Depressione o altro? Un aiuto a capire...
Da un po’ di tempo penso di cominciare a seguire delle sedute dallo psicologo che la mia università mette a disposizione, non potendo permettermi uno specialista privato in quanto non voglio che i miei genitori siano a conoscenza della mia situazione.
Sono ormai anni che soffro di “umore nero”: non penso di essere mai stato felice. Sono completamente apatico: persino la laurea che ho conseguito mi ha lasciato piuttosto indifferente.
Sono anaffettivo, ho problemi a relazionarmi in modo profondo con le persone, e quando ci riesco rovino i rapporti che sono riuscito a creare. Non sono una persona estroversa, ma non ho problemi a discutere o parlare con sconosciuti, semplicemente non riesco ad andare oltre a rapporti superficiali con le persone che mi circondano.
Indosso costantemente una maschera sorridente e scherzosa perché ho visto che a rivelarmi per quello che sono allontano costantemente le persone.
I miei rapporti sentimentali sono praticamente nulli: ho avuto qualche storiella di pochi mesi ma niente più che amore platonico. Un mio grande difetto è quello di non riuscire a passare ad avere una relazione fisica, sono sempre bloccato quando si tratta di fare questo passo perché vengo attratto prima mentalmente che fisicamente, però quando riesco ad essere attratto fisicamente e a desiderare rapporti anche sessuali le persone in questione hanno già passato quella fase e mi considerano ormai solo un amico. Per questo sono ancora vergine.
La mia autostima generale è a livelli infimi.
Il continuo susseguirsi di relazioni sentimentali finite male mi ha tolto anche solo la voglia di provarci oltre che l’autostima in questo campo.
Sono sicuro che da quando ho maturato una coscienza più “adulta”, o comunque dall’adolescenza, di non essere mai stato felice.
Non ho punti di riferimento con cui sfogarmi. L’unico che avevo, la ragazza con cui mi sono frequentato nei mesi passati, ha seguito l’iter di quelle venute prima ed ha sublimato la nostra relazione in semplice amicizia, io non potendo sostenere la tensione sessuale e fare finta di niente ho dovuto tagliare i ponti.
Sono sempre stato privo di fiducia verso gli altri. Nichilista e relativista. Vivo di dogmi non potendo sostenere una realtà che non è oggettiva per tutti.
La cupezza che avevo prima era più una pesante malinconia mista a rassegnazione e disillusione. Circa da un paio di anni però, da una precedente delusione sentimentale, qualcosa si è rotto dentro di me. Tutta la situazione si è aggravata molto. Non ho più stimoli. Ambizioni. Sogni. Motivi per andare avanti o svegliarmi al mattino. Tutto mi fa schifo: le altre persone, la società, me stesso. Il più delle volte mi sveglio sconsolato per averlo fatto e di non essere morto nel sonno. La morte è diventata da troptroppo tempo una costante dei miei pensieri, e più di una volta al giorno mi visita l’idea del suicidio, non vedendo uno spiraglio di luce o miglioramento.
Purtroppo non riesco a pensare ad un futuro.
Scusate se ho scritto troppo.
Sono ormai anni che soffro di “umore nero”: non penso di essere mai stato felice. Sono completamente apatico: persino la laurea che ho conseguito mi ha lasciato piuttosto indifferente.
Sono anaffettivo, ho problemi a relazionarmi in modo profondo con le persone, e quando ci riesco rovino i rapporti che sono riuscito a creare. Non sono una persona estroversa, ma non ho problemi a discutere o parlare con sconosciuti, semplicemente non riesco ad andare oltre a rapporti superficiali con le persone che mi circondano.
Indosso costantemente una maschera sorridente e scherzosa perché ho visto che a rivelarmi per quello che sono allontano costantemente le persone.
I miei rapporti sentimentali sono praticamente nulli: ho avuto qualche storiella di pochi mesi ma niente più che amore platonico. Un mio grande difetto è quello di non riuscire a passare ad avere una relazione fisica, sono sempre bloccato quando si tratta di fare questo passo perché vengo attratto prima mentalmente che fisicamente, però quando riesco ad essere attratto fisicamente e a desiderare rapporti anche sessuali le persone in questione hanno già passato quella fase e mi considerano ormai solo un amico. Per questo sono ancora vergine.
