Mi sento a pezzi, non ce la faccio più

Ho vent'anni e frequento la facolta di ingegneria, non so cosa mi sia successo ma da un anno non sono più io. Non mi riconosco più, non ci riesco più a studiare, e quando lo faccio i risultati sono davvero scadenti, mentre prima, al liceo, ero una brava studentessa, avevo passione per quello che facevo, ed ero felice di rendere orgogliosi i miei genitori. Adesso mi sento una fallita, non ce la faccio più, mi sento davvero una fallita. Non ho mai avuto particolare autostima, ma adesso sono proprio a terra. Per una vita il mio sogno è stato laurearmi, ed adesso che sono arrivata all'università e quindi dovrei dare il meglio di me stessa, non riesco più a fare nulla, davanti ai compiti di esame non riesco a ragionare e dimentico tutto. Avevo tanto bisogno di sfogarmi e parlare con qualcuno...io mi vergogno di me stessa. Sento di aver perso il mio cammino. Non so come fare a tornare ad essere la ragazza di prima.

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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara ragazza,
Per prima cosa non drammatizzi!
La frequenza universitaria e' completamente diversa dalle Scuole Superiori. Non esiste piu' il sostegno del "gruppo" classe e ognuno e' e si sente solo.
Penso che la sensazione inconscia che la fa soffrire possa essere questa.
Nel modello psicodinamico si fa molta attenzione a questi silenziosi stati d'animo che possono colorare la vita di nero senza che la coscienza se ne faccia carico.
Forse per Lei un sostegno psicologico sarebbe necessario, per elaborare il Suo sentire e comprendersi
Una volta messi in luce i nuclei dolorosi potra' affrontarli con la forza dell'Io e risolverli.
Ci faccia avere Sue notizie!

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Attivo dal 2014 al 2016
Ex utente
Gentilissima dottoressa Esposito la ringrazio per la sua risposta e la sua celerità. Il mio problema non è dovuto alla fatto che non ci sia più il sostegno del gruppo. Sono sempre stata molto autonoma, ma comumque con i miei colleghi ho un ottimo rapporto, ci aiutiamo a vicenda. Il problema è che ho preso troppo male tutta questa storia dell'università, mi sento sempre sottopressione. Non so come sistemare la situazione. Io ho sempre avuto poca autostima, sono sempre stata il tipo che "non si sentiva mai all'altezza", ed adesso è come se ho la conferma di non essere all'altezza. Di non essere mai abbastanza. Vorrei parlare con qualcuno per superare questo problema, ma allo stesso tempo non vorrei dirlo ai miei genitori, probabilmente non capirebbero perché io sono il tipo che sembra sempre allegra....non so come smetterla con tutta quest'ansia e come ritrovare la concentrazione per studiare bene. È come se con la testa sono in un altro pianeta, leggo ma non apprendo...
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Ha provato a chiedere se esista presso la Facolta' uno "sportello" ove possano trovare ascolto i tanti studenti (non e' sola.. lo sappia) che si trovano in difficolta' nel passaggio dalla Scuola Superiore alla Facolta' universitaria?
In alternativa si informi presso la ASL. Lei e' maggiorenne e non ha bisgno di "chiedere" l'approvazione dei genitori!
Ci faccia sapere!
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Dr.ssa Valentina Zanon Psicologo, Psicoterapeuta 23
Gentile Utente,

ci dice :

"ed ero felice di rendere orgogliosi i miei genitori. Adesso mi sento una fallita, non ce la faccio più, mi sento davvero una fallita"

Mi verrebbe da chiederle ... si è mai chiesta cosa potrebbe rendere felice lei? Cosa la renderebbe orgogliosa di se stessa (indipendentemente dal presunto giudizio dei suoi genitori).

Auguri, valentina

Dr.ssa Valentina Zanon

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Dr.ssa Ilaria La Manna Psicologo, Psicoterapeuta 282 8
"sono sempre stata il tipo che "non si sentiva mai all'altezza", ed adesso è come se ho la conferma di non essere all'altezza. Di non essere mai abbastanza"

Credo che questa sia una "trappola" pericolosa ossia quello che ci si sente di essere e quello che poi nella relatà prendiamo come prova oggettiva di conferma del nostro sentire.

E' normale che in uno stato d'animo non sereno ogni situazione "negativa" o, come nel suo caso, di poca concentrazione e voglia di fare, venga "letta" e interpretata alla luce del proprio sentire del momento e quindi "non mi sono mai sentita all'altezza ... ma visto che non rendo come vorrei allora è vero, ho conferma del mio non essere/non valere".

E in questo stato d'animo credo che sia effettivamente arduo avere la giusta concentrazone per proseguire nei suoi studi, parlarne di persona le sarebbe davvero utile, all'Università o presso il Servizio pubblico.

Un caro saluto

Dott.ssa Ilaria La Manna
Psicologa Psicoterapeuta - Padova

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Attivo dal 2014 al 2016
Ex utente
Vi ringrazio per l'attenzione, grazie davvero di cuore. Io non so savvero come uscirne da questo modo di pensare, questo non essere sentirmi all'altezza mi ha sempre limitato ed ora più che mai. È vero ho sempre cercato di rendere orgogliosi i miei genitori e gli altri di me, ma non perché gli altri chissà cosa pretendevano da me,anzi tutt'altro, semplicemente perché quando hli altri erano orgogliosi di me un pò me ne convincevo anch'io....mi sento profondamente triste perché è come se fossi perennemente in sfida con me stessa. Io non so come smettere di pensare in questo modo, non mi sento mai in pace con me stessa, sempre in perenne paura che la conferma del "non sei capace/non vali" si possa presentare e confermare ciò che ho sempre pensato.
Non ero riuscita mai a parlare di questo problema.
Vi ringrazio di cuore.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazza,
Cerchi, nei limiti del possibile, di parlarne con uno o una psicoterapeuta perche' un vissuto come il Suo puo' essere una zavorra. E occorre elaborarle e superarlo.
E' giovanissima e alla Sua eta' questi timori/desideri sono diffusissimi.
Quindi non si chiuda ma li esterni a chi possa aiutarLa.
Ci faccia sapere!
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Attivo dal 2014 al 2016
Ex utente
Grazie del consiglio e del tempo che mi avete dedicato, cercherò di parlare con qualche psicoterapeuta, devo assolutamente togliermi questi pensieri dalla testa.