Come nascondere il proprio inconscio?

Io so che uno psicologo può capire quello che passa per la testa di qualcuno a partire dai suoi comportamenti.
Mi piacerebbe imparare a nascondere tutto quello che ho nell'inconscio e le mie emozioni e i miei pensieri in modo che nessuno possa rinfacciarmi quello che penso veramente e che nessuno possa coinvolgermi emotivamente puntando su quello provo e che nessuno possa capire quello che penso.
Il motivo per cui lo voglio imparare è che così posso essere libero dagli altri e fare quello che mi pare senza dovermi assumere responsabilità.
[#1]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Molto interessante questa Sua etrema "professione" di desiderio di liberta'!
Estrema quanto poco utile.
Sono una psicoterapeuta dinamica e credo fortemente nell'inconscio. Ci credo e lo rispetto. Moltissimo. In quanto preziosa risorsa per la nostra serenita' psihica.
Non lo vedo come un nemico. Ma come una parte essenziale di se'.
Di se'!
Non visibile agli altri.
L'inconscio parla a Lei. Se Lei vuole ascoltarlo.
Se non vuole ascoltarlo " Lei potra' mettere in atto per opporsi a lui delle difese: la negazione, lo spostamento, la proiezione. E lo tacitera'.
Sara' un discorso "non fatto" fra Lei e Lui.
Niente altro!
Buona notte! E non faccia sogni, mi raccomando! Perche' attraverso i sogni l'inconscio Le parla. Volente o nolente Lei!

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#2]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Utente,
Quello che chiede è decisamente inattuabile, direi per fortuna.

Non esistono bugiardini, linee Giuda, strategie da apprendere...

"Il motivo per cui lo voglio imparare è che così posso essere libero dagli altri e fare quello che mi pare senza dovermi assumere responsabilità."

Si chieda invece cosa cela questa sua affermazione.
Quali responsabilità non desidera assumersi?
A cosa si riferisce?
Cosa vorrebbe celare al mondo?
Da cosa vorrebbe essere libero?

Lavori su questo, non su altro.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#3]
Attivo dal 2016 al 2016
Ex utente
Ma lavorare su queste cose le mette già in evidenza e quindi non mi permette di nasconderle. Così Lei o chiunque sappia intendere le dinamiche inconscie relative potrà approfittarne per sbattermi in faccia la verità e per convincermi ad assumermi le mie responsabilità. Comunque starò al gioco.

Quali responsabilità non desidero assumermi?
Tutte o nessuna a seconda di come intendiamo l'affermazione e la negazione. Perché mai dovrei assumermi una qualche responsabilità? Tanto in extremis me ne assumo comunque qualcuna senza bisogno di averne consapevolezza o apprensione. Secondo me rendersi consapevoli onestamente delle proprie responsabilità serve solo a responsabilizzarsi su ciò che altri intendono come responsabilità. Qui emerge una struttura più o meno conscia di difesa dell'Io.Sulla base di questa struttura ora nota Lei o altri potrebbero spingermi ad assumere delle responsabilità o a trasformarle in roba egosintonica. Potrei ritrovarmi con un lavoro stabile ad esempio. Oppure aiutare la gente in difficoltà. In tuttti i casi qualcosa che rifiuto categoricamente.

A cosa mi riferisco?
Domanda difficile. Mi riferisco a due tipi di esperienza. Tutti e due i tipi di esperienza corrispondono ad un guardare dentro se stessi.
La prima è più profonda e va a parare sull'interiorità per eccellenza e sul fondo del Sé. Quella roba un po' New Age del connettersi con l'intima essenza di Sé ed ogni cosa. Come stato mentale di questa esperienza mi ritrovo completamente immerso nelle cose e contemporaneamente assorto in una specie di non-pensiero e di isolamento. Tutto molto carino. Però quello stato mentale non permette alcun controllo cosciente perché si basa solo sulla contemplazione. Quindi può capitare in quello stato che io risponda ad una domanda senza neanche accorgermi di cosa mi hanno chiesto. Quindi potrei anche rispondere qualcosa di sciocco oppure di terribile. Potrei acconsentire a fare il giardiniere per chi approfittasse di questo mio stato mentale.
La seconda esperienza è più superficiale e corrisponde alle esperienze più psicologiche di mentalità paradossale e relativista. In pratica quella che si chiama onestà: voler vedere le cose così come le vedo e voler fare quello che mi piace fare. In questo stato non posso sottrarmi a quello che qualcun altro vuole impormi: basta che mi convinca che quello che vuole lui o lei è quello che voglio anch'io. Facile! Qualcuno potrebbe dirmi che sono scemo e io potrei credergli solo perché anch'io mi vedo scemo. Oppure qualcuno potrebbe convincermi a fare sesso solo perché mi piace farlo e mi sento attratto.

