Chiusura sofferente, forte mancanza

Salve,
sabato ho chiusa una frequentazione di un mese e poco più. Noi stessa età (26), lui uscito da 8mesi da una storia di 6 anni x cui ha sofferto di crisi d'ansia. Ho chiuso perchè, diversamente da quando ci vedevamo, non lo vedevo preso come all'inizio. Le prime 2 settimane stavamo ore al telefono, io, presa da paure di esser presa in giro ho iniziato a fare domande sul rapporto. Lui si è spaventato di ciò (ma l'ho capito solo nell'ultimo confronto di sabato). Abbiamo continuato a sentirci e vederci con la stessa frequenza ma le conversazioni erano: buongiorno, che fai, come va, com'è andata, scherzavamo su noi, e buonanotte. Non c'erano più le telefonate di ore. Io ho risentito di ciò, leggendo tutto come una mancanza di interesse sulla quale abbiamo "discusso" diverse volte fino a Sabato, che ho chiuso. Le motivazioni della chiusura da parte mia: paura di andare avanti così legandomi io e poco lui, voglia di dargli una scossa, sperando che con la paura di perdermi riuscisse ad aprirsi. Lui non si aspettava questa mia decisione ed è rimasto visibilmente male. Mi ha chiesto diverse spiegazioni, cercato di capire, negato il "mancato interesse", abbracciato per non farmi andare. Fatto sta, che quello che vedo ora (silenzio), non è quello che ho visto allora (dispiacere). Ci sono stati piccoli scambi di messaggi, suoi tipo "non riesco a capirti", "sei una persona che merita molto, vederti piangere è stata dura, non voglio deluderti e probabilmente con le mie tensioni sono la persona meno adatta da seguire", "che dei passi verso me li ha fatti ma un mese è poco x conoscere una persona", e messaggi miei dove dico che se ci avesse tenuto avrebbe fatto dei passi verso di me piuttosto che perdermi, che ha un bel cuore e che ci sono persone che con il suo cuore non vorrebbero farci nulla di male (dove ha rsp: hai ragione ma forse ancora nn l'ho capito), e ancora un papiro di 20 righe dove gli spiego che io sono disposta a dargli tempo ma che allo stesso modo lui deve aprirsi e non chiudersi, parlarmi, spiegarmi quando pretendo troppo cosa lui riesce a darmi e cosa no, che non deve pensare che ogni volta che apro un discorso sul rapporto sia un litigio, che non voglio fargli la guerra, anzi, ma che abbiamo lo stesso fine: stare bene insieme. A ciò, la sua risposta è stata, che ho ragione ma che nelle situazioni uno ci si trova e non sempre è semplice prevedere i comportamenti, che il mio messaggio lo fa riflettere ma che non trova parole per rispondere ora". A questo messaggio non ho risposto, e da qui, è calato il silenzio esattamente da 4 giorni. Quando chiusi, gli dissi che avrei chiuso i rapporti e me la sarei fatta passare e lui disse "allora sei una macchina, nei sentimenti non funziona così, evidentemente non eri così interessata"..ma adesso, col silenzio, dimostra proprio questo: che non gli interessa. A me manca costantemente e con i giorni, sempre più..non so che fare..o meglio gli sto lasciando tempo..ma probabilmente per lui è già chiusa.
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Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Gentile utente , temo che per ansia, o per una certa insicurezza Lei abbia troppo precisato, indagato, chiarito, ribadito..e che questo lui si sia spaventato..la questione è che spesso a noi donne viene naturale precisare,analizzare, dire e ribadire.. temo che non sia una mossa vincente, spesso.
Magari , tra un pò , si può decidere di farlo e metterlo in atto.. ma questa è una cosa che solo Lei può fare.
Cosa ne pensa ?

