Problema ansia patologica e rapporto con genitori
Salve.
Sono una ragazza di 25 anni e soffro di disturbi d'ansia da parecchio.
Tale disturbo sembra ultimamente essersi acuito a causa del rapporto con i miei genitori.
Negli ultimi anni hanno avuto svariati problemi di diversa natura che non sto qui a raccontare, e questo credo li abbia portati ad avere forse diversi pensieri.
Tuttavia, noto che spesso e volentieri mi usano come valvola di sfogo.
Non é raro infatti che mi rimbecchino assai aspramente per futilità che nelle famiglie "ordinarie" penso si risolverebbero con una piccola schermaglia, arrivando talvolta ad insultarmi anche piuttosto pesantemente. Ci tengo a precisare che non é solo una mia impressione, poiché il mio stesso fidanzato, mi ha fatto notare che le loro reazioni sono spesso eccessive e fuori dalle righe, se non il più delle volte totalmente immotivate (à questo vi ero arrivata anche io, e lui non voleva credermi finche più volte non li ha sentiti lui stesso gridarmi determinate cose).
Tale duro atteggiamento dei miei genitori,resta a me incomprensibile.
Non sono una persona problematica, sto per laurearmi con un ottima media e non mi pare di avergli mai dato particolari dispiaceri. Il loro ingiustificato risentimento mi sta perciò annientando.
L ansia si é acutizzata, ho iniziato a soffrire di insonnia, incubi e talvolta leggere paralisi nel sonno o momentanee mancanze di respiro. Senza contare attacchi di tachicardia con picchi fino ai 150 al minuto che a volte durano anche ore.
Sto perdendo interesse nella vita. Mi sento spaesata. E ho paura di non farcela con le mie gambe.
Vi ringrazio in anticipo.
Sono una ragazza di 25 anni e soffro di disturbi d'ansia da parecchio.
Tale disturbo sembra ultimamente essersi acuito a causa del rapporto con i miei genitori.
Negli ultimi anni hanno avuto svariati problemi di diversa natura che non sto qui a raccontare, e questo credo li abbia portati ad avere forse diversi pensieri.
Tuttavia, noto che spesso e volentieri mi usano come valvola di sfogo.
Non é raro infatti che mi rimbecchino assai aspramente per futilità che nelle famiglie "ordinarie" penso si risolverebbero con una piccola schermaglia, arrivando talvolta ad insultarmi anche piuttosto pesantemente. Ci tengo a precisare che non é solo una mia impressione, poiché il mio stesso fidanzato, mi ha fatto notare che le loro reazioni sono spesso eccessive e fuori dalle righe, se non il più delle volte totalmente immotivate (à questo vi ero arrivata anche io, e lui non voleva credermi finche più volte non li ha sentiti lui stesso gridarmi determinate cose).
Tale duro atteggiamento dei miei genitori,resta a me incomprensibile.
Non sono una persona problematica, sto per laurearmi con un ottima media e non mi pare di avergli mai dato particolari dispiaceri. Il loro ingiustificato risentimento mi sta perciò annientando.
L ansia si é acutizzata, ho iniziato a soffrire di insonnia, incubi e talvolta leggere paralisi nel sonno o momentanee mancanze di respiro. Senza contare attacchi di tachicardia con picchi fino ai 150 al minuto che a volte durano anche ore.
Sto perdendo interesse nella vita. Mi sento spaesata. E ho paura di non farcela con le mie gambe.
Vi ringrazio in anticipo.
[#1]
Gentile ragazza,
in situazioni del genere è opportuno capire con l'aiuto di uno psicologo psicoterapeuta di persona come poter modificare e ammorbidire alcune condizioni e modalità di relazionarsi in casa, laddove possibile.
Dal momento che scrive di soffrire d'ansia da molto tempo, posso chiedere che cosa ha fatto fin qui per cercare di gestire il problema? E' seguita da un medico? O da uno psicologo?
in situazioni del genere è opportuno capire con l'aiuto di uno psicologo psicoterapeuta di persona come poter modificare e ammorbidire alcune condizioni e modalità di relazionarsi in casa, laddove possibile.
Dal momento che scrive di soffrire d'ansia da molto tempo, posso chiedere che cosa ha fatto fin qui per cercare di gestire il problema? E' seguita da un medico? O da uno psicologo?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Utente
Gent.ma Dott,ssa Pileci, innanzitutto grazie per la sua celerità. Volevo poi scusarmi per gli errori nel messaggio precedente, dettati dalla fretta.
Ad ogni modo, non sono seguita da uno psicologo; solo il medico di famiglia mi ha assegnato gocce di melatonina Pineal l'invero scorso, e un medicinale a base di triptofano Neoxerogen credo si chiamasse, l'estate scorsa.
Lei crede possa esserci una connessione tra l'ansia e le improvvise perdite di respiro della durata di pochissimi secondi, che ho la notte?
Ad ogni modo, non sono seguita da uno psicologo; solo il medico di famiglia mi ha assegnato gocce di melatonina Pineal l'invero scorso, e un medicinale a base di triptofano Neoxerogen credo si chiamasse, l'estate scorsa.
Lei crede possa esserci una connessione tra l'ansia e le improvvise perdite di respiro della durata di pochissimi secondi, che ho la notte?
[#3]
Cara ragazza,
Quando sussistono dei conflitti fra due parti occorre analizzare il contributo che viene loro fornito da ciascuna delle due parti.
Lei certamente e' convinta di essere una vittima e non contribuire. Ma questo non e' detto.
Da qui non e' possibile dirLe cosa possa davvero determinare il conflitto.
Che poi Lei abbia delle conseguenze emotive e' abbastanza ovvio.
Ma certamente non basta questo a comprendere.
Se e' Lei a soffrirne spetta a Lei cercare un aiuto per decodificare davvero cosa stia accadendo.
Purtroppo le persone vicine non sempre posseggono l'obiettivita' necessaria e occorre un aiuto competente ma esterno.
Ci pensi un po' su!
Il rapporto genitori-figli e' ideal-tipico .
E non lo si puo' sottovalutare. In esso c'e la propria individualita', la possibilità' o l'impossibilita' di svincolarsene.
La propria identita' matura e indipendente o la propria identita' ancora in strutturazione!
I miei auguri!
Quando sussistono dei conflitti fra due parti occorre analizzare il contributo che viene loro fornito da ciascuna delle due parti.
Lei certamente e' convinta di essere una vittima e non contribuire. Ma questo non e' detto.
Da qui non e' possibile dirLe cosa possa davvero determinare il conflitto.
Che poi Lei abbia delle conseguenze emotive e' abbastanza ovvio.
Ma certamente non basta questo a comprendere.
Se e' Lei a soffrirne spetta a Lei cercare un aiuto per decodificare davvero cosa stia accadendo.
Purtroppo le persone vicine non sempre posseggono l'obiettivita' necessaria e occorre un aiuto competente ma esterno.
Ci pensi un po' su!
Il rapporto genitori-figli e' ideal-tipico .
E non lo si puo' sottovalutare. In esso c'e la propria individualita', la possibilità' o l'impossibilita' di svincolarsene.
La propria identita' matura e indipendente o la propria identita' ancora in strutturazione!
I miei auguri!
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.5k visite dal 08/03/2016.
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