Ansia e attachi di panico
Buonasera,
Ho 31 anni e sono da sempre un tipo timido e poco espansivo.
Ho provato sin da bambino una sorta di "paura" a stare a mio agio quando mi trovo al centro dell'attenzione.
Le situazioni più banali, quali possono essere ad esempio una foto di gruppo, un karaoke, ballare in distoteca,la festa del mio compleanno o comunque tutte quelle situazioni in cui ci possa essere un "confronto" con un gruppo di persone, sono per me situazioni molto faticose e destabilizzanti che creano stress, somatizzazione e disagio.
Questo atteggiamento mi impedisce di vivere serenamente la mia vita personale lavorativa.
Con il lavoro soprattutto, essendo più esposto a situazioni per me pressanti, la "paura" di cui sopra è sfociata in veri e propri sintomi fisici sempre più frequenti. Per esempio, prima di una riunione, mi è capitato molte volte di trovarmi a vomitare e poi, durante la riunione, la testa si faceva pesante ed ovattata, provavo una sensazione di angoscia, forti vertigini come se non riuscissi a mantenermi in equilibrio e stessi per svenire, il resprio si faceva corto, faticoso ed affannoso, la vista diventava sfocata, la sudorazione e il battito cardiaco aumentavano. Non riuscivo a pensare lucidamente e diventava forte lo stimolo di piangere e di volere "fuggire".
Dopo un lungo periodo di nausea ho deciso di effettuare una gastroscopia.L'esito è stato negativo ed il gastroenterologo ha ricondotto la causa della nausea allo stress e alla tensione nervosa, prescrivendomi il Levopraid per un paio di settimane.
Effettivamente mi sono sentito meglio durante il periodo di assunzione del farmaco e per alcuni mesi successivi.
Ora però mi ritrovo a soffrire esattamente degli stessi sintomi.
Leggendo su internet ho riscontrato che quanto sopra descritto può essere riconducibile a disturbi di ansia e attacchi di panico.
Volevo perciò chiedere quale sia l'iter più giusto da seguire a questo punto. C'è modo di alleviare/guarire questi disturbi? Può essere d'aiuto rivolgermi ad uno psicologo? E' necessario assumere altre tipologie farmaci (cosa che preferirei evitare)?
Grazie
Ho 31 anni e sono da sempre un tipo timido e poco espansivo.
Ho provato sin da bambino una sorta di "paura" a stare a mio agio quando mi trovo al centro dell'attenzione.
Le situazioni più banali, quali possono essere ad esempio una foto di gruppo, un karaoke, ballare in distoteca,la festa del mio compleanno o comunque tutte quelle situazioni in cui ci possa essere un "confronto" con un gruppo di persone, sono per me situazioni molto faticose e destabilizzanti che creano stress, somatizzazione e disagio.
Questo atteggiamento mi impedisce di vivere serenamente la mia vita personale lavorativa.
Con il lavoro soprattutto, essendo più esposto a situazioni per me pressanti, la "paura" di cui sopra è sfociata in veri e propri sintomi fisici sempre più frequenti. Per esempio, prima di una riunione, mi è capitato molte volte di trovarmi a vomitare e poi, durante la riunione, la testa si faceva pesante ed ovattata, provavo una sensazione di angoscia, forti vertigini come se non riuscissi a mantenermi in equilibrio e stessi per svenire, il resprio si faceva corto, faticoso ed affannoso, la vista diventava sfocata, la sudorazione e il battito cardiaco aumentavano. Non riuscivo a pensare lucidamente e diventava forte lo stimolo di piangere e di volere "fuggire".
Dopo un lungo periodo di nausea ho deciso di effettuare una gastroscopia.L'esito è stato negativo ed il gastroenterologo ha ricondotto la causa della nausea allo stress e alla tensione nervosa, prescrivendomi il Levopraid per un paio di settimane.
Effettivamente mi sono sentito meglio durante il periodo di assunzione del farmaco e per alcuni mesi successivi.
Ora però mi ritrovo a soffrire esattamente degli stessi sintomi.
Leggendo su internet ho riscontrato che quanto sopra descritto può essere riconducibile a disturbi di ansia e attacchi di panico.
Volevo perciò chiedere quale sia l'iter più giusto da seguire a questo punto. C'è modo di alleviare/guarire questi disturbi? Può essere d'aiuto rivolgermi ad uno psicologo? E' necessario assumere altre tipologie farmaci (cosa che preferirei evitare)?
Grazie
[#1]
Caro utente,
mi pare che l'attacco di panico è un episodio che lei non ha sperimentato.
In ogni caso, attacco di panico o meno, è evidente che tutti i sintomi che descrive le creino parecchie difficoltà e rischiano di compromettere alcune aree della sua vita.
L'aiuto di uno psicologo sarebbe utilissimo per comprendere le cause di questi suoi malesseri e superarli in maniera definitiva: insieme potrete valutare, se lei sarà d'accordo, l'opportunità di una consulenza psichiatrica.
Inviato bocca al lupo
mi pare che l'attacco di panico è un episodio che lei non ha sperimentato.
In ogni caso, attacco di panico o meno, è evidente che tutti i sintomi che descrive le creino parecchie difficoltà e rischiano di compromettere alcune aree della sua vita.
L'aiuto di uno psicologo sarebbe utilissimo per comprendere le cause di questi suoi malesseri e superarli in maniera definitiva: insieme potrete valutare, se lei sarà d'accordo, l'opportunità di una consulenza psichiatrica.
Inviato bocca al lupo
Dr. Emanuele Petrachi
Psicologo (Lecce)
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.1k visite dal 25/03/2016.
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