Rapporti interpersonali e ansie emotive
Salve, la mia storia è questa: Ci frequentavamo da un mese e mezzo, ma intensamente.
Sabato ho chiuso questa frequentazione con grande dispiacere: Lui non mi dimostrava quanto serviva a me per stare serena. Perchè? perchè 8 mesi fa è uscito da una storia di 6 anni che lo hanno portato a stare male fisicamente ed ora è spaventato. Non si vuole fermare..ma vuole andare piano. Comprensibile ma per lui andare piano significa vivere tutto con molta scioltezza...non è una tragedia vedersi una volta a settimana e simili..insomma: non avere pretese. Dopo un mese ci può stare, se io dovessi dirvi che mi fidanzerei subito no. Ma sono abituata ad essere considerata di più e non riesco ad abituarmi a questa leggerezza.
Sono andata da lui..e ci ho parlato. Lui non se l'aspettava, e devo dire che ci è rimasto visibilmente male. Mi ha detto che la sua non è mancanza di interesse. Che è molto coinvolto e che sta bene con me (effettivamente quando passiamo del tempo insieme stiamo tutt'altro che male). Mi ha chiesto più volte se fosse una decisione definitiva. Io non ero sentimentalmente convinta ma gli ho spiegato che diverse volte ne avevamo parlato, inutilmente. Mi ha chiesto se riuscissimo a venirci incontro ma già precedentemente la questione è stata affrontata e il compromesso è stato: dargli tempo. Ci ho provato, ho voluto comprendere..ma non potevo fare passi solo io.
Lui voleva che arrivata a casa mi facessi sentire ma gli ho spiegato che era inutile continuare a sentirsi...la sua risposta: "non siamo macchine..nei sentimenti nn funziona così". Poi sono andata via, dopo una serie di abbracci di lui che non mi lasciavano andare. Mi sono fatta prendere dal sentimento e ho provato a fargli una chiamata a cui nn ha seguito risposta, così gli ho scritto scusandomi perchè con quella chiamata mi ero fatta prendere dalla debolezza dell'affetto che provavo.
Mi ha scritto dopo un paio d'ore dicendomi che non riesce a comprendere..e sperava fossi a casa. Messaggio a cui ho risposto solo che ero a casa.
Dopo sabato ci sono stati una serie di messaggi in cui io gli dico che se un giorno si sentirà pronto di darmi quanto voglio mi farebbe piacere riparlarne, che se gli fosse interessato avrebbe fatto qualcosa per fermarmi. Che ad oggi mi sento un passatempo. Lui ha risposto dicendo che non è vero che ero un passatempo ma che un mese e mezzo è poco x conoscere una persona. Gli ho mandato poi un ultimo msg in cui (la faccio breve perchè era molto lungo) gli ho fatto capire che abbiamo lo stesso obiettivo: star bene insieme e di ascoltare le esigenze di entrambi. Lui mi ha detto che il msg lo fa riflettere ma non trova parole ora.
Ad oggi, vorrrei abbracciarlo. Non nego che questa mia scelta ha creduto nel tentativo di dargli una scossa. Di ricevere almeno una dimostrazione che non c'è stata. Ieri primo giorno di silenzio. Io mi sento sempre così inadatta nei rapporti, con mille paure che mi hanno sempre portato a questo...star male
Sabato ho chiuso questa frequentazione con grande dispiacere: Lui non mi dimostrava quanto serviva a me per stare serena. Perchè? perchè 8 mesi fa è uscito da una storia di 6 anni che lo hanno portato a stare male fisicamente ed ora è spaventato. Non si vuole fermare..ma vuole andare piano. Comprensibile ma per lui andare piano significa vivere tutto con molta scioltezza...non è una tragedia vedersi una volta a settimana e simili..insomma: non avere pretese. Dopo un mese ci può stare, se io dovessi dirvi che mi fidanzerei subito no. Ma sono abituata ad essere considerata di più e non riesco ad abituarmi a questa leggerezza.
Sono andata da lui..e ci ho parlato. Lui non se l'aspettava, e devo dire che ci è rimasto visibilmente male. Mi ha detto che la sua non è mancanza di interesse. Che è molto coinvolto e che sta bene con me (effettivamente quando passiamo del tempo insieme stiamo tutt'altro che male). Mi ha chiesto più volte se fosse una decisione definitiva. Io non ero sentimentalmente convinta ma gli ho spiegato che diverse volte ne avevamo parlato, inutilmente. Mi ha chiesto se riuscissimo a venirci incontro ma già precedentemente la questione è stata affrontata e il compromesso è stato: dargli tempo. Ci ho provato, ho voluto comprendere..ma non potevo fare passi solo io.