Cosa vorrei celare al mondo?
Le mie intenzioni, i miei desideri, i miei punti di vista, le mie opinioni, i miei sentimenti, le mie emozioni, i miei pensieri, la mia identità. Tutto questo: così nessuno potrebbe interferire con me. Se mi rifiuto di fare una cosa o di riflettere su una cosa: voglio che nessuno abbia degli appigli su ciò che ho veramente dentro per farmi riflettere o per farmi agire.

Da cosa vorrebbe essere libero?
Da tutto e da tutti. Dal lavoro, dalla famiglia, dagli amici, dalla società, dall'amore, dalla verità... Da tutto insomma. Voglio fare il fallito ed il fannullone senza che nessuno possa stimolarmi a prendere in mano la mia vita. Voglio scansare i miei doveri e risolvere con la sola immaginazione i miei desideri. Libero soprattutto dall'onestà. Qualcuno direbbe che questi comportamenti che desidero sono da sciocchi, da deboli e da reietti e che a me non può piacere di essere un reietto, un debole e uno sciocco. Io stesso inconsciamente lo credo. Perciò vorrei essere libero da chi mi spinge a mettere in evidenza queste cose e turba la mia autoconvinzione immotivata di essere furbo, forte e saggio.

Lei mi dice che non c'è una ricetta. Però quando lei mi pone queste domande si rende invisibile grossomodo come vorrei esserlo io. Infatti sposta tutta l'attenzione su di me impedendo l'accesso a lei. Quindi già qualcosina potrebbe insegnarmela. Anche se io cerco qualcosa di più radicale. Nascondere tutto a me stesso. In modo tale che anche se gli altri vedono quello che ho dentro non potranno mai tediarmi rendendomene consapevole. Non si può fare? E i meccanismi di difesa?

[#4]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Le pone riflessioni e domande che obbligano ad un setting provato e se visu, non online

"Però quando lei mi pone queste domande si rende invisibile grossomodo come vorrei esserlo io. Infatti sposta tutta l'attenzione su di me impedendo l'accesso a lei. "

L'utente è lei, non io, e lei che scrive a me/noi, non sono io la paziente in questo contesto.
[#5]
Attivo dal 2016 al 2016
Ex utente
"L'utente è lei, non io, e lei che scrive a me/noi, non sono io la paziente in questo contesto. "
Esatto è tutto vero. Quindi c'è un contesto in cui lei può rendersi invisibile agli altri spostando l'attenzione su di loro. Questo interessa a me. Passare la vita in un contesto del genere.

Cosa mi consiglia?
[#6]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
<<Come nascondere il proprio inconscio?<<
questo il titolo del Suo consulto.

Ma l'inconscio, freudianamente parlando, è nascosto di per sè, anche a Lei.

Se poi, sempre in un'ottica psicoanalitica, si svela a Lei attraverso i sogni, atti mancati ecc., e agli altri attraverso lapsus e altro, Lei non ne è padrone.

Alcuni, attrezzati professionalmente - gli Psy ad esempio - possono essere messi sulle tracce. Ma non possono utilizzare contro di Lei quanto capito o interpretato: <<in modo che nessuno possa rinfacciarmi quello che penso veramente <<. Etica professionale.

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#7]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Caro ragazzo,
Senza andare a "scomodare" l'inconscio perche', Le chiedo - e mi permetta di farlo - non cerca di analizzare attraverso la Sua coscienza, con ponderatezza, questi pensieri che la turbano, cercando di individuare da cosa essi siano causati?
Potrebbe fare da se' delle valutazioni umane, morali, sociali.
Puo' darsi che questo mettersi a contatto con se' stesso Le dia gia' delle risposte.
Risposte che mi sembra siano urgenti, impellenti per Lei. Altrimenti forse non ci avrebbe neanche scritto.
Non Le sembra che ci sia qualche energia forse negativa autolesionistica, che sta imponendoLe di venire alla luce?
E non puo' tacitarla perche' se e' vero che l'inconscio puo' essere nascosto agli altri a Lei non lo puo' nascondere.

