Percezione degli spazi alterate
Buongiorno, sono una ragazza di 32 anni. Da un paio di settimane mi sono rivolta al mio medico di base perché forse per l'aver smesso di fumare (unico cambiamento nella mia routine quotidiana) ho iniziato ad avere forti attacchi di panico, ansia e depressione (dai 14 anni ai 24 sono stata continuamente in terapia per disordini alimentari, disturbo bipolare e depressione poi risolti tutti) paura ad uscire di casa odio verso tutti incubi con risveglio notturno ecc.. Prescritto Xanax 5 gocce tre volte al giorno da dosare e modificare in base alla reazione. Ora sono arrivata a 8-10 gocce più volte al giorno. Se nn lo prendo ho un forte istinto autolesionistico (mi sono tagliata più volte cosa che nn facevo da anni) se esco e bordo qualcuno vorrei fargli del male (soprattutto agli animali) mi dà fastidio la luce, percorro la strada verso casa e mi sembra enorme diversa totalmente nella grandezza o un altra strada mi sembra diventata piccolissima. Ho forte emicranie mi ritrovo a parlare ad alta voce e mi stupisco perché nn credo di farlo volontariamente. Ho paura di tutto in alcuni momenti piango in altri distruggerei tutto. Come se fosse normale odiare così le persone e le cose. Sono ritornata bulimica perché il cibo mi sembra vivo. Mi chiedo e' tutto normale perché ho smesso di fumare? Sono normali queste percezioni alterate? Grazie
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Salve, ci racconta di un intenso carico emotivo e mi sembra importante che lei possa prendersi cura di sé e capire come affrontarlo.
Mettendo tra parentesi il concetto di normalità, credo che sia fondamentale capire il senso di quello sta vivendo e provare a fare fronte ai vissuti emotivi, potrei dire angosciosi, che ci descrive.
È stata in terapia per diverso tempo, ma è anche possibile che oggi, a un'età più matura, lei possa affrontare il suo malessere con un nuovo lavoro su di sé. Anche per capire in modo profondo come mai sono emersi questi stati d'animo incisivi, andando a scavare a partire dall'ipotesi dell'interruzione del fumo.
Accanto ai farmaci potrebbe essere oggi un'occasione valutare una psicoterapia, in cui poter esprimere il suo sentire in modo approfondito e, senza fare tutto da sola, riuscire piano piano a ritrovarsi.
Un saluto,
Enrico de Sanctis
Mettendo tra parentesi il concetto di normalità, credo che sia fondamentale capire il senso di quello sta vivendo e provare a fare fronte ai vissuti emotivi, potrei dire angosciosi, che ci descrive.
È stata in terapia per diverso tempo, ma è anche possibile che oggi, a un'età più matura, lei possa affrontare il suo malessere con un nuovo lavoro su di sé. Anche per capire in modo profondo come mai sono emersi questi stati d'animo incisivi, andando a scavare a partire dall'ipotesi dell'interruzione del fumo.
Accanto ai farmaci potrebbe essere oggi un'occasione valutare una psicoterapia, in cui poter esprimere il suo sentire in modo approfondito e, senza fare tutto da sola, riuscire piano piano a ritrovarsi.
Un saluto,
Enrico de Sanctis
Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it
[#2]
Gentile utente,
Mi sembra di capire che la terapia farmacologica le sia stata prescritta dal suo medico di base. Magari sarebbe opportuno consultare uno psichiatra che dopo una diagnosi accurata, potrebbe prescriverle uma terapia più mirata che non prenda in considerazione solo il problema relativo all'umore, ma anche gli impulsi autolesionistici e l'alterazione delle percezioni.
In aggiunta a ciò, anche io come il collega le consiglio un percorso psicoterapico che sicuramente le offrirà un valido supporto per iniziare a conoscersi meglio e guardarsi dentro.
Cordialmente
Mi sembra di capire che la terapia farmacologica le sia stata prescritta dal suo medico di base. Magari sarebbe opportuno consultare uno psichiatra che dopo una diagnosi accurata, potrebbe prescriverle uma terapia più mirata che non prenda in considerazione solo il problema relativo all'umore, ma anche gli impulsi autolesionistici e l'alterazione delle percezioni.
