Pagamento sedute saltate
Buongiorno da ottobre seguo una psicoterapia.i problemi principali per cui mi sono rivolta a lui ci sono ancora tutti ma ho avuto una attenuazione Dell ansia e del senso di rabbia.il mio psicoterapeuta ha circa 60anni, e un docente universitario e non avendo necessita economica tiene solo pochi pz privati tra cui me.affronto circa un ora di auto per andare in seduta da lui una volta a settimana, il suo onorario e alto e cmq preferisco andare da lui facendo qualche sacrificio che non pagare meno e andare da qualcuno che non mi convince.trovo le sedute con lui molto piacevoli,spesso entro con l'ansia ed esco rilassata,lo trovo molto intelligente e anche se lenti inizio a vedere dei risultati.quindi niente da dire sulla terapia.il problema r che settimana scorsa ho dovuto saltare la seduta(prima volta in 6mesi mentre lui spesso per impegni suoi mi sposta i giorni delle sedute e io ho sempre accettato adattando.i). Ho avvertito il giorno prima.in seduta mi ha detto che era una mia resistenza e che dipende dal volere sempre tutti a mia disposizione e che dalla prossima volta dovrò pagare comunque le sedute saltate. Mi sono infuriata e ieri gli ho mandato una mail dove gli dicevo che avvisando in anticipo non trovavo giusto dover pagare per una seduta a cui non partecipavo e che una sola ora con lui mi costava un giorno e mezzo di lavoro! E che mi sentivo trattata da lui come un bancomat e mi sentivo molto delusa e arrabbiata e che da lui non sarei più andata. Di mandarmi le coordinate bancarie per saldare l ultima seduta e che appunto interrompevo la terapia. Non ho ancora ricevuto alcuna risposta anche se credo abbia letto il messaggio e la sua non risposta mi conferma la sensazione che a lui davvero non importasse nulla di me come persona ma mi vedesse solo come una fonte di reddito. Provo una immensa rabbia e delusione. E adesso dato che cmq ho bisogno di una psicoterapia non so come trovare uno psicoterapeuta altrettanto bravo. Mi potete dare un consiglio?
[#1]
Cara Signora,
Lei non ha specificato che approccio psicoterapeutico stia seguendo ma dalla Sua citazione del termine "resistenze" penso sia psicoanalitico o psicodinamico.
In questo tipo di approccio si bada molto di piu' alle cose che "non vengono fatte" che a quelle fatte regolarmente.
E questo perche' in quelle cose che possono sembrare casuali al 100% forse si sta manifestando un sintomo importante.
Nella normalita' non si evidenzia nulla, in una anormalita', in un inciampo si'.
Ecco perche' una "mancanza" dello psicoterapeuta, sebbene non piacevole e non giustificabile se non in casi mirati, non ricopre lo stesso valore nella SUA terapia, di una mancanza dell'interessata, della analizzata.
Spero di avere chiarito il Suo timore di "essere un bancomat".
Purtroppo nella quotidianita' capita di doversi difendere da questo tipo di atteggiamento che purtroppo talvolta subiamo.
Ecco, se dovesse riprendere la Sua terapia la prima cosa di cui parlare sarebbe questa sensazione da Lei provata "di essere un bancomat".
Mi sembra una sensazione molto importante da analizzare perche' potrebbe essere causa di altre sensazioni che Le accade di provare e soffrirne.
I migliori saluti e auguri!
Lei non ha specificato che approccio psicoterapeutico stia seguendo ma dalla Sua citazione del termine "resistenze" penso sia psicoanalitico o psicodinamico.
In questo tipo di approccio si bada molto di piu' alle cose che "non vengono fatte" che a quelle fatte regolarmente.
E questo perche' in quelle cose che possono sembrare casuali al 100% forse si sta manifestando un sintomo importante.
Nella normalita' non si evidenzia nulla, in una anormalita', in un inciampo si'.
Ecco perche' una "mancanza" dello psicoterapeuta, sebbene non piacevole e non giustificabile se non in casi mirati, non ricopre lo stesso valore nella SUA terapia, di una mancanza dell'interessata, della analizzata.
Spero di avere chiarito il Suo timore di "essere un bancomat".
Purtroppo nella quotidianita' capita di doversi difendere da questo tipo di atteggiamento che purtroppo talvolta subiamo.
Ecco, se dovesse riprendere la Sua terapia la prima cosa di cui parlare sarebbe questa sensazione da Lei provata "di essere un bancomat".
Mi sembra una sensazione molto importante da analizzare perche' potrebbe essere causa di altre sensazioni che Le accade di provare e soffrirne.
I migliori saluti e auguri!
