I figli unici ieri ed oggi
Cari dottori,sono una figlia unica,della generazione anni 80,quando a ripensarci eravamo proprio pochi a non avere fratelli/sorelle: ricordo nelle classi uno,massimo due figli unici.
Ora,vuoi che i figli si fanno tardi,vuoi che molte coppie non riescono a concepire (tra cui noi)...avere un figlio è già tanto,e noto che ce ne sono davvero tanti figli unici.
Io stessa,che da piccola non sentivo la mancanza di una compagnia,ora che sono adulta la rimpiango,penso che è triste che della mia famiglia d'origine non mi resterà nulla... e mi sono sempre detta che avrei fatto due figli,non uno. Ora però,egoisticamente,me ne basterebbe anche uno,giacchè tarda ad arrivare!
Noto anche che i nuovi figli unici sono diversi,davvero più viziati,mentre noi tutto sommato eravamo semplici, ricoperti di affetto ma non di beni materiali. So di figli unici a cui sono state fatte feste di diciotto anni paragonabili in tutto e per tutto a matrimoni,per esempio.
Vorrei farvi delle domande,alcune di carattere generale,altre personali...le riassumo cosi:
1-Mi chiedo dunque,essere figli unici oggi,a prescindere dalle motivazioni dei genitori,è un bene o un male per i giovani?
2-A livello psicologico,per la crescita sana dei bambini,non c'è un numero ideale di figli per famiglia?
3-Vorrei sapere anche se è normale alla mia età, rendersi conto di non accettare l' invecchiamento dei propri genitori,nè tantomeno l'idea che ci restano sempre meno anni da trascorrere assieme...?
Ora,vuoi che i figli si fanno tardi,vuoi che molte coppie non riescono a concepire (tra cui noi)...avere un figlio è già tanto,e noto che ce ne sono davvero tanti figli unici.
Io stessa,che da piccola non sentivo la mancanza di una compagnia,ora che sono adulta la rimpiango,penso che è triste che della mia famiglia d'origine non mi resterà nulla... e mi sono sempre detta che avrei fatto due figli,non uno. Ora però,egoisticamente,me ne basterebbe anche uno,giacchè tarda ad arrivare!
Noto anche che i nuovi figli unici sono diversi,davvero più viziati,mentre noi tutto sommato eravamo semplici, ricoperti di affetto ma non di beni materiali. So di figli unici a cui sono state fatte feste di diciotto anni paragonabili in tutto e per tutto a matrimoni,per esempio.
Vorrei farvi delle domande,alcune di carattere generale,altre personali...le riassumo cosi:
1-Mi chiedo dunque,essere figli unici oggi,a prescindere dalle motivazioni dei genitori,è un bene o un male per i giovani?
2-A livello psicologico,per la crescita sana dei bambini,non c'è un numero ideale di figli per famiglia?
3-Vorrei sapere anche se è normale alla mia età, rendersi conto di non accettare l' invecchiamento dei propri genitori,nè tantomeno l'idea che ci restano sempre meno anni da trascorrere assieme...?
[#1]
Gentile utente,
rispondo alla 3- giacchè le altre due riguardano tematiche general/culturali che non sono oggetto del portale.
Accettare l'invecchiamento dei propri genitori, per moltissimi figli è un passo difficle; accettarne il loro indebolirsi, il passare degli anni, il rendersi contto che prima o poi si rimarrà .. orfani; e a qualsiasi età questa è una ferita profonda.
Metterei in correlazione questi Suoi stati d'animo anche col fatto che il figlio non arriva, nonostante gli interventi medico specialistici di cui racconta in altra area.
E dunque viene a mancare qualla progettualità verso il futuro che inevitabilmente un figlio porta.
Di conseguenza si rimane vincolati all'esperienza di "figlia" (esperienza più "luttuosa", man mano che i genitori invecchiano), senza poterla controbilanciare con quella di gioiosa di "mamma".
Saluti cordiali.
rispondo alla 3- giacchè le altre due riguardano tematiche general/culturali che non sono oggetto del portale.
Accettare l'invecchiamento dei propri genitori, per moltissimi figli è un passo difficle; accettarne il loro indebolirsi, il passare degli anni, il rendersi contto che prima o poi si rimarrà .. orfani; e a qualsiasi età questa è una ferita profonda.
Metterei in correlazione questi Suoi stati d'animo anche col fatto che il figlio non arriva, nonostante gli interventi medico specialistici di cui racconta in altra area.
E dunque viene a mancare qualla progettualità verso il futuro che inevitabilmente un figlio porta.
Di conseguenza si rimane vincolati all'esperienza di "figlia" (esperienza più "luttuosa", man mano che i genitori invecchiano), senza poterla controbilanciare con quella di gioiosa di "mamma".
Saluti cordiali.
