Autostima e assertività
Buongiorno a tutti,
Dopo un periodo particolarmente difficile, ho iniziato un percorso con una psicoterapeuta con l'obiettivo di migliorare la mia autostima e il mio approccio verso gli altri. Ci siamo viste 10 volte ma non sono del tutto sicura di voler continuare, non perché non ne senta la necessitá ma perchè non sono del tutto a mio agio con la psicoterapeuta che mi segue.I fatti sono che sbaglia spesso il mio nome,non ricorda gli episodi che le racconto ( non parlo dei dettaglio,ma dell'episodio in sè), confonde le persone di cui le parlo,e soprattutto non seguiamo un percorso chiaro e non ho idea di quale sia il progetto di fondo che ha previsto per me né quanto tempo durerá questo percorso.Quindi volevo sapere se è "normale", nel senso che può succedere e non significa nulla, che sbagli i nomi e non ricordi,e se dovrebbe informarmi di quali sono gli obiettivi e la durata della terapia.Secondo voi dovrei sospendere o cambiare terapeuta?Sarebbe difficile per me... oltre che costoso....ricominciare tutto da capo. Grazie per il vostro tempo.
Dopo un periodo particolarmente difficile, ho iniziato un percorso con una psicoterapeuta con l'obiettivo di migliorare la mia autostima e il mio approccio verso gli altri. Ci siamo viste 10 volte ma non sono del tutto sicura di voler continuare, non perché non ne senta la necessitá ma perchè non sono del tutto a mio agio con la psicoterapeuta che mi segue.I fatti sono che sbaglia spesso il mio nome,non ricorda gli episodi che le racconto ( non parlo dei dettaglio,ma dell'episodio in sè), confonde le persone di cui le parlo,e soprattutto non seguiamo un percorso chiaro e non ho idea di quale sia il progetto di fondo che ha previsto per me né quanto tempo durerá questo percorso.Quindi volevo sapere se è "normale", nel senso che può succedere e non significa nulla, che sbagli i nomi e non ricordi,e se dovrebbe informarmi di quali sono gli obiettivi e la durata della terapia.Secondo voi dovrei sospendere o cambiare terapeuta?Sarebbe difficile per me... oltre che costoso....ricominciare tutto da capo. Grazie per il vostro tempo.
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<<Secondo voi dovrei sospendere o cambiare terapeuta? Sarebbe difficile per me... oltre che costoso....ricominciare tutto da capo.>>
Gentile Utente,
prima di buttare alle ortiche il lavoro fatto fino a qui, sarebbe opportuno parlarne direttamente con la psicoterapeuta con cui sta seguendo questo suo percorso. Lo ha già fatto?
Lei ci scrive di avere: <<l'obiettivo di migliorare la mia autostima e il mio approccio verso gli altri.>>: questo è stato esplicitamente espresso e magari discusso o riformulato insieme alla nostra collega?
Lei non dovrebbe infatti "essere informata" degli obiettivi della sua terapia, ma concordarli e costruirli insieme alla sua terapeuta.
La durata non è facilmente prevedibile a priori e dipende da vari fattori, tra cui senz'altro il tipo di orientamento e di approccio seguiti. Ci si regola in modo abbastanza personale: a titolo esemplificativo, le posso dire che io di solito propongo un certo numero di sedute (variabile in base agli obiettivi e alla disponibilità del paziente), al termine del quale fare il punto della situazione così da verificare se e quanto ci siamo avvicinati alla nostra meta, se resta la medesima o vada in qualche modo modificata, quanto sia ancora presente la motivazione a proseguire, quali criticità sono emerse...
Tenga presente che al centro ci deve essere il suo benessere ed equilibrio psicologico: se non sta andando in quella direzione, qualcosa va modificato.
Saluti cordiali.
Gentile Utente,
prima di buttare alle ortiche il lavoro fatto fino a qui, sarebbe opportuno parlarne direttamente con la psicoterapeuta con cui sta seguendo questo suo percorso. Lo ha già fatto?
Lei ci scrive di avere: <<l'obiettivo di migliorare la mia autostima e il mio approccio verso gli altri.>>: questo è stato esplicitamente espresso e magari discusso o riformulato insieme alla nostra collega?
