fine di una relazione

Salve,
sette mesi fa ho lasciato il mio ex ragazzo perché non ero più serena con lui, non mi sentivo più importante per lui e ogni volta che gli parlavo di queste sensazioni lui diceva che si trattasse di cose che vedevo solo io, poi lui stesso ha ammesso di aver cambiato atteggiamento nei miei confronti senza accorgersene. Mi ha chiesto un'altra possibilità ma io non me la sono sentita di continuare perché mi sentivo profondamente ferita e senza alcuna fiducia; la nostra relazione era arrivata ad un punto di non ritorno. Dopo tre/quattro mesi l'ho ricercato in quanto il tempo passato lontani non aveva fatto altro che farmi capire di voler essere felice, di voler ritornare a sorridere, sì, ma con lui. Dunque, gli ho chiesto di pensarci sottolineando che di certo sarebbe stata una cosa molto lenta e graduale e che dovessimo ricominciare con i giusti presupposti, sia da parte mia che da parte sua, altrimenti sarebbe stato totalmente inutile. Lui mi ha detto che ci avrebbe pensato, che rivedermi era stata un'emozione molto forte. Per un breve periodo ci siamo ''frequentati'', nel senso che ci sentivamo e ci vedevamo, poi all'improvviso lui è scomparso e non si è fatto più sentire. A questo punto io gli ho chiesto più volte di vederci perché ovviamente avevo percepito qualcosa e non potevo restare in bilico a lungo, fino a quando l'ho messo alle strette chiedendogli spiegazioni e lui mi ha detto che non era nei suoi pensieri ricominciare perché il tempo che era passato, era passato e un piatto rotto non si poteva aggiustare con la colla. Io non condivido le sue posizioni perché come il tempo è passato per lui, è passato anche per me ma evidentemente in maniera diversa, forse semplicemente lui aveva superato tutto e avevamo volontà diverse, ma era una cosa che avevo messo in conto fin dall'inizio; quello che mi ha fatto più male è stato il suo comportamento: il fatto che d'improvviso sia sparito, che non abbia avuto il coraggio di dirmi quelle cose quando le ha capite, che sia scappato da un confronto frontale.. Adesso so che è fidanzato e dopo aver incassato questa cosa, oggi posso dire che penso di aver metabolizzato il tutto e di non amarlo più, ma quello che mi chiedo è:perché ci penso ancora? Perché, con frequenza irregolare, lo sogno? Perché mi auguro che un giorno lui si rifaccia vivo semplicemente per una chiacchierata?
Ho cercato di essere il più sintetica possibile e spero di essere stata chiara.
In attesa di una vostra risposta,
cordiali saluti.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"perché ci penso ancora? "

Una delle ipotesi che potremmo fare da qui e senza conoscere Lei direttamente, è che sia una problematica ansiosa.
Rimuginare sugli eventi è un sintomo d'ansia, ma anche voler controllare gli eventi e gli altri è tipico delle persone ansiose, ad esempio voler che un giorno questo ragazzo possa cambiare idea.
Per quanto difficile, la realtà è che lui ora sta con un'altra persona.
Lei è proprio certa di aver chiuso in cuor Suo questa storia?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Utente,
Per sardi ancora mi sembra ovvio e conseguenza di un amore.

Se ha amato davvero,mse ci ha creduto, se ha reinvestito....non è facile dimenticare, razionalizzare, parliamo infatti di amore e di sentimenti...di passione ed i desierio...non di ragione.

Si dia tempo, l'elaborazione del lutto è quel processo lento che è obbligatorio dopo la fine di un amore,...dovrà attraversare cin coraggio e dolore la fine di questo legame...

Provi a leggere queste letture sulla fine degli amori e su come affrontarli, ma nel mio sito e blog troverà tanto altro.

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6179-quando-finisce-un-amore-sintomi-e-cure.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/5038-le-menzogne-del-cuore-eros-e-ferite-d-amore.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/5169-come-dirsi-addio-senza-morire-di-dolore.html

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Anche questo sul divorzio breve che nel suo caso non è indicato, ma tratta la complessa tematica dell'ex e del ricordo...dell'ex


https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6389-divorzio-breve-il-ricordo-dell-ex-sara-breve-anch-esso.html
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara ragazza,
La fine di una relazione costituisce un trauma peggiore del lutto. Perche' nel lutto la persona persa e' persa per sempre e si deve affrontare la certezza che non c'e' e non ci sara' piu' e per quanto forte possa essere il dolore col tempo subentra la rassegnazione.

