Fertilità maschile e crisi di coppia
Mi chiamo A.M. e ho 35 anni, da 3 anni ho scoperto di soffrire di oligoastenoteratozoospermia questo a conclusione di indagini per gravidanze cercate con la mia compagna e mai avvenute. Premesso che quest'ultima è molto restia a effettuare fecondazioni assistite, siamo andati avanti comunque nel nostro rapporto ma nell'ultimo anno le cose sono andate man mano raffreddandosi, fino al mese scorso quando questa maternità tanto voluta a creato uno sto emotivo alla mia compagna tale da decidere di interrompere il nostro rapporto che andava avanti dal 2002. Rapporto non del tutto interrotto perchè lei prova comunque dei sentimenti per me ma riferisce di sentirsi vuota, non vuole aiuto ed assitenza dai familiari, vive in una sorta di stato di abbandono. Cerco di spronarla a parlarne insieme per cercare una soluzione che salvi il nostro rapporto che affettivamente è intatto. Gli ho proposto di andare a parlarne insieme con uno specialista ma rifiuta anche questa ipotesi di aiuto. Voglio sapere che tipo di approccio intraprendere e come comportarmi per non aggravare la situazione. Lei pensa che il distacco momentaneo gli chiarirà le idee, io invece gli stò chiedendo di stare insieme e di cercare di riprendere in mano la nostra storia valutando alternative e quindi rimedi a questo mio problema al fine di raggiungere e concretizzare il suo e mio, nostro, desiderio di essere genitori.
Grazie
Grazie
[#1]
Gentile utente
È difficile dire che cosa possa aver spinto la sua compagna a interrompere il vostro rapporto. È difficile, ma è possibile ipotizzare che se per lei questa maternità è davvero così importante, la cosiddetta "pausa di riflessione" potrebbe effettivamente aiutarla a chiarirsi le idee.
Le persone che stanno insieme spesso si scordano dei motivi per cui all'inizio decisero di farlo. Non che se ne dimentichino, ovviamente, ma queste motivazioni passano in secondo piano, mentre la vita di convivenza e i problemi di tutti i giorni prendono il sopravvento.
Quando però una di queste ragioni viene messa in discussione, come un progetto di maternità, è come cambiare le regole a un gioco già iniziato: è prevedibile che alcuni giocatori non si sentano più di voler proseguire la partita.
Immagino che la sua compagna, se davvero le vuole bene, in questo momento debba trovarsi in un dilemma davvero amaro.
Se la decisione di rompere il rapporto è stata della sua compagna, credo che sia soprattutto lei (la sua compagna) a dover impiegare il tempo concessole da questa "pausa" per capire se tale decisione è definitiva oppure revocabile. Da parte sua (lei che ci scrive) credo che l'atteggiamento migliore sia invece continuare a confermarle la sua volontà di stare insieme, ma senza farle pressione. Lasciarle campo libero perché la scelta è sua, rispettando il fatto che anche lei starà soffrendo, ma facendole capire che lei è ancora disponibile.
Eventualmente potrebbe rivolgersi lei da solo, se ancora non l'ha fatto, a un centro per la fecondazione assistita, per informarsi e sapere quali potrebbero essere eventuali aspetti che potrebbero persuadere la sua compagna a usufruirne.
A questo proposito potrebbe reinserire questa sua domanda anche in area Ostetricia e Ginecologia, per un secondo parere.
Cordiali saluti
È difficile dire che cosa possa aver spinto la sua compagna a interrompere il vostro rapporto. È difficile, ma è possibile ipotizzare che se per lei questa maternità è davvero così importante, la cosiddetta "pausa di riflessione" potrebbe effettivamente aiutarla a chiarirsi le idee.
Le persone che stanno insieme spesso si scordano dei motivi per cui all'inizio decisero di farlo. Non che se ne dimentichino, ovviamente, ma queste motivazioni passano in secondo piano, mentre la vita di convivenza e i problemi di tutti i giorni prendono il sopravvento.