Lui voleva che arrivata a casa mi facessi sentire ma gli ho spiegato che era inutile continuare a sentirsi...la sua risposta: "non siamo macchine..nei sentimenti nn funziona così". Poi sono andata via, dopo una serie di abbracci di lui che non mi lasciavano andare. Mi sono fatta prendere dal sentimento e ho provato a fargli una chiamata a cui nn ha seguito risposta, così gli ho scritto scusandomi perchè con quella chiamata mi ero fatta prendere dalla debolezza dell'affetto che provavo.
Mi ha scritto dopo un paio d'ore dicendomi che non riesce a comprendere..e sperava fossi a casa. Messaggio a cui ho risposto solo che ero a casa.
Dopo sabato ci sono stati una serie di messaggi in cui io gli dico che se un giorno si sentirà pronto di darmi quanto voglio mi farebbe piacere riparlarne, che se gli fosse interessato avrebbe fatto qualcosa per fermarmi. Che ad oggi mi sento un passatempo. Lui ha risposto dicendo che non è vero che ero un passatempo ma che un mese e mezzo è poco x conoscere una persona. Gli ho mandato poi un ultimo msg in cui (la faccio breve perchè era molto lungo) gli ho fatto capire che abbiamo lo stesso obiettivo: star bene insieme e di ascoltare le esigenze di entrambi. Lui mi ha detto che il msg lo fa riflettere ma non trova parole ora.
Ad oggi, vorrrei abbracciarlo. Non nego che questa mia scelta ha creduto nel tentativo di dargli una scossa. Di ricevere almeno una dimostrazione che non c'è stata. Ieri primo giorno di silenzio. Io mi sento sempre così inadatta nei rapporti, con mille paure che mi hanno sempre portato a questo...star male
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È possibile che le sue aspettative (di lei che ci scrive) abbiano avuto l'effetto pratico di farlo ritrarre? Dato anche che è rimasto scottato da una storia finita da poco.
Se fosse così, la cosa probabilmente migliore che può fare è lasciare che sia lui a cercarla di nuovo. Gli faccia spazio per avvicinarsi. E se lui non dovesse farlo, forse vuol dire che di fatto non è ancora pronto per iniziare una storia impegnativa. In questo caso, per quanto doloroso possa essere, non sarebbe colpa di nessuno.
Se fosse così, la cosa probabilmente migliore che può fare è lasciare che sia lui a cercarla di nuovo. Gli faccia spazio per avvicinarsi. E se lui non dovesse farlo, forse vuol dire che di fatto non è ancora pronto per iniziare una storia impegnativa. In questo caso, per quanto doloroso possa essere, non sarebbe colpa di nessuno.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Utente
Salve,
esattamente si! Lui sabato mi disse che quando ha notato le mie "pressioni-aspettative" (per lui precoci) si è ritratto, non stoppando la conoscenza ma andando piano. Mi dice che ci tiene ma che un mese è poco per dire di poter conoscere una persona..che certe cose vengono naturali. Io, chiudendo, ho creduto di dargli una scossa..invece forse avrei dovuto fare l'opposto.
Tutte le volte che siamo usciti, e anche sabato, l'ho visto coinvolto...cosa che poi vedevo meno quando non eravamo insieme.
L'ultima volta che ci siamo sentiti gli ho scritto questo:
"Quello che vorrei capissi e che faccio un enorme fatica a spiegarti, sempre, è che io sono d’accordo con te: un mese è pochissimo. Proprio per questo ti dico, sicuramente ci sono delle difficoltà dettate proprio dal fatto che siamo due “sconosciuti”. Probabilmente la pazienza è necessaria, e forse ancor più il dialogo. È vero quello che hai detto: anche tu hai provato ad aprirti, per poi chiuderti. Io ho risentito proprio di questo: del tuo darmi, per poi togliermi. Sentirci scherzare al telefono sentendo che in quel momento era proprio con me che volevi condividere dei discorsi mi piaceva e ancor più quando una settimana prima mi chiamavi per dirmi che una settimana dopo avresti avuto un giorno libero, da passare con me..vedere che non lo facevi più mi dispiaceva...Non capivo, e probabilmente è lecito poter pensare che forse, l'interesse nei miei confronti stava calando: tu dicevi di no..ma qualcosa obiettivamente cambiava. Ti dico la verità, pensavo che l'interesse stesse calando in seguito al fatto che non volessi impegnarti particolarmente, ma non avevo capito, fino a sabato, che fossero i miei atteggiamenti a farti ritrarre. Pensavo fossero motivo di fastidio, quello si, ma non che ti avessero indotto a chiuderti. Sicuramente è stata anche colpa mia, ma parlarne, anche delle ore, non sarebbe stato negativo e non avrebbe neanche pesato sui momenti insieme.
