Voglia di uscire

Buongiorno,
Sono una ragazza di 22 anni e da che ricordi ho sempre manifestato un tipo di problema.
Ci sono alcune volte che, dopo aver organizzato un'uscita, mi rifiuto di prenderne parte. MI dico che tanto non ne ho voglia, non accadrà nulla di nuovo, è sempre la solita gente.
Tuttavia una volta presa questa decisione, mi incupisco.
Nonostante ciò preferisco rimanere della mia opinione e vivere il resto della giornata arrabbiata, provando sdegno per i miei comoagni di uscita, quasi scaricando la colpa su di loro.
Ho provato ad uscire e ad abbattere questa frontiera ma, immancabilmete, faccio di tutto affinche i i miei pronostici si avverino (non accadrà nulla di nuovo, è sempre la solita gente...) e sembro placarmi soltanto quando riesco a portare nella stessa situazione di sdegno e ira i miei compagni.
Sembro quasi volerli umiliare.
Col tempo mi sono accorta che non serve a nulla, che essi continuano la loro vita tranquilli e rimangono basiti del mio comportamento.
Perché però questo interesse a scaricare loro la colpa a voler far vivere loro la stessa rabbia a volerli punire?
Le uniche cose che riesco ad associare a ciò sono le bizze che da piccola facevo ai miei (da un momentk a l' altro non mi andava più di parlare) ed il fatto che i miei non mi abbiano fatto uscire durante la prima adolescenza come accadeva agli altri bambini, ma di certo non credo basti a giustificare un simile comportamento.
Mi rimetto a un vostro larere6
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
<Ho provato ad uscire e ad abbattere questa frontiera ma, immancabilmete, faccio di tutto affinche i i miei pronostici si avverino>

Gentile Ragazza,
in effetti così non risolve nulla, anzi il suo comportamento è volto a confermare le sue convinzioni e a far se in modo che la sua profezia si avveri. Come vede anche attribuire ad altri determinate responsabilità e vederli a loro volta sdegnati, non la aiuta a risolvere- Gli altri continuano la propria vita e lei, seppure temporanamente placata, si ritrova con le medesime difficoltà e a girare intorno al suo problema, anziché affrontarlo in modo opportuno.

Una "strategia" questa che dunque non funziona poiché le impedisce di cogliere l'essenza del problema, fare chiarezza e risolvere.

Ha mai pensato di rivolgersi direttamente a un nostro collega?








Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#2]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"Ci sono alcune volte che, dopo aver organizzato un'uscita, mi rifiuto di prenderne parte. MI dico che tanto non ne ho voglia, non accadrà nulla di nuovo, è sempre la solita gente"

Gentile ragazza,

secondo te ci sono delle paure di fondo che alimentano questo comportamento?
Se sì, quali?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#3]
Utente
Utente
Non credo ci siano paure, piuttosto emulo il comportamento dei miei, mi comporto quasi da superiore.
Non saprei, forse l'unica paura è "ferire" i miei, uscendo troppo. In generale non ho grandi amicizie.
[#4]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
In che modo ferirebbe i suoi uscendo troppo?
Come sono i rapporti tra i suoi genitori e tra lei e loro? Quali asdpettative hanno nei suoi confronti? E' figlia unica?
[#5]
Utente
Utente
Ho avuto regole molto rigide per cui uscire troppo vebiva visto come malcostume i miei inoltre sono molto apprensivi.
Sì figlia unica
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Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Cara ragazza, penso proprio che Lei abbia fatto suo fin troppo, il punto di vista dei genitori un pò apprensivi che si ritrova, forse per farli contenti e per non avere discussioni, decide perciò che di uscire non ha voglia e cerca di convincere i suoi amici.. strategia perdente perchè in fondo al cuore , penso che Lei come tutti avrebbe voglia di uscire e tentare di essere contenta..
Crescere vuol anche dire essere capaci di mediare coi genitori che a volte stentano ad accettare che i figli crescono. Quindi parli coi suoi e chiarisca a sè stessa i suoi desideri veri ed anche le sue paure. Sarebbe opportuno con un Collega de visu , affrontare appunto le sue paure , forse di non essere accettata, apprezzata.
Ma a stare con gli altri si impara, per prove ed errori.. cosa ne pensa ?

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it