La perdita di un amore e' piu' crudele invece. Non subentra facilmente la rassegnazione perche' la persona amata resta viva e questo non permette alla speranza di morire.
E ci si tormenta fra mille dubbi e ipotesi. Ci si colpevolizza, si cercano scuse..appigli.

Occorre quindi molto tempo perche' tutto cio' si quieti. Occorre attraversare il dolore e i dubbi e al termine di questo tunnel "uscire a rivedere le stelle" o meglio la luce.
Succede! E' una esperienza dolorosa ma che mette a contatto con le parti piu' intime di se' stessi. E quindi preziosa!

I miei auguri cara signorina.
Ci faccia sapere come sta fra qualche tempo!

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#5]
Utente
Utente
Grazie mille care Dottoresse per la risposta.
So che ci vuole tempo, infatti ho deciso di dedicarmi a me stessa per darmi delle risposte, qualora mi sorgano degli interrogativi, e per elaborare piano piano il distacco. Chiunque l'abbia vissuto sa che non è facile lasciare mentalmente una persona che si ha amato, non sperare più di vederla, riuscire ad eliminare ciò che ha lasciato in noi stessi, restare indifferenti alle sue azioni..
Sapere che sta con un'altra persona mi ha fatto male, sia perché, come credo sia normale, mi ha urtato il pensiero che lei abbia preso il mio posto sia perché mi sembra quasi che abbia sminuito quello che c'è stato tra di noi, considerando per esempio che disse che ci sarebbe voluto molto molto tempo prima di interessarsi ad un'altra persona, forse un anno o anche di più; ma so che, in fondo, ognuno ha i propri tempi e il fatto che i suoi siano stati brevi, per quanto possa rammaricarmi un po', è giusto ed è positivo per lui. Allo stesso tempo, sapere di questa persona mi ha ''costretta'' a mettere un punto perché prima nutrivo, seppur molto in profondità, un briciolo di speranza che dopo questa scoperta si è, per forza di cose, assopito. Non c'era più nulla da sperare.
Purtroppo sento di alternare periodi in cui mi sento forte, come se non potesse più toccarmi, a periodi in cui la sua presenza ritorna ingombrante, e quello che non capisco è perché ancora oggi io mi ritrovi a pensarlo e a desiderare che mi pensi; sarà che forse c'è ancora qualche ferita aperta, sarà che forse si tratta solo di momenti di debolezza.
Io credo che chiunque sia entrato nel nostro cuore, non ne uscirà mai, ma un giorno smetterà di interferire e spero che quel giorno per me possa arrivare presto, distraendomi , razionalizzando sempre di più l'accaduto e guardando verso nuovi orizzonti.
Grazie ancora per la risposta,
buona domenica
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara Signorina,
Purtroppo cio' che resta a tormentarci in questi casi non e' quello che la persona che se ne e' andata ERA, e neanche IL RICORDO di quello che era, ma QUELLO CHE ERA PER NOI.
Il tempo inoltre pur sembrando pietoso e' in realta' crudele perche' cancella il ricordo del male che c'era in quel rapporto. E ci presenta solo il bello, quello che amavano, che desideravamo dell'altro. E questo riporta, attualizza il desiderio, senza che nulla venga a mitigarlo!
E' vero cio' che dice: chiunque abbia dovuto attraversare quel dolore lo comprende perche' lo conosce.
Ma Le assicuro che si supera! Un passo alla volta la mente si allontana. E passa!
Bisogna metterci un po' di impegno personale pero'! Per distrarsi e guardarsi intorno.
E non pensare mai che il dolore che ci si infligge con la nostalgia possa costituire un "titolo di merito". Se quella persona non e' piu' con noi cio' significa che non voleva piu' starci.
E' doloroso accettare questo.
Ma e' sano.
E' l'unica certezza che puo' davvero condurci lontano da quel dolore che vorremmo in fondo continuare a provare per non sentirci davvero sole!
Coraggio!