Bulimia nervosa

Buongiorno a tutti,
sono una ragazza di 27 anni. Da ormai 3 anni sono entrata nel vortice dei disturbi alimentari.
Nel 2013 decido di intraprendere una dieta fai da te (all'epoca ero alta 1,70 per 66 kg).

Intraprendo dunque questa dieta rigidissima, accompagnata da sport intenso che mi porta a pesare 54 kg nel gennaio 2014.
Qualcosa però poi si spezza: inizio del lavoro, tesi di laurea da scrivere, ritmi di vita diversi.

Inizio quindi ad abbuffarmi. Abbuffate che inizialmente non erano delle vere e proprie abbuffate (anche se ovviamente ai tempi le ritenevo tali).

Il tutto accompagnato da sensi di colpa devastanti che mi portavano ad intraprendere sessioni di sport estenuanti pur di smaltire il cibo ingerito.

Da febbraio 2014 ad oggi, è andato sempre tutto peggiorando. Non ho mai smesso di abbuffarmi (le abbuffate sono poi diventate vere e proprie). Per più di un anno compensavo sempre con lo sport.

Da agosto 2015 ho iniziato anche a vomitare. 1 volta a settimana, a volte due, a volte mai...dipende. Il mio peso attuale è di circa 60-61 kg, definito dai nutrizionisti nella norma.

Ovviamente mi vedo enorme, ma al di la di questo fatto il problema mi rendo conto essere altrove.

Esiste solo il cibo, anzi...il pensiero per il cibo. Accompagna ogni minuto della mia vita.

A giugno 2014 ho intrapreso un percorso di psicoterapia con una psicologa. Dopo un anno ho deciso di smettere visto che non miglioravo in nessun modo. Ho deciso così di intraprendere un percorso presso il centro dei disturbi alimentari dell'ospedale della mia città.

Ho lì trovato una psicologa molto competente, ma da dicembre 2015 ho dovuto interrompere per motivi di lavoro. Ho cambiato lavoro e i nuovi orari non mi permettono di poter frequentare le sedute.

Se mi fermo ad osservare la mia vita mi rendo conto di avere una vita soddisfacente, un ragazzo che mi ama, un bel lavoro, un sacco di amiche...eppure non riesco ad essere felice. Esiste solo il pensiero per il mio peso, il cibo e l'insoddisfazione per il mio corpo.

Non ho tempo per andare da una psicologa e il problema non tende a migliorare, anzi.

Vorrei aiutarmi da sola, ma mi sembra chiaro di non essere in grado a farlo.

Sono davvero demoralizzata.
[#1]
Dr.ssa Ilaria La Manna Psicologo, Psicoterapeuta 282 8
Gentile Ragazza,

"Vorrei aiutarmi da sola, ma mi sembra chiaro di non essere in grado a farlo"
Credo che questo sia un punto importante e mi dispiace che abbia dovuto interrompere il percorso (il secondo, quello presso il Centro per i Disturbi alimentari) visto che si trovava bene.

E' importante che comunque lei abbia la consapevolezza di avere un rapporto problematico con il cibo e di aver deciso di chiedere aiuto, mi chiedevo se, anche con il cambio di lavoro e di orari, non ci fosse modo per continuare il percorso intrapreso.

Come ha avuto modo di sperimentare, le restrizioni alimentari sono il "modo migliore" per innescare l'abbuffata a cui seguono condotte compensative come fare sport fino allo sfinimento oppure vomitare, ma aldilà del peso e delle calorie smaltite, l'insoddisfazione resta accompagnata anche da sensi di colpa e forse di impotenza.

Tuttavia il peso corporeo e la forma fisica possono anche esternamente essere "nella norma", ma come vede bene anche lei non è questo l'importante o l'obiettivo a cui fare riferimento, quanto un rapporto più sano ed equilibrato con il cibo senza questi "estremismi" delle abbuffate e restrizioni; per questo è importante che lei possa continuare ad essere aiutata.

Ha provato a parlarne con la psicologa di un modo per venirsi incontro, è davvero un peccato interrompere.

Un caro saluto


Dott.ssa Ilaria La Manna
Psicologa Psicoterapeuta - Padova

[#2]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

ha descritto molto bene la problematica e ha fatto benissimo a rivolgersi all'ospedale della Sua città, ma di fronte al problema degli orari di lavoro incompatibili con gli orari di un ambulatorio, ha provato a chiedere alla stessa psicologa con cui si è trovata molto bene se può riceverLa in altri orari oppure privatamente, o se può suggerirLe il nominativo di un Collega con orari compatibili con i Suoi?
Ritengo sia fondamentale per Lei proseguire il trattamento.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#3]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Utente,
La bulimia nervosa é un tarlo che corrode psiche e soma, che genera pensieri intrusivi ed ossessivi, che obbliga a sbarazzarsi del cibo ingerito o a compensare con attività ginniche estenuanti.
Tutto ruota attorno al cibo.

Ma non è il cibo che va analizzato, come saprà, ma il significato che riveste nella sua vita.

Compensazione?
Amico?
Amante?
Utero caldo nel quale regredire?
Ansiolitico?
Anestetico?
Anti depressivo?

Insista con la Collega.
Spesso dietro problematiche oggettive, come tempi e costi, si celano della resistenze da parte del paziente.

I sintomi si difendono.

Mi chiedo, se le va di rispondere, che rapporto ha con sua madre e con la sua affettività, sessualità?

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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