Bambino di 3 anni e alimentazione selettiva
Buonasera,
scrivo in merito ad un disturbo dell'alimentazione di mio nipote, di 3 anni di età, molto sensibile e legato alla mamma.
In pratica, esattamente 1 anno, fa ha smesso improvvisamente di mangiare le normali pietanze (pasta, legumi, pesce, verdure, ecc) e ha adottato un'alimentazione molto selettiva fatta di latte e biscotti, yogurt, frutta omogeneizzata, succhi di frutta, merendine (ma solo quelle che dice lui) pizza e patatine. La mamma su indicazione del pediatra, per fargli assumere qualche proteina, aggiunge ogni tanto nel latte un uovo o un po' di carne liofilizzata.
Tutto è cominciato esattamente il giorno dopo averlo lasciato per la prima volta a pranzo all'asilo. Quando la mamma è andato a prenderlo l'ha trovato un po' isolato e stranito e da quel momento non ha più voluto mangiare ciò che mangiava prima. La sera stessa ha avuto un po' di febbre e per qualche giorno uno stato influenzale al quale è stato inizialmente attribuito questo cambiamento nell'alimentazione. Alcune settimane dopo poi, la mamma, in attesa della sorellina, è dovuta rimanere a letto per qualche settimana per un leggero distacco della placenta, non potendo più avere con lui lo stesso rapporto di prima.
Ad oggi, se gli chiedi come mai non vuole assaggiare la pasta, lui risponde che è calda, anche se non è così, e la pizza, che mangia volentieri, prima deve diventare fredda e poi la mangia.
Il pediatra non è affatto preoccupato perchè tutti i valori (di crescita, del sangue, delle urine e delle feci) sono nella norma e ha detto che è una fase comune e che si risolverà spontaneamente.
Il bambino non viene forzato a mangiare ciò che non vuole, viene coinvolto nelle operazioni di preparazione dei cibi, viene seduto a tavola con il suo piatto, le posate e il cibo (col quale però gioca soltanto).
Naturalmente i genitori hanno chiesto un consulto anche ad altri medici e psicologi, che non hanno fatto altro che confermare quanto sostenuto dal pediatra. E' stata consigliata la somministrazione di integratori di vitamine e di prodotti omeopatici, ma nulla è cambiato.
Vorrei avere un ulteriore parere per capire se davvero bisogna solo aspettare o se invece si può fare qualcosa per riportare il bambino ad un'alimentazione più varia e completa.
Grazie
scrivo in merito ad un disturbo dell'alimentazione di mio nipote, di 3 anni di età, molto sensibile e legato alla mamma.
In pratica, esattamente 1 anno, fa ha smesso improvvisamente di mangiare le normali pietanze (pasta, legumi, pesce, verdure, ecc) e ha adottato un'alimentazione molto selettiva fatta di latte e biscotti, yogurt, frutta omogeneizzata, succhi di frutta, merendine (ma solo quelle che dice lui) pizza e patatine. La mamma su indicazione del pediatra, per fargli assumere qualche proteina, aggiunge ogni tanto nel latte un uovo o un po' di carne liofilizzata.
Tutto è cominciato esattamente il giorno dopo averlo lasciato per la prima volta a pranzo all'asilo. Quando la mamma è andato a prenderlo l'ha trovato un po' isolato e stranito e da quel momento non ha più voluto mangiare ciò che mangiava prima. La sera stessa ha avuto un po' di febbre e per qualche giorno uno stato influenzale al quale è stato inizialmente attribuito questo cambiamento nell'alimentazione. Alcune settimane dopo poi, la mamma, in attesa della sorellina, è dovuta rimanere a letto per qualche settimana per un leggero distacco della placenta, non potendo più avere con lui lo stesso rapporto di prima.
Ad oggi, se gli chiedi come mai non vuole assaggiare la pasta, lui risponde che è calda, anche se non è così, e la pizza, che mangia volentieri, prima deve diventare fredda e poi la mangia.
Il pediatra non è affatto preoccupato perchè tutti i valori (di crescita, del sangue, delle urine e delle feci) sono nella norma e ha detto che è una fase comune e che si risolverà spontaneamente.
Il bambino non viene forzato a mangiare ciò che non vuole, viene coinvolto nelle operazioni di preparazione dei cibi, viene seduto a tavola con il suo piatto, le posate e il cibo (col quale però gioca soltanto).
Naturalmente i genitori hanno chiesto un consulto anche ad altri medici e psicologi, che non hanno fatto altro che confermare quanto sostenuto dal pediatra. E' stata consigliata la somministrazione di integratori di vitamine e di prodotti omeopatici, ma nulla è cambiato.
Vorrei avere un ulteriore parere per capire se davvero bisogna solo aspettare o se invece si può fare qualcosa per riportare il bambino ad un'alimentazione più varia e completa.