I mei saluti
[#8]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"Io so che uno psicologo può capire quello che passa per la testa di qualcuno a partire dai suoi comportamenti"

Gentile Utente,

Lei parte da questa premessa che io trovo sbagliata e che La porta fuori strada. Lo psicologo, è vero, studia anche i comportamenti umani, ma non ha la sfera di cristallo per poter sapere quali intenzioni muovono una persona, quali desideri, ecc...
Persino all'interno di un setting psicoterapico, lo psicologo psicoterapeuta non capisce quello che passa per la testa delle persone se non domandandolo direttamente al proprio pz.
Ad esempio se io vedo due persone che si comportano nella stessa maniera, non so -fino a quando non lo chiedo agli interessati- quali intenzioni muovono e giustificano quel comportamento. Inoltre, dall'esterno a me potrebbe sembrare un comportamento insensato proprio perché non ne conosco le motivazioni. Soltanto chiedendo al diretto interessato potrei conoscere le sue motivazioni.

Ciò premesso, Lei dice: "Cosa vorrei celare al mondo?
Le mie intenzioni, i miei desideri, i miei punti di vista, le mie opinioni, i miei sentimenti, le mie emozioni, i miei pensieri, la mia identità. Tutto questo: così nessuno potrebbe interferire con me. Se mi rifiuto di fare una cosa o di riflettere su una cosa: voglio che nessuno abbia degli appigli su ciò che ho veramente dentro per farmi riflettere o per farmi agire."

Non pensa che tutto ciò potrebbe essere anche uno svantaggio per Lei? Se, infatti, da un lato in alcune circostanze potrebbe trattarsi di un vantaggio apparente perchè evita conflitti e discussioni ( non sempre è un vantaggio), dall'altro come può vivere in una società non facendo mai sentire la Sua voce, i Suoi diritti, le Sue idee? NOn crede che gli altri potrebbero prevaricarLa?
Potrebbe trattarsi della paura del giudizio?
Oppure di una difficoltà relazionale a regolare i rapporti con gli altri? Oppure nell'incapacità/difficoltà a gestire i conflitti?

Inoltre, scrive anche: "Da cosa vorrebbe essere libero?
Da tutto e da tutti. Dal lavoro, dalla famiglia, dagli amici, dalla società, dall'amore, dalla verità... "

Alcuni ci hanno provato in passato ma la vita in una società con tali premesse è impossibile. Posso chiederLe come mai ha questo desiderio? Le sta stretta una vita in cui per forza di cose la nostra libertà viene in qualche modo limitata da coniuge, figli, ecc...?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#9]
Attivo dal 2016 al 2016
Ex utente
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[#10]
Attivo dal 2016 al 2016
Ex utente
"Non pensa che tutto ciò potrebbe essere anche uno svantaggio per Lei?"
No.

"Se, infatti, da un lato in alcune circostanze potrebbe trattarsi di un vantaggio apparente perchè evita conflitti e discussioni ( non sempre è un vantaggio), dall'altro come può vivere in una società non facendo mai sentire la Sua voce, i Suoi diritti, le Sue idee? "
In qualche modo.

"NOn crede che gli altri potrebbero prevaricarLa?"
Non lo credo.

"Potrebbe trattarsi della paura del giudizio?"
No.

"Oppure di una difficoltà relazionale a regolare i rapporti con gli altri?"
No.

"Oppure nell'incapacità/difficoltà a gestire i conflitti?"
No.

"Posso chiederLe come mai ha questo desiderio?"
Può chiedermelo.

"Le sta stretta una vita in cui per forza di cose la nostra libertà viene in qualche modo limitata da coniuge, figli, ecc...?"
No.

"Senza andare a "scomodare" l'inconscio perche', Le chiedo - e mi permetta di farlo - non cerca di analizzare attraverso la Sua coscienza, con ponderatezza, questi pensieri che la turbano, cercando di individuare da cosa essi siano causati?
Potrebbe fare da se' delle valutazioni umane, morali, sociali.
Puo' darsi che questo mettersi a contatto con se' stesso Le dia gia' delle risposte.
Risposte che mi sembra siano urgenti, impellenti per Lei. Altrimenti forse non ci avrebbe neanche scritto.
Non Le sembra che ci sia qualche energia forse negativa autolesionistica, che sta imponendoLe di venire alla luce?"

Non ho capito le domande.