Quando però una di queste ragioni viene messa in discussione, come un progetto di maternità, è come cambiare le regole a un gioco già iniziato: è prevedibile che alcuni giocatori non si sentano più di voler proseguire la partita.
Immagino che la sua compagna, se davvero le vuole bene, in questo momento debba trovarsi in un dilemma davvero amaro.
Se la decisione di rompere il rapporto è stata della sua compagna, credo che sia soprattutto lei (la sua compagna) a dover impiegare il tempo concessole da questa "pausa" per capire se tale decisione è definitiva oppure revocabile. Da parte sua (lei che ci scrive) credo che l'atteggiamento migliore sia invece continuare a confermarle la sua volontà di stare insieme, ma senza farle pressione. Lasciarle campo libero perché la scelta è sua, rispettando il fatto che anche lei starà soffrendo, ma facendole capire che lei è ancora disponibile.
Eventualmente potrebbe rivolgersi lei da solo, se ancora non l'ha fatto, a un centro per la fecondazione assistita, per informarsi e sapere quali potrebbero essere eventuali aspetti che potrebbero persuadere la sua compagna a usufruirne.
A questo proposito potrebbe reinserire questa sua domanda anche in area Ostetricia e Ginecologia, per un secondo parere.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Utente
La ringrazio per la risposta in tempi così brevi, quello che ha evidenziato è precisamente lo stato attuale delle cose. Lei ( la mia compagna) non nega di provare dei sentimenti nei miei confronti come la gelosia, ma ad esempio vedermi la manda in confusione, le chiedo se gli fà piacere, mi risponde che non ha nessun tipo di reazioni ma sente solo un gran vuoto dentro e piange. Eppure non rifiuta attenzioni, se ci vediamo, del tipo baci anzi mi dice, poi via sms, che gli ha fatto piacere darmeli. Le ho chiesto, anche se non sò se è un bene o un male, di andare via insieme per 2 o 3 giorni. Vive in uno stato di confusione molto profondo. Molto fà, a parere mio, anche il forte legame che la lega con la madre e la sorella, ha perso il padre da qualche anno. Si è instaurata una forma di Clan difficile da separare e anche questo ha un ruolo importante perchè questo mese ho ottenuto la registrazione del divorzio e quindi la possibilità di chiederle di sposarmi. Deve sapere per completezza del quadro che erano le cose che aveva sempre desiderato e confidate già dai primi mesi della relazione, la maternità e il matrimonio. Dell'una non sapevamo ancora del problema ma del secondo era chiaro fin dall'inizion che ci sarebbero stati dei tempi dettati da leggi e norme. Ora che la cosa poteva essere pianificata, è saltato tutto... e qui mi riallaccio al discorso Clan familiare. Lei infatti stava da me non in maniera fissa, magari si fermava un paio di giorni ma poi tornava a casa dalla madre. Penso che non voglia crescere o prendersi delle responsabilità più grandi. Non sò cosa pensare visto che lo voleva così tanto. Be penso di essere stato anche troppo lungo ma voglio darLe un quadro più completo della situazione al fine di suggerirmi azioni alternative o complementari a quelle già date.
Cordialmente La ringrazio sin d'ora per l'attenzione e il tempo dedicatomi e attendo magari una Sua risposta alla luce dei nuovi fatti esposti.
Cordialmente La ringrazio sin d'ora per l'attenzione e il tempo dedicatomi e attendo magari una Sua risposta alla luce dei nuovi fatti esposti.
[#3]
Gentile utente
Dalle sue parole traspare chiaramente l'impazienza di trovare al più presto una soluzione, e ciò è perfettamente comprensibile. Non è stato lei a chiedere questa separazione e quindi, dal suo punto di vista, l'unica cosa sensata da fare sarebbe rimettervi insieme.