Grazie
[#1]
Gentile signora
Come reagiscono i genitori del bimbo a questo suo comportamento? Sono preoccupati?
All ' asilo che cosa mangia, di tutto o solo a casa si comporta così?
Come reagiscono i genitori del bimbo a questo suo comportamento? Sono preoccupati?
All ' asilo che cosa mangia, di tutto o solo a casa si comporta così?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Utente
I genitori del bambino cercano di farsi vedere tranquilli, ma certamente sono preoccupati, così come i nonni che vedono il bambino ogni giorno.
All'asilo non mangia, fa solo lo spuntino alle 10:30 ma mangia solo la sua merendina. Quando vede arrivare il carrello con il cibo si mette a piangere, quindi lo andiamo a prendere a mezzogiorno e mangia a casa.
Se per caso qualche bambino che fa il compleanno porta torte o altri cibi non li mangia, al massimo assaggia le patatine.
All'asilo non mangia, fa solo lo spuntino alle 10:30 ma mangia solo la sua merendina. Quando vede arrivare il carrello con il cibo si mette a piangere, quindi lo andiamo a prendere a mezzogiorno e mangia a casa.
Se per caso qualche bambino che fa il compleanno porta torte o altri cibi non li mangia, al massimo assaggia le patatine.
[#3]
Gentile Signora,
per l'alimentazione è bene seguire le indicazioni del pediatra che ha in cura il suo nipotino, lasciando magari da parte le preoccupazioni dato che a quanto dice è tutto a posto.
Talvolta l'inserimento alla materna o/ e l'arrivo di un nuovo nato in famiglia possono comportare temporanee difficoltà, dipende anche da come le si affronta, entrare però nello specifico da qui non è possibile. Ad esempio potrebbe accadere che davanti a un inziale rifiuto del cibo, i comportamenti preoccupati messi in atto da chi si prende cura del bimbo, finiscano per rinforzare del tutto involontariamente il problema, anziché risolverlo. Solo un esempio tra i molti possibili e non è detto che sia questo il caso del suo nipotino.
Se i genitori fossero preoccupati può dire loro di scriverci direttamente.
Cordialità
per l'alimentazione è bene seguire le indicazioni del pediatra che ha in cura il suo nipotino, lasciando magari da parte le preoccupazioni dato che a quanto dice è tutto a posto.
Talvolta l'inserimento alla materna o/ e l'arrivo di un nuovo nato in famiglia possono comportare temporanee difficoltà, dipende anche da come le si affronta, entrare però nello specifico da qui non è possibile. Ad esempio potrebbe accadere che davanti a un inziale rifiuto del cibo, i comportamenti preoccupati messi in atto da chi si prende cura del bimbo, finiscano per rinforzare del tutto involontariamente il problema, anziché risolverlo. Solo un esempio tra i molti possibili e non è detto che sia questo il caso del suo nipotino.
Se i genitori fossero preoccupati può dire loro di scriverci direttamente.
Cordialità
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#4]
Utente
La ringrazio per la risposta e confermo che sto scrivendo proprio su indicazione dei genitori del bambino, in quanto vengo considerato più affine con gli strumenti tecnologici.
Per essere precisi, dopo quel giorno (marzo 2015) il bambino ha interrotto il pre-inserimento e ha cominciato a frequentare regolarmente la scuola materna (ma sede diversa) a Settembre dello stesso anno. La sorellina invece è nata a Novembre 2015, quindi alcuni mesi dopo l'inizio della sua "nuova" alimentazione.
Certamente nei primi tempi i genitori hanno un po' insistito perchè ritenevano fosse solo un capriccio momentaneo.
Il termine "temporaneità" in questi casi può riferirsi anche a periodi di uno o più anni?
Naturalmente è un bene che dal punto di vista medico sia tutto nella norma, ma credo che la preoccupazione riguardi l'errato apporto nutrizionale che una dieta così selettiva può comportare.
Per essere precisi, dopo quel giorno (marzo 2015) il bambino ha interrotto il pre-inserimento e ha cominciato a frequentare regolarmente la scuola materna (ma sede diversa) a Settembre dello stesso anno. La sorellina invece è nata a Novembre 2015, quindi alcuni mesi dopo l'inizio della sua "nuova" alimentazione.
Certamente nei primi tempi i genitori hanno un po' insistito perchè ritenevano fosse solo un capriccio momentaneo.
Il termine "temporaneità" in questi casi può riferirsi anche a periodi di uno o più anni?
Naturalmente è un bene che dal punto di vista medico sia tutto nella norma, ma credo che la preoccupazione riguardi l'errato apporto nutrizionale che una dieta così selettiva può comportare.
