Perdita di concentrazione / stress / apatia cronici
Buonasera,
da troppo tempo ho segnali che ritengo preoccupanti nella conduzione della mia vita:
- paura di cambiare lavoro e assenza di stimoli nel mio lavoro attuale: causa precedente licenziamento ingiusto (non lo dico perchè sono io ad averlo subito...) (e successivi fallimenti nel costruire rapporti lavorativi in grado di soddisfarmi) ho perso completamente le energie e la passione, dopo anni e anni di enorme sacrificio scolastico (senso di inadeguatezza, stress, perdita di concentrazione cronica, apatia) in quanto non svolgo un'attività legata al mio campo di specializzazione (dove è troppo difficile entrare, visti i tempi che viviamo...) e le gratificazioni economiche non mi consentono di essere indipendente e costruire serenamente una vita dignitosa
- incapacità di costruire relazioni durevoli con ragazze/donne: mi capita di frequentare per un periodo una persona e dopo qualche uscita o io sono disinteressato o l''altra parte lo è, e tutto si interrompe. Questo mi ha precluso il poter costruire relazioni durature e ha generato in me la consapevolezza che è stato tutto tempo perso
- rapporto con il padre degradato: da piccolo ho subito violenze verbali e fisiche, ora provo rancore verso di lui e rifiuto lui e tutto ciò che lo circonda
Tutto questo mi porta ad avere stress da inadeguatezza, che permane da tempo e nel tempo, come pure disagi fisici da stress emersi in varie parti del corpo (dermatiti, problemi intestinali, ecc...).
In passato, in due occasioni, ho intrapreso un percorso psicoterapeutico, che ha dato come unico frutto la presa di consapevolezza di tutte queste problematiche.
Cosa posso fare? Mi servirebbe anche un piccolo evento positivo, concreto nella mia vita, per ricreare quel vortice positivo per migliorare la mia condizione, ma non riesco a trovarlo.
Grazie,
saluti
da troppo tempo ho segnali che ritengo preoccupanti nella conduzione della mia vita:
- paura di cambiare lavoro e assenza di stimoli nel mio lavoro attuale: causa precedente licenziamento ingiusto (non lo dico perchè sono io ad averlo subito...) (e successivi fallimenti nel costruire rapporti lavorativi in grado di soddisfarmi) ho perso completamente le energie e la passione, dopo anni e anni di enorme sacrificio scolastico (senso di inadeguatezza, stress, perdita di concentrazione cronica, apatia) in quanto non svolgo un'attività legata al mio campo di specializzazione (dove è troppo difficile entrare, visti i tempi che viviamo...) e le gratificazioni economiche non mi consentono di essere indipendente e costruire serenamente una vita dignitosa
- incapacità di costruire relazioni durevoli con ragazze/donne: mi capita di frequentare per un periodo una persona e dopo qualche uscita o io sono disinteressato o l''altra parte lo è, e tutto si interrompe. Questo mi ha precluso il poter costruire relazioni durature e ha generato in me la consapevolezza che è stato tutto tempo perso
- rapporto con il padre degradato: da piccolo ho subito violenze verbali e fisiche, ora provo rancore verso di lui e rifiuto lui e tutto ciò che lo circonda
Tutto questo mi porta ad avere stress da inadeguatezza, che permane da tempo e nel tempo, come pure disagi fisici da stress emersi in varie parti del corpo (dermatiti, problemi intestinali, ecc...).
In passato, in due occasioni, ho intrapreso un percorso psicoterapeutico, che ha dato come unico frutto la presa di consapevolezza di tutte queste problematiche.
Cosa posso fare? Mi servirebbe anche un piccolo evento positivo, concreto nella mia vita, per ricreare quel vortice positivo per migliorare la mia condizione, ma non riesco a trovarlo.
Grazie,
saluti
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"Mi servirebbe anche un piccolo evento positivo, concreto nella mia vita, per ricreare quel vortice positivo per migliorare la mia condizione, ma non riesco a trovarlo."
Gent.le Utente,
questa è una rappresentazione "magica" del cambiamento nella quale un piccolo input genera un processo virtuoso che funziona da solo ("vortice").
La presa di coscienza alla quale fa riferimento se non genera l'esperienza dell'accettazione della propria condizione non può innescare il processo di cambiamento.
L'oscillare tra sentirsi vittima e/o colpevole delle sue difficoltà rischia di lasciarla dentro un circolo vizioso sterile che si auto-alimenta.
Bisognerebbe chiedersi se è disposto a prendersi cura di sé, anche attraverso un percorso di crescita personale che le offra l'opportunità di fare esperienza viva e concreta di un modo più funzionale di entrare in relazione con se stesso.
A tal proposito le consiglio la lettura del seguente articolo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/153-perche-iniziare-una-psicoterapia.html
Gent.le Utente,
questa è una rappresentazione "magica" del cambiamento nella quale un piccolo input genera un processo virtuoso che funziona da solo ("vortice").
La presa di coscienza alla quale fa riferimento se non genera l'esperienza dell'accettazione della propria condizione non può innescare il processo di cambiamento.
L'oscillare tra sentirsi vittima e/o colpevole delle sue difficoltà rischia di lasciarla dentro un circolo vizioso sterile che si auto-alimenta.
