Può la sola ansia causare tutto questo?
Buonasera,
chiedo aiuto qui perché non so più cosa fare. E' ormai da oltre un anno che soffro di una sensazione orribile di forte stretta all'altezza del cuore, che a volte si accompagna a dolore al braccio sinistro e alla mandibola. In pratica mi sembra di stare per avere un infarto per gran parte della giornata (ci sono giorni in cui non è forte, ma c'è comunque in sottofondo). A gennaio 2015, in seguito a una notte al pronto soccorso, ho fatto diversi test al cuore, analisi della tiroide e gastroscopia. Nulla di tutto ciò ha dato risultati, tranne un po' di bile nello stomaco, poi attribuita a una piccola quantità di sabbia biliare nel fegato evidenziata dall'ecografia.
Data la negatività dei test il mio medico mi ha consigliato la psicoterapia, che ho iniziato a novembre 2015. Dato che spesso questo problema mi impedisce di dormire ho anche provato valeriana, camomilla e fiori di bach, con scarsi risultati. Come se ciò non bastasse, ultimamente a questi sintomi si è aggiunto un fastidioso gonfiore addominale e una frequente eruttazione, anche lontano dai pasti. Mi hanno dato dei fermenti lattici e il gaviscon, ma per ora non è cambiato nulla.
Io davvero non so più cosa fare, non riesco a vivere così. A volte queste sensazioni diventano così forti che vado nel panico, inizio a tremare e mi sento come se stessi per morire. Passo ore a cercare risposte su internet, ma scrivendo i sintomi puntualmente trovo sempre le stesse cose: ansia, attacchi di panico, infarto, varie sindromi intestinali, ecc.
Davvero l'ansia può rovinare la vita così? I sintomi che sento sembrano così "fisici" e arrivano anche se sono tranquillo a non fare nulla, perfino mentre dormo. Io non credo di essere una persona particolarmente stressata. Agli esami universitari ero sempre il più tranquillo, non sono mai stato in ansia nemmeno per i colloqui di lavoro o per la discussione pubblica della tesi di laurea. Perché mi sta succedendo tutto questo? Quando potrò tornare a vivere in pace?
Scusatemi se ha l'aria di uno sfogo più che di una richiesta precisa...
chiedo aiuto qui perché non so più cosa fare. E' ormai da oltre un anno che soffro di una sensazione orribile di forte stretta all'altezza del cuore, che a volte si accompagna a dolore al braccio sinistro e alla mandibola. In pratica mi sembra di stare per avere un infarto per gran parte della giornata (ci sono giorni in cui non è forte, ma c'è comunque in sottofondo). A gennaio 2015, in seguito a una notte al pronto soccorso, ho fatto diversi test al cuore, analisi della tiroide e gastroscopia. Nulla di tutto ciò ha dato risultati, tranne un po' di bile nello stomaco, poi attribuita a una piccola quantità di sabbia biliare nel fegato evidenziata dall'ecografia.
Data la negatività dei test il mio medico mi ha consigliato la psicoterapia, che ho iniziato a novembre 2015. Dato che spesso questo problema mi impedisce di dormire ho anche provato valeriana, camomilla e fiori di bach, con scarsi risultati. Come se ciò non bastasse, ultimamente a questi sintomi si è aggiunto un fastidioso gonfiore addominale e una frequente eruttazione, anche lontano dai pasti. Mi hanno dato dei fermenti lattici e il gaviscon, ma per ora non è cambiato nulla.
Io davvero non so più cosa fare, non riesco a vivere così. A volte queste sensazioni diventano così forti che vado nel panico, inizio a tremare e mi sento come se stessi per morire. Passo ore a cercare risposte su internet, ma scrivendo i sintomi puntualmente trovo sempre le stesse cose: ansia, attacchi di panico, infarto, varie sindromi intestinali, ecc.
