Incapacità decisionale
Salve, sono una ragazza di 25 anni. Da circa 10 anni sono fidanzata con un ragazzo e, sono circa 2 anni che non so più cosa provo per lui mi spiego meglio: credo che non sia la persona adatta a me a causa della sua immaturità, delle sue continue paure e delle sue condizioni di salute essendo da anni leggermente depresso quindi Sono sempre dovuta stargli dietro ascoltandolo e rassicurarlo facendogli da "mamma" anche perché lui sosteneva e continua a sostenere che sono l'unica persona con cui si trova a suo agio e con la quale può parlare e relazionarsi e l'unica su cui fare affidamento. Mi sento talmente responsabile per lui che questa cosa mi opprime. Credo sia arrivato il momento di separarci ma nonostante questo non ci riesco, tutte le volte che ci penso o provo ad affrontare il discorso con lui piango e non arriviamo mai ad una conclusione, gli ho anche spiegato più volte come mi sento e quello che provo ma nonostante le promesse ad oggi non è avvento nessun cambiamento. Il motivo per il quale non riesco a lasciarlo é che forse ho tanto bisogno anche io di lui e mi sentirei persa lontana e che in qualche modo.mi fa comodo avere una persona che ha bisogno di me. Considerando anche il fatto che non amo particolarmente i cambiamenti non so proprio cosa fare. In attesa di qualche suggerimenti vi ringrazio per l'attenzione
[#1]
Cara Ragazza,
Anche se estremante doloroso, gli amori possono anche giungere a termine.
Quando non sono più nutrienti..
Quando fanno stare male...
Quando è più quello che tolgono che quello che danno...
Quando i sintomi si sostituiscono ai sorrisi...
E le notti sono più insonni che ristoratrici...
Ed ancora, quando dopo anni...l'entusiasmo si impoverisce..
C'è da dire che lei ha solo 25 anni ed è fidanzata da 10, capita che si cresce con tempi e modi diversi e che, dopo anni, ci si ritrova da soli...con un partner smarrito per strada.
Provi a leggere queste letture credo che potrebbero aiutarla a capire di più.
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/5407-coppia-separazione-o-perseverazione.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2175-quando-finisce-un-amore.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2959-amore-bugiardo.html
Anche se estremante doloroso, gli amori possono anche giungere a termine.
Quando non sono più nutrienti..
Quando fanno stare male...
Quando è più quello che tolgono che quello che danno...
Quando i sintomi si sostituiscono ai sorrisi...
E le notti sono più insonni che ristoratrici...
Ed ancora, quando dopo anni...l'entusiasmo si impoverisce..
C'è da dire che lei ha solo 25 anni ed è fidanzata da 10, capita che si cresce con tempi e modi diversi e che, dopo anni, ci si ritrova da soli...con un partner smarrito per strada.
Provi a leggere queste letture credo che potrebbero aiutarla a capire di più.
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/5407-coppia-separazione-o-perseverazione.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2175-quando-finisce-un-amore.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2959-amore-bugiardo.html
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#4]
Gentile ragazza,
mi ha colpito molto la Sua affermazione con la quale termina la descrizione del rapporto con il Suo ragazzo e che spiega benissimo, a mio avviso, che cosa è il vero ostacolo di questa relazione: "mi fa comodo avere una persona che ha bisogno di me. "
Non credo infatti che la responsabilità di questa relazione che non funziona più sia esclusivamente del Suo ragazzo, ma anche Sua, perché non amando Lei i cambiamenti (che, certo, possono fare paura per alcuni versi e in alcune circostanze) e riconoscendosi e sentendosi bene nel ruolo di "crocerossina", di colei che accudisce, è chiaro che non ce la fa a lasciare quel ragazzo.
Allora oscilla tra il senso di oppressione che è sensato che Lei abbia: fare la mamma al Suo fidanzato NON è il Suo ruolo né il Suo compito e quindi certamente si sente oppressa e a disagio.
Ma anche tra il senso di colpa, che scaturisce dal fatto che a Lei, abituata nel ruolo improprio di "mamma", non riesce a distaccarsene.
Io credo che semplicemente dovrebbe riconoscere questi ruoli che ricopre non sono i Suoi, sono impropri, ma soprattutto dovrebbe lottare per modificare il Suo atteggiamento, perché la sola consapevolezza (che Lei ha già) non è sufficiente per cambiare.
Ci pensi!
Cordiali saluti,
mi ha colpito molto la Sua affermazione con la quale termina la descrizione del rapporto con il Suo ragazzo e che spiega benissimo, a mio avviso, che cosa è il vero ostacolo di questa relazione: "mi fa comodo avere una persona che ha bisogno di me. "
Non credo infatti che la responsabilità di questa relazione che non funziona più sia esclusivamente del Suo ragazzo, ma anche Sua, perché non amando Lei i cambiamenti (che, certo, possono fare paura per alcuni versi e in alcune circostanze) e riconoscendosi e sentendosi bene nel ruolo di "crocerossina", di colei che accudisce, è chiaro che non ce la fa a lasciare quel ragazzo.
Allora oscilla tra il senso di oppressione che è sensato che Lei abbia: fare la mamma al Suo fidanzato NON è il Suo ruolo né il Suo compito e quindi certamente si sente oppressa e a disagio.
Ma anche tra il senso di colpa, che scaturisce dal fatto che a Lei, abituata nel ruolo improprio di "mamma", non riesce a distaccarsene.
Io credo che semplicemente dovrebbe riconoscere questi ruoli che ricopre non sono i Suoi, sono impropri, ma soprattutto dovrebbe lottare per modificare il Suo atteggiamento, perché la sola consapevolezza (che Lei ha già) non è sufficiente per cambiare.
Ci pensi!
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.8k visite dal 26/03/2016.
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