Sono palesemente positive le serate che abbiamo condiviso, e sono stata la prima a dirti che mi diverto, che sto bene e che sono spensierata, molto. Io non ho avuto problemi nell'accettare di darti, e darci, tempo. Neanche io sono pronta. Anche io ho le mie tensioni..ma si possono condividere ed è quello che provo a fare ma tu le vedi sempre come “questioni”, “problemi”, “litigi”. Per me è trovare un equilibrio con te, ma non posso farlo da sola, e un mese non basta. Posso darci tempo..ma permettimi allo stesso modo di non essere passiva. Di esprimere quello che sento senza il timore che per te sia pesante, di dirti i miei desideri o farti capire cosa mi piacerebbe senza che tu ti chiuda, perchè non cerco di legarti a me ma solo di avvicinarmi, e non c'è nulla di negativo o spaventoso in questo..anzi. Sarei più serena. Guarda anche dalla mia prospettiva.
Se cerchi di scioglierti riesci a capire che non ti sto chiedendo cose impossibili ne che pretenda qualcosa che non riesci a fare, perché lo hai già fatto e non vorrei niente di più. Mi piacerebbe, per esempio, che tu non mi dicessi "lasciamo stare", o che sparissi quando provo a parlare di qualcosa che non ti piace, ma che facessimo insieme dei passi l’uno verso l’altro, non al telefono ma guardandoci. Mi è chiaro che ci vuole tempo ma non posso sapere ne quanto, ne per cosa. Probabilmente una cosa per me stupida per te non lo è (vedi la questione del dormire con qualcuno) e viceversa. Per cui, quando ti chiedo qualcosa che vorrei e non sei pronto a darmi, potresti spiegarmelo palesemente. Quando pretendo troppo, potresti dirmi perchè. Ricorda che non posso sapere cosa ti passa per la testa e se non riesci ad aprirti io non posso ne voglio forzarti..ma so che sai parlare con delicatezza e di questo non ho paura. Probabilmente ti dimostrerei che con me non sempre far convergere due punti di vista significa litigare (forse rischieresti di sentirmi parlare come una mitraglietta per 20 minuti, quello si) ma che alle volte, dopo, potresti anche sentirti più leggero perchè non ho interesse a farti la guerra...semmai è il contrario. Per cui, per favore, sforzati di capire che non lo faccio perchè voglio dare fretta al rapporto o a te o per litigare, ma perchè voglio capire quello che pensi, cosa vedi..come stai e soprattutto voglio che la smettiamo di rendere complicata una cosa bella. Non siamo due nemici, vogliamo la stessa cosa: stare bene insieme"
La sua risposta è stata "Quello che dici è giusto ma non sempre si possono prevedere i comportamenti. Non so cosa dirti. Quello che hai scritto mi fa riflettere ma non trovo parole per rispondere ora".
A questo non ho più risposto, lasciando stare e cosi ieri è stato il primo giorno in cui tra noi c'è stato silenzio. Non so che altro fare.
esattamente si! Lui sabato mi disse che quando ha notato le mie "pressioni-aspettative" (per lui precoci) si è ritratto, non stoppando la conoscenza ma andando piano. Mi dice che ci tiene ma che un mese è poco per dire di poter conoscere una persona..che certe cose vengono naturali. Io, chiudendo, ho creduto di dargli una scossa..invece forse avrei dovuto fare l'opposto.
Tutte le volte che siamo usciti, e anche sabato, l'ho visto coinvolto...cosa che poi vedevo meno quando non eravamo insieme.