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
Gentile dottoressa Brunialti, concordo appieno con la sua spiegazione, che mi rispecchia in toto. Ha ragione,il figlio che non arriva sicuramente mi relega troppo al ruolo di figlia,e mi fà mancare di progettualità... ne sono io stessa consapevole.
I miei genitori sono già settantenni,per cui abbiamo un notevole divario d'età,che non è mai particolarmente pesato nella mia crescita,ma che ora ,talvolta,mi "infastidisce" perchè mi pone davanti l' ovvietà del loro progressivo decadimento... mi capita anche di fare sogni o pensieri sulla loro morte,che mi mettono molta ansia e solitudine addosso.
Comprendo che queste cose sono inevitabili, ma come potrei superarle o almeno viverle meglio?
Secondo lei il fatto di essere figlia unica ha un'incidenza su questi miei problemi o no,e magari è solo una mia questione caratteriale-affettiva?
I miei genitori sono già settantenni,per cui abbiamo un notevole divario d'età,che non è mai particolarmente pesato nella mia crescita,ma che ora ,talvolta,mi "infastidisce" perchè mi pone davanti l' ovvietà del loro progressivo decadimento... mi capita anche di fare sogni o pensieri sulla loro morte,che mi mettono molta ansia e solitudine addosso.
Comprendo che queste cose sono inevitabili, ma come potrei superarle o almeno viverle meglio?
Secondo lei il fatto di essere figlia unica ha un'incidenza su questi miei problemi o no,e magari è solo una mia questione caratteriale-affettiva?
[#3]
Gentile Utente,
Non esistono bugiardini o istruzioni per l'uso per diventare genitori:
Uno, due, adottato, in affido, in vitro...
Dipende.
Dipende da come stiamo, dalla nostra coppia, dal nostro vissuto, da quanto tempo abbiamo a disposizione, dall'età in cui si comincia a mettere al mondo dei figli, da come siamo stati figli e così via...
Sono tante le domande che pone, tutte veramente importanti che meritano un approfondimento con uno specialista de visu.
Provi a leggere questo "speciale donna/madre"
http://www.valeriarandone.it/interviste/234-mia-farmacia-marzo-2013/
Non esistono bugiardini o istruzioni per l'uso per diventare genitori:
Uno, due, adottato, in affido, in vitro...
Dipende.
Dipende da come stiamo, dalla nostra coppia, dal nostro vissuto, da quanto tempo abbiamo a disposizione, dall'età in cui si comincia a mettere al mondo dei figli, da come siamo stati figli e così via...
Sono tante le domande che pone, tutte veramente importanti che meritano un approfondimento con uno specialista de visu.
Provi a leggere questo "speciale donna/madre"
http://www.valeriarandone.it/interviste/234-mia-farmacia-marzo-2013/
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#4]
<<Comprendo che queste cose sono inevitabili, ma come potrei superarle o almeno viverle meglio><
Le comprende con la mente ma non con il cuore; è molto difficile questo passaggio.
Per quanto i sogni che Lei riporta starebbero a indicare, secondo alcuni orientamenti e studi, che il processo di elaborazione, (cioè di digestione dell'indigesta realtà) è già in corso.
<<Secondo lei il fatto di essere figlia unica ha un'incidenza su questi miei problemi o no,e magari è solo una mia questione caratteriale-affettiva?
Forse ambedue sì.
Il primo, l'essere figlia unica La carica della previsione di tutto l'accudimento ai genitori anziani.
Li guardi con affetto, faccia in modo che la relazione tra Voi si semplifichi, si smussino le punte.
Le comprende con la mente ma non con il cuore; è molto difficile questo passaggio.
Per quanto i sogni che Lei riporta starebbero a indicare, secondo alcuni orientamenti e studi, che il processo di elaborazione, (cioè di digestione dell'indigesta realtà) è già in corso.
<<Secondo lei il fatto di essere figlia unica ha un'incidenza su questi miei problemi o no,e magari è solo una mia questione caratteriale-affettiva?
Forse ambedue sì.
Il primo, l'essere figlia unica La carica della previsione di tutto l'accudimento ai genitori anziani.
Li guardi con affetto, faccia in modo che la relazione tra Voi si semplifichi, si smussino le punte.
[#5]
Utente
Grazie dottoressa Bruniati,la sento molto vicina con i suoi consigli...
Dottoressa Randone,grazie anche del suo intervento,anche se mi sembra che lei ponga l'accento più sul mio desiderio di essere madre,che non sul mio essere figlia che è il centro del mio quesito,sebbene anche il problema del non concepimento sia un grosso peso nella mia attuale situazione psicologica...
Grazie ad entrambe,mi fà piacere mi abbiano risposto delle donne!
Dottoressa Randone,grazie anche del suo intervento,anche se mi sembra che lei ponga l'accento più sul mio desiderio di essere madre,che non sul mio essere figlia che è il centro del mio quesito,sebbene anche il problema del non concepimento sia un grosso peso nella mia attuale situazione psicologica...
