Bambini e paura di perdere i genitori
Buongiorno, sono la mamma di una bimba di quasi 8 anni. Purtroppo ad agosto scorso mio marito è scomparso a causa di un glioblastoma IV grado. Durante i sette mesi trascorsi dalla conferma della malattia al decesso, ho tenuto al corrente del decorso della malattia la bambina (non ho mai parlato di tumore ma ho fatto riferimento ad una malattia molto grave).
Ho cercato il piu possibile di evitarle scene dolorose (crisi di pianto e altro)
Premetto che la bambina non ha mai avuto problemi di ansia (ad esempio non ha mai pianto per la mia assenza causa lavoro).
Durante la malattia del padre però io ero impegnata in ospedale e lei tutte le sere non vedendomi rientrare presto iniziava ad agitarsi fino a tremare e piangere. Al mio rientro tornava tranquilla.
Al funerale aveva un atteggiamento composto (piangeva silenziosamente) al banco con i suoi compagni di scuola e nonostante il mio invito non ha voluto venire da me.
Finora le sue maestre mi dicono di stare tranquilla in quanto la vedono serena ( ottimi voti, interagisce con i compagni, nessun problema di atteggiamenti).
Ora viviamo con i miei nella mia casa proprio per non allontanarla dalle sue abitudini o cose, solo che temo che abbia qualche problema che io nonostante tutto non riesco a risolvere.
intorno alle 18 di pomeriggio inizia a dire che le manca la mamma, le ho dato l'autorizzazione di chiamarmi al telefono per vedere dove sono, eppure non si tranquillizza. Alcune volte arrivo a casa che piAnge. Un giorno le ho chiesto cosa pensa in quel momento è mi ha risposto che ha paura che non ritorno o che io muoia.
Quando rientro non mi lascia un secondo mi segue dappertutto.
Volevo portarla da uno specialista ma continuano a dirmi che è normale visto l'accaduto e che le passerà con il tempo.
Io invece non so' che fare e nemmeno come comportarmi con la bambina.
Potete darmi qualche consiglio.
Ho cercato il piu possibile di evitarle scene dolorose (crisi di pianto e altro)
Premetto che la bambina non ha mai avuto problemi di ansia (ad esempio non ha mai pianto per la mia assenza causa lavoro).
Durante la malattia del padre però io ero impegnata in ospedale e lei tutte le sere non vedendomi rientrare presto iniziava ad agitarsi fino a tremare e piangere. Al mio rientro tornava tranquilla.
Al funerale aveva un atteggiamento composto (piangeva silenziosamente) al banco con i suoi compagni di scuola e nonostante il mio invito non ha voluto venire da me.
Finora le sue maestre mi dicono di stare tranquilla in quanto la vedono serena ( ottimi voti, interagisce con i compagni, nessun problema di atteggiamenti).
Ora viviamo con i miei nella mia casa proprio per non allontanarla dalle sue abitudini o cose, solo che temo che abbia qualche problema che io nonostante tutto non riesco a risolvere.
intorno alle 18 di pomeriggio inizia a dire che le manca la mamma, le ho dato l'autorizzazione di chiamarmi al telefono per vedere dove sono, eppure non si tranquillizza. Alcune volte arrivo a casa che piAnge. Un giorno le ho chiesto cosa pensa in quel momento è mi ha risposto che ha paura che non ritorno o che io muoia.
Quando rientro non mi lascia un secondo mi segue dappertutto.
Volevo portarla da uno specialista ma continuano a dirmi che è normale visto l'accaduto e che le passerà con il tempo.
Io invece non so' che fare e nemmeno come comportarmi con la bambina.
Potete darmi qualche consiglio.
[#1]
Gentile Signora,
Mi associo al suo dolore.
Un glioblastoma si quarto grado è davvero terrificante, inclusa la diagnosi, la sua elaborazione, l'iter ed il dopo, spesso scontato, nonostante le speranze.
Lei come sta?
Chi le sta accanto?
Dovrebbe farsi aiutare in prima battuta lei per poter dare aiuto alla sua bambina...
Provi a valutare un aiuto specilsitico, condividere il dolore aiuta alla sua elaborazione, che non equivale a dimenticare.
Mi associo al suo dolore.
Un glioblastoma si quarto grado è davvero terrificante, inclusa la diagnosi, la sua elaborazione, l'iter ed il dopo, spesso scontato, nonostante le speranze.
Lei come sta?
Chi le sta accanto?
Dovrebbe farsi aiutare in prima battuta lei per poter dare aiuto alla sua bambina...
Provi a valutare un aiuto specilsitico, condividere il dolore aiuta alla sua elaborazione, che non equivale a dimenticare.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Cara utente,
Comprendo il suo dolore e le sue preoccupazioni.
