Separazione e depressione

Da circa 20 anni soffro di insonnia e di episodi depressivi ciclici.
Fino ai 25 anni, pur avendo amicizie femminili e una compagnia di persone con le quali uscire, ho sofferto molto per la solitudine e la mancanza di una relazione con un uomo, causata dalla mia timidezza e dal fatto di non essere attraente. Poi ho conosciuto mio marito, con il quale c'è stata una forte intesa dal punto di vista emotivo e intellettivo e ci siamo sposati dopo 2 anni . Parallelamente, le amicizie andavano scemando per motivi oggettivi (scelte di vita diverse) e soggettivi (energie spese per laurearmi, lavorare, mantenere casa). La scarsa vita sociale in realtà non mi pesava molto, essendo per natura introversa e godendo della compagnia di mio marito e di alcune uscite di coppia. Una prima crisi dopo 8 anni è stata superata con una psicoterapia di coppia e l'approfondimento di alcune dinamiche anche attinenti la sfera sessuale che era un po' in sofferenza. Io ho acquisito una maggiore sicurezza ma non ci sono stati miglioramenti nell'ambito amicizie. A seguito di un periodo che a me era sembrato soddisfacente, la decisione irremovibile di mio marito di mettere fine al nostro matrimonio. Nel frattempo il percorso di psicoterapia, che avevo iniziato per tentare di risolvere le mie difficoltà di relazione con soggetti terzi, ha dovuto cambiare direzione in quanto avevo bisogno di essere sostenuta nella fase di elaborazione della separazione. La psicoterapia è durata 3 anni, l'elaborazione almeno 1 e mezzo. Ciò che mi ha aiutato ad uscire da uno dei miei periodi più oscuri è stato avere conosciuto e iniziato a frequentare un altro uomo, profondamente diverso dal mio ex. Con lui il rapporto è meno simbiotico e più passionale, il che rende la mia vita sessuale più soddisfacente ma la mia vita quotidiana più solitaria. Le amicizie le ho cercate e le sto cercando ma in questa età risulta difficile instaurarle per motivi di lavoro, di tempo libero, di famiglia per molte mie coetanee. Il mio attuale fidanzato al momento sembra desideroso di mantenere la sua indipendenza, quindi non conviviamo e io mi trovo a fare la single non per libera scelta. Certo ciò mi ha fatto maturare come persona autonoma e non posso negare che ogni tanto godo dei benefici del vivere sola ma non è una situazione nella quale mi trovo a mio agio, soprattutto se penso ad un futuro. Nei miei sogni di giovane donna mi vedevo formare una famiglia con figli, ora dubito che ci saranno altre possibilità in questo senso. So che devo accettarlo perché la vita va avanti e fermarmi a rimuginare/rimpiangere rischia di alimentare ansie e innescare di nuovo cicli depressivi. Ancora sono in terapia farmacologica con antidepressivi a leggero dosaggio mentre ho concluso la psicoterapia perché era funzionale che mi sperimentassi autonomamente, dopo avere elaborato a sufficienza la separazione e ripristinato un discreto equilibrio psichico. Mi rimane tuttavia molta confusione e la paura dell'ennesima ricaduta!
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Utente,
Lei si è spostata con la dote della depressione e delle sue difficoltà che, ovviamente, a ritrovato con modalità amplificate dopo il divorzio.

È ancora giovane e mi sembra che sia stata ben seguita, se sente di avere ancora bisogno di aiuto torni dal suo terapeuta, altrimenti aspetti, vedrà che anche l'amore potrà nuovamente far parte dei suoi progetti.

Ma questa volta sarà di certo più consapevole e meno dipendente, quindi piu adulta.

Auguri per i suoi sogni nel cassetto

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile utente,

la depressione lascia frequentemente il timore della ricaduta
<<Mi rimane tuttavia molta confusione e la paura dell'ennesima ricaduta!<<
ma dal racconto che Lei ci fa non sembrano esserci le tracce: in ogni caso questo timore può esprimerlo al Suo psichiatra.

Arrivata alla Sua età si fanno dei bilanci; Lei valuta la Sua vita di coppia e le relazioni.

Riguardo alla seconda sembra insoddisfatta, ma "al lavoro".
Nella coppia sembra soffrire per la mancata convivenza. Tenga conto che tra adulti il desiderio/bisogno di condividere lo stesso tetto 24 ore su 24 non è così scontato; una certa percentuale preferisce godere il meglio e tralasciare l'abitudine.


Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Utente
Utente
Ringrazio per le risposte. Entrambe quelle che ho ricevuto finora riprendono aspetti diversi ma che coesistono nella mia storia. Ciò che di comune emerge dai consulti mi rincuora nel senso che pare che sia stato fatto un buon lavoro in termini di psicoterapia e pertanto dovrei essere meno spaventata da eventuali ricadute depressive. Molto centrato il punto che tra adulti il bisogno/desiderio di condividere lo stesso tetto non è così scontato. Anche se a me piacerebbe molto, il fatto che non accada non significa per forza che abbia incontrato la persona sbagliata o che non possa esserci spazio per cambiamenti in futuro.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Proprio così.
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