In aggiunta a ciò, anche io come il collega le consiglio un percorso psicoterapico che sicuramente le offrirà un valido supporto per iniziare a conoscersi meglio e guardarsi dentro.
Cordialmente
Dr.ssa Marta Stentella - Roma e Terni
Psicologa Clinica e Forense, Psicodiagnosta
www.martastentella.it
[#3]
Cara ragazza,
L'avere smesso di fumare e' verosimile che possa avere determinato in Lei una recrudescenza dei sintomi che in un certo senso la nicotina "calmava".
La nicotina, nonostante la si assuma a cuor leggero, e' una sostanza psicotropa che si lega a recettori del Sistema Nervoso e la sua sospensione crea per alcuni mesi una "sindrome da astinenza".
Penso che questa abbia "pescato" nei Suoi problemi pregressi.
Quindi Le consiglierei una visita medica, magari dallo specialista che la teneva in cura precedentemente, per mettere a punto una terapia adeguata a superare piu' tranquillamente questo periodo di disintossicazione dal tabagismo.
Le faccio i miei auguri e i miei complimenti per l'iniziativa di liberarsi dall'abitudine a fumare.
Ci mandi Sue notizie.
L'avere smesso di fumare e' verosimile che possa avere determinato in Lei una recrudescenza dei sintomi che in un certo senso la nicotina "calmava".
La nicotina, nonostante la si assuma a cuor leggero, e' una sostanza psicotropa che si lega a recettori del Sistema Nervoso e la sua sospensione crea per alcuni mesi una "sindrome da astinenza".
Penso che questa abbia "pescato" nei Suoi problemi pregressi.
Quindi Le consiglierei una visita medica, magari dallo specialista che la teneva in cura precedentemente, per mettere a punto una terapia adeguata a superare piu' tranquillamente questo periodo di disintossicazione dal tabagismo.
Le faccio i miei auguri e i miei complimenti per l'iniziativa di liberarsi dall'abitudine a fumare.
Ci mandi Sue notizie.
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#4]
Cara ragazza,
L'avere smesso di fumare e' verosimile che possa avere determinato in Lei una recrudescenza dei sintomi che in un certo senso la nicotina "calmava".
La nicotina, nonostante la si assuma a cuor leggero, e' una sostanza psicotropa che si lega a recettori del Sistema Nervoso e la sua sospensione crea per alcuni mesi una "sindrome da astinenza".
Penso che questa abbia "pescato" nei Suoi problemi pregressi.
Quindi Le consiglierei una vitita medica, magari dallo specialista che la teneva in cura precedentemente, per mettere a punto una terapia adeguata a superare piu' tranquillamente questo periodo di disintossicazione dal tabagismo.
Le faccio i miei auguri e i miei complimenti per l'iniziativa di liberarsi dall'abitudine a fumare.
Ci mandi Sue notizie.
L'avere smesso di fumare e' verosimile che possa avere determinato in Lei una recrudescenza dei sintomi che in un certo senso la nicotina "calmava".
La nicotina, nonostante la si assuma a cuor leggero, e' una sostanza psicotropa che si lega a recettori del Sistema Nervoso e la sua sospensione crea per alcuni mesi una "sindrome da astinenza".
Penso che questa abbia "pescato" nei Suoi problemi pregressi.
Quindi Le consiglierei una vitita medica, magari dallo specialista che la teneva in cura precedentemente, per mettere a punto una terapia adeguata a superare piu' tranquillamente questo periodo di disintossicazione dal tabagismo.
Le faccio i miei auguri e i miei complimenti per l'iniziativa di liberarsi dall'abitudine a fumare.
Ci mandi Sue notizie.
