Doc: solo psicofarmaci o anche terapia abbinata?
Gentili dottori buonasera.
Dopo anni di sofferenza, mi sono finalmente decisa a chiedere aiuto. Ormai non riuscivo più a vivere serenamente la quotidianità al punto che anche le cose più semplici che si fanno ogni giorno, che spesso si danno per scontate, risultavano essere per me un'enorme fonte di ansia al punto che in casa mia non riuscivo più a fare nulla. Decisi di andare a informami su internet circa i miei sintomi, e così facendo mi sono perfettamente riconosciuta nel disturbo del DOC. Ora è da circa un mese che mi sono rivolta, previa medico di base, presso una struttura pubblica per un aiuto. Attualmente sono seguita da uno psichiatra, con il quale tuttavia non sento che si sia instaurato il giusto "feeling", motivo per cui durante le sedute mi sento spesso a disagio. Durante le nostre sedute io parlo di ciò che mi fa stare male, ma lo psichiatra sta quasi sempre zitto e non interviene, quindi di fatto io parlo ma lui non mi dà alcun tipo di aiuto concreto, nel senso che non mi aiuta a riflettere più di tanto: insomma, mi sembra più che altro di fare un monologo tra me e me. Io speravo invece di ricevere da questa struttura pubblica un vero e proprio sostegno psicologico, mirato a comprendere il motivo di fondo che genera il problema che mi fa stare tanto male, nonchè ad "estirparlo alla radice"; invece, l'unica cosa che sto ricevendo purtroppo sono solo prescrizioni di medicine su medicine (sertralina, xanax e un altro farmaco per riuscire a dormire la sera). Di fatto mi sto imbottendo di psicofarmaci nonostante non penso di essere un caso eccessivamente grave. Inoltre, nonostante gli psicofarmaci (che oltretutto mi fanno molta sonnolenza, dormo quasi tutto il giorno) noto che il problema persiste: sto meglio, ma il problema si manifesta ancora, seppur in maniera attenuata rispetto a una volta. Secondo il vostro parere, è giusto che io sia seguita solo da uno psichiatra e non da uno psicologo? Qual è il consiglio che potete gentilmente darmi circa la mia situazione?
Vi ringrazio in anticipo per l'attenzione dedicatami. Cordiali saluti.
Dopo anni di sofferenza, mi sono finalmente decisa a chiedere aiuto. Ormai non riuscivo più a vivere serenamente la quotidianità al punto che anche le cose più semplici che si fanno ogni giorno, che spesso si danno per scontate, risultavano essere per me un'enorme fonte di ansia al punto che in casa mia non riuscivo più a fare nulla. Decisi di andare a informami su internet circa i miei sintomi, e così facendo mi sono perfettamente riconosciuta nel disturbo del DOC. Ora è da circa un mese che mi sono rivolta, previa medico di base, presso una struttura pubblica per un aiuto. Attualmente sono seguita da uno psichiatra, con il quale tuttavia non sento che si sia instaurato il giusto "feeling", motivo per cui durante le sedute mi sento spesso a disagio. Durante le nostre sedute io parlo di ciò che mi fa stare male, ma lo psichiatra sta quasi sempre zitto e non interviene, quindi di fatto io parlo ma lui non mi dà alcun tipo di aiuto concreto, nel senso che non mi aiuta a riflettere più di tanto: insomma, mi sembra più che altro di fare un monologo tra me e me. Io speravo invece di ricevere da questa struttura pubblica un vero e proprio sostegno psicologico, mirato a comprendere il motivo di fondo che genera il problema che mi fa stare tanto male, nonchè ad "estirparlo alla radice"; invece, l'unica cosa che sto ricevendo purtroppo sono solo prescrizioni di medicine su medicine (sertralina, xanax e un altro farmaco per riuscire a dormire la sera). Di fatto mi sto imbottendo di psicofarmaci nonostante non penso di essere un caso eccessivamente grave. Inoltre, nonostante gli psicofarmaci (che oltretutto mi fanno molta sonnolenza, dormo quasi tutto il giorno) noto che il problema persiste: sto meglio, ma il problema si manifesta ancora, seppur in maniera attenuata rispetto a una volta. Secondo il vostro parere, è giusto che io sia seguita solo da uno psichiatra e non da uno psicologo? Qual è il consiglio che potete gentilmente darmi circa la mia situazione?