L'ultima volta che ci siamo sentiti gli ho scritto questo:
"Quello che vorrei capissi e che faccio un enorme fatica a spiegarti, sempre, è che io sono d’accordo con te: un mese è pochissimo. Proprio per questo ti dico, sicuramente ci sono delle difficoltà dettate proprio dal fatto che siamo due “sconosciuti”. Probabilmente la pazienza è necessaria, e forse ancor più il dialogo. È vero quello che hai detto: anche tu hai provato ad aprirti, per poi chiuderti. Io ho risentito proprio di questo: del tuo darmi, per poi togliermi. Sentirci scherzare al telefono sentendo che in quel momento era proprio con me che volevi condividere dei discorsi mi piaceva e ancor più quando una settimana prima mi chiamavi per dirmi che una settimana dopo avresti avuto un giorno libero, da passare con me..vedere che non lo facevi più mi dispiaceva...Non capivo, e probabilmente è lecito poter pensare che forse, l'interesse nei miei confronti stava calando: tu dicevi di no..ma qualcosa obiettivamente cambiava. Ti dico la verità, pensavo che l'interesse stesse calando in seguito al fatto che non volessi impegnarti particolarmente, ma non avevo capito, fino a sabato, che fossero i miei atteggiamenti a farti ritrarre. Pensavo fossero motivo di fastidio, quello si, ma non che ti avessero indotto a chiuderti. Sicuramente è stata anche colpa mia, ma parlarne, anche delle ore, non sarebbe stato negativo e non avrebbe neanche pesato sui momenti insieme.
Sono palesemente positive le serate che abbiamo condiviso, e sono stata la prima a dirti che mi diverto, che sto bene e che sono spensierata, molto. Io non ho avuto problemi nell'accettare di darti, e darci, tempo. Neanche io sono pronta. Anche io ho le mie tensioni..ma si possono condividere ed è quello che provo a fare ma tu le vedi sempre come “questioni”, “problemi”, “litigi”. Per me è trovare un equilibrio con te, ma non posso farlo da sola, e un mese non basta. Posso darci tempo..ma permettimi allo stesso modo di non essere passiva. Di esprimere quello che sento senza il timore che per te sia pesante, di dirti i miei desideri o farti capire cosa mi piacerebbe senza che tu ti chiuda, perchè non cerco di legarti a me ma solo di avvicinarmi, e non c'è nulla di negativo o spaventoso in questo..anzi. Sarei più serena. Guarda anche dalla mia prospettiva.
Se cerchi di scioglierti riesci a capire che non ti sto chiedendo cose impossibili ne che pretenda qualcosa che non riesci a fare, perché lo hai già fatto e non vorrei niente di più. Mi piacerebbe, per esempio, che tu non mi dicessi "lasciamo stare", o che sparissi quando provo a parlare di qualcosa che non ti piace, ma che facessimo insieme dei passi l’uno verso l’altro, non al telefono ma guardandoci. Mi è chiaro che ci vuole tempo ma non posso sapere ne quanto, ne per cosa. Probabilmente una cosa per me stupida per te non lo è (vedi la questione del dormire con qualcuno) e viceversa. Per cui, quando ti chiedo qualcosa che vorrei e non sei pronto a darmi, potresti spiegarmelo palesemente. Quando pretendo troppo, potresti dirmi perchè. Ricorda che non posso sapere cosa ti passa per la testa e se non riesci ad aprirti io non posso ne voglio forzarti..ma so che sai parlare con delicatezza e di questo non ho paura. Probabilmente ti dimostrerei che con me non sempre far convergere due punti di vista significa litigare (forse rischieresti di sentirmi parlare come una mitraglietta per 20 minuti, quello si) ma che alle volte, dopo, potresti anche sentirti più leggero perchè non ho interesse a farti la guerra...semmai è il contrario. Per cui, per favore, sforzati di capire che non lo faccio perchè voglio dare fretta al rapporto o a te o per litigare, ma perchè voglio capire quello che pensi, cosa vedi..come stai e soprattutto voglio che la smettiamo di rendere complicata una cosa bella. Non siamo due nemici, vogliamo la stessa cosa: stare bene insieme"
La sua risposta è stata "Quello che dici è giusto ma non sempre si possono prevedere i comportamenti. Non so cosa dirti. Quello che hai scritto mi fa riflettere ma non trovo parole per rispondere ora".
A questo non ho più risposto, lasciando stare e cosi ieri è stato il primo giorno in cui tra noi c'è stato silenzio. Non so che altro fare.
[#3]
>>> Io, chiudendo, ho creduto di dargli una scossa..invece forse avrei dovuto fare l'opposto
>>>
Quando ci si conosce da così poco e non si è ancora in confidenza, è meglio dare segnali, piuttosto che scosse. Il segnale corretto nel suo caso è: "mi piaci, io ci sono, ma non voglio correrti dietro". Le relazioni equilibrate sono quelle dove entrambi cercano l'altro, non uno solo dei due.
