Sentirsi soli, emarginati eppure essendo in mezzo alla gente
Caro dottore
Sono un adolescente come tante altre o almeno mi ritengo cosî è capitato che a scuola un mio compagno di classe mi dicesse che sono sola e nonostante io sia molto gentile non ho molti amici veri.
Questa cosa mi ha fatto riflettere mi sono ritrovata sola in camera mia a piangere perchè sommando ttto mi sento emarginata e presa in giro. È un momento difficile per me perché ho deciso di cambiare scuola ed ho paura di continuare a sentirmi triste e sola come ora.
Il nocciolo della questione è che sono una ragazza adolescente che si sente emarginata ed esclusa senza capire come fare a riprendere in mano la mia vita
Sono un adolescente come tante altre o almeno mi ritengo cosî è capitato che a scuola un mio compagno di classe mi dicesse che sono sola e nonostante io sia molto gentile non ho molti amici veri.
Questa cosa mi ha fatto riflettere mi sono ritrovata sola in camera mia a piangere perchè sommando ttto mi sento emarginata e presa in giro. È un momento difficile per me perché ho deciso di cambiare scuola ed ho paura di continuare a sentirmi triste e sola come ora.
Il nocciolo della questione è che sono una ragazza adolescente che si sente emarginata ed esclusa senza capire come fare a riprendere in mano la mia vita
[#1]
(...) cosî è capitato che a scuola un mio compagno di classe mi dicesse (..)
c'era già questa percezione prima che il suo compagno le facesse questa osservazione?
NON è detto che sia vero e che lei si sia identificata in questo facendo emergere problemi legati più alla sua stima che alla vera solitudine.
c'era già questa percezione prima che il suo compagno le facesse questa osservazione?
NON è detto che sia vero e che lei si sia identificata in questo facendo emergere problemi legati più alla sua stima che alla vera solitudine.
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
Gentile Adolescente,
più che riprendere in mano la Sua vita da bambina, Lei sta costruendo la Sua vita da adulta! E' proprio questa l'adolescenza... entrare nel mondo degli adulti, confrontarsi con gli altri, decidere quanto dare ascolto a sé stessi, ai compagni, ai genitori..
E' anche iniziare a sperimentare l'autonomia e trovare strategie per risolvere problemi, come ad esempio mentire sull'età pur di avere una risposta da gente che non potrebbe risponderLe...
Come mai cambia scuola?
F.B.
più che riprendere in mano la Sua vita da bambina, Lei sta costruendo la Sua vita da adulta! E' proprio questa l'adolescenza... entrare nel mondo degli adulti, confrontarsi con gli altri, decidere quanto dare ascolto a sé stessi, ai compagni, ai genitori..
E' anche iniziare a sperimentare l'autonomia e trovare strategie per risolvere problemi, come ad esempio mentire sull'età pur di avere una risposta da gente che non potrebbe risponderLe...
Come mai cambia scuola?
F.B.
Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492
[#3]
Cara Ragazza,
Il portale era ha consulti soltanto per intenti maggiorenni, sarebbe utile che si rivolgesse allo sportello ascolto della sua scuola o presso una struttura pubblica, ma provo lo stesso a dirle qualcosa.
Dovrebbe riflettere sul "perché si sente emarginata e presa in giro"..
È un disagio suo, del gruppo, della relazione?
Ci sono dati di realtà?
Un vissuto soggettivo che magari ha a che fare con la sua storia di vita?
Con il suo rapporto con la famiglia d'origine?
Con la sua immagine allo specchio?
Se per prima cosa non impara a farsi una buona compagnia, a bastare a se stessa, non potrà stare bene con gli altri...
E poi, gli adolescenti...fanno "branco", essere sensibili e diversi, per adesso è difficile e faticoso, poi sarà un vero valore aggiunto per la sua esistenza!
Auguri per tutto.
Il portale era ha consulti soltanto per intenti maggiorenni, sarebbe utile che si rivolgesse allo sportello ascolto della sua scuola o presso una struttura pubblica, ma provo lo stesso a dirle qualcosa.
Dovrebbe riflettere sul "perché si sente emarginata e presa in giro"..
È un disagio suo, del gruppo, della relazione?
Ci sono dati di realtà?
Un vissuto soggettivo che magari ha a che fare con la sua storia di vita?
Con il suo rapporto con la famiglia d'origine?
Con la sua immagine allo specchio?
Se per prima cosa non impara a farsi una buona compagnia, a bastare a se stessa, non potrà stare bene con gli altri...
E poi, gli adolescenti...fanno "branco", essere sensibili e diversi, per adesso è difficile e faticoso, poi sarà un vero valore aggiunto per la sua esistenza!
Auguri per tutto.
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#4]
Cara ragazza,
Questo compagno e' stato molto maturo e "amico" a farLe notare questa Sua chiamiamola "caratteristica".
Anche se l'ha fatta piangere l'ha fatta riflettere su una condizione esistenziale sulla quale forse Lei non aveva ancora fatto un pensiero profondo.
Su tale tema esistenziale Le dico il mio parere, che spero Le sia utile, anche se ne ricevera' altri diversi.
Le propongo per introdurre il discorso una massima: "la sola condizione che renda possibile stare in compagnia e' il sapere stare bene da soli".
Forse puo' gia' intuire cosa io voglia dirLe: la solitudine e' una condizione esistenziale "base" di qualsiasi essere umano. Non negativa, tutt'altro! La si puo' e la si deve vivere come una possibilita' di essere proprio se stessi, come uno spazio proprio da riempire di cio' che si desidera e si sceglie, a seconda dell'eta' e del ciclo vitale che si sta attraversando.
Non si deve pensare alla solitudine come a qualcosa che "non c'e' " ma come uno "spazio" proprio e indispensabile.
Da questo spazio di privacy si puo', se lo si desidera, incontrare l'Altro.
Ma deve essere una scelta. Non un bisogno.
Rifletta su quanto Le ho esposto, poi se vuole lo condivida in questo spazio con me e gli altri colleghi.
I migliori saluti.
Questo compagno e' stato molto maturo e "amico" a farLe notare questa Sua chiamiamola "caratteristica".
Anche se l'ha fatta piangere l'ha fatta riflettere su una condizione esistenziale sulla quale forse Lei non aveva ancora fatto un pensiero profondo.
Su tale tema esistenziale Le dico il mio parere, che spero Le sia utile, anche se ne ricevera' altri diversi.
Le propongo per introdurre il discorso una massima: "la sola condizione che renda possibile stare in compagnia e' il sapere stare bene da soli".
Forse puo' gia' intuire cosa io voglia dirLe: la solitudine e' una condizione esistenziale "base" di qualsiasi essere umano. Non negativa, tutt'altro! La si puo' e la si deve vivere come una possibilita' di essere proprio se stessi, come uno spazio proprio da riempire di cio' che si desidera e si sceglie, a seconda dell'eta' e del ciclo vitale che si sta attraversando.
Non si deve pensare alla solitudine come a qualcosa che "non c'e' " ma come uno "spazio" proprio e indispensabile.
Da questo spazio di privacy si puo', se lo si desidera, incontrare l'Altro.
Ma deve essere una scelta. Non un bisogno.
Rifletta su quanto Le ho esposto, poi se vuole lo condivida in questo spazio con me e gli altri colleghi.
I migliori saluti.
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 5.7k visite dal 13/02/2016.
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