Paura del buio
Mio figlio di 11 anni (prossimo ai 12) ha una grande paura del buio.
Sin da piccolo ha dormito nel nostro lettone in quanto soffriva di apnee notturne a causa di adenoidi e tonsille ma dopo l'intervento e transloco presso una nuova abitazione abbiamo provato a farlo dormire nella sua cameretta adiacente la nostra e quella della sorella maggiore.
I vari tentativi sono stati un fallimento per cui rassegnato ho ceduto il mio posto e sono andato io a dormire nella sua camera sperando fosse un periodo passeggero ovvero che andando avanti con l'età potesse migliorare. Questo periodo dura da circa 6 anni. Negli ultimi mesi sembrava la situazione stesse migliorando o almeno erano più le notti che passava nella sua camera che le altre.
Ultimamente il tutto è peggiorato riprendendo pieno possesso del mio letto. Lui sostiene di aver paura del buio nonostante dormiva con la luce accesa e alle volte anche con la TV sino a quando crollava. Alle volte si svegliava in piena notte e scendeva giù in cucina davanti la TV. Abbiamo provato di tutto ma ogni volta, quando andiamo a letto (tutti insieme) incomincia con la tosse, il nodo alla gola, sudorazione, lacrime per poi finire al mio posto.
Premesso che mio figlio è un ragazzo molto sensibile e ansioso (mea culpa) ma nel timore che possiamo sbagliare più che trovare la giusta soluzione chiedo a Voi esperti un parere.
Grazie e cordiali saluti
< I vari tentativi sono stati un fallimento per cui rassegnato ho ceduto il mio posto..
Gentile Utente,
rassegnarsi e cedere il posto credo come lei dice ha permesso il perdurare della situazione, fermo restando che bisognerebbe comprendere meglio quanto lei dice su suo figlio .<.Premesso che mio figlio è un ragazzo molto sensibile e ansioso>
Come mai se ne addossa la responsabilità?
Lei che idea ha in merito?
Com'è la situazione in famiglia?
Tra voi genitori?
Tra l'altro la paura del buio è frequente nei bambini nella prima infanzia e poco oltre, se perdura sarebbe da indagare, non solo riguardo al bambino, ma anche rispetto a quanto avviene all'interno dei suoi contesti di riferimento, in primo luogo la famiglia.
Il problema sarebbe da risolvere sentendo il parere diretto di un nostro collega, ad esempio un terapeuta familiare sistemico, per comprendere come affrontare e gestire la situazione.
Cordialità
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
Temo che Lei con il Suo atteggiamento troppo comprensivo abbia alimentato un grosso problema.
Il modello psicodinamico a cui faccio riferimento mi porta ad una lettura della situazione in termini che spero Lei possa accettare: il ragazzo utilizzando una patologia organica si e' assicurato il possesso della madre, esautorando Lei, che di buon grado gli ha lasciato il posto.
Le conseguenze su ragazzo saranno significative. A livello psichico e fisico. Non credo possa avere alcuna motivazione a guarire e ne' migliorare.
Le pongo un'ultima domanda insieme all'auspicio che Lei si rivolga insieme a Suo figlio ad uno psicoterapeuta dinamico dell'eta' evolutiva: il ragazzo e' figlio unico?
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
Rispondendo alla Dr.ssa Rinella potrei dire:
1) me ne addosso le responsabilità poichè sono un padre molto apprensivo e spesso lo tratto da bambino più che ragazzino alimentando il suo comportamento infantile che anche i suoi insegnanti mi fanno notare. Il mio modo di essere lo è stato anche con mia figlia che adesso va ai 18 anni ma lei ha un carattere totalmente diverso
2) che idea abbia io? Non saprei. sono molto confuso. Lo confronto con i suoi amici coetanei e noto quanto siano più svegli e perspicaci di mio figlio. Il mio è ancora un bambinone, porta a letto i suoi peluche, è molto pigro, non ama fare sport nonostante frequenti da anni una palestra di karate più per il suo compagno del cuore che per il piacere di tale sport/disciplina. Non sembra essere timido ma ha le lacrime pronte per qualsiasi "rimprovero" o precisazione. Ama fare a modo suo dicendo "io sono fatto così e basta" soprattutto quando gli facciamo notare con molta diplomazia quanto siano infantili i suoi comportamenti e poco consoni alla sua eta.
