Partner depresso

Buongiorno.
Scrivo per un grave problema che riguarda il mio fidanzato e, di riflesso, anche me.
Io ho 30 anni, lui 33, laureati entrambi. Io lavoro stabilmente da un anno e mezzo, lui da otto mesi. Stiamo per prendere casa e iniziare quella che viene definita in genere "vita adulta".
O almeno stavamo, perché nell'ultima settimana la situazione ha avuto un crollo. Il mio compagno viene da una famiglia in cui la depressione è presente in almeno tre generazioni e sta dandone segni. In realtà per anni ha dato segnali preoccupanti - scarsa voglia di fare, ansia crescente, ridotte interazioni sociali - ma si è sempre rifiutato di farsi visitare. Settimana scorsa ha avuto il classico burn out: crisi di pianto, brutti attacchi di panico, insonnia, digiuno al punto da accettare di rivolgersi a uno psicoterapeuta.
Ieri la cosa è peggiorata ulteriormente: sta mettendo in dubbio tutto, si sta allontanando dagli affetti e inizia a sospettare di non amarmi più. Ora, so che purtroppo è una cosa che può succedere, ma è stato così improvviso e così legato alla crisi che sta vivendo che non posso che pensare si tratti di un ulteriore sintomo del suo malessere.
E' passato da persona spensierata e "inaffondabile" al pianto continuo, non fa altro che parlare di quanto soffra e di quanto quest'ansia che sente dentro lo stia uccidendo.
Ho paura. Temo non solo che si possa allontanare da me ma ancor di più che possa scegliere di far del male a se stesso.
Come posso convincerlo a cercare aiuto più medicalizzato che la psicoterapia? Sta letteralmente perdendo pezzi di sè, pensa di lasciare tutto, me, la casa, il lavoro... non è normale. So che avrebbe bisogno di vedere uno psichiatra ma non so come parlargliene, anche perché io stessa in passato ho sofferto di ansia e attacchi di panico e temo di non essere abbastanza forte per aiutarlo.
Continua a dire che non vuole che gli si dica che è depresso perché lo prenderebbe come scusa per non fare più niente, ma io ho davvero paura che lo sia.
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Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Gentile utente, pare anche a me che vi siano aspetti depressivi in questa crisi del suo fidanzato, molto bene che si rivolga ad un Collega de visu, il quale , valutata la situazione deciderà se richiedere anche il parere di uno psichiatra per una valutazione e scelta del farmaco eventuale.. Siete entrambi laureati, inutile dire che non bisogna avere paura delle parole, lo psichiatra è proprio l'addetto ai lavori, indispensabile in questo momento , .. psichiatri e psicologi lavorano insieme , molto spesso , anche in ospedale , quindi niente chiusure..
Mi domando se questa approdo alla vita adulta, come Lei ci racconta , non abbia fatto scattare paure , fantasmi , insicurezze in lui.. l'idea del definitivo , a volte spaventa , fa sentire inadeguati, impreparati e così via..Lo aiuti ad iniziare questo percorso e poi lasci fare ai curanti , Lei continui ad amarlo , senza pressarlo troppo.. che non si senta .. incalzato.. forse ha .. paura di volare.. "prendere casa".. significa comprarla o affittarla ? anche l'impegno economico ha il suo peso, non crede ? Le faccio molti auguri, certo il tipo di famiglia , con esempi di crolli depressivi non aiuta ad avere coraggio, ma tutto può rientrare.. se crede ci tenga informati, noi restiamo in ascolto..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Utente
Utente
Grazie per la rapida risposta, dottoressa.
Sicuramente siamo in un momento di cambiamento. In realtà abitiamo assieme da tanti anni, solo che si tratta di una situazione quasi da "studenti" (abbiamo preso casa in affitto quando eravamo entrambi in dottorato e adesso ci sposteremmo in una casa "vera", pur se sempre in affitto). Non è una questione economica - uno dei pochi aspetti su cui possiamo permetterci di stare tranquilli - ma credo sia proprio un fatto di cambiamenti e responsabilità. Che in realtà c'erano già prima che avesse questa crisi, e li accettava con gioia perché è qualcosa che vogliamo entrambi.
Mi sforzerò di essere più calma e fredda nelle mie reazioni (in un paio di occasioni mi sono molto arrabbiata e ho cercato di spingerlo a reagire, cosa che non avrei dovuto fare), ma credo che io stessa farei bene a cercare aiuto. Nonostante entrambe le famiglie ci siano di enorme supporto non posso che sentirmi molto sola in questa battaglia.
Grazie ancora.
[#3]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile utente,

sono situazioni molto pesanti e impegnative non solo per chi le soffre, ma anche per chi sta vicino.

