Ansia sul lavoro
Salve, scrivo per un consiglio in un periodo un po' difficile. Ho 26 anni e a pochi mesi dalla laurea mi sono trasferita in una città nuova a settembre. Da pochi giorni ho iniziato un lavoro per me completamente nuovo.Nonostante sia stata contenta di ricevere un'offerta di lavoro più interessante della precedente, il nuovo lavoro ha destabilizzato l'equilibrio e la routine che mi ero creata dal mio trasferimento. Le mansioni da svolgere non sono troppo difficili, solo mi trovo a dover imparare tutto da zero e questo mi causa uno stato di agitazione dovuto alla costante paura di sbagliare. Spesso prima di iniziare la giornata sono presa dall'ansia di non saper svolgere le mansioni che mi saranno insegnate e mi trovo a pensare alle ipotesi peggiori che potrebbero succedere nel caso possa sbagliare. Mi spiace prendere la cosa in maniera ansiosa e credo che se me la vivessi più tranquilla sarei anche migliore nel mio lavoro. Cerco di distrarmi nel tempo libero e fortunatamente ho il sostegno del mio fidanzato, di alcune amiche che ho conosciuto qui e della mia famiglia (anche se lontana). Tuttavia vorrei starmene tranquilla e serena e vorrei che questa agitazione passasse prima possibile. Mi chiedo quindi se si tratta solo di avere la pazienza di abituarmi al nuovo lavoro e lasciare che l'ansia passi da sola o se invece debba intervenire sul mio atteggiamento. Grazie della disponibilità e buona giornata.
[#1]
Gentile ragazza,
mi sembra normale un po' d'ansia di fronte a compiti lavorativi non abituali e conosciuti.
Tenga presente che l'ansia migliora in genere la prestazione, ma non deve superare un certo livello, oltre il quale la prestazione invece comincia a scadere, assumendo pertanto nel diagramma una forma ad U rovesciata.
Se però ha sentito il bisogno di parlarcene, forse sarebbe bene valutare se ci siano altri fattori che le rendano il nuovo lavoro difficile da affrontare e, in questo caso, sarebbe opportuno consultare uno psicologo per una valutazione più precisa e più a largo raggio.
Cordiali saluti
mi sembra normale un po' d'ansia di fronte a compiti lavorativi non abituali e conosciuti.
Tenga presente che l'ansia migliora in genere la prestazione, ma non deve superare un certo livello, oltre il quale la prestazione invece comincia a scadere, assumendo pertanto nel diagramma una forma ad U rovesciata.
Se però ha sentito il bisogno di parlarcene, forse sarebbe bene valutare se ci siano altri fattori che le rendano il nuovo lavoro difficile da affrontare e, in questo caso, sarebbe opportuno consultare uno psicologo per una valutazione più precisa e più a largo raggio.
Cordiali saluti
Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo
[#2]
Gentile Signora,
sottoscrivo quanto scritto dalla collega Sciubba e aggiungo:
quando da bambini abbiamo iniziato a camminare o a andare in bicicletta, tutti ci dicevano: "guarda avanti, tieni la testa dritta!".
E noi magari rispondevamo: "Ma se guardo avanti cado!?".
Poi, un bel giorno, magari proprio quando provava un po' di paura, qualcuno le avrà detto: "Brava, guarda che stai andando da sola!".
Provi a ricordare le prime esperienze d'esame all'università, forse anche allora provò un po' d'ansia, o anche molta ansia, che però non le ha impedito di superare bene tutte le prove, fino al conseguimento della laurea.
Non so se l'ansia fu allora un ostacolo o invece un mezzo per mobilitare le sue migliori risorse ed energie, forse non è importante saperlo.
L'importante è attivare ancora una volta - più o meno consapevolmente, con flessibilità - lo stesso processo di adattamento che le ha permesso di conseguire buoni risultati finora, nello studio come nella vita.
Le persone che l'hanno accompagnata finora potranno certamente aiutarla.
