Rapporto logorante con i genitori
Salve, sono uno studente di venti anni e sono qui per parlare del mio, letteralmente logorante, rapporto con i genitori, mia madre in primis.
Ero felice di cominciare l'università, in vista della tanto ambita indipendenza. Ma è stato molto deludente vedere mia madre seguirmi e cominciare a vivere con me, nel mio appartamento. Anzi, è stato umiliante. Devo chiederle ancora il permesso di fare qualsiasi cosa, gestisce dispoticamente ogni mia (piccola) entrata.
A diciotto anni ho preso la patente, oggi, a due anni di distanza posso dire di non aver mai guidato da solo. Nei primi tempi mi sono rassegnato a guidare sotto stretta sorveglianza, ma poi ho rinunciato del tutto perché mi sentivo... inutile.
Prima di trasferirmi ero costretto a dormire nella camera da letto dei miei genitori, nonostante avessi la mia camera.
Ho un padre, ma spesso cede concedendo la ragione a mia madre.
Ho provato a parlare loro, civilmente, ma le reazioni scadono subito in pesanti litigi con mia madre che si impegna a rinfacciarmi ogni favore che mi ha fatto.
Sto cominciando davvero a sentirmi inutile, credo che mia madre mi reputi un perfetto incapace. Un buono a nulla, che per fare qualsiasi cosa necessita della sorveglianza di mammina. Non ce la faccio più, davvero. Sono venti anni che vivo agli arresti domiciliari.
Non ho mai ricevuto quelle piccole, ma importanti, libertà che venivano concesse ai miei coetanei. E non ho mai mostrato interesse per gli alcolici, il fumo, le discoteche... Non riesco a capire neanche il motivo di questo comportamento.
Ero felice di cominciare l'università, in vista della tanto ambita indipendenza. Ma è stato molto deludente vedere mia madre seguirmi e cominciare a vivere con me, nel mio appartamento. Anzi, è stato umiliante. Devo chiederle ancora il permesso di fare qualsiasi cosa, gestisce dispoticamente ogni mia (piccola) entrata.
A diciotto anni ho preso la patente, oggi, a due anni di distanza posso dire di non aver mai guidato da solo. Nei primi tempi mi sono rassegnato a guidare sotto stretta sorveglianza, ma poi ho rinunciato del tutto perché mi sentivo... inutile.
Prima di trasferirmi ero costretto a dormire nella camera da letto dei miei genitori, nonostante avessi la mia camera.
Ho un padre, ma spesso cede concedendo la ragione a mia madre.
Ho provato a parlare loro, civilmente, ma le reazioni scadono subito in pesanti litigi con mia madre che si impegna a rinfacciarmi ogni favore che mi ha fatto.
Sto cominciando davvero a sentirmi inutile, credo che mia madre mi reputi un perfetto incapace. Un buono a nulla, che per fare qualsiasi cosa necessita della sorveglianza di mammina. Non ce la faccio più, davvero. Sono venti anni che vivo agli arresti domiciliari.
Non ho mai ricevuto quelle piccole, ma importanti, libertà che venivano concesse ai miei coetanei. E non ho mai mostrato interesse per gli alcolici, il fumo, le discoteche... Non riesco a capire neanche il motivo di questo comportamento.
[#1]
Gentile utente, in effetti questa sua situazione è piuttosto pesante, questa cosa di dover dormire nella camera dei genitori fino a poco tempo fa è veramente incredibile, che lei non ha tre anni , ma il babbo, cosa dice ?.. come viene giustificata, pretesa , questa .. obbedienza ?
Le mamme a volte , stentano a lasciar volare i figli, anche i padri , a volte , ma qui si esagera.. Esprima con gentile fermezza il suo punto di vista, legittimo; e cerchi una mediazione, ma non in camera insieme , non tutelato, controllato, mentre guida ..
Le consiglio di rivolgersi al Consultorio ( gratuito!)Lei per primo , i genitori verranno poi convocati per sensibilizzarli che un atteggiamento simile, anzichè essere protettivo , alla lunga è nocivo, impedisce la crescita dell'autonomia, della sicurezza nei figli..
Coraggio , prenda Lei in mano la situazione , il che è indispensabile e doveroso , per la sua vita futura..
Restiamo in ascolto, ci riscriva , se vuole.. !
Le mamme a volte , stentano a lasciar volare i figli, anche i padri , a volte , ma qui si esagera.. Esprima con gentile fermezza il suo punto di vista, legittimo; e cerchi una mediazione, ma non in camera insieme , non tutelato, controllato, mentre guida ..
Le consiglio di rivolgersi al Consultorio ( gratuito!)Lei per primo , i genitori verranno poi convocati per sensibilizzarli che un atteggiamento simile, anzichè essere protettivo , alla lunga è nocivo, impedisce la crescita dell'autonomia, della sicurezza nei figli..
