Razionalizzazione

Buongiorno, volevo porvi una domanda riguardo un meccanismo di difesa che mi é stato diagnosticato: la razionalizzazione. Soffro di pensieri automatici negativi riguardo la mia relazione sentimentale, la mia psicologa mi ha spiegato che quest'ultima non c entra con la mia situazione di malessere. Quello che volevo chiedervi é, come funziona nelle relazioni sentimentali questo meccanismo? Può distorcere sentimenti, sensazioni e percezioni nei confronti della persona che si ha accanto?

In attesa di una vostra risposta,
Cordiali saluti.
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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37
Gentile Utente,

la razionalizzazione vuol dire ridurre tutto a una spiegazione logica, che spesso logica non è, o per lo meno è illusoria.
Attenzione che è un meccanismo di difesa naturale che la mente applica normalmente.
Quando nell'incertezza cerco una spiegazione logica (ma di una logica interna al soggetto).
E' patologica quando diventa l'unica forma di gestione della difesa.

Per farle una metafora semplice è come usare solo il cervello e dimenticarsi del cuore.

Però queste domande dovrebbe farle a chi ha fatto la diagnosi e farsi spiegare, non solo cosa ha, ma anche il rimedio! :)

Non basta la diagnosi, c'è la prognosi ed il piano terapeutico.

Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492

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Utente
Utente
La ringrazio per la pronta risposta. Ma in che senso "é patologica quando diventa l'unica forma di gestione della difesa."?
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile Signorina,
Vorrei aggiungere qualche parola a quelle del collega Dott. Bellizzi: i meccanismi di difesa e quindi anche la razionalizzazione sono inconsci.
Sono "spiegazioni logiche" che noi diamo a cio' che proviamo. Ma ci mentiamo. Per difenderci dalla vera spiegazione inconscia appunto. (la mia estrazione psicodinamica mi porta a considerare l'incoscio come la parte piu' rilevante della psiche).
Se ad esempio Lei riceve un rifiuto ad una Sua richiesta puo' "razionalizzare" il suo disappunto pensando che la persona che ha rifutato cio' che Lei chiedeva e' maleducata, scortese.
Ma la realta' e' da cercare altrove. Magari nel Suo inconscio desiderio o bisogno o timore di non essere amata e da li' partire a chiedersi il perche'. E' stata amata da bambina? Oppure le Sue "domande" di attenzione e cura sono state disattese dalle persone significative della Sua infanzia, facendole percepire una inadeguatezza che le si attualizza ad ogni rifiuto?
Spero di averLe offerto un quadro semplice di tale diffuso meccanismo di difesa.
I miei saluti.

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Utente
Utente
Dott. Esposito la ringrazio per la risposta,
Se possibile vorrei chiederle un'ultima cosa: é normale per chi ne é vittima prendere ciò che dice la mente come verità assoluta, non riuscire a esprimere i propri sentimenti anzi credere di non averli piu?
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Utente,
Se è già in terapia e si trova bene con chi ha il piacere di occuparsi di lei, perché non chiede a lui/lei?

Così peggiora la situazione, in terapia è più utile sentire che capire

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Il meccanismo serve a questo.
A impedire al soggetto di afferrare cio' che non puo' afferrare.
E non ho detto "non vuole" ho detto "non puo".
A questo punto mi associo al suggerimento della collega Dott.a Randone: le terapie servono a questo. A potere accedere, supportati dal terapeuta, quindi senza sentirsi "persi" a questi contenuti inconsci.
Ci si puo' sostenere, rassicurare. Sentire che e' una strada che si puo' percorrere.
In bocca al lupo!
[#7]
Utente
Utente
La ringrazio nuovamente per la sua risposta. Vede non ho chiesto alla mia psicologa per il semplice fatto che è in ferie e non posso vederla, se possibile volevo chiederle: con "A impedire al soggetto di afferrare cio' che non puo' afferrare.
E non ho detto "non vuole" ho detto "non puo"." Cosa intende dire?
Per esempio la mia paura é quella di non amare più il mio partner, questa paura mi é venuta grazie a una figura materna ipercritica nei miei confronti, infatti i pensieri negativi mi sono nati dopo un litigio con lei dove parlava della mia relazione.e non nascondo che questa paura mi sta portando piano piano a perdere interesse verso tutto...mi sento persa e ho paura e ansia ad approcciarmi al mio lui, è come se il mio cervello fosse convinto ke è colpa sua, come se dovessi lasciarlo per stare meglio ma non é così. Perché come penso di non starci piu sto male, piango mi rattristo.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Una figura materna ipercritia puo' costituire un grosso problema. Una voce che viene a parlarci della nostra inadeguatezza. E la "voce" seppure fantasmatica della propria madre ma presente nella nostra psiche e giudicante puo' immaginare che potere abbia!
Ecco forse il meccanismo di difesa appare per dare un senso 'logico" alle ripercussioni che la voce critica di Sua madre le fornisce a raffica immagino.
E' un problema che spesso le madri producono, sebbene animate da ottime intenzioni. Ma che si traducono in pietre pesantissime verso i figli.
Abbia pazienza con la terapia.
Smontare certe "acquisizioni' rese potenti dall'importanza dei genitori puo' essere destabilizzante. Bisogna arrivare a sostenersi da soli, senza quelle "attribuzioni" che nonostante siano negative e dolorose hanno avuto presa nella propria rappresentazione di se'.
Auguri! Tantissimi!