Se realmente si trattasse di una forma depressiva - solo lo specialista di persona può diagnosticarla, << spingerlo a reagire << è sbagliato e involontariamente crudele, considerato che la patologia ipotizzata colpisce proprio lì.

Per quanto riguarda il Suo ragazzo, condivido quanto detto dalla Collega, qui sopra.
Se poi occorreranno i farmaci sarà lo Psichiatra a prescriverli.

Per quanto riguarda Lei, appoggio la Sua idea di farsi Lei stessa aiutare; ricordando che la <<battaglia<< di cui Lei fa menzione è contro la malattia, non contro il Suo ragazzo, pure lui vittima.

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#4]
Utente
Utente
Buongiorno dottoressa,
purtroppo so che cercare di spronarlo è deleterio, è stato un mio errore dettato dal malessere che mi proietta addosso.
Mi ha nuovamente chiamata in lacrime dicendo che sta facendo pensieri simili a quelli che lo hanno portato a lasciare la precedente fidanzata (parliamo di nove anni fa) e al tempo stesso che non si può perdonare di avermi messa in dubbio.
Più che stargli vicina, tranquillizzarlo e ripetergli che so benissimo che si tratta di pensieri creati dalla sua ansia e non qualcosa che senta veramente non so cosa fare.
Non sono nemmeno certa si tratti di depressione perché è molto aperto sull'argomento, anzi, ne parla persino troppo.
Potrebbe dipendere anche dal fatto che ha iniziato un percorso di psicoterapia che gli ha fatto abbassare tutte le difese?
So che può sembrare sciocco ma ho bisogno di essere rassicurata e forse ancor di più di trovare un senso a quest'improvvisa sofferenza.
Grazie ancora.
[#5]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile utente,

facevo accenno ai farmaci da abbinare ai farmaci, se la sofferenza del Suo ragazzo è eccessiva e quasi intollerabile; e dunque ad una visita psichiatrica.
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6285-depressione-psicoterapia-e-piu-efficace-dei-soli-farmaci-nel-lungo-periodo.html
Ma sarà il/la terapeuta a suggerirlo.

<<ho bisogno di essere rassicurata e forse ancor di più di trovare un senso a quest'improvvisa sofferenza.
Noi qui possiamo orientarLa,
possiamo consigliarLe le molte letture sull'argomento che i Minforma di questo portale contengono,

ma ritengo che possa giovarsi maggiormente di alcune sedute di persona.

La Sua zona è ricca di opportunità: perchè attendere?




[#6]
Utente
Utente
Ha ragione, infatti ho già contattato una terapeuta vicino a casa e ora attendo che mi richiami per un appuntamento. Spero presto, visto che, anche in virtù di miei problemi psicologici in passato, sento di avere davvero bisogno di supporto.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
<< anche in virtù di miei problemi psicologici in passato,<<

Di che tipo?


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Utente
Utente
Ho un disturbo di ansia generalizzato, ho sofferto di attacchi di panico e di manifestazioni psicosomatiche quali asma e gastrite.
In realtà da qualche anno la situazione è molto migliorata, ho fatto un percorso di terapia e dopo la conclusione di un periodo estremamente stressante (dottrato di ricerca in cui ho subito mobbing e che mi ha fatto star male fisicamente) ho recuperato la mia forza interiore.
Il mio fidanzato sta passando qualcosa che io stessa ho già vissuto e vorrei solo che mi vedesse come esempio di persona che ne è uscita.
Peccato che anche io inizi a far fatica e stia sempre peggio. Faccio l'impossibile per mostrarmi forte ma, appunto, qualche cedimento non sono capace di evitarlo.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Capisco...!

Confermo l'indicazione di riprendere la psicoterapia.

Saluti cari.



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