Coraggio , prenda Lei in mano la situazione , il che è indispensabile e doveroso , per la sua vita futura..
Restiamo in ascolto, ci riscriva , se vuole.. !
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
[#2]
Gentile utenete,
immagino la Sua frustrazione.
forse non è che Sua madre non si fidi di Lei, ma è che non saprebbe cosa fare .. senza di Lei con la propria coppia (empty nest) .
Ma, ad ogni modo, la sua presenza è ingombrante, e La infantilizza.
Tuttavia occerre anche aggiungere che pure Lei sembra "compiacere" i genitori, almeno finora.
Quale ventenne viene
<< costretto a dormire nella camera da letto dei miei genitori, nonostante avessi la mia camera << ?
E perchè? per evitare il conflitto? Per compiacere?
Gradirei che Lei completasse questo tassello vuoto.
Una consulenza, o un percorso psicologico, La aiuteranno a prendere in mano la propria vita.
immagino la Sua frustrazione.
forse non è che Sua madre non si fidi di Lei, ma è che non saprebbe cosa fare .. senza di Lei con la propria coppia (empty nest) .
Ma, ad ogni modo, la sua presenza è ingombrante, e La infantilizza.
Tuttavia occerre anche aggiungere che pure Lei sembra "compiacere" i genitori, almeno finora.
Quale ventenne viene
<< costretto a dormire nella camera da letto dei miei genitori, nonostante avessi la mia camera << ?
E perchè? per evitare il conflitto? Per compiacere?
Gradirei che Lei completasse questo tassello vuoto.
Una consulenza, o un percorso psicologico, La aiuteranno a prendere in mano la propria vita.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#3]
Gentile Ragazzo,
comprensibile che per lei sia pesante continuare in questo modo senza riuscire a sottrarsi alle ingerenze materne/familiari come ci ha raccontato.
Tuttavia dipende anche da lei riuscire a conquistare una migliore distanza emotiva e fare passi verso la sua autonomia in sintonia con la sua età. Se la mamma fatica a lasciarla andare, a recidere il cordone ombelicale, tocca a lei dare risposte diverse (anche con i comportamenti) a tal fine. In effetti, fino a che lei risponderà con comportamenti che confermano le richieste materne/familiari sarà difficile che le cose possano cambiare.
Concordo sull'opportunità di farsi accompagnare da un nostro collega per riuscire a gestire in modo diverso e più maturo, come si converrebbe alla sua età i rapporti con i suoi familiari, in particolare con la mamma.
Può anche rivolgersi al servizio pubblico come ad esempio il Consultorio Familiare ASL.
Un caro saluto
comprensibile che per lei sia pesante continuare in questo modo senza riuscire a sottrarsi alle ingerenze materne/familiari come ci ha raccontato.
Tuttavia dipende anche da lei riuscire a conquistare una migliore distanza emotiva e fare passi verso la sua autonomia in sintonia con la sua età. Se la mamma fatica a lasciarla andare, a recidere il cordone ombelicale, tocca a lei dare risposte diverse (anche con i comportamenti) a tal fine. In effetti, fino a che lei risponderà con comportamenti che confermano le richieste materne/familiari sarà difficile che le cose possano cambiare.
Concordo sull'opportunità di farsi accompagnare da un nostro collega per riuscire a gestire in modo diverso e più maturo, come si converrebbe alla sua età i rapporti con i suoi familiari, in particolare con la mamma.
Può anche rivolgersi al servizio pubblico come ad esempio il Consultorio Familiare ASL.
Un caro saluto
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#4]
Caro ragazzo,
Il mio approccio psicodinamico/psicoanalitico mi suggerisce di dare una lettura Lacaniana alla Sua domanda.
Secondo tale genio della psicoanalisi cio' che separa davvero la madre dal figlio e' il padre.
Lacan parla del "Nome del Padre" come costrutto simbolico.
Per un figlio il Padre e il Suo nome costituisce la legge, il riconoscimento della sua autonomia, della sana separazione dall'abbraccio fagocitante della madre.
Ora Le chiedo che tipo di atteggiamento abbia avuto Suo padre nel "ruolo di colui che deve recidere il rapporto simbiotico fra madre e figlio.
Lo ha messo a punto?
Il mio approccio psicodinamico/psicoanalitico mi suggerisce di dare una lettura Lacaniana alla Sua domanda.
Secondo tale genio della psicoanalisi cio' che separa davvero la madre dal figlio e' il padre.
Lacan parla del "Nome del Padre" come costrutto simbolico.
Per un figlio il Padre e il Suo nome costituisce la legge, il riconoscimento della sua autonomia, della sana separazione dall'abbraccio fagocitante della madre.
Ora Le chiedo che tipo di atteggiamento abbia avuto Suo padre nel "ruolo di colui che deve recidere il rapporto simbiotico fra madre e figlio.
Lo ha messo a punto?
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2.9k visite dal 27/02/2016.
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