Lei non dovrebbe infatti "essere informata" degli obiettivi della sua terapia, ma concordarli e costruirli insieme alla sua terapeuta.
La durata non è facilmente prevedibile a priori e dipende da vari fattori, tra cui senz'altro il tipo di orientamento e di approccio seguiti. Ci si regola in modo abbastanza personale: a titolo esemplificativo, le posso dire che io di solito propongo un certo numero di sedute (variabile in base agli obiettivi e alla disponibilità del paziente), al termine del quale fare il punto della situazione così da verificare se e quanto ci siamo avvicinati alla nostra meta, se resta la medesima o vada in qualche modo modificata, quanto sia ancora presente la motivazione a proseguire, quali criticità sono emerse...
Tenga presente che al centro ci deve essere il suo benessere ed equilibrio psicologico: se non sta andando in quella direzione, qualcosa va modificato.
Saluti cordiali.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#2]
Utente
Buonasera Dottoressa Scalco
Grazie per la sua risposta. Non ho avuto modo di parlarne con la mia terapeuta, ho l'intenzione di farlo alla prossima seduta, anche se non so in che termini impostare il discorso. Avevamo parlato di come affrontare il percorso in occasione del primo incontro, dandoci dei tempi e un punto di controllo (la decima seduta) ma non abbiamo raggiunto nessuno degli scopi che ci eravamo prefissate e la mia terapeuta non ha accennato in nessun modo durante l'ultimo incontro a fare il punto della situazione. Avrei dovuto chiederlo io? a dire la veritá sono un po'in imbarazzo perché non ho idea di quale sia la prassi. Lei mi consiglia di non buttare il lavoro fatto finora, ma mi chiedo quale valore abbia questo lavoro, nel senso che se doveva essere un percorso incentrato sul recupero della mia autostima, di questo in sostanza non abbiamo ancora parlato e a mio parere il fatto di non ricordarsi il mio nome o le cose che le racconto non è di grande supporto rispetto all'obiettivo....,confermando la mia idea che sono una persona facile da dimenticare....secondo lei sono io ad attribuire alla cosa troppo peso e sono cose su cui devo o posso soprassedere?
Grazie ancora,
Grazie per la sua risposta. Non ho avuto modo di parlarne con la mia terapeuta, ho l'intenzione di farlo alla prossima seduta, anche se non so in che termini impostare il discorso. Avevamo parlato di come affrontare il percorso in occasione del primo incontro, dandoci dei tempi e un punto di controllo (la decima seduta) ma non abbiamo raggiunto nessuno degli scopi che ci eravamo prefissate e la mia terapeuta non ha accennato in nessun modo durante l'ultimo incontro a fare il punto della situazione. Avrei dovuto chiederlo io? a dire la veritá sono un po'in imbarazzo perché non ho idea di quale sia la prassi. Lei mi consiglia di non buttare il lavoro fatto finora, ma mi chiedo quale valore abbia questo lavoro, nel senso che se doveva essere un percorso incentrato sul recupero della mia autostima, di questo in sostanza non abbiamo ancora parlato e a mio parere il fatto di non ricordarsi il mio nome o le cose che le racconto non è di grande supporto rispetto all'obiettivo....,confermando la mia idea che sono una persona facile da dimenticare....secondo lei sono io ad attribuire alla cosa troppo peso e sono cose su cui devo o posso soprassedere?
Grazie ancora,
[#3]
<<a dire la veritá sono un po'in imbarazzo perché non ho idea di quale sia la prassi>>
Semplicemente....non c'è!
Quello "spazio" può essere per Lei una palestra per allenarsi alla vita reale e comprendere come superare le dinamiche disfunzionali che sta pian piano riconoscendo.
Non conosco il modo di operare e le finalità che ha in mente la collega. Ma questa è una delle variabili. L'altra -quella a mio avviso più importante- è Lei.
Io non so dirle che fare e, comunque, non potrei perché si tratterebbe di cosa farei io in quella situazione e non cosa sia giusto fare, perché una cosa giusta da fare in assoluto non c'è: il mio invito era rivolto ad ascoltarsi e comprendere cosa si muova dentro di Lei in queste situazioni (ad esempio quando si sente/la fanno sentire invisibile), così da vedere se c'è un nuovo modo percorribile per affrontarle, all'interno di questa terapia o, se crede sia meglio, altrove.