"Se poi, sempre in un'ottica psicoanalitica, si svela a Lei attraverso i sogni, atti mancati ecc., e agli altri attraverso lapsus e altro, Lei non ne è padrone. "

Sicura sicura?

"Alcuni, attrezzati professionalmente - gli Psy ad esempio - possono essere messi sulle tracce. Ma non possono utilizzare contro di Lei quanto capito o interpretato: <<in modo che nessuno possa rinfacciarmi quello che penso veramente <<. Etica professionale."

L'etica professionale impone un vincolo, ma chiunque può violare quel vincolo. Solo in Harry Potter i contratti possono essere inviolabili.

Ma mi fate queste domande perché mi state preparando qualche modo per nascondere l'inconscio oppure per farmelo scoprire?



[#11]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Perche' ne ha troppa paura.
E questo dovrebbe farla riflettere!

Buona notte!
[#12]
Attivo dal 2016 al 2016
Ex utente
Mmm.
Non mi fa paura.

Quindi qualcuno può insegnarmi a nasconderlo oppure no? Ha paura di rispondere a questa domanda?

La visibilità dell'inconscio è oggettivamente e inconfutabilmente uno svantaggio per qualunque individuo umano.
[#13]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Caro ragazzo, abbiamo gia' risposto a tale domanda.
Ma il fatto che Lei continui a riproporla dovrebbe farLa riflettere.
Le propongo percio' nuovamente di distinguere l'inconscio dalla coscienza in senso morale.
Nella coscienza esiste il senso del bene e del male. E' li' che a livello morale nasce il senso di colpa. Spesso l'individuo non ascolta la propria coscienza per egoismo, insensibilita'. delinquenza, amoralita' . E di casi che facciano da esempio ce ne sono purtroppo tanti, anche recenti. E che vengono motivati nel modo piu' disparato.
A livello inconscio occorre comprendere attraverso idonei strumenti che possano bypassare meccanismi di difesa inconsci, quali "cause" facciano compiere o meno dei gesti incomprensibili a livello morale/sociale.
Le cito ad esempio il caso terribile di Roma, la tortura e barbara uccisione di Luca Varani. Foffo ha espresso durante gli interrogatori il desiderio di uccidere il padre.
Il perche' lui desiderasse uccidere il padre e' inconscio e dovra' essere indagato in modo molto accurato con metodologie psicoanalitiche. Il padre a livello inconscio rappresenta la legge, la regola e tutto cio' che questo significa.
Rappresenta anche colui che separa inesorabilmente con la sua presenza il bambino dalla madre. Lo pone fuori dalla soddisfazione del suo desiderio incestuoso. A livello inconscio e simbolico lo castra.
Se il bambino supera tale "dolore" inconscio proseguira' in modo sano il suo sviluppo e accetterà' tale 'castrazione simbolica'.
Se non la accettera' sviluppera' la sua personalita' mantenendo in se' l'odio per il padre.
A questo meccanismo inconscio fara' poi seguire degli atti coscienti: Potra' diventare un uomo socialmente accettabile oppure potra' diventare un assassino torturatore e omosessuale come Foffo.
Spero che tale esempio possa concludere il nostro consulto che non puo' essere finalizzato in modo semplicistico alla spiegazione di una intera teoria.
La invito ad approfondire su dei testi opportuni questo argomento che evidentemente La interessa, fino a comprenderlo appieno.
I migliori saluti.
[#14]
Attivo dal 2016 al 2016
Ex utente
Praticamente.... Si tratta di etica! E di morale...
Allora forse non voglio mettere a tacere solo l'inconscio, ma soprattutto il senso morale...

La ringrazio della risposta finale. Evidentemente ciò che cerco non si può ottenere, almeno mediante i metodi della psicologia. Riproponevo la domanda perché in queste discipline facilmente capita che alcuni indirizzi la pensino differentemente dagli altri (ma tanto se per la maggior parte degli indirizzi questa spiegazione tenta solo di risolvere una mia personale dissonanza cognitiva è inutile tentare di proporvela, non la capireste, la vedreste come una autogiustificazione morale anche se si tratta di una spiegazione dalla indubitabile validità oggettiva e quest'ultima affermazione come un'autoconvinzione funzionale o disfunzionale - sono proprio queste noiose considerazioni su quel dico e potrei dire, vere o false che siano, che cerco di impedire mediante l'occultamento dell'inconscio).

Vi ringrazio comunque di aver tentato.
Cordiali saluti.