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#2]
Gentile Utente,
mi pare che soltanto Lei e il terapeuta insieme potete capire di che cosa si tratta. Lei perché ha chiesto di saltare la seduta?
Se si tratta di un impegno improrogabile, comunicato con un preavviso di 24 ore che sembra ragionevole, non capisco dove sia il problema.
Ma può capitare anche di avere delle "resistenze" e di non voler affrontare contenuti pesanti in terapia.
In ogni caso, per evitare qualunque tipo di problematica è importante comportarsi secondo le indicazioni scritte sul contratto terapeutico, che chiarisce anche questi termini ed è inequivocabile.
Poi, se anche il preavviso fosse stato rispettato ma il pz fa fatica in termini emotivi ad affrontare la seduta, il mio suggerimento è sempre quello di parlarne nella seduta successiva in modo tale da sfruttare bene la terapia.
Cordiali saluti,
mi pare che soltanto Lei e il terapeuta insieme potete capire di che cosa si tratta. Lei perché ha chiesto di saltare la seduta?
Se si tratta di un impegno improrogabile, comunicato con un preavviso di 24 ore che sembra ragionevole, non capisco dove sia il problema.
Ma può capitare anche di avere delle "resistenze" e di non voler affrontare contenuti pesanti in terapia.
In ogni caso, per evitare qualunque tipo di problematica è importante comportarsi secondo le indicazioni scritte sul contratto terapeutico, che chiarisce anche questi termini ed è inequivocabile.
Poi, se anche il preavviso fosse stato rispettato ma il pz fa fatica in termini emotivi ad affrontare la seduta, il mio suggerimento è sempre quello di parlarne nella seduta successiva in modo tale da sfruttare bene la terapia.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
L'attenzione a questo tipo di "dettagli" cambia da approccio ad approccio e da professionista a professionista. Ai miei pazienti chiedo un preavviso minimo di un giorno per disdire o spostare gli appuntamenti, e può succedere che a mia volta abbia bisogno di fare altrettanto con loro.
Quanto alle resistenze alla terapia, si possono manifestare in molti modi, fra cui saltare le sedute è solo uno di essi. Ma una sola volta in 6 mesi forse è poco per invocare resistenze, in mancanza di altri segni più consistenti.
Quanto alle resistenze alla terapia, si possono manifestare in molti modi, fra cui saltare le sedute è solo uno di essi. Ma una sola volta in 6 mesi forse è poco per invocare resistenze, in mancanza di altri segni più consistenti.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#4]
Gentile utente,
al momento del "contratto terapeutico" generalmente si concorda anche in quanto consiste l'anticipo dello spostamento della seduta (24-36-72 ore) e le eventuali eccezioni sulle cause.
Le cause improrogabili sono assai rare: morte del famigliare, ospedalizzazione del paziente, ecc..
Si può ritenere che altre cause rappresentino l'incapacità del soggetto a dire al richiedente: "Ho già un precedente impegno improrogabile".
E questo può essere interpretato dal terapeuta come il mettere in secondo piano la seduta rispetto ad altre cose della vita. E dunque se la persona lascia ... "poco male, non era sufficientemente motivata"; oppure "evita la difficoltà creandosi un altro impegno".
Anche il terapeuta può avere la sgradevole sensazione di essere "scaricato" il giorno prima; senza la possibilità di convocare un altro paziente - magari in impaziente attesa - vista la scarsità di preavviso!
Un terapeuta non prende mai a cuor leggero questi segnali.
La cosa migliore è parlarne di persona, sia pure prima di (eventualmente) chiudere.
al momento del "contratto terapeutico" generalmente si concorda anche in quanto consiste l'anticipo dello spostamento della seduta (24-36-72 ore) e le eventuali eccezioni sulle cause.
Le cause improrogabili sono assai rare: morte del famigliare, ospedalizzazione del paziente, ecc..
Si può ritenere che altre cause rappresentino l'incapacità del soggetto a dire al richiedente: "Ho già un precedente impegno improrogabile".
E questo può essere interpretato dal terapeuta come il mettere in secondo piano la seduta rispetto ad altre cose della vita. E dunque se la persona lascia ... "poco male, non era sufficientemente motivata"; oppure "evita la difficoltà creandosi un altro impegno".
Anche il terapeuta può avere la sgradevole sensazione di essere "scaricato" il giorno prima; senza la possibilità di convocare un altro paziente - magari in impaziente attesa - vista la scarsità di preavviso!
Un terapeuta non prende mai a cuor leggero questi segnali.
La cosa migliore è parlarne di persona, sia pure prima di (eventualmente) chiudere.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 12.5k visite dal 03/04/2016.
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