Depressione post aborto volontario
Salve,
Premettendo che so che la risposta che date qui è informativa, scrivo per chiedere un aiuto per la mia condizione. So che dovrei andare da uno psicologo di persona e lo farò se sarà il caso in fururo, ma vorrei avere prima un parere "a distanza" e dei consigli per provare magari a risolvere la situazione più facilmente.
Ho subito un interruzione volontaria di gravidanza ormai due mesi fa (dico "subito" non a caso, ma perché la mia decisione è stata conseguenza della realizzazione del fatto che nella mia condizione economica non avrei potuto offrire nulla di sicuro a mio figlio). Dato che, pur non essendo stata una gravidanza programma e voluta, sin dal momento in cui ho scoperto di essere incinta, ho sentito un forte istinto materno, la mia decisione è stata molto combattuta. Ed ho pianto molto sia prima che dopo l'intervento. Ho cercato di superare, di elaborare questo lutto, e nonostante stia già molto meglio rispetto ai primi tempi, ho comunque dei momenti in cui ho forti sensi di colpa, mi sento inutile ed incapace di dimostrare ciò che posso fare e spesso mi sento come se le persone intorno a me diano poca importanza a quello che penso o a quello che è importante per me ed io stessa ammetto di trascurarmi un po (ma questa è la cosa che mi preoccupa meno, dato che, per il mio carattere, non sono mai stata molto attenta a me stessa). In più durante i rapporti sessuali con il mio fidanzato, nonostante vada tutto assolutamente bene, mi capita di piangere senza che possa controllarmi, anche se comunque continua a filare tutto liscio. Premesso tutto questo, chiedo consigli qui perché ogni tanto per i motivi che ho elencato sopra sento di essere diventata un po troppo paranoica, apprensiva e maniacale anche per le cose più stupide. E questo da fastidio a me prima di tutti perché sono sempre stata una che si fa scivolare le cose addosso senza prendersela più di tanto.
Premettendo che so che la risposta che date qui è informativa, scrivo per chiedere un aiuto per la mia condizione. So che dovrei andare da uno psicologo di persona e lo farò se sarà il caso in fururo, ma vorrei avere prima un parere "a distanza" e dei consigli per provare magari a risolvere la situazione più facilmente.
Ho subito un interruzione volontaria di gravidanza ormai due mesi fa (dico "subito" non a caso, ma perché la mia decisione è stata conseguenza della realizzazione del fatto che nella mia condizione economica non avrei potuto offrire nulla di sicuro a mio figlio). Dato che, pur non essendo stata una gravidanza programma e voluta, sin dal momento in cui ho scoperto di essere incinta, ho sentito un forte istinto materno, la mia decisione è stata molto combattuta. Ed ho pianto molto sia prima che dopo l'intervento. Ho cercato di superare, di elaborare questo lutto, e nonostante stia già molto meglio rispetto ai primi tempi, ho comunque dei momenti in cui ho forti sensi di colpa, mi sento inutile ed incapace di dimostrare ciò che posso fare e spesso mi sento come se le persone intorno a me diano poca importanza a quello che penso o a quello che è importante per me ed io stessa ammetto di trascurarmi un po (ma questa è la cosa che mi preoccupa meno, dato che, per il mio carattere, non sono mai stata molto attenta a me stessa). In più durante i rapporti sessuali con il mio fidanzato, nonostante vada tutto assolutamente bene, mi capita di piangere senza che possa controllarmi, anche se comunque continua a filare tutto liscio. Premesso tutto questo, chiedo consigli qui perché ogni tanto per i motivi che ho elencato sopra sento di essere diventata un po troppo paranoica, apprensiva e maniacale anche per le cose più stupide. E questo da fastidio a me prima di tutti perché sono sempre stata una che si fa scivolare le cose addosso senza prendersela più di tanto.
[#1]
Gentile signora,
Lei è anche una persona che si fa scivolare tutto addosso, ma dipende da che cosa stiamo parlando. L'IVG per Lei, per Sua stessa ammissione, è stata una decisione sofferta.
Come può pensare di chiudere la faccenda velocemente?
Invece, perché non inizia a prendersi cura di se stessa, se mai prima lo ha fatto? Potrebbe iniziare ad essere clemente con se stessa e a volersi bene, vista anche la difficoltà che l'ha portata all'aborto, può piangere se ne sente il bisogno, può anche non fare l'amore con il suo fidanzato se non se la sente e non sperare che vada tutto liscio.
Capisco il voler far tornare tutto come prima per poter soffrire meno, ma non può soffocare la sua sofferenza per non sentirla!
Poi lo psicologo potrebbe aiutarla, ma mi chiedo come mai prima dell'intervento non abbia già effettuato colloqui...
Cordiali saluti,
Lei è anche una persona che si fa scivolare tutto addosso, ma dipende da che cosa stiamo parlando. L'IVG per Lei, per Sua stessa ammissione, è stata una decisione sofferta.
Come può pensare di chiudere la faccenda velocemente?
Invece, perché non inizia a prendersi cura di se stessa, se mai prima lo ha fatto? Potrebbe iniziare ad essere clemente con se stessa e a volersi bene, vista anche la difficoltà che l'ha portata all'aborto, può piangere se ne sente il bisogno, può anche non fare l'amore con il suo fidanzato se non se la sente e non sperare che vada tutto liscio.
Capisco il voler far tornare tutto come prima per poter soffrire meno, ma non può soffocare la sua sofferenza per non sentirla!
Poi lo psicologo potrebbe aiutarla, ma mi chiedo come mai prima dell'intervento non abbia già effettuato colloqui...
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Il rimandare un percorso psicologico non farà altro che cronicizzare la sua condizione.
Potrebbe trattarsi di resistenza al cambiamento, alll'accettazione dell'accaduto.
Paura di dover elaborare a fondo l'accaduto...
Sensi di colpa
Ecc..
La sessualità inoltre, non è mai disgiunta da fantasie gravidiche, dal fantasma della genitorialità ...ed il suo pianto é la chiara testimonianza che c'è un nucleo irrisolto che vuole essere elaborato ed ascoltato.
Potrebbe trattarsi di resistenza al cambiamento, alll'accettazione dell'accaduto.
Paura di dover elaborare a fondo l'accaduto...
Sensi di colpa
Ecc..
La sessualità inoltre, non è mai disgiunta da fantasie gravidiche, dal fantasma della genitorialità ...ed il suo pianto é la chiara testimonianza che c'è un nucleo irrisolto che vuole essere elaborato ed ascoltato.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 6.2k visite dal 28/03/2016.
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