D'altra parte, se è vero che lei è impaziente, per la sua compagna il tempo in questo momento sta assumendo un significato completamente opposto: ovvero, lasciarlo passare per rendersi conto se la separazione è davvero ciò che lei vuole oppure no.
Quindi, come vede, da una situazione iniziale di assoluta concordanza di obiettivi (matrimonio e maternità), vi trovate adesso in una situazione discordante, ovvero impazienza contrapposta a riflessione.
E finché la sua compagna riterrà di aver bisogno di tempo per riflettere, qualunque fretta o pressione lei dovesse provare a esercitare non potrà che avere l'effetto meno desiderabile, ossia farle venire ancora più voglia di aspettare e riflettere.
Anche se spesso in televisione sentiamo dire che l'essere umano è speciale, che non è fatto solo di istinti, che rispetto agli altri animali ha tante cose in più eccetera, non bisognerebbe dimenticare mai che la nostra origine è pur sempre biologica. E che la mancata realizzazione di desideri forti come quello di maternità possono far cambiare atteggiamento alle persone, specialmente a una donna.
È questo il caso della sua compagna? Potrebbe rassegnarsi ad avere un matrimonio ma non la maternità?
Credo che non si possa rispondere onestamente a queste domande senza spacciarsi per degli indovini. Non è possibile saperlo in anticipo. Ma se, come mi pare di aver capito, l'unica alternativa realizzabile per ottenere una gravidanza fosse quella di una fecondazione assistita, allora credo che lei dovrebbe fare di tutto per cercare di persuadere la sua compagna ad accettarla.
Quindi, non posso che ribadirle i suggerimenti che le ho dato al termine della mia risposta precedente.
Per inciso, potrei sbagliarmi, ma non credo che il Clan possa avere il potere di allontanare questa donna da lei, se non ce l'aveva neanche quando stavate insieme.
Cordiali saluti
Dalle sue parole traspare chiaramente l'impazienza di trovare al più presto una soluzione, e ciò è perfettamente comprensibile. Non è stato lei a chiedere questa separazione e quindi, dal suo punto di vista, l'unica cosa sensata da fare sarebbe rimettervi insieme.
D'altra parte, se è vero che lei è impaziente, per la sua compagna il tempo in questo momento sta assumendo un significato completamente opposto: ovvero, lasciarlo passare per rendersi conto se la separazione è davvero ciò che lei vuole oppure no.
Quindi, come vede, da una situazione iniziale di assoluta concordanza di obiettivi (matrimonio e maternità), vi trovate adesso in una situazione discordante, ovvero impazienza contrapposta a riflessione.
E finché la sua compagna riterrà di aver bisogno di tempo per riflettere, qualunque fretta o pressione lei dovesse provare a esercitare non potrà che avere l'effetto meno desiderabile, ossia farle venire ancora più voglia di aspettare e riflettere.
Anche se spesso in televisione sentiamo dire che l'essere umano è speciale, che non è fatto solo di istinti, che rispetto agli altri animali ha tante cose in più eccetera, non bisognerebbe dimenticare mai che la nostra origine è pur sempre biologica. E che la mancata realizzazione di desideri forti come quello di maternità possono far cambiare atteggiamento alle persone, specialmente a una donna.
È questo il caso della sua compagna? Potrebbe rassegnarsi ad avere un matrimonio ma non la maternità?
Credo che non si possa rispondere onestamente a queste domande senza spacciarsi per degli indovini. Non è possibile saperlo in anticipo. Ma se, come mi pare di aver capito, l'unica alternativa realizzabile per ottenere una gravidanza fosse quella di una fecondazione assistita, allora credo che lei dovrebbe fare di tutto per cercare di persuadere la sua compagna ad accettarla.
Quindi, non posso che ribadirle i suggerimenti che le ho dato al termine della mia risposta precedente.
Per inciso, potrei sbagliarmi, ma non credo che il Clan possa avere il potere di allontanare questa donna da lei, se non ce l'aveva neanche quando stavate insieme.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.3k visite dal 11/10/2008.
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