Aiutatemi
Buongiorno,
Sono una ragazza di 31 anni con un buon lavoro, un marito che mi ama e una casa in costruzione.
La mia famiglia e gli amici più cari vivono lontano, ma tolto questo non avrei (in teoria) nulla di cui potermi lamentare.
A partire da luglio dello scorso anno al lavoro è' iniziato un periodo molto stressante e difficile, ma l'ho superato seppur con difficoltà anche perché, in concomitanza, io e mio marito avevamo deciso di iniziare ad avere rapporti finalizzati ad una gravidanza, che non è mai arrivata.
Io e mio marito dovendo finalizzare i rapporti abbiamo iniziato a farlo solo in quei giorni, con forte stress per entrambi, la classica "cilecca" per lui e un forte calo del desiderio; ma resistevamo.
Il 20 gennaio poi è' iniziato tutto: faccio un incidente in autostrada che non mi porta grandi lesioni fisiche ma solo forti dolori alla schiena/collo e vertigini che ancora mi assillano. Rimango a casa per un mese e prendo la cosa come "mi prendo cura di me stessa", ma mi rendo conto che la paura avuta dall'incidente e le forti vertigini mi hanno comunque psicologicamente "toccata"; preferisco non guidare e demo i 100 km per il lavoro in treno. Il primo giorno di lavoro dopo il mese di stallo, mio marito riceve i risultati dello spermiogramma con sentenza "feroce": 220 mila spermatozoi totali, dobbiamo quindi rivolgerci ad un centro di fecondazione per vedere se possiamo averne.
Questa per me diventa una batosta, mi sveglio piangendo durante la notte, sento di non poter affrontare in questa situazione lo stress del lavoro, sento di aver bisogno di starmene tranquilla e di affrontare la realtà che forse non potrò mai essere mamma, iniziò a pensare al perche di tanti sacrifici se quello che voglio, un figlio, forse non potrò mai averlo; o se mai lo avrò solo dopo aver affrontanti mesi e mesi di cure, pressioni psicologiche etc.
I primi tre giorni dopo questa notizia quindi vanno avanti tra pianti e angoscie, fino a quando dopo 4 giorni dalla notizia subisco un lutto di un mio caro.
Qui la mia mente crolla, iniziò a capire che rido solo " per non mollare" ma che la mia mente vorrebbe solo riposare, il corpo dormire; che vorrei solo prendermi tre mesi dal lavoro per metabolizzare il tutto, insomma, inizio a capire che forse per me tutto questo è troppo, che in realtà vado avanti perché devo, ma so di non averne le forze.
Finito il funerale, ci arrivano i risultati delle mie analisi: problemi anche da parte mia.
Ieri guardavo mio marito, che amo, e sentivo di voler stare da sola.
La mattina prima di andare a lavoro piango perché vorrei solo stare nel letto, ho perso interesse per quello che faccio e sto pensando di mollarlo, ma ho il mutuo da pagare..
Non so con chi parlarne perché mi vergogno, sono sempre stata una persona allegra e anche se la mia infanzia è' stata tremenda, con terapia di 3 mesi ho sempre risolto tutto.
So che non dovrei mollare, che in realtà non ho un tumore.. Ma cosa dovrei fare?
Sono una ragazza di 31 anni con un buon lavoro, un marito che mi ama e una casa in costruzione.
La mia famiglia e gli amici più cari vivono lontano, ma tolto questo non avrei (in teoria) nulla di cui potermi lamentare.
A partire da luglio dello scorso anno al lavoro è' iniziato un periodo molto stressante e difficile, ma l'ho superato seppur con difficoltà anche perché, in concomitanza, io e mio marito avevamo deciso di iniziare ad avere rapporti finalizzati ad una gravidanza, che non è mai arrivata.
Io e mio marito dovendo finalizzare i rapporti abbiamo iniziato a farlo solo in quei giorni, con forte stress per entrambi, la classica "cilecca" per lui e un forte calo del desiderio; ma resistevamo.
Il 20 gennaio poi è' iniziato tutto: faccio un incidente in autostrada che non mi porta grandi lesioni fisiche ma solo forti dolori alla schiena/collo e vertigini che ancora mi assillano. Rimango a casa per un mese e prendo la cosa come "mi prendo cura di me stessa", ma mi rendo conto che la paura avuta dall'incidente e le forti vertigini mi hanno comunque psicologicamente "toccata"; preferisco non guidare e demo i 100 km per il lavoro in treno. Il primo giorno di lavoro dopo il mese di stallo, mio marito riceve i risultati dello spermiogramma con sentenza "feroce": 220 mila spermatozoi totali, dobbiamo quindi rivolgerci ad un centro di fecondazione per vedere se possiamo averne.