3) La situazione in famiglia? In molti la invidiano. Siamo una famiglia unita, sincera, felice e aperta al dialogo. Un pò trafficata dato che lavoriamo entrambi e quindi ahimè si fa tutto di corsa ma sento di affermare, con un pizzico di presunzione, di essere una famiglia sana
4) tra noi genitori....mi collego a quanto ho scritto su. Non litighiamo e se capita qualche incomprensione (normalissimo) cerchiamo di risolverla lontano da occhi/orecchi dei nostri figli. Amiamo ridere e divertirci insieme. Non direi la famiglia del "mulino bianco" ma ci somigliamo molto
Rispondendo alla Dr.ssa Esposito, dono d'accordo con quanto dice e mi assumo le mie responsabilità per aver alimentato questo "problema" ma cosa potrei fare adesso? E' giusto fargli notare che alla sua età dovrebbe lasciare certi comportamenti e lavorare di più sul passaggio da infantile a adolescente in tutti i campi (casa, scuola, amici, etc) oppure potrebbe essere una forzatura con effetti controproducenti? Vi prego aiutatemi :-) Grazie anticipatamente e cordiali saluti
<<sono molto confuso>>
<<cosa potrei fare adesso?>>
Gentile Signore,
non se la prenda, sarò diretta: io alle famiglie del "Mulino Bianco" ci credo poco. Il fatto di non litigare non è di per sé positivo, ma a volte (e parlo in generale, non riferendomi alla vostra situazione che non conosco da vicino) è semplicemente sintomo di problematiche anche di una certa consistenza, non affrontate magari per indifferenza o per timore.
Non ci ha scritto nulla del ruolo della mamma in questo contesto, della coerenza o incoerenza tra di voi del modello educativo seguito, del motivo (vero!) per cui -praticamente da anni- non condividete il medesimo letto....
Le cose da dire e da approfondire sarebbero molteplici, ma non è questa la sede adeguata per farlo.
Infatti, cosa fare adesso le è stato suggerito fin dal primo post: si affidi insieme a sua moglie alle mani di uno psicoterapeuta della famiglia e si faccia aiutare a sbrogliare questa matassa. Per il bene, presente e futuro, vostro e di entrambi vostri figli.
Saluti cordiali.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
L'esempio della famiglia del "mulino bianco" era stata buttata giù in senso ironico, neanch'io ci credo anzi penso proprio sia utopia. Non ho detto che non litighiamo, anche questa potrebbe essere un'utopia in quanto in tutte le famiglie vi sono diverbi e incomprensioni ma per "litigio" intendo quello ove gli equilibri si alterano con conseguenze traumatiche soprattutto per i figli come il sottoscritto purtroppo ha vissuto durante la sua infanzia. Questo non sussiste nella mia famiglia e non per indifferenza o chicchessia bensì perchè non si sono motivi reali. La mamma è una donna molto presente nonostante impegnata con il suo lavoro. Non mancano le attenzioni, gli aiuti per i compiti di scuola, l'igiene, la cucina, etc. Le posso rimproverare il suo modo di essere molto scrupoloso e metodico per l'ordine e la pulizia ma lontano dall'essere ossessivo. Per quanto concerne il modello educativo, abbiamo qualche diverbio, come credo in tutte le famiglie. Il papà più permissivo e "amico" dei figli, la mamma la "strega" che detta regole e leggi. Normalissimo. Il fatto che non condividiamo il nostro letto non è un problema da analizzare bensì, come detto su, dipende dal fatto che mio figlio quasi tutte le notti si presenta terrorizzato dalla paura del buio ed essendo non più un piccolo bimbo da tenere in mezzo l'unica soluzione per evitare discussioni notturne è quella che io vada a dormire nella sua stanza. Soluzione che comprendo non sia la migliore ma dopo un certo periodo di tempo si arriva alla rassegnazione.
Comunque sia, accetto i Vs consigli di affidarmi a uno specialista sperando sia ancora in tempo per "sbrogliare" questa matassa.....Cordiali saluti
fermo restando che mi sembra che questi temi vengano affrontati in un percorso strutturato, credo che da subito potrebbe modificare alcuni Suoi comportamenti verso Suo figlio, ad esempio quello di avere la mano ferma davanti alla richiesta di dormire nel lettone.
Mi rendo conto che per Lei non sarà facile attuarlo immediatamente ma è necessario, anche perché Lei ben identifica il vero problema e cioè:
"Il papà più permissivo e "amico" dei figli, la mamma la "strega" che detta regole e leggi. "
Il genitore di solito NON deve fare l'amico dei figli e soprattutto se Lei si oppone anche inconsapevolmente alle direttive di Sua moglie, crea un contrasto con Sua moglie, confusione nei Suoi figli e mancanza di regole che, purtroppo o per fortuna, nella vita servono.