Grazie ad entrambe,mi fà piacere mi abbiano risposto delle donne!
[#7]
Utente
Dottoressa Randone, mi potrebbe spiegare il significato del termine che ha usato? "Trogeberazionale" non l'ho davvero mai sentito... mi ha incuriosita! Intanto ho fatto una ricerca su internet,e questo termine proprio non compare...forse voleva scrivere "trigenerazionale"? Trigenerazionale l'ho trovato e masticando un pò di psicologia ,credo di aver compreso questo (mi dica se sbaglio): la coppia è il risultato del vissuto che ciascuno dei due patner ha avuto nella sua famiglia di origine. Nella terapia di coppia dunque è utile analizzare i rapporti anche nell'ottica della risoluzione dei legami e dei ruoli generazionali : se il senso di appartenenza permette la trasmissione di valori,abitudini e quant'altro dalla famiglia di origine a quella che ci si crea, la separazione è un processo difficoltoso ma che porta alla individualizzazione,svincolandosi dalla figura dei genitori . Ho letto anche che questa separazione dovrebbe avvenire intorno ai 35-40 anni,per cui diciamo sono nell'età giusta per pormi queste domande,credo!
[#8]
Ho scritto male, perché il programma mi corregge automaticamente le parole che non conosce
"Tri generazionale"
http://www.terapiatrigenerazionale.com/terafatri.htm
Non le serve studiare o documentarsi, ma affidarsi e fidarsi di un clinico competente ed empatico per chiarirsi meglio.
"Tri generazionale"
http://www.terapiatrigenerazionale.com/terafatri.htm
Non le serve studiare o documentarsi, ma affidarsi e fidarsi di un clinico competente ed empatico per chiarirsi meglio.
[#9]
Utente
Avevo intuito l'errore automatico, non c'è problema! La ringrazio del consiglio, anche se sinceramente (potrei mentire,ma perchè mai?) non intendo seguire il concisglio di rivolgermi ad uno specialista ...
Mi ha fatto molto piacere dialogare con lei e la collega,comunque,davvero! Mi avete dato spunti di riflessione ! Mi permetto di dissentire solo in un punto da ciò che ha detto: personalmente credo che studiare e documentarsi non faccia mai male, anche perchè se perdessi la mia curiosità verso ciò che non conosco non sarei più me stessa! Poi ovvio uno deve sapere anche rendersi conto quando i suoi malesseri,pensieri,timori,paure sono "nella norma" o quando diventano davvero un problema che solo l'aiuto di un terapeuta può risolvere...
Chiaramente faccio parte ,credo e spero,solo del primo caso!
è un periodo strano,in cui si sono sovrapposti il mio essere figlia al mio voler essere mamma,e mi accorgo di non avere potere su nessuna delle due cose: nè sull'invecchiamento dei miei genitori,nè sull'arrivo del figlio...ci aggiunga che sono una che riflette molto,per cui eccomi qua,a porvi le domande! Ma,tutto sommato, sto bene,sono ancora padrona della mia vita anche se và un pò come vuole andare ;-)
Grazie mille,
cordialità
Mi ha fatto molto piacere dialogare con lei e la collega,comunque,davvero! Mi avete dato spunti di riflessione ! Mi permetto di dissentire solo in un punto da ciò che ha detto: personalmente credo che studiare e documentarsi non faccia mai male, anche perchè se perdessi la mia curiosità verso ciò che non conosco non sarei più me stessa! Poi ovvio uno deve sapere anche rendersi conto quando i suoi malesseri,pensieri,timori,paure sono "nella norma" o quando diventano davvero un problema che solo l'aiuto di un terapeuta può risolvere...
Chiaramente faccio parte ,credo e spero,solo del primo caso!
è un periodo strano,in cui si sono sovrapposti il mio essere figlia al mio voler essere mamma,e mi accorgo di non avere potere su nessuna delle due cose: nè sull'invecchiamento dei miei genitori,nè sull'arrivo del figlio...ci aggiunga che sono una che riflette molto,per cui eccomi qua,a porvi le domande! Ma,tutto sommato, sto bene,sono ancora padrona della mia vita anche se và un pò come vuole andare ;-)
Grazie mille,
cordialità
[#10]
<<un periodo strano,in cui si sono sovrapposti il mio essere figlia al mio voler essere mamma,e mi accorgo di non avere potere su nessuna delle due cose<<
Meravigliosa conclusione.
Non abbiamo potere su molte cose.
Ma su alcune sì, sulla consapevolezza di essere la generazione di mezzo tra due istanze: il passato;
il futuro;
Forse solo ilpresente sta nelle proprie mani...
Meravigliosa conclusione.
Non abbiamo potere su molte cose.