[#5]
Utente
Grazie mille delle veloci e utili risposte, fisserò il prima possibile una visita specialistica non credo di riuscire infatti a risolvere tutto da sola. Ho fortissimi mal di testa, l'umore non fa che peggiorare e vomito più volte al giorno. Credevo che qualche goccia di calmante è una costante attività fisica potessero essere sufficienti ma mi sento angosciata terribilmente. La cosa più terribile è ammettere di aver bisogno di aiuto e di non essere abbastanza forte (in fondo ero stata bene per tanto tempo). Vi farò sapere esito visita e nel frattempo vi ringrazio tantissimo
[#7]
Utente
Buongiorno, ieri mi sono recata ad una visita dallo psichiatra. Il referto cita: all'osservazione odierna sono presenti segni di iniziale dissociazione psicotica con parziale e transitori conseguenze delle manifestazioni patologiche . Suggerisco inizio trattamento con neurolettico tipico (orap 4 mg) stando il rischio di rapida evoluzione verso un quadro psicotico ingranescente (sorella affetta da schizofrenia). Per lo xanax dice 20 gocce mattino e pomeriggio e 40 la sera. Da rivedere tra due settimane. Io sinceramente non mi sento di prendere quel farmaco e vorrei provare a vedere se tutto mi passa da solo. Anche se questa notte ho dormito poco (tre ore) oggi sto bene a parte il mal di testa. Non sono costretta a prendere quella medicina e non è detto che la mia condizione peggiori, così ho interpretato la lettera del dottore.
[#8]
Gentile utente,
Sotto consiglio ha fatto bene a rivolgersi ad uno psichiatra che le ha diagnosticato ciò che lei ha qui riportato.
È opportuno che ora lei si attenga alle prescrizioni dello psichiatra e provi la cura senza interpretare a modo suo il referto. Le dice che non è detto che peggiori ma non è neanche detto che migliori.
Inizi la cura come prescritto e se le va ci faccia sapere l'evoluzione.
Cordialmente
Sotto consiglio ha fatto bene a rivolgersi ad uno psichiatra che le ha diagnosticato ciò che lei ha qui riportato.
È opportuno che ora lei si attenga alle prescrizioni dello psichiatra e provi la cura senza interpretare a modo suo il referto. Le dice che non è detto che peggiori ma non è neanche detto che migliori.
Inizi la cura come prescritto e se le va ci faccia sapere l'evoluzione.
Cordialmente
[#9]
Utente
La ringrazio tantissimo della rapidità e della disponibilità che mi ha dato. Se nel breve periodo ci saranno peggioramenti sicuramente prenderò in considerazione la terapia ma ora non c'è la faccio proprio e non so perché, credo di aver paura di cambiarmi o di uccidere una parte di me o di sedarla. Grazie ancora di tutto, più o meno il sapere cosa c'è mi è di conforto perché so che non è stata una mia idea e basta ma che in effetti un problema c'è ma risolvibile. Grazie mille ancora
[#11]
Salve, posso chiederle se negli anni passati in cui ha svolto terapia, si è trattato di una terapia farmacologica e psicoterapeutica?
In un precedente consulto "Ho smesso di fumare e sto cadendo di nuovo nell'abisso", ci parla di una relazione sentimentale iniziata a 25 anni, che le ha dato forza. Questo è molto importante, anche se è giusto ricordare che nello stesso momento inizia a fumare, non so se posso dire alla ricerca di una qualche forma di sostegno?
Questo potrebbe indicare che se da un lato l'amore degli altri ci riconosce e ci fa sentire importanti, dall'altro non basta se noi per primi pensiamo di non avere un valore di noi stessi e di non poterci esprimere in modo autentico.
Mi sono chiesto come mai recentemente lei abbia deciso di smettere di fumare. Stando alla mia sensazione, che è solo un'ipotesi derivante dalla lettura dei suoi consulti, mi sono chiesto se oggi vorrebbe farcela un po' di più da sola. Questo meriterebbe una particolare attenzione, perché implica un movimento interiore, che andrebbe particolarmente indagato. Se fosse così, al contempo, questo significherebbe immergersi nel profondo delle sue fragilità e di quelle ferite rimaste forse ancora aperte, che oggi forse lei vorrebbe appunto curare, per diventare forte non solo grazie all'amore degli altri ma anche grazie all'amore di sé?
Queste mie riflessioni mi hanno portato a interrogarmi sulla sua storia esistenziale, passata e attuale. Per capire in modo approfondito come mai, ad esempio, intorno ai 14 anni lei ha iniziato un iter terapeutico tanto lungo, conoscere i suoi vissuti precedenti, esplorare la sua storia sentimentale attuale. Questi sono solo alcuni dei grandi capitoli della sua vita che ho sentito importante aprire.
In questo senso, come considererebbe la possibilità di un eventuale percorso psicoterapeutico?