Questa per me diventa una batosta, mi sveglio piangendo durante la notte, sento di non poter affrontare in questa situazione lo stress del lavoro, sento di aver bisogno di starmene tranquilla e di affrontare la realtà che forse non potrò mai essere mamma, iniziò a pensare al perche di tanti sacrifici se quello che voglio, un figlio, forse non potrò mai averlo; o se mai lo avrò solo dopo aver affrontanti mesi e mesi di cure, pressioni psicologiche etc.
I primi tre giorni dopo questa notizia quindi vanno avanti tra pianti e angoscie, fino a quando dopo 4 giorni dalla notizia subisco un lutto di un mio caro.
Qui la mia mente crolla, iniziò a capire che rido solo " per non mollare" ma che la mia mente vorrebbe solo riposare, il corpo dormire; che vorrei solo prendermi tre mesi dal lavoro per metabolizzare il tutto, insomma, inizio a capire che forse per me tutto questo è troppo, che in realtà vado avanti perché devo, ma so di non averne le forze.
Finito il funerale, ci arrivano i risultati delle mie analisi: problemi anche da parte mia.
Ieri guardavo mio marito, che amo, e sentivo di voler stare da sola.
La mattina prima di andare a lavoro piango perché vorrei solo stare nel letto, ho perso interesse per quello che faccio e sto pensando di mollarlo, ma ho il mutuo da pagare..
Non so con chi parlarne perché mi vergogno, sono sempre stata una persona allegra e anche se la mia infanzia è' stata tremenda, con terapia di 3 mesi ho sempre risolto tutto.
So che non dovrei mollare, che in realtà non ho un tumore.. Ma cosa dovrei fare?
[#1]
Gentile signora,
innanzitutto, si prenda il tempo per se stessa perchè tutti questi eventi insieme sono pesanti per chiunque e quindi non vedo che cosa ci sia di male nel piangere e protestare per come stanno andando le cose. Anche il fatto che Lei abbia voglia di stare da sola o di stare a letto tradisce in realtà questo bisogno di dover recuperare e risparmiare energie, tipica della fase depressiva post lutto.
Ma per il resto, perchè vergognarsi? Vergognarsi di che cosa? Che cosa pensa di aver mai fatto per poter provare vergogna? Un momento di vulnerabilità (e anche sfortuna, purtroppo) capita a tutti, ma le soluzioni ci sono.
Io spero anche per un bimbo, ma certamente per Lei e per poter stare bene, altrimenti rischia di rovinare anche il Suo legame con Suo marito e che Lei stessa ha descritto come qualcosa che Le dà già tutto ciò che Le occorre.
Capisco che il Suo desiderio di un figlio va ben oltre, ma si occupi anche di questo e l'aiuto di uno psicologo psicoterapeuta per tirare fuori il Suo disagio è quanto mai indicato. Non si faccia problemi inutili, ma metta la Sua salute e il Suo benessere al centro.
Cordiali saluti,
innanzitutto, si prenda il tempo per se stessa perchè tutti questi eventi insieme sono pesanti per chiunque e quindi non vedo che cosa ci sia di male nel piangere e protestare per come stanno andando le cose. Anche il fatto che Lei abbia voglia di stare da sola o di stare a letto tradisce in realtà questo bisogno di dover recuperare e risparmiare energie, tipica della fase depressiva post lutto.
Ma per il resto, perchè vergognarsi? Vergognarsi di che cosa? Che cosa pensa di aver mai fatto per poter provare vergogna? Un momento di vulnerabilità (e anche sfortuna, purtroppo) capita a tutti, ma le soluzioni ci sono.
Io spero anche per un bimbo, ma certamente per Lei e per poter stare bene, altrimenti rischia di rovinare anche il Suo legame con Suo marito e che Lei stessa ha descritto come qualcosa che Le dà già tutto ciò che Le occorre.
Capisco che il Suo desiderio di un figlio va ben oltre, ma si occupi anche di questo e l'aiuto di uno psicologo psicoterapeuta per tirare fuori il Suo disagio è quanto mai indicato. Non si faccia problemi inutili, ma metta la Sua salute e il Suo benessere al centro.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.2k visite dal 14/03/2016.
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