Davvero l'ansia può rovinare la vita così? I sintomi che sento sembrano così "fisici" e arrivano anche se sono tranquillo a non fare nulla, perfino mentre dormo. Io non credo di essere una persona particolarmente stressata. Agli esami universitari ero sempre il più tranquillo, non sono mai stato in ansia nemmeno per i colloqui di lavoro o per la discussione pubblica della tesi di laurea. Perché mi sta succedendo tutto questo? Quando potrò tornare a vivere in pace?
Scusatemi se ha l'aria di uno sfogo più che di una richiesta precisa...
[#1]
Gentile utente,
Talvolta la problematica come la sua necessità di un approccio combinato:
farmacoterapia e psicoterapia, quindi psichiatra e psicologo.
"Davvero l'ansia può rovinare la vita così? I sintomi che sento sembrano così "fisici" e arrivano anche se sono tranquillo a non fare nulla, perfino mentre dormo. Io non credo di essere una persona particolarmente stressata. "
I sintomi sono fisici, è il corpo che si lamenta e che somatizza...
I sintomi vanno curati, analizzati, ascoltati e non solo tacitati....
La terapia combinata serve a farla stare meglio, quindi riprendere a lavorare e vivere vere, ed a recuperare quel dialogo ormai smarrito tra mente e corpo.
Ne discuta con chi ha il piacere di occuparsi di lei, e rivalutate il quadro clinico per stabilire l'eventuale integrazione farmacologica con l'ausilio di uno psichiatra.
Talvolta la problematica come la sua necessità di un approccio combinato:
farmacoterapia e psicoterapia, quindi psichiatra e psicologo.
"Davvero l'ansia può rovinare la vita così? I sintomi che sento sembrano così "fisici" e arrivano anche se sono tranquillo a non fare nulla, perfino mentre dormo. Io non credo di essere una persona particolarmente stressata. "
I sintomi sono fisici, è il corpo che si lamenta e che somatizza...
I sintomi vanno curati, analizzati, ascoltati e non solo tacitati....
La terapia combinata serve a farla stare meglio, quindi riprendere a lavorare e vivere vere, ed a recuperare quel dialogo ormai smarrito tra mente e corpo.
Ne discuta con chi ha il piacere di occuparsi di lei, e rivalutate il quadro clinico per stabilire l'eventuale integrazione farmacologica con l'ausilio di uno psichiatra.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#2]
Concordo con la Collega, un aiutino farmacologico mirato , permetterà di riprendere il filo della propria vita, mentre la psicoterapia chiarirà i problemi che stanno lì in fondo alla sua anima e le bloccano la vita.. Penso che il Collega che la segue l'avrà aiutata e l'aiuterà a fare chiarezza sul suo passato , perchè anche se non sembra..
Le faccio molti auguri, tutto viene da lì.. coraggio . guardiamo
Le faccio molti auguri, tutto viene da lì.. coraggio . guardiamo
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
[#3]
Utente
Vi ringrazio delle risposte.
Il problema è che stando spesso male non riesco a concentrarmi sugli aspetti emotivi a cui la mia psicoterapeuta mi invita a fare attenzione. Spesso e volentieri riesco solo a pensare "sto male" e a deprimermi.
Confesso che prendere psicofarmaci mi farebbe un po' paura. Conosco persone che prima e dopo la pillola hanno personalità completamente diverse. Inoltre avrei il timore di sviluppare una dipendenza enon riuscire più a farne a meno.
Il problema è che stando spesso male non riesco a concentrarmi sugli aspetti emotivi a cui la mia psicoterapeuta mi invita a fare attenzione. Spesso e volentieri riesco solo a pensare "sto male" e a deprimermi.
Confesso che prendere psicofarmaci mi farebbe un po' paura. Conosco persone che prima e dopo la pillola hanno personalità completamente diverse. Inoltre avrei il timore di sviluppare una dipendenza enon riuscire più a farne a meno.