Bisognerebbe chiedersi se è disposto a prendersi cura di sé, anche attraverso un percorso di crescita personale che le offra l'opportunità di fare esperienza viva e concreta di un modo più funzionale di entrare in relazione con se stesso.
A tal proposito le consiglio la lettura del seguente articolo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/153-perche-iniziare-una-psicoterapia.html
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#2]
Gentile utente, mi domando che tipo di relazione LEI abbia avuto nelle due esperienze di psicoterapia, se cioè c'è stato un incontro, un sentirsi compreso e accettato, perchè la qualità della relazione è determinante, cosa le è stato detto a proposito della sua relazione con suo padre, perchè penso che sia centrale nel suo.. mal di vivere..
Siamo sicuri che Lei non sia troppo severo con sè stesso , sempre scontento di quello che fa , di quello che raggiunge ? a volte livelli di aspettativa troppo esigenti rendono la vita più difficile di quello che è..Ci parli dei suoi interessi, delle cose che le piacciono, per capire se sia possibile condividere il suo pensiero con qualcuno, un'associazione , degli studiosi, gente che abbia uno sguardo sul mondo vicino al suo.. Non si scoraggi così, bisogna tentare di rilanciare, di provare a risalire , lei sembra una persona intelligente, provi a cercare cosa le fa bene anche solo un pò..
Auguri davvero..
Siamo sicuri che Lei non sia troppo severo con sè stesso , sempre scontento di quello che fa , di quello che raggiunge ? a volte livelli di aspettativa troppo esigenti rendono la vita più difficile di quello che è..Ci parli dei suoi interessi, delle cose che le piacciono, per capire se sia possibile condividere il suo pensiero con qualcuno, un'associazione , degli studiosi, gente che abbia uno sguardo sul mondo vicino al suo.. Non si scoraggi così, bisogna tentare di rilanciare, di provare a risalire , lei sembra una persona intelligente, provi a cercare cosa le fa bene anche solo un pò..
Auguri davvero..
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
[#3]
Utente
PRIMA RISPOSTA
Buonasera dott.ssa
la ringrazio per la risposta, in effetti il distacco tra le emozioni che provo nell'essere vittima/colpevole e la corretta interpretazione della mia vita, credo sia un elemento importante su cui lavorare.
Ho letto il suo articolo, la ringrazio.
In questo momento della mia vita mi risulta impegnativo affrontare un percorso di psicoterapia, quasi esclusivamente per motivi economici (questo NON significa che io ritenga secondario tale trattamento, anzi, soprattutto nella mia prima esperienza ho potuto "toccare" punti della mia persona a me ignoti, che mi sono serviti...ma attualmente intraprendere un percorso serio mi risulta di difficile sostenibilità, visti i costi sostenuti dal primo).
SECONDA RISPOSTA
Buonasera dott.ssa
concordo sul fatto che l'esperienza giovanile mi abbia segnato in modo definitivo...per quanto riguarda il resto, vale quanto risposto alla precedente collega.
Sulla scontentezza: la ringrazio per lo spunto...la mia "scontentezza" potrebbe essere tale, ma ahimè vivo nella costante paura - un incubo, direi, che mi trattiene gran parte dei miei pensieri ogni giorno - di perdere e non riuscire a ritrovare il posto di lavoro o comunque di perdere professionalità e risultare obsoleto per questo mondo "usa e getta", quindi pattume per questo mondo del lavoro (mi è già successo in più di un'occasione di perdere il lavoro e fare tanti colloqui andati male). Ho una laurea magistrale in ingegneria e conduco una vita "normale", apparentemente almeno.
Vi ringrazio entrambe.
Cordialità
Buonasera dott.ssa
la ringrazio per la risposta, in effetti il distacco tra le emozioni che provo nell'essere vittima/colpevole e la corretta interpretazione della mia vita, credo sia un elemento importante su cui lavorare.
Ho letto il suo articolo, la ringrazio.
In questo momento della mia vita mi risulta impegnativo affrontare un percorso di psicoterapia, quasi esclusivamente per motivi economici (questo NON significa che io ritenga secondario tale trattamento, anzi, soprattutto nella mia prima esperienza ho potuto "toccare" punti della mia persona a me ignoti, che mi sono serviti...ma attualmente intraprendere un percorso serio mi risulta di difficile sostenibilità, visti i costi sostenuti dal primo).
SECONDA RISPOSTA
Buonasera dott.ssa
concordo sul fatto che l'esperienza giovanile mi abbia segnato in modo definitivo...per quanto riguarda il resto, vale quanto risposto alla precedente collega.
Sulla scontentezza: la ringrazio per lo spunto...la mia "scontentezza" potrebbe essere tale, ma ahimè vivo nella costante paura - un incubo, direi, che mi trattiene gran parte dei miei pensieri ogni giorno - di perdere e non riuscire a ritrovare il posto di lavoro o comunque di perdere professionalità e risultare obsoleto per questo mondo "usa e getta", quindi pattume per questo mondo del lavoro (mi è già successo in più di un'occasione di perdere il lavoro e fare tanti colloqui andati male). Ho una laurea magistrale in ingegneria e conduco una vita "normale", apparentemente almeno.
Vi ringrazio entrambe.
Cordialità
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.6k visite dal 22/02/2016.
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