Non si perda d'animo: la psicoterapia è un lavoro impegnativo e in certi momenti la strada sembra una salita interminabile...ma dobbiamo ricordarci che se c'è una salita, ci aspetta inevitabilmente una discesa.
Quando avrà la prossima seduta?
Semplicemente....non c'è!
Quello "spazio" può essere per Lei una palestra per allenarsi alla vita reale e comprendere come superare le dinamiche disfunzionali che sta pian piano riconoscendo.
Non conosco il modo di operare e le finalità che ha in mente la collega. Ma questa è una delle variabili. L'altra -quella a mio avviso più importante- è Lei.
Io non so dirle che fare e, comunque, non potrei perché si tratterebbe di cosa farei io in quella situazione e non cosa sia giusto fare, perché una cosa giusta da fare in assoluto non c'è: il mio invito era rivolto ad ascoltarsi e comprendere cosa si muova dentro di Lei in queste situazioni (ad esempio quando si sente/la fanno sentire invisibile), così da vedere se c'è un nuovo modo percorribile per affrontarle, all'interno di questa terapia o, se crede sia meglio, altrove.
Non si perda d'animo: la psicoterapia è un lavoro impegnativo e in certi momenti la strada sembra una salita interminabile...ma dobbiamo ricordarci che se c'è una salita, ci aspetta inevitabilmente una discesa.
Quando avrà la prossima seduta?
[#4]
Utente
Bungiorno Dottoressa Scalco,
la prossima seduta é domani. L'ultima volta sono uscita dallo studio della terapeuta a disagio e piena di dubbi,e ancora adesso a ripensarci mi sento disorientata. Non so se si tratta di una sua precisa strategia perchè io mi dia una svegliata o se per l'ennesima volta ho incorociato una persona che non ha interesse per me e si approfitta della mia incapacitá di reagire.La riflessione che ho fatto in questi giorni é che se sono cosí confusa al riguardo e se questa sensazione di disagio - che consideravo normale all'inizio vista la difficoltá di aprirsi cosí tanto verso un'estranea- é cosí perdurante e persistente, probabilmente non é la terapeuta giusta per me. Il mio problema é che in queste situazioni di solito scelgo "la
fuga", non "la protesta" e in questa situazione,in cui devo necessariamente parlarne, non so come muovermi. Grazie di nuovo per i suoi spunti di riflessione e Buona Giornata.
la prossima seduta é domani. L'ultima volta sono uscita dallo studio della terapeuta a disagio e piena di dubbi,e ancora adesso a ripensarci mi sento disorientata. Non so se si tratta di una sua precisa strategia perchè io mi dia una svegliata o se per l'ennesima volta ho incorociato una persona che non ha interesse per me e si approfitta della mia incapacitá di reagire.La riflessione che ho fatto in questi giorni é che se sono cosí confusa al riguardo e se questa sensazione di disagio - che consideravo normale all'inizio vista la difficoltá di aprirsi cosí tanto verso un'estranea- é cosí perdurante e persistente, probabilmente non é la terapeuta giusta per me. Il mio problema é che in queste situazioni di solito scelgo "la
fuga", non "la protesta" e in questa situazione,in cui devo necessariamente parlarne, non so come muovermi. Grazie di nuovo per i suoi spunti di riflessione e Buona Giornata.
[#5]
Gentile Utente,
"confermando la mia idea che sono una persona facile da dimenticare" mi colpiva questa frase e credo che in queste poche parole lei abbia toccato un punto molto importante, una parte sensibile e vulnerabile della sua persona.
"se uno, dopo diverse volte che mi vede, non si ricorda neanche come mi chiamo, allora vuol dire che proprio non gli interesso, sono invisibile, come se non esistessi, ..."
E' un sentimento legittimo e anche condivisibile nella sua componente emotiva che lei ha espresso molto bene; tuttavia da qui non possiamo dire se quello che sta facendo la Collega sia intenzionale (per "scuoterla") o meno.