[#5]
Utente
Approfitto della vostra gentilezza per fare un'altra domanda. E' normale che questa ansia sia una sensazione così costante? Io ho sentito spesso parlare di attacchi d'ansia o attacchi di panico e me li immagino come qualcosa di limitato a qualche minuto. La mia è più qualcosa di costante con dei picchi di intensità.
Ora penserete: perché non lo chiede alla sua psicoterapeuta?
Il fatto è che durante le sedute lei si concentra su di me, io invece tendo a concentrarmi sull'ansia. Fose è anche per questo che finora non ci sono stati grossi miglioramenti.
Ora penserete: perché non lo chiede alla sua psicoterapeuta?
Il fatto è che durante le sedute lei si concentra su di me, io invece tendo a concentrarmi sull'ansia. Fose è anche per questo che finora non ci sono stati grossi miglioramenti.
[#6]
" io invece tendo a concentrarmi sull'ansia."
Questa è la ragione per la quale la Sua percezione di disagio è costante o quasi.
Cordiali saluti,
Questa è la ragione per la quale la Sua percezione di disagio è costante o quasi.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#7]
Carissima , la sua sembra .. ansia generalizzata.. cioè per motivi che hanno a che fare con la sua storia personale.. Lei si sente come se fosse in trincea è lì, ci sono i cecchini che le possono sparare , anzi che le spareranno di sicuro , Lei teme.. per cui non è mai rilassata, sempre in situazione di all'erta.. tanta tanta gente vive così , tra un'angoscia e una somatizzazione.. durante le sedute con il Collega che ha il piacere di aiutarla , si racconti, racconti la bambina , la ragazza che è stata, si fidi, verrà accolta , compresa, mai giudicata .. i nodi si scioglieranno , via via .. Coraggio si può fare..
[#8]
Utente
Ho parlato con la mia psicoterapeuta e sembra concordare che il fatto che io mi concentri sui sintomi mi impedisca di vedere gli aspetti emotivi e, quindi, di risolvere il problema alla radice. In fondo quando si sta male è difficile concentrarsi su altro.
Lei ha ipotizzato di iniziare una terapia farmacologica, aggiungendo però il timore che, una volta scomparsi i sintomi, io mi senta soddisfatto e smetta di cercare di mettere a posto il resto.
Purtroppo la decisione spetta solo a me. Dico purtroppo perché io ho sempre avuto una certa difficoltà a prendere decisioni (motivo per cui la mia attuale vita non mi soddisfa). Cosa dovrei fare? Quando l'ansia è solo di sottofondo sento che posso riuscire a sopportarla, ma nelle fasi acute confesso che sento il bisogno di qualcosa che mi faccia star meglio lì per lì.
Ps: sono un ragazzo, non l'ho specificato
Lei ha ipotizzato di iniziare una terapia farmacologica, aggiungendo però il timore che, una volta scomparsi i sintomi, io mi senta soddisfatto e smetta di cercare di mettere a posto il resto.
Purtroppo la decisione spetta solo a me. Dico purtroppo perché io ho sempre avuto una certa difficoltà a prendere decisioni (motivo per cui la mia attuale vita non mi soddisfa). Cosa dovrei fare? Quando l'ansia è solo di sottofondo sento che posso riuscire a sopportarla, ma nelle fasi acute confesso che sento il bisogno di qualcosa che mi faccia star meglio lì per lì.
Ps: sono un ragazzo, non l'ho specificato
[#10]
Utente
Non me l'ha mai detto. Per la verità non ho mai sentito la mia psicoterapeuta utilizzare un linguaggio tecnico. Perfino per avere una "diagnosi" ho dovuto chiedere io perché volevo dare un nome a ciò che ho. Lei sul momento mi è anche sembrata un po' sorpresa che io volessi un quadro clinico, ma io sono fatto così: ho paura di ciò che non conosco.