Un caro saluto,
Enrico de Sanctis
In un precedente consulto "Ho smesso di fumare e sto cadendo di nuovo nell'abisso", ci parla di una relazione sentimentale iniziata a 25 anni, che le ha dato forza. Questo è molto importante, anche se è giusto ricordare che nello stesso momento inizia a fumare, non so se posso dire alla ricerca di una qualche forma di sostegno?
Questo potrebbe indicare che se da un lato l'amore degli altri ci riconosce e ci fa sentire importanti, dall'altro non basta se noi per primi pensiamo di non avere un valore di noi stessi e di non poterci esprimere in modo autentico.
Mi sono chiesto come mai recentemente lei abbia deciso di smettere di fumare. Stando alla mia sensazione, che è solo un'ipotesi derivante dalla lettura dei suoi consulti, mi sono chiesto se oggi vorrebbe farcela un po' di più da sola. Questo meriterebbe una particolare attenzione, perché implica un movimento interiore, che andrebbe particolarmente indagato. Se fosse così, al contempo, questo significherebbe immergersi nel profondo delle sue fragilità e di quelle ferite rimaste forse ancora aperte, che oggi forse lei vorrebbe appunto curare, per diventare forte non solo grazie all'amore degli altri ma anche grazie all'amore di sé?
Queste mie riflessioni mi hanno portato a interrogarmi sulla sua storia esistenziale, passata e attuale. Per capire in modo approfondito come mai, ad esempio, intorno ai 14 anni lei ha iniziato un iter terapeutico tanto lungo, conoscere i suoi vissuti precedenti, esplorare la sua storia sentimentale attuale. Questi sono solo alcuni dei grandi capitoli della sua vita che ho sentito importante aprire.
In questo senso, come considererebbe la possibilità di un eventuale percorso psicoterapeutico?
Un caro saluto,
Enrico de Sanctis
[#12]
Utente
Grazie mille dell'interessamento. In passato ho seguito un percorso farmacologico (non troppo costante) e terapeutico. Credo di aver elaborato bene i traumi del mio passato (abbastanza gravi) e se nell' adolescenza mi sembrava di morire per il dolore provato, oggi mi sento meno legata al passato e mi sento più grande meno vulnerabile. La mia relazione attuale ha inciso sul rendermi molto indipendente più che nella comprensione e nell'amore. Il sostegno principale del mio compagno (di 53 anni) è stato ed è un ammonimento: stai bene perché io non sto con qualcuno che non sta bene. È così ho capito che prima di tutto ho dovuto imparare a voler bene a me stessa e a non dipendere dagli altri , a non usare gli altri per non stare da sola. Ora da sola sto bene, provo affetto per il mio compagno (il motivo che mi ha fatto smettere di fumare e stata la sua costante disapprovazione diventata esasperante) ma non ho bisogno di lui per stare bene e non mi fa stare meglio. Ma questo non lo reputo un problema. Sono apatica, insensibile, asessuata, ma sono io. Non ho niente da recuperare niente da rivangare niente da cambiare . Questo per paura, poca voglia o incapacità a stare veramente bene? Credo solo perché io sono così". Io sto bene quando non sto con me e per farlo divento quello che vogliono gli altri, quello che si aspettano. Ma lo so me ne rendo conto e non voglio cambiare queste dinamiche perché sono io. La terapia come tutti i cambiamenti spaventa. Ma so quali sono i miei limiti le mie paure e so di poter superare tutto. Razionalmente, in pratica mi ci vuole un attimo credo.
[#13]
Il fatto che si sente meno vulnerabile è un aspetto di cui tenere conto. Tuttavia forse oggi valutare una psicoterapia può essere importante per affrontare questi vissuti attuali, soprattutto se desidera temporeggiare sulla terapia farmacologica.
Quando dice: "Sono apatica, insensibile, asessuata, ma sono io. Non ho niente da recuperare niente da rivangare niente da cambiare . Questo per paura, poca voglia o incapacità a stare veramente bene? Credo solo perché io sono così", ci comunica qualcosa di significativo.
Spesso si sente dire "io sono fatto così", ma dobbiamo chiederci se questo parla di come siamo noi autenticamente o invece è un modo consolidato di vedere noi stessi, rassegnati all'idea che cambiare qualcosa di noi è impossibile?