Lei ha sicuramente fatto bene a mettere al corrente sua figlia delle condizioni del padre perché spesso diamo per scontato che i bambini non capiscono oppure spesso si sceglie di informarli a morte avvenuta pensando di proteggerli, quando invece non gli si dà il tempo di sperimentare il dolore piano piano. I bambini capiscono e non vanno ingannati. E lei inoltre, ha opportunamente parlato di malattia grave: ha fatto bene a specificare la gravità perché altrimenti ogni volta che la sua bimba sentirà parlare di malattia potrebbe credere che come conseguenza diretta della malattia potrebbe esserci la morte.
A 8 anni I bambini hanno un'idea più realistica della morte rispetto ai bambini più piccoli e il problema più grande e rappresentato dal fatto che nn sono in grado di capire e gestire le loro emozioni. Il fatto che spesso non riescono ad esternarle verbalmente fa sì che le emozioni vengano espresse tramite i comportamenti. Alcuni bambini regrediscono con le funzioni che magari hanno già acquisito in passato (ad es. fare la pipì a letto), oppure alcuni potrebbero attuare comportamenti aggressivi verso gli altri bambini o giocattoli e altri, come nel suo caso, potrebbero mostrarsi più paurosi, rispetto a prima, quando devono separarsi dall'altro genitore oppure stargli sempre attaccato.
Per provvedere a tutto ciò dovrebbe trovare il modo di far esprimere alla sua bambina le proprie emozioni e le proprie paure rassicurandola con il suo affetto e il suo supporto ma per fare questo è opportuno che a sua volta anche lei sia supportata ecco perché anche io le consoglio di rivolgersi ad uno psicologo che possa sostenerla in questo periodo.
Un saluto affettuoso
Comprendo il suo dolore e le sue preoccupazioni.
Lei ha sicuramente fatto bene a mettere al corrente sua figlia delle condizioni del padre perché spesso diamo per scontato che i bambini non capiscono oppure spesso si sceglie di informarli a morte avvenuta pensando di proteggerli, quando invece non gli si dà il tempo di sperimentare il dolore piano piano. I bambini capiscono e non vanno ingannati. E lei inoltre, ha opportunamente parlato di malattia grave: ha fatto bene a specificare la gravità perché altrimenti ogni volta che la sua bimba sentirà parlare di malattia potrebbe credere che come conseguenza diretta della malattia potrebbe esserci la morte.
A 8 anni I bambini hanno un'idea più realistica della morte rispetto ai bambini più piccoli e il problema più grande e rappresentato dal fatto che nn sono in grado di capire e gestire le loro emozioni. Il fatto che spesso non riescono ad esternarle verbalmente fa sì che le emozioni vengano espresse tramite i comportamenti. Alcuni bambini regrediscono con le funzioni che magari hanno già acquisito in passato (ad es. fare la pipì a letto), oppure alcuni potrebbero attuare comportamenti aggressivi verso gli altri bambini o giocattoli e altri, come nel suo caso, potrebbero mostrarsi più paurosi, rispetto a prima, quando devono separarsi dall'altro genitore oppure stargli sempre attaccato.
Per provvedere a tutto ciò dovrebbe trovare il modo di far esprimere alla sua bambina le proprie emozioni e le proprie paure rassicurandola con il suo affetto e il suo supporto ma per fare questo è opportuno che a sua volta anche lei sia supportata ecco perché anche io le consoglio di rivolgersi ad uno psicologo che possa sostenerla in questo periodo.
Un saluto affettuoso
Dr.ssa Marta Stentella - Roma e Terni
Psicologa Clinica e Forense, Psicodiagnosta
www.martastentella.it
[#3]
Gentile Signora,
Vorrei aggiungere solo alcuni suggerimenti a quelli gia' forniti dalle colleghe e che condivido.
Nei bambini fino all'eta' di 13-14 anni il lutto non si elabora.
E resta li', chiuso in una bolla che non si dissolve.
Sua figlia ha certamente condiviso con Lei il dolore e la preoccupazione. Ma lo ha fatto "da sola" in realta',
Ed ora continua a viverselo da sola.
Sarebbe il caso di farla seguire per qualche tempo da uno psicoterapeuta dell'eta' dello sviluppo, il quale, utilizzando tecniche appropriate come i giochi o i disegni possa analizzare cio' che la bambina prova e condurla ad una elaborazione indispensabile.
Le porgo le condoglianze per il dolore che sta portando in se'!
Ma abbia fiducia che l'aiuto per Sua figlia la riportera' ad una maggiore serenita'.
I migliori saluti.
Vorrei aggiungere solo alcuni suggerimenti a quelli gia' forniti dalle colleghe e che condivido.