L'invito che mi sento di farle è di provare ad "usare" questa consapevolezza emotiva per poter sperimentare nuove modalità di fronteggiamento a questo malessere interiore.
"in queste situazioni di solito scelgo "la fuga", non "la protesta", ecco, prima di fuggire ("vabbè tanto non interesso a nessuno, come al solito ..") perchè non provare a prendere in mano questo disagio ed esplicitarlo? "Vede dottoressa quando lei non ricorda il mio nome io mi sento ..." ad esempio.
Questo potrebbe aiutarla ad essere più rispettosa ed assertiva verso se stessa, verso i suoi bisogni e anche verso quello che non la fa sentire bene.
Questo non è un invito a continuare in questo percorso o meno (sarà lei a dover scegliere), quanto che qualsiasi scelta prenderà potrà essere dettata da maggiore consapevolezza e non da una reazione emotiva di fuga.
Un caro saluto
"confermando la mia idea che sono una persona facile da dimenticare" mi colpiva questa frase e credo che in queste poche parole lei abbia toccato un punto molto importante, una parte sensibile e vulnerabile della sua persona.
"se uno, dopo diverse volte che mi vede, non si ricorda neanche come mi chiamo, allora vuol dire che proprio non gli interesso, sono invisibile, come se non esistessi, ..."
E' un sentimento legittimo e anche condivisibile nella sua componente emotiva che lei ha espresso molto bene; tuttavia da qui non possiamo dire se quello che sta facendo la Collega sia intenzionale (per "scuoterla") o meno.
L'invito che mi sento di farle è di provare ad "usare" questa consapevolezza emotiva per poter sperimentare nuove modalità di fronteggiamento a questo malessere interiore.
"in queste situazioni di solito scelgo "la fuga", non "la protesta", ecco, prima di fuggire ("vabbè tanto non interesso a nessuno, come al solito ..") perchè non provare a prendere in mano questo disagio ed esplicitarlo? "Vede dottoressa quando lei non ricorda il mio nome io mi sento ..." ad esempio.
Questo potrebbe aiutarla ad essere più rispettosa ed assertiva verso se stessa, verso i suoi bisogni e anche verso quello che non la fa sentire bene.
Questo non è un invito a continuare in questo percorso o meno (sarà lei a dover scegliere), quanto che qualsiasi scelta prenderà potrà essere dettata da maggiore consapevolezza e non da una reazione emotiva di fuga.
Un caro saluto
Dott.ssa Ilaria La Manna
Psicologa Psicoterapeuta - Padova
[#6]
Utente
Gentile Dottorressa La Manna, buonasera.
grazie per il suo messaggio incoraggiante.Oggi ho parlato con la mia terapeuta e abbiamo concordato di iniziare il percorso sull'autostima.Io indubbiamente sto avendo dei benefici nel confronto con lei e ho fatto - mi sembra - qualche progresso nelle ultime settimane. vedremo se il disagio sparisce...per il momento ho procrastinato la scelta.
grazie ancora a tutti per il prezioso supporto
grazie per il suo messaggio incoraggiante.Oggi ho parlato con la mia terapeuta e abbiamo concordato di iniziare il percorso sull'autostima.Io indubbiamente sto avendo dei benefici nel confronto con lei e ho fatto - mi sembra - qualche progresso nelle ultime settimane. vedremo se il disagio sparisce...per il momento ho procrastinato la scelta.
grazie ancora a tutti per il prezioso supporto
[#7]
Grazie a Lei per averci reso partecipi di come sono andate le cose.
Decisamente positivo quanto ci scrive: già un cambiamento di non poco conto è stato messo in atto...questa volta la scelta preferenziale non è stata la fuga.
Provi a rileggere tutto da capo questo consulto e risponda anche solo dentro di sé: che effetto le fa ora?
Cari saluti.
Decisamente positivo quanto ci scrive: già un cambiamento di non poco conto è stato messo in atto...questa volta la scelta preferenziale non è stata la fuga.
Provi a rileggere tutto da capo questo consulto e risponda anche solo dentro di sé: che effetto le fa ora?
Cari saluti.
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 1.9k visite dal 03/04/2016.
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