Scuola materna
Salve Medicitalia. Sono la mamma di un bambino di 4 anni e 4 mesi che frequenta il secondo anno di una scuola materna pubblica. Premetto che sono una mamma che lavora 4/6 ore al giorno e spesso cerco di lavorare proprio quando lui è a scuola così di pomeriggio siamo insieme. Spesso è il papà ad accompagnarlo e il nonno a prenderlo. Ha sempre pianto, ma il problema non è il pianto che riesco anche a comprendere ma il senso di disagio e insofferenza che io avverto quotidianamente. Lui non parla volentieri della scuola. Ha fatto molte assenze perché il papà cede spesso ai suoi capricci (questo credo influisca tanto ed è una delle nostre tante colpe). Io da mamma avverto che non sta bene quando va a scuola. E' capitato che svegliandosi di notte ha urlato terrorizzato anche il nome di qualche piccolo amichetto a scuola. Da questi episodi, mi sono confrontata con la direttrice della scuola che ha cercato di sciogliere ogni preoccupazione dicendomi che in realtà è un pianto generato solo dalla paura del distacco e che lui vive tranquillamente le giornate scolastiche. Quando ho riportato alcuni episodi (tra cui i piccoli incubi) la direttrice mi ha detto in classe ci sono bambini educati in maniera diversa (viviamo in un quartiere disagiato) e il mio bambino ha ancora un po' di difficoltà ad avvicinarsi a quel gruppetto, ma che imparerà perché molto molto intelligente anche se troppo sensibile. Ho provato a portarlo anche alle feste di compleanno. Non ho evidenziato grossi problemi. Non si diverte tanto con loro ma sono certa che non sia vittima di piccoli bulletti. Assolutamente no. Credo che lui risenta anche del fatto che sia leggermente più basso della maggior parte dei bambini della sua classe che sono anche più grandi di 5/6 mesi. Spesso dice di essere piccolo e che a scuola dovrà andare quando cresce. Fuori dalla scuola? Cerca i bambini ovunque, si avvicina con sicurezza e sempre con grande entusiasmo. Perché vi scrivo? Ho paura di fare ancora errori. A settembre vorrei provare a cambiare scuola e iscriverlo in una scuola proprio sotto casa, dove frequenterà anche la scuola elementare. Sbaglio? Un altro cambiamento potrebbe peggiorare la situazione? So che ho sbagliato tutto come il non accompagnarlo quotidianamente per dargli sicurezza (le maestre mi hanno sempre consigliato di non farlo, perché con me piange molto di più), credo che invece avrei dovuto essere presente fisicamente a scuola con lui. E' un bambino dolcissimo, sensibile, le maestre sin dal primo giorno sono rimaste meravigliate dal suo modo di parlare in maniera corretta e già chiarissima. Deve imparare a gestire le sue emozioni e confrontarsi quotidianamente con la realtà?
Aspetto consigli e ringrazio anticipatamente per l'attenzione.
Aspetto consigli e ringrazio anticipatamente per l'attenzione.
[#1]
Gentile Mamma,
Tutto facciamo degli errori e poi ripariamo, non esistono le mamme perfette, ma le mamme ansiose si.
Non mi sembra ci siano elementi particolarmente gravi nel suo racconto.
Tutti i bambini piangono in fase di inserimento e tutti si inseriscono con calma.
Vedrà che anche cambiano scuola e semplificandosi la vita, il bambino si adatterà.
Auguri per tutto
Tutto facciamo degli errori e poi ripariamo, non esistono le mamme perfette, ma le mamme ansiose si.
Non mi sembra ci siano elementi particolarmente gravi nel suo racconto.
Tutti i bambini piangono in fase di inserimento e tutti si inseriscono con calma.
Vedrà che anche cambiano scuola e semplificandosi la vita, il bambino si adatterà.
Auguri per tutto
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Cara Signora,
E' dolcissima la Sua preoccupazione per il Suo bimbo! Ma credo che le maestre Le stiano dando dei buoni suggerimenti.
E Lei dovrebbe farsi un po' forza e stringere i denti.