Magari, pensi un po' meno alle "ipotesi peggiori" e dia il giusto spazio ai suoi meriti. Per esempio: ha festeggiato adeguatamente con i suoi cari l'inizio della nuova avventura lavorativa?
Cordialità,
sottoscrivo quanto scritto dalla collega Sciubba e aggiungo:
quando da bambini abbiamo iniziato a camminare o a andare in bicicletta, tutti ci dicevano: "guarda avanti, tieni la testa dritta!".
E noi magari rispondevamo: "Ma se guardo avanti cado!?".
Poi, un bel giorno, magari proprio quando provava un po' di paura, qualcuno le avrà detto: "Brava, guarda che stai andando da sola!".
Provi a ricordare le prime esperienze d'esame all'università, forse anche allora provò un po' d'ansia, o anche molta ansia, che però non le ha impedito di superare bene tutte le prove, fino al conseguimento della laurea.
Non so se l'ansia fu allora un ostacolo o invece un mezzo per mobilitare le sue migliori risorse ed energie, forse non è importante saperlo.
L'importante è attivare ancora una volta - più o meno consapevolmente, con flessibilità - lo stesso processo di adattamento che le ha permesso di conseguire buoni risultati finora, nello studio come nella vita.
Le persone che l'hanno accompagnata finora potranno certamente aiutarla.
Magari, pensi un po' meno alle "ipotesi peggiori" e dia il giusto spazio ai suoi meriti. Per esempio: ha festeggiato adeguatamente con i suoi cari l'inizio della nuova avventura lavorativa?
Cordialità,
Enrico Cazzolino
Psicologo Psicoterapeuta
www.consulentepsicologo.it
[#3]
Gentile Utente,
Lei scrive: "Tuttavia vorrei starmene tranquilla e serena e vorrei che questa agitazione passasse prima possibile. Mi chiedo quindi se si tratta solo di avere la pazienza di abituarmi al nuovo lavoro e lasciare che l'ansia passi da sola o se invece debba intervenire sul mio atteggiamento. "
Da una parte, per le stesse ragioni che hanno suggerito i Colleghi, è impossibile non provare agitazione in alcune specifiche circostanze.
E questo cambiamento che Lei sta vivendo è una di quelle circostanze.
Vorrei però anche chiarire che le nostre emozioni non sono inutili, né nocive: il Suo stato di agitazione Le sta segnalando qualcosa di importante, che a mio avviso non merita attenzione da parte di uno psicologo perché mi sembra del tutto normale essere agitati entro certi limiti davanti ad una novità.
Tale tensione è un modo per prestare particolare attenzione ai compiti che sta svolgendo e portando a termine. Quando poi sarà automatico per Lei svolgere quel compito, allora il livello di preoccupazione scenderà fino a non essere più percepito, esattamente come quando ha imparato a guidare l'auto.
Cordiali saluti,
Lei scrive: "Tuttavia vorrei starmene tranquilla e serena e vorrei che questa agitazione passasse prima possibile. Mi chiedo quindi se si tratta solo di avere la pazienza di abituarmi al nuovo lavoro e lasciare che l'ansia passi da sola o se invece debba intervenire sul mio atteggiamento. "
Da una parte, per le stesse ragioni che hanno suggerito i Colleghi, è impossibile non provare agitazione in alcune specifiche circostanze.
E questo cambiamento che Lei sta vivendo è una di quelle circostanze.
Vorrei però anche chiarire che le nostre emozioni non sono inutili, né nocive: il Suo stato di agitazione Le sta segnalando qualcosa di importante, che a mio avviso non merita attenzione da parte di uno psicologo perché mi sembra del tutto normale essere agitati entro certi limiti davanti ad una novità.
Tale tensione è un modo per prestare particolare attenzione ai compiti che sta svolgendo e portando a termine. Quando poi sarà automatico per Lei svolgere quel compito, allora il livello di preoccupazione scenderà fino a non essere più percepito, esattamente come quando ha imparato a guidare l'auto.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.8k visite dal 29/02/2016.
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