A questa mia domanda, ho l'impressione che sia lei per prima a rispondere, quando parla di paura. Mi domando quindi se è per paura che lei dice che non ha niente da cambiare, pur essendo consapevole di non stare bene, pur sapendo di non essere se stessa, arrivando anche ad affermare che "sta bene quando non sta con sé" e diventa ciò che gli altri desiderano.
Dare valore a se stessi non significa stare bene da soli, è un equivoco frequente. Gli altri, che noi scegliamo, sono coloro che ci tengono a noi e provano a comprenderci. Sono per noi anche un confronto, utile per cambiare e per crescere. Quella con gli altri è un'interdipendenza, non un'indipendenza.
Non lasci cadere nell'indifferenza le parole che utilizza, quali "ammonimento, costante disapprovazione", a proposito della sua attuale relazione. Sono condizioni che meritano molta attenzione e ci parlano di lei e implicitamente dei suoi vissuti.
Il suo racconto è importante e i temi emersi sono delicati e necessitano di uno spazio di ascolto idoneo. Questo, anche se comprensibilmente spaventa, è il modo per fortificarsi e piano piano riuscire a diventare se stessa insieme agli altri.
Un caro augurio,
Enrico de Sanctis
Quando dice: "Sono apatica, insensibile, asessuata, ma sono io. Non ho niente da recuperare niente da rivangare niente da cambiare . Questo per paura, poca voglia o incapacità a stare veramente bene? Credo solo perché io sono così", ci comunica qualcosa di significativo.
Spesso si sente dire "io sono fatto così", ma dobbiamo chiederci se questo parla di come siamo noi autenticamente o invece è un modo consolidato di vedere noi stessi, rassegnati all'idea che cambiare qualcosa di noi è impossibile?
A questa mia domanda, ho l'impressione che sia lei per prima a rispondere, quando parla di paura. Mi domando quindi se è per paura che lei dice che non ha niente da cambiare, pur essendo consapevole di non stare bene, pur sapendo di non essere se stessa, arrivando anche ad affermare che "sta bene quando non sta con sé" e diventa ciò che gli altri desiderano.
Dare valore a se stessi non significa stare bene da soli, è un equivoco frequente. Gli altri, che noi scegliamo, sono coloro che ci tengono a noi e provano a comprenderci. Sono per noi anche un confronto, utile per cambiare e per crescere. Quella con gli altri è un'interdipendenza, non un'indipendenza.
Non lasci cadere nell'indifferenza le parole che utilizza, quali "ammonimento, costante disapprovazione", a proposito della sua attuale relazione. Sono condizioni che meritano molta attenzione e ci parlano di lei e implicitamente dei suoi vissuti.
Il suo racconto è importante e i temi emersi sono delicati e necessitano di uno spazio di ascolto idoneo. Questo, anche se comprensibilmente spaventa, è il modo per fortificarsi e piano piano riuscire a diventare se stessa insieme agli altri.
Un caro augurio,
Enrico de Sanctis
[#14]
Utente
Grazie mille, valuterò se sia il caso di iniziare un percorso terapeutico e se seguire quello farmacologico. il problema e che più passano i giorni meno sento di averne il bisogno. Dopo la visita dallo specialista ho ripensato al colloquio e sono convinta che la prescrizione che mi ha fatto sia stata un errore. Questo perchè al momento della visita era stato segnato un cognome (che non era il mio), come se praticamente stesse aspettando un'altra persona. Normalmente può capitare che si sbagli un nome, anche perché la prenotazione è stata fatta via telefonica, ma il suo sottolineare il cognome diverso ora mi da fortissimo disagio, credo mi abbia fatto capire che non ero io. Poi durante la seduta ha ricevuto una telefonata dicendo " io non sono Luca ha sbagliato numero" inoltre nel referto invece di dire che su suggerimento delle mie titolari ha scritto dei miei colleghi. Quindi credo si sia sbagliato su di me. Il mio compagno sta diventando troppo ossessivo dice di tenermi sotto controllo ma non capisce che sono in grado di gestire le mie cose (la mia alimentazione ecc..). se fossi sicura di sbagliarmi ma credo siano gli altri a non capire e a non prestare attenzione (che non voglio).
Questo consulto ha ricevuto 14 risposte e 2.1k visite dal 05/04/2016.
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