Disturbi alimentari

Salve, sono qui per chiedere aiuto su una situazione che mi rende davvero triste. La mia ragazza soffre di disturbi alimentari che sono simili ad una bulimia nervosa ma non "esagerata". D'altronde questi disturbi le provocano ovviamente tristezza, cali di autostima ecc.. Mi rivolgo a voi dottori poiché io vorrei veramente aiutarla ma non come fare. Stiamo insieme da 3 anni quasi, lei mi confessò queste cose pochi mesi dopo l'inizio della nostra relazione e da quel momento ho sempre cercato di aiutarla e soprattutto le sono sempre stato vicino. Ci sono periodi in cui va tutto bene, altri invece ci ricade (specialmente quando ha il ciclo, che non aiuta) e periodi in cui IO penso che vada tutto bene ma invece è lei che mi tiene nascosti certi episodi. Io sono triste perché non riesco ad aiutarla seriamente, vorrei fare qualcosa di concreto oltre che starle accanto emotivamente e fisicamente. Voglio rendermi utile. Cosa potrei fare? Aggiungo che è stata seguita anche da una psicologa per un periodo di tempo, con la quale aveva fatto anche qualche seduta di gruppo, ma la situazione non è cambiata molto. Grazie in anticipo a tutti.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
"Voglio rendermi utile. Cosa potrei fare? "

Gentile Utente,
Immagino il suo sentire, e la sua impotenza, ma lei non può fare assolutamente nulla, se non convincerla a tornare in terapia.

Il cibo diventa un amore, un amante, un genitore amorevole, una calda regressione all'infanzia: una compensazione ed una sostituzione.

Ridare il giusto significato di nutrimento, del corpo e non dell'anima, è compito dello psicologo.

Solitamente negli ospedali queste problematiche vengono affrontate in team di specialisti: l'endocrinologo, lo psichiatra e lo psicologo, le suggerisca di rivolgersi ad una struttura dedicata

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile ragazzo,

è molto difficile trattare i disturbi del comportamento alimentare (se davvero si tratta di una patologia del genere) e fai bene a porti la domanda "che cosa posso fare?" perché spesso amici e parenti purtroppo finiscono per colludere con la patologia del loro congiunto, proprio perché non sanno che fare e, con l'intenzione di fare bene, commettono degli errori nella relazione con il pz.

Per questa ragione ci sono dei gruppi di terapia anche per i famigliari. Tu sai se i genitori della tua ragazza hanno mai partecipato ad incontri del genere con lo psicologo psicoterapeuta?

Posso chiederti se sai come mai la tua ragazza ha lasciato la terapia?

Per approfondimenti, puoi leggere qui: https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1211-i-disturbi-del-comportamento-alimentare-che-cosa-sono-e-come-si-curano.html

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#3]
Utente
Utente
Penso che abbia lasciato perché non notava miglioramenti. I genitori non hanno mai partecipato alle sedute con lei o a sedute di gruppo.
[#4]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazzo,
I disturbi alimentari sono molto complessi e non li si puo' lasciare agire abbandonando a se' stessa la ragazza.
Esistono dei Centri ove queste complesse patologie vengono inquadrate a diversi livelli, non solo psicoterapeutico quindi.
Provi a parlare con la ragazza per capire se accetterebbe di rivolgersi a uno di tali Centri.
Se accettera' sara' un ottimo segno! Speriamo!

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
E' molto importante coinvolgere i genitori, anche perché chi si trova accanto a pz così sofferenti spesso non sa che cosa fare.
D'altra parte anche tu ti stai domandando che fare.
Inoltre, i miglioramenti non riguardano sempre in prima battuta il cibo, e quindi sarebbe utile riprendere il trattamento.
Non so che cosa intendi con "ma non esagerata", in ogni caso è importante cercare un professionista per un percorso di cura.

Cordiali saluti,
[#6]
Utente
Utente
Con "non esagerata" intendo dire che non penso sia una vera e propria bulimia poiché non sempre si induce il rigurgito ma comunque c'è un "disturbo"
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile utente,
Questa Sua precisazione e' molto interessante.
Per comprendere Lei piu' che la ragazza.
Faccia attenzione a non dare nomi che indichino patologie se non ce ne sono gli estremi reali. Perche' puo' creare dei problemi diciamo che non esistono, solo perche' ne ha letto una definizione su Internet.
Credo sia meglio a questo punto che a farsi carico del problema sia la ragazza e non Lei.
Se ha fatto delle psicoterapie e' in grado di gestirsi da se' le Sue problematiche, spero!
Lei Le stia vicino con rispetto e amore. Come deve fare un fidanzato.
Auguri a entrambi!
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Infatti le condotte alimentari possono essere con o senza vomito.
Ci sono pz che mangiano molto e basta, altre che mangiano e poi vomitano e la diagnosi deve essere posta correttamente dal medico o dallo psicologo, perché ci sono anche condotte senza restrizione di cibo per le anoressiche o senza vomito/condotte di eliminazione per le bulimiche. La diagnosi prevede di considerare altri fattori, oltre il peso e le condotte visibili.

Legga qui: https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1211-i-disturbi-del-comportamento-alimentare-che-cosa-sono-e-come-si-curano.html

Cordiali saluti,
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