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Utente
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Gentile Dottoressa,
penso che lei abbia ragione. So di aver sbagliato ma allo stesso tempo gli ho scritto, lunedì, un messaggio molto chiaro e con toni molto pacati, questo:
Quello che vorrei capissi e che faccio un enorme fatica a spiegarti, sempre, è che io sono d’accordo con te: un mese è pochissimo. Proprio per questo ti dico, sicuramente ci sono delle difficoltà dettate proprio dal fatto che siamo due “sconosciuti”. Probabilmente la pazienza è necessaria, e forse ancor più il dialogo. È vero quello che hai detto: anche tu hai provato ad aprirti, per poi chiuderti. Io ho risentito proprio di questo: del tuo darmi, per poi togliermi. Sentirci scherzare al telefono sentendo che in quel momento era proprio con me che volevi condividere dei discorsi mi piaceva e ancor più quando una settimana prima mi chiamavi per dirmi che una settimana dopo avresti avuto un giorno libero, da passare con me..vedere che non lo facevi più mi dispiaceva...Non capivo, e probabilmente è lecito poter pensare che forse, l'interesse nei miei confronti stava calando: tu dicevi di no..ma qualcosa obiettivamente cambiava. Ti dico la verità, pensavo che l'interesse stesse calando in seguito al fatto che non volessi impegnarti particolarmente, ma non avevo capito, fino a sabato, che fossero i miei atteggiamenti a farti ritrarre. Pensavo fossero motivo di fastidio, quello si, ma non che ti avessero indotto a chiuderti. Sicuramente è stata anche colpa mia, ma parlarne, anche delle ore, non sarebbe stato negativo e non avrebbe neanche pesato sui momenti insieme.
Sono palesemente positive le serate che abbiamo condiviso, e sono stata la prima a dirti che mi diverto, che sto bene e che sono spensierata, molto. Io non ho avuto problemi nell'accettare di darti, e darci, tempo. Neanche io sono pronta. Anche io ho le mie tensioni..ma si possono condividere ed è quello che provo a fare ma tu le vedi sempre come “questioni”, “problemi”, “litigi”. Per me è trovare un equilibrio con te, ma non posso farlo da sola, e un mese non basta. Posso darci tempo..ma permettimi allo stesso modo di non essere passiva. Di esprimere quello che sento senza il timore che per te sia pesante, di dirti i miei desideri o farti capire cosa mi piacerebbe senza che tu ti chiuda, perchè non cerco di legarti a me ma solo di avvicinarmi, e non c'è nulla di negativo o spaventoso in questo..anzi. Sarei più serena. Guarda anche dalla mia prospettiva.
Se cerchi di scioglierti riesci a capire che non ti sto chiedendo cose impossibili ne che pretenda qualcosa che non riesci a fare, perché lo hai già fatto e non vorrei niente di più. Mi piacerebbe, per esempio, che tu non mi dicessi "lasciamo stare", o che sparissi quando provo a parlare di qualcosa che non ti piace, ma che facessimo insieme dei passi l’uno verso l’altro, non al telefono ma guardandoci. Mi è chiaro che ci vuole tempo ma non posso sapere ne quanto, ne per cosa. Probabilmente una cosa per me stupida per te non lo è (vedi la questione del dormire con qualcuno) e viceversa. Per cui, quando ti chiedo qualcosa che vorrei e non sei pronto a darmi, potresti spiegarmelo palesemente. Quando pretendo troppo, potresti dirmi perchè. Ricorda che non posso sapere cosa ti passa per la testa e se non riesci ad aprirti io non posso ne voglio forzarti..ma so che sai parlare con delicatezza e di questo non ho paura. Probabilmente ti dimostrerei che con me non sempre far convergere due punti di vista significa litigare (forse rischieresti di sentirmi parlare come una mitraglietta per 20 minuti, quello si) ma che alle volte, dopo, potresti anche sentirti più leggero perchè non ho interesse a farti la guerra...semmai è il contrario. Per cui, per favore, sforzati di capire che non lo faccio perchè voglio dare fretta al rapporto o a te o per litigare, ma perchè voglio capire quello che pensi, cosa vedi..come stai e soprattutto voglio che la smettiamo di rendere complicata una cosa bella. Non siamo due nemici, vogliamo la stessa cosa: stare bene insieme.
La sua risposta è stata questa:
Quello che dici è giusto ma non sempre si possono prevedere i comportamenti. Non so cosa dirti. Quello che hai scritto mi fa riflettere ma non trovo parole per rispondere ora".
Ora non so se stia (lui) riflettendo o la risposta sia una semplice scusa per chiudere senza rischiare di farmi rimanere ulteriormente male, fatto sta, che la mia posizione è stata quella di rimanere ferma perchè credo che ormai insistere sia inutile, e che, se lui ci tenesse, farebbe, o avrebbe fatto, almeno un passo tipo "ora con più calma, vogliamo parlarne?". Non so se 4 giorni sia troppi, o troppo pochi, ma so che io non avrei fatto passare questi giorni. Però, la situazione è in mano a lui dato che è lui che "iflette ma non trova parole per rispondere ora".. per quanto a me possa terribilmente mancare. Qual'è il suo punto di vista?