Non si tratta di essere passivi, ma di non essere troppo attivi e pressanti. Fa una grossa differenza. L'interventismo produce spesso più svantaggi che vantaggi. E poi le persone non amano sentirsi messe sotto pressione, tanto meno dopo un solo mese di frequentazione e ancor meno dopo essere uscite con le ossa rotte da storie durate anni.
>>>
Quando ci si conosce da così poco e non si è ancora in confidenza, è meglio dare segnali, piuttosto che scosse. Il segnale corretto nel suo caso è: "mi piaci, io ci sono, ma non voglio correrti dietro". Le relazioni equilibrate sono quelle dove entrambi cercano l'altro, non uno solo dei due.
Non si tratta di essere passivi, ma di non essere troppo attivi e pressanti. Fa una grossa differenza. L'interventismo produce spesso più svantaggi che vantaggi. E poi le persone non amano sentirsi messe sotto pressione, tanto meno dopo un solo mese di frequentazione e ancor meno dopo essere uscite con le ossa rotte da storie durate anni.
[#4]
Utente
L'ho capito...forse ora troppo tardi :( ma credo che più che avergli detto quanto ho fatto nel precedente post inserito...ormai nn posso più fare.
Quello che ora mi dispiace è che ho visto un reale dispiacere quando abbiamo parlato di persona sabato....che non vedo ora. La sua risposta: "Quello che dici è giusto ma non sempre si possono prevedere i comportamenti. Non so cosa dirti. Quello che hai scritto mi fa riflettere ma non trovo parole per rispondere ora" la vedo come una totale mancanza di interesse nel fare anche un solo passo verso me...sarebbe bastato un semplice "perchè non ci vediamo per parlarne".....invece a quanto pare, vuole rimanere così..nelle sue cose....diversamente da quanto ho visto in lui sabato.
Quello che ora mi dispiace è che ho visto un reale dispiacere quando abbiamo parlato di persona sabato....che non vedo ora. La sua risposta: "Quello che dici è giusto ma non sempre si possono prevedere i comportamenti. Non so cosa dirti. Quello che hai scritto mi fa riflettere ma non trovo parole per rispondere ora" la vedo come una totale mancanza di interesse nel fare anche un solo passo verso me...sarebbe bastato un semplice "perchè non ci vediamo per parlarne".....invece a quanto pare, vuole rimanere così..nelle sue cose....diversamente da quanto ho visto in lui sabato.
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Le storie non sempre si concretizzano, anche se apparentemente le premesse ci sono. Credo che la cosa più conveniente da fare sia dimostrargli di non avere pretese, di lasciarlo libero di decidere, insomma. Continuando a vedere questo atteggiamento da parte sua, giorno dopo giorno, è possibile che lui si decida a ritentare. Ma non c'è nessuna garanzia.
D'altra parte la cosa meno utile da fare sarebbe cedere all'ansia e alla rabbia per non essere riuscita a concretizzare molto presto, e dimostrargli questo. Attraverso richieste, pretese, il rinfacciare, anche offrendo o chiedendo spiegazioni. Quando c'è bisogno di discurere della relazione, significa che c'è un problema. E dopo un solo mese è veramente troppo presto per mettersi a discutere.
Detto questo, se lei riconosce di trovarsi spesso nel ruolo di "quella troppo esigente", o che comunque ha difficoltà relazionali generalizzate, situazione dopo situazione, potrebbe esserle d'aiuto parlarne con uno psicologo. Di persona.
D'altra parte la cosa meno utile da fare sarebbe cedere all'ansia e alla rabbia per non essere riuscita a concretizzare molto presto, e dimostrargli questo. Attraverso richieste, pretese, il rinfacciare, anche offrendo o chiedendo spiegazioni. Quando c'è bisogno di discurere della relazione, significa che c'è un problema. E dopo un solo mese è veramente troppo presto per mettersi a discutere.
Detto questo, se lei riconosce di trovarsi spesso nel ruolo di "quella troppo esigente", o che comunque ha difficoltà relazionali generalizzate, situazione dopo situazione, potrebbe esserle d'aiuto parlarne con uno psicologo. Di persona.
[#7]
"io mi sento sempre così inadatta nei rapporti, con mille paure ..."
è probabile che anche questo la spinga a cercare conferme e continue dimostrazioni da parte di lui, forse non tanto (o non solo) per quello che lui prova per lei, ma che quello che lui sente e dimostra, per lei è misura del suo (di lei) valore, del suo essere amabile?