Posso provare a descrivere la seduta tipica. Nella fase conoscitiva le ho parlato un po' delle vicende del mio passato, dei rapporti sociali, della storia della mia vita in generale, ma non ci siamo concentrati più di tanto su questi aspetti. Quello su cui si concentrano le sedute è come i miei pensieri e i miei "schemi mentali" influiscano sulle mie difficoltà emotive. In sostanza, parlando di come vedo la mia vita attuale e di quello che sento, è venuto fuori che ora come ora non sto bene e non sono soddisfatto, ma per quanto non mi piaccia, comunque la routine mi da un senso di sicurezza e ho paura di uscirne.
Ciò che lei mi invita a fare ogni volta è provare ad ascoltare i miei bisogni e visualizzare quello che desidero, perché altrimenti è il mio corpo (coi sintomi) a farmi presente che così come sono le cose non vanno bene.
Posso provare a descrivere la seduta tipica. Nella fase conoscitiva le ho parlato un po' delle vicende del mio passato, dei rapporti sociali, della storia della mia vita in generale, ma non ci siamo concentrati più di tanto su questi aspetti. Quello su cui si concentrano le sedute è come i miei pensieri e i miei "schemi mentali" influiscano sulle mie difficoltà emotive. In sostanza, parlando di come vedo la mia vita attuale e di quello che sento, è venuto fuori che ora come ora non sto bene e non sono soddisfatto, ma per quanto non mi piaccia, comunque la routine mi da un senso di sicurezza e ho paura di uscirne.
Ciò che lei mi invita a fare ogni volta è provare ad ascoltare i miei bisogni e visualizzare quello che desidero, perché altrimenti è il mio corpo (coi sintomi) a farmi presente che così come sono le cose non vanno bene.
[#11]
Gentile utente,
Lei ci descrive in questo modo la Sua parte di cui è consapevole:
<<ero sempre il più tranquillo, non sono mai stato in ansia nemmeno per i colloqui di lavoro o per la discussione pubblica della tesi di laurea. <<
Ma la Sua Terapeuta, che La conosce, La riporta ai Suoi bisogni profondi.
Con il sottotesto che se i bisogni profondi - emozionali, affettivi - non vengono soddisfatti, essi si manifestano attraverso il corpo.
Perchè non dà fiducia alla Terapeuta?
Perchè sente il bisogno di scrivere a noi, che non la conosciamo di persona?
Lei ci descrive in questo modo la Sua parte di cui è consapevole:
<<ero sempre il più tranquillo, non sono mai stato in ansia nemmeno per i colloqui di lavoro o per la discussione pubblica della tesi di laurea. <<
Ma la Sua Terapeuta, che La conosce, La riporta ai Suoi bisogni profondi.
Con il sottotesto che se i bisogni profondi - emozionali, affettivi - non vengono soddisfatti, essi si manifestano attraverso il corpo.
Perchè non dà fiducia alla Terapeuta?
Perchè sente il bisogno di scrivere a noi, che non la conosciamo di persona?
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#12]
Utente
Non è che non mi fidi, è solo che ormai è passato tanto tempo e vedo la mia condizione peggiorare. All'inizio si presentava solo quando andavo a dormire, poi ha cominciato a farsi viva anche di giorno, poi sono comparsi (o ho iniziato a notare) tanti altri piccoli sintomi e ho finito per diventare ipocondriaco.
Probabilmente quando ho deciso di iniziare la psicoterapia mi aspettavo che fosse come tutte le altre cure: vai dal medico, ti visita, fa una diagnosi e ti cura. Invece si è rivelato qualcosa di molto più complesso e forse non mi sento in grado di farcela, perciò cerco strade alternative.
Probabilmente quando ho deciso di iniziare la psicoterapia mi aspettavo che fosse come tutte le altre cure: vai dal medico, ti visita, fa una diagnosi e ti cura. Invece si è rivelato qualcosa di molto più complesso e forse non mi sento in grado di farcela, perciò cerco strade alternative.
Questo consulto ha ricevuto 12 risposte e 3.2k visite dal 25/03/2016.
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