[#5]
Secondo me , questo bambino dell'asilo non è entusiasta e l'arrivo della sorellina, preceduto dal fatto che la sua mamma stava male e quindi era un pò meno presente nella sua vita, ha rinforzato questa sua scelta.. in larga misura regressiva.. come se dicesse .. non sono poi così grande da dovermene andare fuori di casa ora, io ancora sono piccolo voglio il latte e tutti alimenti.. come una volta...
la pizza beh.. se la concede..
Molto bene qualche aggiunta proteica , ma anche naturalmente , coi limiti del possibile un'attenzione , una coccola un libretto letto insieme , in più..
Via via questo bimbo crescerà anche lui , ma la gelosia è una cosa seria e bisogna un pò occuparsene e rassicurarlo.. questo bimbo che vi parla con le sue private strategie..
la pizza beh.. se la concede..
Molto bene qualche aggiunta proteica , ma anche naturalmente , coi limiti del possibile un'attenzione , una coccola un libretto letto insieme , in più..
Via via questo bimbo crescerà anche lui , ma la gelosia è una cosa seria e bisogna un pò occuparsene e rassicurarlo.. questo bimbo che vi parla con le sue private strategie..
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
[#6]
Utente
Gentile Dott.sa Fregonese, la ringrazio per la risposta.
Sinceramente il bambino sembra andare volentieri all'asilo: appena si sveglia dice "asilo no", ma poi esce di casa volentieri e rimane con gli altri bimbi senza piangere o fare storie.
Credo anche io nelle motivazioni da lei indicate e aggiungo che spesso il rifiuto del cibo è seguito dalla richiesta di "coccoline" verso la mamma.
Come detto la mamma lo coinvolge il più possibile nella preparazione dei pasti e dei dolci e ogni sera leggono insieme una favola.
Con la sorellina il rapporto sembra buono (l'accarezza, la bacia e la "difende") ma probabilmente sotto sotto un po' di gelosia c'è.
Da come ho capito quindi viene confermata la tesi del pediatra: non rimane che aspettare che la situazione si risolva da sola.
Grazie mille per la disponibilità!
Sinceramente il bambino sembra andare volentieri all'asilo: appena si sveglia dice "asilo no", ma poi esce di casa volentieri e rimane con gli altri bimbi senza piangere o fare storie.
Credo anche io nelle motivazioni da lei indicate e aggiungo che spesso il rifiuto del cibo è seguito dalla richiesta di "coccoline" verso la mamma.
Come detto la mamma lo coinvolge il più possibile nella preparazione dei pasti e dei dolci e ogni sera leggono insieme una favola.
Con la sorellina il rapporto sembra buono (l'accarezza, la bacia e la "difende") ma probabilmente sotto sotto un po' di gelosia c'è.
Da come ho capito quindi viene confermata la tesi del pediatra: non rimane che aspettare che la situazione si risolva da sola.
Grazie mille per la disponibilità!
[#7]
Utente
Riferendo le vostre risposte ai genitori del bambino, gli stessi mi chiedono di aggiungere un particolare. In pratica circa 4 mesi fa gli era stato consigliato da uno specialista di dare il latte solo al mattino e di proporgli invece le pietanze normali (pasta, legumi, pesce e verdure) a pranzo e cena. Se non le avesse volute non bisognava forzarlo ma neanche permettergli di mangiare le "sue" cose.
Da genitori, sono riusciti a farlo solo il primo giorno. Poi, visto che il bambino aveva rifiutato sia il pranzo sia la cena andando a letto digiuno, il giorno dopo hanno ricominciato ad assecondare le sue scelte.
Credete che continuando con questo "metodo" per qualche giorno si sarebbe potuto ottenere un cambiamento? Vale la pena di riprovare con maggiore fermezza?
Grazie
Da genitori, sono riusciti a farlo solo il primo giorno. Poi, visto che il bambino aveva rifiutato sia il pranzo sia la cena andando a letto digiuno, il giorno dopo hanno ricominciato ad assecondare le sue scelte.
Credete che continuando con questo "metodo" per qualche giorno si sarebbe potuto ottenere un cambiamento? Vale la pena di riprovare con maggiore fermezza?
Grazie
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Fermezza e chiarezza, perché se si sceglie una strategia e poi si fa marcia indietro davanti alle proteste del bimbo, si genera confusione.
Il rinforzo di un comportamento non deve mai essere intermittente perché il bambino poi non sa più che fare.
Quindi, seguite le indicazioni già date, concordando la linea da tenere.
Cordiali saluti,
Il rinforzo di un comportamento non deve mai essere intermittente perché il bambino poi non sa più che fare.
Quindi, seguite le indicazioni già date, concordando la linea da tenere.
Cordiali saluti,
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 9.8k visite dal 29/02/2016.
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