è probabile che anche questo la spinga a cercare conferme e continue dimostrazioni da parte di lui, forse non tanto (o non solo) per quello che lui prova per lei, ma che quello che lui sente e dimostra, per lei è misura del suo (di lei) valore, del suo essere amabile?
Dott.ssa Ilaria La Manna
Psicologa Psicoterapeuta - Padova
[#8]
Utente
...è vero...e mi sento così maledettamente triste per aver rovinato tutto per questo. Il punto è che ho fatto tutto da sola..e l'ultima cosa che ho potuto fare per cercare di "rimediare" è stato quell'ultimo messaggio, lungo, postato sopra...sperando di riuscire a trovare un modo almeno per parlarne, con i suoi tempi. Il silenzio di ieri mi dispiace, io vorrei parlargli anche subito, ma non voglio, per l'ennesima volta, forzare una situazione. Spero solo che veramente, un minimo ci tenga e creda in me..per provare, in maniera diversa..
[#9]
>>> Secondo lei quindi ora è meglio stare al mio posto e aspettare lui, qualora si faccia sentire? Questa può già essere una dimostrazione nei suoi confronti dopo quello che gli ho detto?
>>>
Secondo me, sì. E senza coltivare ulteriori aspettative.
Distinguendo però come le dicevo questa situazione in particolare da quella sua personale, più generale. La prima dipende dalla seconda, quindi sistemando quest'ultima avrà più probabilità per il futuro di far andare le cose per il verso giusto. E non dia alla prima più importanza del necessario.
>>>
Secondo me, sì. E senza coltivare ulteriori aspettative.
Distinguendo però come le dicevo questa situazione in particolare da quella sua personale, più generale. La prima dipende dalla seconda, quindi sistemando quest'ultima avrà più probabilità per il futuro di far andare le cose per il verso giusto. E non dia alla prima più importanza del necessario.
[#12]
Utente
Io da un lato penso:
Sono andata lì e ho chiuso dicendo che il mio problema era non vedere una curiosità nei miei confronti. Che in questo modo stavo bene un giorno su 7 (solo quello in cui ci vedevamo). Lui ha chiesto se nn si riuscisse a tovare un compromesso, mi ha detto che l'interesse c'è, che non sono un impegno tra i tanti. Allo stesso tempo mi ha anche detto che probabilmente ha sbagliato anche lui a provarci subito con me e non capire che io sono una "una ragazza d'oro..che si affeziona subito" e che anche lui si affeziona ma allo stesso tempo ci va con i piedi di piombo. Che lo coinvolgo, molto, ma non vuole correre.
Sulla base di questo io penso, abbastanza fermamente, che una persona se ci tiene qualcosa fa..soprattutto se la motivazione del chiudere è un mio non vedere interesse. Allo stesso modo mi rendo conto che io sono una persona che fa una grande difficoltà a mettersi nei panni delle altre persone e sono probabilmente molto rigida (cn me e cn gli altri). Quindi spesso guardo dal mio punto di vista...e basta. Non riuscendo a fare un ragionamenti che comprenda anche il "come può sentirsi l'altro"
Sono andata lì e ho chiuso dicendo che il mio problema era non vedere una curiosità nei miei confronti. Che in questo modo stavo bene un giorno su 7 (solo quello in cui ci vedevamo). Lui ha chiesto se nn si riuscisse a tovare un compromesso, mi ha detto che l'interesse c'è, che non sono un impegno tra i tanti. Allo stesso tempo mi ha anche detto che probabilmente ha sbagliato anche lui a provarci subito con me e non capire che io sono una "una ragazza d'oro..che si affeziona subito" e che anche lui si affeziona ma allo stesso tempo ci va con i piedi di piombo. Che lo coinvolgo, molto, ma non vuole correre.
Sulla base di questo io penso, abbastanza fermamente, che una persona se ci tiene qualcosa fa..soprattutto se la motivazione del chiudere è un mio non vedere interesse. Allo stesso modo mi rendo conto che io sono una persona che fa una grande difficoltà a mettersi nei panni delle altre persone e sono probabilmente molto rigida (cn me e cn gli altri). Quindi spesso guardo dal mio punto di vista...e basta. Non riuscendo a fare un ragionamenti che comprenda anche il "come può sentirsi l'altro"
Questo consulto ha ricevuto 12 risposte e 2.1k visite dal 03/02/2016.
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