omosessuale..forse anche mio padre

salve dottori, vi scrivo dopo tanto tempo per raccontarvi alcuni sviluppi della mia storia..sto meglio..ho accettato la mia omosessualità, a volte però ancora ho l'impressione di poter avere una storia con una ragazza..fatto sta che ciò che rende così instabile la mia identità è il rapporto con mio padre, che non si capisce di che natura possa essere..secondo me è gay anche lui..L'ho sempre visto, anche da piccolo, come un padre debole, e per questo ho sempre dal canto mio provato a stargli vicino moralmente. Ho fatto di tutto, insomma, per non deludere le sue aspettative; ora però immagino che sia omosessuale, non ho prove certe, ma sensazioni..e poiché anch'io provo queste cose, credo di non sbagliarmi.. Devo parlarne, secondo voi, con il mio psicoterapeuta? farci parlare a lui? Vorrei fare di tutto per aiutarlo, ma anche per trovare una situazione mia di equilibrio..lui non mi fa mancare niente, ma si può dire mi dà solo soldi, e non ne ha nemmeno abbastanza..ricordo qualche carezza, da piccolo, prima di andare a lavorare, e basta. Ora, io mi devo fare la mia vita, ma mi viene difficile avere una identità definita, anche accettando il fatto di essere omosessuale, vedendo questa ambiguità, in mio padre, e sapendo che, emotivamente, su di lui, non ci posso contare..

P.S. c'è da dire pure che da piccolo erano tanti i momenti in cui mi baciava o mi abbracciava, ma a me faceva sempre una cattivo effetto, come se fosse per me una violenza; avrei fatto facilmente a meno di quei baci, se avessi potuto..troppo morbosi..
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
"Devo parlarne, secondo voi, con il mio psicoterapeuta?"

Credo proprio di sì.

Gentile utente,
Ci scrive da tempo, più o meno con lo stesso dosagio, di suo padre non possiamo sapere nulla, ma della sua relazione con lui si.

Si evince che c'è sofferenza, nin detto, disagio....tutti elementi da indagare con cura e competenza al fine di restituirla qualità di vita e serenità smarrita.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Utente
Utente
grazie, d.rssa, per le risposte che ricevo da lei e dai suoi colleghi. Io sono sempre più convinto che il mio malessere, che si svela piano piano, sia dovuto a quell'ipnosi di cui ho tanto parlato fatta in uno stato di psicosi, che mi sta devastando ormai da sette anni completamente la vita, a me e ai miei famigliari, che mi sostengono. I farmaci mi aiutano relativamente in merito a questo problema, curando ovviamente il problema d'origine ma non ciò che è venuto dopo, e l'analista mi continua a dire che è una questione di tempo, benché l'analisi mi sta aiutando a capire delle cose di me. Io che ho raggiunto importanti risultati prima dei 18 anni, di vita, dopo la crisi e questi interventi poco raccomandabili non riesco più a portare a termine un progetto o un lavoro.
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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicoterapeuta, Psicologo 1.7k 38
Elaborare il suo rapporto con suo padre assieme allo psicoterapeuta non può farle che bene, sarà il professionista a valutare la necessità di parlare anche con il genitore.

Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo

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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile utente,

mi è sembrato un po' particolare il Suo esordio
<<...vi scrivo dopo tanto tempo per ecc...>>, considerato che sono trascorsi solo pochi giorni dal Suo ultimo post.

Considerato che è già seguito da tempo sia psicologicamente che farmacologicamente, non si abbatta, non disperi di <<riuscire più a portare a termine un progetto o un lavoro<<.

Riguardo alla problematica relativa a Suo padre, certamente è il caso di parlarne con il Suo psicoterapeuta.

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Utente
Utente
cari dottori, grazie per le risposte. Il problema sta in questa mia "identità" precaria, che non trova un posto da quando sono piccolo, e che con il tempo sta avendo alti e bassi..e tutto insieme al rapporto con mio padre, che non mi da sicurezze soli in alcune occasioni e secondo alcune modalità, motivo per cui non ho un equilibrio..spero migliorerà, dopo un periodo di sofferenza lungo, ormai, anni, sicuramente ne parlerò con lo psicoterapeuta appena potrò andarci..già un incontro insieme a mio padre l'abbiamo già fatto..voi avete qualche consiglio?
sottolineo il fatto che, sempre da quando ero piccolo, ho nausea, quando c'è lui specialmente, durante i pasti o la notte, o se affrontiamo una discussione, e conati di vomito, che ora con il neurolettico che prendo riesco a gestire meglio..però non è una cosa piacevole perché è, direi, cronica..l'unica cosa che mi fa stare bene è sapere, e me lo sta dimostrando, che mio padre sta facendo tutto quello che è nelle sue possibilità per me, e che continuerà, spero, a farlo..