Fobia dei morti
Buon giorno, da sempre ho avuto una grande paura dei morti, dei cadaveri e dei funerali al punto da avere senso di vomito. Adesso che ho 18 anni non so proprio come cercare di calmare la mia paura e proprio da quindici giorni un ragazzo che conoscevo si è tolto la vita, dopo l'accaduto non riesco a rimanere sola in una stanza o a casa soprattutto la sera anche perche ad altre persone sono accadute episodi strani a casa quindi è ormai per me un forte problema andare a dormire. Non sono andata al funerale proprio perche mi impressiono da star male. Ho il terrore dei cadaveri, del cimitero, del morto in se stesso e anche dei funerali. Sono una ragazza grande ormai non posso più dire di avere paura e non prendermi le mie responsabilità.. Non ho mai avuto nessun episodio brutto eccetto quest'estate dopo la morte di una zia a cui volevo molto bene e purtroppo ho assistito alla veglia (non entrando in stanza col defunto), alla vestizione e anche li zero sonno.. Che potrei fare per gestire meglio questa situazione? Da cosa è scatenata?
[#1]
Gentile utente,
La morte fa paura a tutti alla Sua età (e a qualcuno anche in età più avanzata), soprattutto quando colpisce persone care o affettivamente vicine.
Tuttavia evitare le situazioni inerenti all'argomento non aiuta a superare questa forma.
Iniziare a partecipare al funerale quando la Sua presenza è importante, può essere il primo passo di ordine concreto; dandosi il permesso/autorizzazione di piangere se Le viene, di andar via a metà se è insopportabile: la volta dopo potrebbe andare meglio.
L'altro aspetto riguarda il
<<Da cosa è scatenata?<<
E qui è impossibile rispondere "sul Suo caso", se non facendo fantasiose ipotesi.
Occorre una consulenza di persona, con un/a nostro/a Collega, nella quale Lei possa interagire concretamente.
La morte fa paura a tutti alla Sua età (e a qualcuno anche in età più avanzata), soprattutto quando colpisce persone care o affettivamente vicine.
Tuttavia evitare le situazioni inerenti all'argomento non aiuta a superare questa forma.
Iniziare a partecipare al funerale quando la Sua presenza è importante, può essere il primo passo di ordine concreto; dandosi il permesso/autorizzazione di piangere se Le viene, di andar via a metà se è insopportabile: la volta dopo potrebbe andare meglio.
L'altro aspetto riguarda il
<<Da cosa è scatenata?<<
E qui è impossibile rispondere "sul Suo caso", se non facendo fantasiose ipotesi.
Occorre una consulenza di persona, con un/a nostro/a Collega, nella quale Lei possa interagire concretamente.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#3]
Certamente questo evento avrà aggravato.
il suicidio, poi, mette dei dubbi sulla via e sul fatto che valga la pena viverla.
Ci si chiede se si sarebbe potuto fare qualcosa.
Domande che scuotono fino in fondo.
Non utilizzare l'evitamento delle situazioni e farsi aiutare a guardarsi dentro sono due strade che si supportano a vicenda.
Eventualmente, anche presso il Consultorio trova (gratuitamente) uno/a Psicologo/a con cui interagire.
Saluti cari.
il suicidio, poi, mette dei dubbi sulla via e sul fatto che valga la pena viverla.
Ci si chiede se si sarebbe potuto fare qualcosa.
Domande che scuotono fino in fondo.
Non utilizzare l'evitamento delle situazioni e farsi aiutare a guardarsi dentro sono due strade che si supportano a vicenda.
Eventualmente, anche presso il Consultorio trova (gratuitamente) uno/a Psicologo/a con cui interagire.
Saluti cari.
[#6]
"Sono una ragazza grande ormai non posso più dire di avere paura e non prendermi le mie responsabilità."
Gent.le Ragazza,
quando assumiamo un atteggiamento giudicante nei confronti delle nostre emozioni di fatto ci neghiamo ogni possibilità di accettarle e finiamo per alimentarle anziché metabolizzarle.
Nella sua storia recente di sono state due esperienze che hanno avuto un impatto significativo e forse meritano uno spazio d'ascolto per lasciare emergere gli aspetti che la riguardano direttamente, chiedere a sé stessi di farsi coraggio e "abbozzare" non solo non l'aiuta ma significa rinviare l'avvio di un processo di crescita personale.
Gent.le Ragazza,
quando assumiamo un atteggiamento giudicante nei confronti delle nostre emozioni di fatto ci neghiamo ogni possibilità di accettarle e finiamo per alimentarle anziché metabolizzarle.
Nella sua storia recente di sono state due esperienze che hanno avuto un impatto significativo e forse meritano uno spazio d'ascolto per lasciare emergere gli aspetti che la riguardano direttamente, chiedere a sé stessi di farsi coraggio e "abbozzare" non solo non l'aiuta ma significa rinviare l'avvio di un processo di crescita personale.
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 18.6k visite dal 25/02/2016.
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