La mia autostima generale è a livelli infimi.
Il continuo susseguirsi di relazioni sentimentali finite male mi ha tolto anche solo la voglia di provarci oltre che l’autostima in questo campo.
Sono sicuro che da quando ho maturato una coscienza più “adulta”, o comunque dall’adolescenza, di non essere mai stato felice.
Non ho punti di riferimento con cui sfogarmi. L’unico che avevo, la ragazza con cui mi sono frequentato nei mesi passati, ha seguito l’iter di quelle venute prima ed ha sublimato la nostra relazione in semplice amicizia, io non potendo sostenere la tensione sessuale e fare finta di niente ho dovuto tagliare i ponti.
Sono sempre stato privo di fiducia verso gli altri. Nichilista e relativista. Vivo di dogmi non potendo sostenere una realtà che non è oggettiva per tutti.
La cupezza che avevo prima era più una pesante malinconia mista a rassegnazione e disillusione. Circa da un paio di anni però, da una precedente delusione sentimentale, qualcosa si è rotto dentro di me. Tutta la situazione si è aggravata molto. Non ho più stimoli. Ambizioni. Sogni. Motivi per andare avanti o svegliarmi al mattino. Tutto mi fa schifo: le altre persone, la società, me stesso. Il più delle volte mi sveglio sconsolato per averlo fatto e di non essere morto nel sonno. La morte è diventata da troptroppo tempo una costante dei miei pensieri, e più di una volta al giorno mi visita l’idea del suicidio, non vedendo uno spiraglio di luce o miglioramento.
Purtroppo non riesco a pensare ad un futuro.
Scusate se ho scritto troppo.
[#1]
Gentile ragazzo, vorrei aiutarla ad aiutarsi, non ci dice niente della sua storia , della sua educazione della sua infanzia ed adolescenza, dei rapporti coi genitori,.. che bambino , che ragazzo è stato? Andare dallo psicologo dell'Università è una idea ottima , lo faccia , in quella sede si chiariranno molte cose, i motivi perchè ha così difficoltà a .. fidarsi.. degli altri e delle ragazze , il che le sballa ..la tempistica.. Spesso atteggiamenti come i suoi sono atteggiamenti difensivi, per non soffrire, non essere delusi.. Il Collega valuterà se sia il caso o no di aggiungere un leggero , oculato supporto farmacologico ..
Stia in fiducia ed agisca, solo Lei può darsi aiuto, molti giovani intelligenti , se delusi hanno tendenza a chiudersi e a vivere una vita opaca , grigia , per non rischiare di esporsi e soffrire ancor di più..
Ci riscriva, se crede.. intanto auguri per tutto !
Stia in fiducia ed agisca, solo Lei può darsi aiuto, molti giovani intelligenti , se delusi hanno tendenza a chiudersi e a vivere una vita opaca , grigia , per non rischiare di esporsi e soffrire ancor di più..
Ci riscriva, se crede.. intanto auguri per tutto !
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
[#2]
Utente
Avevo inserito dei dettagli in merito anche agli aspetti a cui accenna, ma lo scritto diveniva troppo lungo per il sito, e quindi ho deciso di ometterli per concentrarmi sui sintomi.
In ogni caso, sono consapevole di essere cresciuto in un ambiente un po’ bigotto, un piccolo paesino di campagna, una famiglia tradizionalista.
Se ripenso ai miei genitori, per fare un esempio, non ricordo di averli mai visti baciarsi in bocca. Con loro a partire dall’adolescenza c’è sempre stato un rapporto di conflitto nel momento in cui ho cominciato a domandare spiegazione su certi comportamenti, o a mettere in dubbio regole che con condividevo. Tuttora, nonostante i 23 anni, mi sento spesso frustrato quando sono richiamato per atteggiamenti che a me appaiono perfettamente logici ma a quanto pare vengono recepiti come provocatori.
Da un punto di vista dell’educazione, ho ricevuto da bambino un formazione religiosa, avendo frequentato un asilo gestito da suore.