Quindi, capisco la difficoltà e forse Le spezzerà il cuore dover essere più fermo con Suo figlio, ma inizierei da stasera -in acordo con Sua moglie- a mettere dei paletti. Il Suo coinvolgimento nelle regole è imprescindibile per il futuro di Suo figlio.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
La ringrazio e nel contempo chiedo scusa per il ritardo nel farlo.
E' quanto volevo sentirmi dire e cioè che sarebbe opportuno attuare un comportamento fermo e deciso, diversamente da quanto temevo ovvero che tale comportamento avrebbe invece creato una reazione avversa e dannosa senza pensare invece di aver alimentato il suo disagio
Grazie e cordiali saluti
tenga presente che le regole (cioè sapere che cosa devo fare, rinforzate da spiegazioni e fatti, tra cui anche eventuali punizioni... come nel gioco se ci pensa bene) rassicurano, non solo i bambini.
Provi a pensare se non ci fossero le regole nella nostra società, nel codice della strada, ecc... Certo, se parcheggio in divieto di sosta o non rispetto i limiti di velocità, rischio di essere punita con una sanzione, ma d'altra parte quei limiti mi salvano la vita e tutelano gli altri che potrei investire a causa delle mie trasgressioni alle regole.
Ma impariamo anche in questo modo a comportarci bene.
Quindi, in accordo con Sua moglie, decidete che cosa dire e spiegare a vostro figlio, fatelo e poi aiutatelo a rispettare le regole.
Cordiali saluti,
Rieccomi nuovamente quì con lo stesso problema ovvero che non è cambiato nulla nonostante provi a parlare con mio figlio con molta comprensione e diplomazia. Mi spiace affermarlo ma ci siamo (io e mia moglie) rassegnati pur sapendo che stiamo commettendo un grosso errore. Inoltre, adesso sembra che abbia paura anche a salire da solo al piano superiore dove abbiamo la zona notte e proprio ieri sera, esasperato dal ripetersi delle solite tragedie, ho perso la pazienza imponendo con rabbia la decisione di salire da solo, farsi la doccia e mettersi subito a letto ma questo mi ha scosso tanto da non chiudere occhio questa notte. Ho perso la pazienza e l'ho aggredito accusandolo di essere infantile, pauroso, stupido e non dimostrare affatto i suoi 12 anni compiuti qualche settimana fa. Lui continuava a piangere ed io a gridare. Continua a dirmi che ha paura del buio e di cosa può celare lo stesso. Confermo che in famiglia si respira un'atmosfera serena e senza grossi problemi tranne qualche piccola incomprensioni e/o banale litigio tra genitori e figli o genitori stessi che normalmente si verificano in tutte le famiglie. Confermo che diligentemente abbiamo sempre e evitato di vedere trasmissioni a sfondo violento o thriller/horror e neanche lui ne è attratto o ne fa uso a nostra insaputa. Gentili medici, è giusto aver agito così di rabbia la scorsa sera? E' su questa linea che devo perseverare dato che con la comprensione e la gentilezza abbiamo fallito? E' proprio indispensabile un colloquio con uno specialista ammesso di averlo fatto qualche anno fà ma senza seguire una mirata terapia? Grazie anticipatamente e cordiali saluti
Gentile Utente,
comprendo la sua difficoltà a gestire la situazione, tuttavia questo atteggiamento purtroppo non aiuta a risolvere, anzi rischia di rinforzare la problematica.
Il comportamento di vostro figlio andrebbe compreso attraverso una disamina diretta, da qui per via del mezzo virtuale non possiamo raccogliere ogni elemento utile, né fare interventi diretti.
Come vede i suggerimenti dati da qui, seppure corretti, non sono sufficienti ad affrontare e gestire in modo efficace la situazione.
Proprio per questo non avrei alcun dubbio nel consultare un terapeuta familiare (suggerito l'approccio sistemico-relazionale) anche per accompagnarvi ad affrontare e gestire in modo opportuno le difficoltà emergenti e risolverle.
Se sa che rassegnarsi è un errore, non metta altro tempo in mezzo per risolvere, per il benessere di vostro figlio e di voi genitori.
Cordialità
Grazie per la sua pronta risposa che concordo pienamente.
Immaginavo che un atto di forza non sarebbe stato proficuo ma l'esasperazione ha fatto si che succedesse.
Faccio tesoro del suo consiglio e provvedo da subito a contattare uno specialista e quindi porre fine al "fai da te" che potrebbe peggiorare ulteriormente la situazione.
Ancora grazie e cordiali saluti
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