L'ingresso di un bimbo in un ambito comunitario e' un po' un terremoto per la sua psiche. Specialmente se non ha fratelli o sorelle con i/le quali abbia fatto un minimo di training precedente.
E' importante pero' che sul piano di realta' il bimbo reagisca bene.
Che riviva nei sogni le sue angosce e' normalissimo. Le elabora in quel tempo. Le digerisce.
Ed e' sano che sia cosi'.
Tuttavia se Lei e' stata informata che l'ambiente dell'asilo non e' dei migliori potra' senza preoccupazioni cambiarlo il prossimo anno. I cambiamenti fanno bene ai bimbi. Si amplia il campo dell'esperienza e questo per un bimbo nella fase dello sviluppo e' positivo!
Quindi stia tranquilla cara Signora, e tanti auguri al Suo cucciolo e a Lei!
E' dolcissima la Sua preoccupazione per il Suo bimbo! Ma credo che le maestre Le stiano dando dei buoni suggerimenti.
E Lei dovrebbe farsi un po' forza e stringere i denti.
L'ingresso di un bimbo in un ambito comunitario e' un po' un terremoto per la sua psiche. Specialmente se non ha fratelli o sorelle con i/le quali abbia fatto un minimo di training precedente.
E' importante pero' che sul piano di realta' il bimbo reagisca bene.
Che riviva nei sogni le sue angosce e' normalissimo. Le elabora in quel tempo. Le digerisce.
Ed e' sano che sia cosi'.
Tuttavia se Lei e' stata informata che l'ambiente dell'asilo non e' dei migliori potra' senza preoccupazioni cambiarlo il prossimo anno. I cambiamenti fanno bene ai bimbi. Si amplia il campo dell'esperienza e questo per un bimbo nella fase dello sviluppo e' positivo!
Quindi stia tranquilla cara Signora, e tanti auguri al Suo cucciolo e a Lei!
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#3]
Gentile utente,
ho la percezione che siate troppi adulti "addosso" a questo piccolo, scrutandolo e studiandolo, presi dalla paura di sbagliare.
Certamente i genitori sbagliano - anche - , tra le tante cose giuste che fanno. E perlopiù sbagliano senza accorgersene.
Ma Voi vi confrontate con le maestre, con la direttrice, lo osservate in altre situazioni extra-scolastiche; e ovunque ricevete rassicurazioni.
Perchè continuare a tormentarsi con ipotesi ulteriori di cambio scuola ecc.?
Si valuta che i bambini di oggi impieghino più di un anno per apprendare ad interagire con i propri coetanei, a causa della scarsa abitudine che hanno a ciò prima dell'inserimento; fino a 10/15 anni fa occorreva solo un trimestre...
Gli adulti possono aiutarli essendo comprensivi ma al contempo forti e sufficientemente sicuri delle proprie scelte; consapevoli che la realtà non è mai come la si desidera (da bambini a vecchi); e che fin da bambini occorre fare i conti con la frustrazione:
la frustrazione adatta all'età è fonte di maturazione.
ho la percezione che siate troppi adulti "addosso" a questo piccolo, scrutandolo e studiandolo, presi dalla paura di sbagliare.
Certamente i genitori sbagliano - anche - , tra le tante cose giuste che fanno. E perlopiù sbagliano senza accorgersene.
Ma Voi vi confrontate con le maestre, con la direttrice, lo osservate in altre situazioni extra-scolastiche; e ovunque ricevete rassicurazioni.
Perchè continuare a tormentarsi con ipotesi ulteriori di cambio scuola ecc.?
Si valuta che i bambini di oggi impieghino più di un anno per apprendare ad interagire con i propri coetanei, a causa della scarsa abitudine che hanno a ciò prima dell'inserimento; fino a 10/15 anni fa occorreva solo un trimestre...
Gli adulti possono aiutarli essendo comprensivi ma al contempo forti e sufficientemente sicuri delle proprie scelte; consapevoli che la realtà non è mai come la si desidera (da bambini a vecchi); e che fin da bambini occorre fare i conti con la frustrazione:
la frustrazione adatta all'età è fonte di maturazione.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.8k visite dal 08/04/2016.
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