Vi ringrazio in anticipo per l'attenzione dedicatami. Cordiali saluti.
[#1]
Gentile Signora,
l'approccio psichiatrico ai disturbi psichici e' maggiormente orientato all'aspetto organico.
La formazione di uno psichiatra e' medica. Quindi il tipo di intervento e' differente.
Sotto l'aspetto psicodinamico, psicologico quindi c'e una grande attenzione alle dinamche psichiche.
Ma non si maneggiano farmaci.
La grande differenza e' questa.
Ora decida Lei.
Puo' rivolgersi ad uno psichiatra e ad uno psicologo se occorre una terapia combinata.
Del resto l'aspetto relazionale di una psicoterapia e' davvero essenziale.
Ora che ha fatto una esperienza puo' scegliere in modo competente.
I migliori auguri!
l'approccio psichiatrico ai disturbi psichici e' maggiormente orientato all'aspetto organico.
La formazione di uno psichiatra e' medica. Quindi il tipo di intervento e' differente.
Sotto l'aspetto psicodinamico, psicologico quindi c'e una grande attenzione alle dinamche psichiche.
Ma non si maneggiano farmaci.
La grande differenza e' questa.
Ora decida Lei.
Puo' rivolgersi ad uno psichiatra e ad uno psicologo se occorre una terapia combinata.
Del resto l'aspetto relazionale di una psicoterapia e' davvero essenziale.
Ora che ha fatto una esperienza puo' scegliere in modo competente.
I migliori auguri!
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#2]
Gentile Utente,
io cambierei il titolo della sua domanda:
da "psicofarmaci o terapia combinata"
A "psicofarmaci e terapia combinata"
L'una non esclude l'altra, anzi la potenzia.
Lo psichiatra che la segue, per svolgere le sedute, sarà anche psicoterapeuta.
Ma se non si trova bene a prescindere che sia psichiatra o psicologo, può anche cambiarlo.
Lo tiene per l'aspetto medico e farmacologico e per i contenuti emotivi cerca altrove.
Anche la scelta del clinico, che sia psichiatra/psicoterapeuta o psicologo/ psicoterapeuta è soggettiva e non sempre ci si trova bene ed a proprio agio immediatamente.
E non dipende dalla formazione del clinico, ma dalla simpatia ed empatia.
Spesso i sintomi si difendono ed affidarsi e dosarsi di qualcuno è difficile, si chiama "resistenza " al cambiamento.
Della terapia farmacologica ne discuterà con il medico di riferimento, non spetta a lei dire se sono troppi o troppi pochi.
io cambierei il titolo della sua domanda:
da "psicofarmaci o terapia combinata"
A "psicofarmaci e terapia combinata"
L'una non esclude l'altra, anzi la potenzia.
Lo psichiatra che la segue, per svolgere le sedute, sarà anche psicoterapeuta.
Ma se non si trova bene a prescindere che sia psichiatra o psicologo, può anche cambiarlo.
Lo tiene per l'aspetto medico e farmacologico e per i contenuti emotivi cerca altrove.
Anche la scelta del clinico, che sia psichiatra/psicoterapeuta o psicologo/ psicoterapeuta è soggettiva e non sempre ci si trova bene ed a proprio agio immediatamente.
E non dipende dalla formazione del clinico, ma dalla simpatia ed empatia.
Spesso i sintomi si difendono ed affidarsi e dosarsi di qualcuno è difficile, si chiama "resistenza " al cambiamento.
Della terapia farmacologica ne discuterà con il medico di riferimento, non spetta a lei dire se sono troppi o troppi pochi.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.8k visite dal 09/03/2016.
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