Disturbo identità di genere
Buon pomeriggio dottori! Sono un ragazzo ftm (pre ormoni) di quasi 22 anni.Lo scorso novembre,mi è stato diagnosticato,presso un centro specializzato, il disturbo dell'identità di genere. Il giorno dopo la ricezione del nulla osta per la cura ormonale tutta la mia sicurezza e determinazione nell'effettuare questo percorso sono state rimpiazzate da ansie e paure. Nello specifico ho pensato al carattere definitivo del percorso e al fatto che dovessi essere io ed esclusivamente io a scegliere se farlo o meno. Naturalmente non ho esitato a contattare lo psicologo che mi sta seguendo presso il centro,il quale sostiene che il mio problema sia dato dal fatto che ,effettivamente, la scelta spetti solo a me e non la possa delegare a qualcun altro. Ora io vi scrivo per avere pareri ulteriori ed essere aiutato dal momento che sono 4 mesi ormai che ho ricevuto il nulla osta e non faccio altro che pensare ogni giorno a questo problema (per tutta la giornata) e non riesco a venirne a capo. Il tutto chiaramente mi porta ad essere distratto dallo studio anche se gli esami riesco a sostenerli e a passarli seppur con grande fatica. Vi parlo brevemente di me. Sin da quando avevo 5 anni, ho da sempre manifestato attitudini verso il sesso maschile quanto a vestiti,taglio di capelli,atteggiamenti e interessi. Ricordo altresì,durante l'infanzia di aver detto di essere maschio. A 5 anni, provai ad urinare in piedi e verso i 7 anni dissi a mia sorella che non volevo che mi crescesse il seno. Verso i 12 anni, ricordo che mi creai nella mente un mondo immaginario in cui ero tutto quello che non ero nella vita reale: un soggetto di sesso maschile che viveva in una famiglia unita. A questo mondo sono ricorso spesso (ma da 2 anni a questa parte ,cioè dall'inizio del percorso psicodiagnostico, sempre di meno perché avevo capito che c'era la strada per essere uomini in tutti i sensi ). Mi serviva per attenuare le sofferenze vissute nella vita quotidiana. Di questo mondo non ho ancora parlato al mio psicologo: lo farò la prossima volta che lo vedo.In aggiunta, vi dico che, da un punto di vista sessuale, sono attratto dalle donne e pur non avendo mai avuto una relazione perché sapevo di non esser visto come uomo, nella mia mente ho sempre avuto fantasie sessuali in cui io ho un rapporto penetrativo con una donna(generalmente ragazze che mi piacciono o trovo belle esteticamente). Questi pensieri mi generano spesso eccitazione. Non ho mai avuto pensieri in cui mi trovavo in un corpo da donna.
Le paure associate nell'iniziare il percorso sono dovute alla paura dei cambiamenti(soprattutto quelli apportati dagli ormoni) . E' come se non volessi cambiare il mio aspetto. Sarà forse perché mi vedo già molto maschile nel volto e anche nella voce per cui da questo punto di vista non presento disforia. Al momento mi sembra di essere al sicuro in un corpo che ho sempre odiato (al sicuro perché so com'è star qui dentro) .In uno maschile è tutto nuovo per me. Scusate se ho scritto molto
Le paure associate nell'iniziare il percorso sono dovute alla paura dei cambiamenti(soprattutto quelli apportati dagli ormoni) . E' come se non volessi cambiare il mio aspetto. Sarà forse perché mi vedo già molto maschile nel volto e anche nella voce per cui da questo punto di vista non presento disforia. Al momento mi sembra di essere al sicuro in un corpo che ho sempre odiato (al sicuro perché so com'è star qui dentro) .In uno maschile è tutto nuovo per me. Scusate se ho scritto molto
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"Le paure associate nell'iniziare il percorso sono dovute alla paura dei cambiamenti(soprattutto quelli apportati dagli ormoni) ."
Gent.le Utente,
il percorso che ti aspetta se decidi di cambiare sesso è complesso e articolato quindi è fondamentale che tu possa affrontarlo nella piena consapevolezza a partire dall'ambivalenza che descrivi.
Avendo già iniziato un percorso terapeutico è preferibile condividere paure e altre emozioni all'interno della seduta in modo da individuare le "chiavi di lettura" corrette del tuo vissuto e fare chiarezza dentro di te, tutto il resto avverrà di conseguenza.
