le fasi dell'amore sono diverse, esso si trasforma e si trasformano anche le emozioni e i sentimenti correlati.
C'è una prima fase caratterizzata dall'attrazione in cui ci si corteggia per poi passare alla fase dell'innamoramento. Questa è la fase passionale, sensazionale, caratterizzata da reazioni fisiologiche, energia, insonnia e dove c'è una forte richiesta di contatto (sguardi, carezze, braccia tese ecc). Poi si arriva all'amore: dalla passione si passa all' intimità: c'è calore, affetto, fiducia e impegno. Infine l'attaccamento ovvero quando l'altro diventa una base sicura per noi.
Le ho scritto ciò perché di solito le emozioni forti di cui ci parla spesso, se il rapporto ha un seguito nel tempo, si trasformano appunto. Dire qui se si tratta di amore vero è pressoché impossibile. In realtà però ci sono degli indicatori specifici che potrebbe approfondire magari consultando uno psicologo.
Cordialmente
Dr.ssa Marta Stentella - Roma e Terni
Psicologa Clinica e Forense, Psicodiagnosta
www.martastentella.it
[#5]
Da quanto siete insieme? E cosa provava all'inizio della vostra storia?
Dall'innamoramento potrebbe essere passata all'amore vero e proprio in cui le forti emozioni si placano per fare appunto spazio ad una consapevolezza nei confronti dell'altro, ad una intimità.
Vede, gli indicatori sono quei parametri che ci permettono di fare considerazioni sulla possibilità che si tratti di vero amore. E riguardano ad esempio la necessità di mantenere un contatto con lui come passarci del tempo insieme, il riconoscerlo come il nostro "rifugio" sicuro, se appunto ci manca quando non c'è e altri indicatori. Ma, come comprenderà, non possono essere approfonditi in questo contesto.
Potrebbe valutarli insieme ad uno psicologo in modo tale da attribuire nuovi significati a quelle che le chiama le sue ossessioni.
Dall'innamoramento potrebbe essere passata all'amore vero e proprio in cui le forti emozioni si placano per fare appunto spazio ad una consapevolezza nei confronti dell'altro, ad una intimità.
Vede, gli indicatori sono quei parametri che ci permettono di fare considerazioni sulla possibilità che si tratti di vero amore. E riguardano ad esempio la necessità di mantenere un contatto con lui come passarci del tempo insieme, il riconoscerlo come il nostro "rifugio" sicuro, se appunto ci manca quando non c'è e altri indicatori. Ma, come comprenderà, non possono essere approfonditi in questo contesto.
Potrebbe valutarli insieme ad uno psicologo in modo tale da attribuire nuovi significati a quelle che le chiama le sue ossessioni.
[#6]
"Vengo da relazioni travagliate e ossessive, in cui non mi amavo.."" Credo di essere drogata dalle forti emozioni del mio
passato.." Carissima, come nota , lo dice anche Lei ..
Ora , il punto è rileggere e dare il giusto peso a quei batticuori, adrenalina, e forse trasgressione ed anche alle aspettative , alla serena felicità e al futuro..
Le auguro di trovare uno sguardo lucido e felice sulla sua vita..!
passato.." Carissima, come nota , lo dice anche Lei ..
Ora , il punto è rileggere e dare il giusto peso a quei batticuori, adrenalina, e forse trasgressione ed anche alle aspettative , alla serena felicità e al futuro..
Le auguro di trovare uno sguardo lucido e felice sulla sua vita..!
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 1.6k visite dal 17/04/2016.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.