Ma su alcune sì, sulla consapevolezza di essere la generazione di mezzo tra due istanze: il passato;
il futuro;
Forse solo ilpresente sta nelle proprie mani...
[#11]
"Mi permetto di dissentire solo in un punto da ciò che ha detto: personalmente credo che studiare e documentarsi non faccia mai male, anche perchè se perdessi la mia curiosità verso ciò che non conosco non sarei più me stessa! "
Lo studio è meraviglioso ed aiuta molto, ma qui non stiamo parlando di biologia o di filosofia, ma della sua psiche!!
Quindi, anche se lei deciderà di non andare, ci vuole un professionista.
Auguri per i suoi progetti.
Lo studio è meraviglioso ed aiuta molto, ma qui non stiamo parlando di biologia o di filosofia, ma della sua psiche!!
Quindi, anche se lei deciderà di non andare, ci vuole un professionista.
Auguri per i suoi progetti.
[#12]
Utente
Cara dottoressa Brunialti, perfetto anche il suo "forse" davanti alla frase "solo il presente sta nelle proprie mani"! Si,perchè in effetti,delle volte neanche quello mi sembra essere appieno in mio potere...
A tutto ciò che vi ho detto,si aggiunge anche la non realizzazione professionale: ero bravissima al liceo,piena di opportunità, una vivace mente umanistica ed artistica,eppure vuoi l'indecisione su cosa fare,vuoi l'assecondare i miei genitori (ecco che ritornano!) che preferivano mi trovassi un lavoro,pur non avendone necessità , lasciai gli studi e un pò senza pensarci mi fiondai in un lavoro all'opposto del mio essere,manuale,ripetitivo...dove per abitudine e per stipendio sicuro,sono rimasta ingabbiata per davvero tanti anni,oltre dieci! Negli ultimi anni sono a casa,per riduzione del personale,anche se ancora vincolata del tutto sto "respirando" lontana da quell'ambiente che non mi apparteneva ed in cui,in verità,spero di non dover tornare. Intanto sto sfruttando lo sfruttabile, vedendo come va a finire il tutto, ma quando mi sgancerò totalmente da quella realtà,ho ripromesso a me stessa di non infilarmi in situazioni analoghe,insoddisfacenti. E dire che ora,con una famiglia mia,l'aspetto economico del lavorare assume più importanza...
Tant'è,sto riprendendo a studiare per un probabile concorso che mi riporterebbe sulla "retta via" dei miei studi... anche se obiettivamente difficile ed improbabile, già questo mi fa riavvicinare alla vera me,quella che ero fino ai diciannove anni,quando ho finito il liceo...
Scusate il mio tergiversare,ma quel suo " forse" mi ha tirato fuori anche questo...
A tutto ciò che vi ho detto,si aggiunge anche la non realizzazione professionale: ero bravissima al liceo,piena di opportunità, una vivace mente umanistica ed artistica,eppure vuoi l'indecisione su cosa fare,vuoi l'assecondare i miei genitori (ecco che ritornano!) che preferivano mi trovassi un lavoro,pur non avendone necessità , lasciai gli studi e un pò senza pensarci mi fiondai in un lavoro all'opposto del mio essere,manuale,ripetitivo...dove per abitudine e per stipendio sicuro,sono rimasta ingabbiata per davvero tanti anni,oltre dieci! Negli ultimi anni sono a casa,per riduzione del personale,anche se ancora vincolata del tutto sto "respirando" lontana da quell'ambiente che non mi apparteneva ed in cui,in verità,spero di non dover tornare. Intanto sto sfruttando lo sfruttabile, vedendo come va a finire il tutto, ma quando mi sgancerò totalmente da quella realtà,ho ripromesso a me stessa di non infilarmi in situazioni analoghe,insoddisfacenti. E dire che ora,con una famiglia mia,l'aspetto economico del lavorare assume più importanza...
Tant'è,sto riprendendo a studiare per un probabile concorso che mi riporterebbe sulla "retta via" dei miei studi... anche se obiettivamente difficile ed improbabile, già questo mi fa riavvicinare alla vera me,quella che ero fino ai diciannove anni,quando ho finito il liceo...
Scusate il mio tergiversare,ma quel suo " forse" mi ha tirato fuori anche questo...
[#13]
Vede quanto materiale si è accumulato "dentro"...
E come un consulto abbia sollevato un po' il tappo.
Quando e se ne avrà desiderio, qualche seduta di persona la potrebbe aiutare a fare un po' di ...ordine.
Saluti cari.
E come un consulto abbia sollevato un po' il tappo.
Quando e se ne avrà desiderio, qualche seduta di persona la potrebbe aiutare a fare un po' di ...ordine.
Saluti cari.
Questo consulto ha ricevuto 13 risposte e 3.8k visite dal 22/02/2016.
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