Gent.le Utente,
il percorso che ti aspetta se decidi di cambiare sesso è complesso e articolato quindi è fondamentale che tu possa affrontarlo nella piena consapevolezza a partire dall'ambivalenza che descrivi.
Avendo già iniziato un percorso terapeutico è preferibile condividere paure e altre emozioni all'interno della seduta in modo da individuare le "chiavi di lettura" corrette del tuo vissuto e fare chiarezza dentro di te, tutto il resto avverrà di conseguenza.
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#4]
Gentile utente,
da quanto tempo è seguito da uno psicologo?
Il clinico che si occupa di lei, lavora in team con gli altri specialisti?
l'iter fisico, ormonale e chirurgico segue di pari passo quello psichico e psico/sessuale.
Mi occupo di queste tematiche da tempo ed aprile mi sembra davvero troppo distante...per lei.
Provi a leggere questa lettura riguarda il suo iter....
Auguri per tutto.
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/2227-transessualismo-il-difficile-percorso-dell-identita-di-genere-quando-il-corpo-segue-la-psiche.html
da quanto tempo è seguito da uno psicologo?
Il clinico che si occupa di lei, lavora in team con gli altri specialisti?
l'iter fisico, ormonale e chirurgico segue di pari passo quello psichico e psico/sessuale.
Mi occupo di queste tematiche da tempo ed aprile mi sembra davvero troppo distante...per lei.
Provi a leggere questa lettura riguarda il suo iter....
Auguri per tutto.
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/2227-transessualismo-il-difficile-percorso-dell-identita-di-genere-quando-il-corpo-segue-la-psiche.html
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#5]
Ex utente
Buonasera dottoressa! Allora io ho iniziato ad andare da una psicoterapeuta nell'agosto 2014 e ho avuto sedute con lei fino al marzo 2015. In esse abbiamo curato alcuni traumi da me subiti a causa di questa condizione.Poi ,grazie alla stessa, ho contattato un centro specialistico per questo tipo di problemi. Li' ho iniziato ad avere colloqui col mio psicologo(specializzato in disforia di genere) .Lui mi segue da settembre scorso. Grazie per gli allegati,dottoressa. Li leggo subito
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Ex utente
E' che mi trovo davanti ad un bivio:"Fare o non fare"? È come se la mia fortissima identificazione che ho sempre avuto col sesso maschile,si fosse sfaldata completamente da quando ho avuto il nulla osta. Con questo non intendo dire che io mi senta donna. Non mi aspettavo tutta quest'ansia e paura
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Ex utente
Non ancora. Ho capito che si deve iniziare con la terapia ormonale. Però in questi due anni di percorso psicodiagnostico ,l'ho detto ad amici e parenti di questo mio problema . Molti di
loro hanno iniziato a parlarmi al maschile e devo dire che mi trovo bene. Per me ormai è naturale parlare di me al maschile. Dentro di me lo faccio da quando ho capito quale fosse il problema(cioè a 15 anni.) In questi anni con il mondo circostante parlavo al neutro.Ci sono quelle volte (sempre da quando ho ricevuto il nulla osta) che mi chiedo:" Ma è giusto che mi parlino così'?" . Poi alla prima occasione in cui mi sento parlare col nome anagrafico o al femminile sto male ancora . Come vede, noto ambivalenza nei miei pensieri . Sarà che ho paura del cambiamento,della difficoltà del percorso e della paura di sbagliare a tal punto da non voler nemmeno iniziare questo iter
loro hanno iniziato a parlarmi al maschile e devo dire che mi trovo bene. Per me ormai è naturale parlare di me al maschile. Dentro di me lo faccio da quando ho capito quale fosse il problema(cioè a 15 anni.) In questi anni con il mondo circostante parlavo al neutro.Ci sono quelle volte (sempre da quando ho ricevuto il nulla osta) che mi chiedo:" Ma è giusto che mi parlino così'?" . Poi alla prima occasione in cui mi sento parlare col nome anagrafico o al femminile sto male ancora . Come vede, noto ambivalenza nei miei pensieri . Sarà che ho paura del cambiamento,della difficoltà del percorso e della paura di sbagliare a tal punto da non voler nemmeno iniziare questo iter
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Ex utente