Nei bambini fino all'eta' di 13-14 anni il lutto non si elabora.
E resta li', chiuso in una bolla che non si dissolve.
Sua figlia ha certamente condiviso con Lei il dolore e la preoccupazione. Ma lo ha fatto "da sola" in realta',
Ed ora continua a viverselo da sola.
Sarebbe il caso di farla seguire per qualche tempo da uno psicoterapeuta dell'eta' dello sviluppo, il quale, utilizzando tecniche appropriate come i giochi o i disegni possa analizzare cio' che la bambina prova e condurla ad una elaborazione indispensabile.
Le porgo le condoglianze per il dolore che sta portando in se'!
Ma abbia fiducia che l'aiuto per Sua figlia la riportera' ad una maggiore serenita'.
I migliori saluti.
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#4]
Gentile Signora,
è davvero una situazione pasante quella che Lei sta vivendo, stretta tra il proprio doloro e la responsabilità di dare - da sola - risposte pertinenti alle domande implicite ed esplicite della Sua bambina...
Riguardo al fatto che la Sua bimba, sul far della sera, manifesti timore per una possibile Sua scomparsa, lo ritengo del tutto "normale" e compatibile con quanto ha da poco vissuto: il padre l'ha lasciata, se ne è andato; farà altrettanto anche la mamma?
La rassicuri; non si meravigli di quanto accade; faccia il possibile per essere Lei tranquilla e fiduciosa sul processo di "cicatrizzazione".
Concordo nell'indicazione di farsi seguire in un percorso psicologico: la Sua maggiore serenità sarà di grande aiuto per Sua figlia.
è davvero una situazione pasante quella che Lei sta vivendo, stretta tra il proprio doloro e la responsabilità di dare - da sola - risposte pertinenti alle domande implicite ed esplicite della Sua bambina...
Riguardo al fatto che la Sua bimba, sul far della sera, manifesti timore per una possibile Sua scomparsa, lo ritengo del tutto "normale" e compatibile con quanto ha da poco vissuto: il padre l'ha lasciata, se ne è andato; farà altrettanto anche la mamma?
La rassicuri; non si meravigli di quanto accade; faccia il possibile per essere Lei tranquilla e fiduciosa sul processo di "cicatrizzazione".
Concordo nell'indicazione di farsi seguire in un percorso psicologico: la Sua maggiore serenità sarà di grande aiuto per Sua figlia.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#5]
Utente
Grazie di cuore, gentili dott.sse per il vostro interesse e risposte alla mia richiesta.
Seguirò i vostri consigli anche quelli che riguardano me.
Ho corso tra ospedali, lavoro, bambina per mesi tra lacrime a terrore di quello che sapevo sarebbe accaduto e dopo ho continuato a correre.....
Ho occupato ogni secondo tra il lavoro, le problematiche che ha una donna sola nel tirare avanti con una bimba e la paura degli strascichi che tutto questo poteva causare alla piccola.
Ho impegnato la testa per dovere e per non pensare e alla fine non ho mai pensato che rivolgermi qualcuno avrebbe aiutato me e di riflesso lei.
Di nuovo grazie.
Seguirò i vostri consigli anche quelli che riguardano me.
Ho corso tra ospedali, lavoro, bambina per mesi tra lacrime a terrore di quello che sapevo sarebbe accaduto e dopo ho continuato a correre.....
Ho occupato ogni secondo tra il lavoro, le problematiche che ha una donna sola nel tirare avanti con una bimba e la paura degli strascichi che tutto questo poteva causare alla piccola.
Ho impegnato la testa per dovere e per non pensare e alla fine non ho mai pensato che rivolgermi qualcuno avrebbe aiutato me e di riflesso lei.
Di nuovo grazie.
[#7]
"Ho occupato ogni secondo tra il lavoro, "
È normale occupare ogni spazio psichico ed emotivo possibile per non sentire..ma adesso dovrà, con coraggio, attraversare la perdita, diventando per se stessa e per sua figlia il suo unico punto di riferimento.
Non è facile, ma la morte - spesso - insegna la vita..
Conosco molto bene il glioblastoma ed i suoi postumi..
http://www.valeriarandone.it/articoli/1297-congresso-nazionale-sia-2015/
Coraggio
È normale occupare ogni spazio psichico ed emotivo possibile per non sentire..ma adesso dovrà, con coraggio, attraversare la perdita, diventando per se stessa e per sua figlia il suo unico punto di riferimento.
Non è facile, ma la morte - spesso - insegna la vita..
Conosco molto bene il glioblastoma ed i suoi postumi..
http://www.valeriarandone.it/articoli/1297-congresso-nazionale-sia-2015/
Coraggio
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 14.4k visite dal 08/04/2016.
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