Buongiorno dottori! Ieri ho avuto la visita dal mio psicologo! Io gli ho detto che da quando ho ricevuto il nulla osta la paura del cambiamento e' stata talmente grande che è come se il disagio avvertito con il corpo si fosse annullato. Inoltre gli ho raccontato che in questi anni,provavo un senso di disgusto a vedere il corpo nudo allo specchio. In aggiunta, quando facevo il bagno,mi cambiavo i vestiti o le mutande,tendevo a chiudere gli occhi. Devo dire che questo mi succede anche adesso. Ma credo più sia dettato dal'abitudine. Il disagio nell'avere il seno c'è ancora ,tanto e' che indosso una canottiera contenitiva:quando la tolgo cerco di far di tutto affinché non si veda nulla. (Quando non avevo la canottiera era un continuo tirare in avanti la maglietta e questo gesto lo faccio ancora nel momento in cui la tolgo) . A parte il seno, e' come se il resto riuscissi a sopportarlo ma tutto questo mi sembra strano perché il fastidio nell'avere il ciclo c'era, così come l'idea che non ci fosse nulla nelle mutande,l'idea di non avere la barba etc. Diciamo che la difficoltà principale consiste nel prendere ormoni e cambiare la propria vita in modo radicale. Però al tempo stesso sto male perché ormai sono passati 5 mesi e ho paura di far passare gli anni e poi pentirmi di non aver iniziato prima. Esteticamente non sono male come ragazzo...non è per vantarmi ma quando esco di casa sento gente che fa complimenti sul mio aspetto fisico. Facendo un percorso così,mi valorizzerei ulteriormente ma tutto questo cambiamento mi blocca e non riesco a uscirne. Lo psicologo dice di pensare agli effetti positivi del percorso non tanto a quelli negativi ma ,per come sono fatto io, anche uno negativo mi blocca la strada . Sempre a dire dello psicologo, il disagio non può certo essere sparito . Lui mi ha consigliato di provare a iniziare la terapia ma io proprio non riesco...sento l'ansia. Avevo anche programmato un futuro facendo questo percorso,ero felice...ora sto solo male e non riesco a uscirne.
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"da quando ho ricevuto il nulla osta la paura del cambiamento e' stata talmente grande che è come se il disagio avvertito con il corpo si fosse annullato"
" Però al tempo stesso sto male perché ormai sono passati 5 mesi e ho paura di far passare gli anni e poi pentirmi di non aver iniziato prima"
L'ambivalenza che accompagna sempre un processo di cambiamento va presa in considerazione, esplorata per fare chiarezza dentro di sé e creare le condizioni favorevoli all'utilizzo delle risorse personali.
I colloqui psicologici sono il contesto privilegiato per affrontare questi aspetti del tuo vissuto.
" Però al tempo stesso sto male perché ormai sono passati 5 mesi e ho paura di far passare gli anni e poi pentirmi di non aver iniziato prima"
L'ambivalenza che accompagna sempre un processo di cambiamento va presa in considerazione, esplorata per fare chiarezza dentro di sé e creare le condizioni favorevoli all'utilizzo delle risorse personali.
I colloqui psicologici sono il contesto privilegiato per affrontare questi aspetti del tuo vissuto.
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Ex utente
Buon pomeriggio ! ho avuto un'altra visita dal mio psicologo al termine della quale mi ha consigliato di valutare l'ipotesi di aspettare ancora ad iniziare dal momento che l'ansia non è andata via e nel mentre cambiare abitudini di vita.Mi ha altresì indirizzato da uno psichiatra che lavora al centro e dal quale sono subito andato. Mi ha fatto alcune domande sulla mia vita e su come mi senta ultimamente . Purtroppo,è emerso che in me ci sono pensieri ossessivi generati dal problema "intraprendo o no il percorso".Per spiegarmi meglio,per tutto il giorno cerco una soluzione che mi renda felice sia nell'uno o nell'altro modo ma questa soluzione non arriva. Lo psichiatra mi ha suggerito l'ipotesi di assumere psicofarmaci dal momento che questi pensieri mi distraggono dalle mie attività quotidiane(in primis lo studio). Il 31/5 avrò un esame ma non lo passerò sicuramente perché non sono riuscito a far nulla da marzo a oggi. Però lo tenterò lo stesso perché dico sempre così ma alla fine gli esami riesco a passarliÈ che mi sembra assurda la situazione che sto vivendo. Sto anche impazzendo perché fosse per me il seno me lo farei togliere anche domani ma il punto è che a me spaventa la cura ormonale che mi sta bloccando su tutto. E poi che senso ha però farsi togliere solo il seno? Mi sembra di restare a metà e poi il mio petto diverrebbe uno scempio.
Questo consulto ha ricevuto 20 risposte e 3.6k visite dal 24/03/2016.
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