Sono sempre stato credente, fin da piccolo, ma tutta la mia successiva educazione scolastica mi ha costantemente insinuato il dubbio che la mia non fosse fede, ma solo indottrinamento sociale. Infatti sono ormai molti mesi che ho una crisi anche sotto questo punto di vista.
Da un punto di vista sentimentale posso dire di essermi “svegliato” tardi: fino credo ai 16 anni non sono mai stato interessato ad avere legami affettivi diversi dall’amicizia e preferivo un buon libro o dei videogiochi alla compagnia di altre persone. Deve essere per questo che non mi sono mai abituato ad avere amicizie o relazioni profonde.
Sarei curioso anche di un’ulteriore informazione: l’aver letto libri o articoli, ed avere dei rudimenti di psicologia, può inficiare la terapia o consultazione con un professionista?
Di nuovo mi scuso se scrivo così tanto per esprimermi, e grazie infinite per essere così celeri nelle vostre risposte: portate avanti un'iniziativa veramente utile e bella, per quanto impegnativa.
In ogni caso, sono consapevole di essere cresciuto in un ambiente un po’ bigotto, un piccolo paesino di campagna, una famiglia tradizionalista.
Se ripenso ai miei genitori, per fare un esempio, non ricordo di averli mai visti baciarsi in bocca. Con loro a partire dall’adolescenza c’è sempre stato un rapporto di conflitto nel momento in cui ho cominciato a domandare spiegazione su certi comportamenti, o a mettere in dubbio regole che con condividevo. Tuttora, nonostante i 23 anni, mi sento spesso frustrato quando sono richiamato per atteggiamenti che a me appaiono perfettamente logici ma a quanto pare vengono recepiti come provocatori.
Da un punto di vista dell’educazione, ho ricevuto da bambino un formazione religiosa, avendo frequentato un asilo gestito da suore.
Sono sempre stato credente, fin da piccolo, ma tutta la mia successiva educazione scolastica mi ha costantemente insinuato il dubbio che la mia non fosse fede, ma solo indottrinamento sociale. Infatti sono ormai molti mesi che ho una crisi anche sotto questo punto di vista.
Da un punto di vista sentimentale posso dire di essermi “svegliato” tardi: fino credo ai 16 anni non sono mai stato interessato ad avere legami affettivi diversi dall’amicizia e preferivo un buon libro o dei videogiochi alla compagnia di altre persone. Deve essere per questo che non mi sono mai abituato ad avere amicizie o relazioni profonde.
Sarei curioso anche di un’ulteriore informazione: l’aver letto libri o articoli, ed avere dei rudimenti di psicologia, può inficiare la terapia o consultazione con un professionista?
Di nuovo mi scuso se scrivo così tanto per esprimermi, e grazie infinite per essere così celeri nelle vostre risposte: portate avanti un'iniziativa veramente utile e bella, per quanto impegnativa.
[#3]
"Indosso costantemente una maschera sorridente e scherzosa perché ho visto che a rivelarmi per quello che sono allontano costantemente le persone"
Probabilmente anche questo atteggiamento influisce su questo "umore nero" di cui ci scrive, di questa non contentezza, della difficoltà del suo relazionarsi con le ragazze, anche perchè nonostante questa "maschera" poi vede che non riesce ad andare a fondo dei rapporti, quello che invece sembra desiderare.
Sarebbe invece importante che riscoprisse la sua autenticità; dice di non avere difficoltà nel parlare, ma sempre rimanendo su un piano "superficiale, oltre la "diversa tempistica" (diciamo così) secondo lei c'è qualcos'altro che la blocca, cos'è che non le permette di andare a fondo?
Tutti temi che spero avrà modo di affrontare se deciderà di intraprendere un percorso psicologico.
Un cordiale saluto
Probabilmente anche questo atteggiamento influisce su questo "umore nero" di cui ci scrive, di questa non contentezza, della difficoltà del suo relazionarsi con le ragazze, anche perchè nonostante questa "maschera" poi vede che non riesce ad andare a fondo dei rapporti, quello che invece sembra desiderare.
Sarebbe invece importante che riscoprisse la sua autenticità; dice di non avere difficoltà nel parlare, ma sempre rimanendo su un piano "superficiale, oltre la "diversa tempistica" (diciamo così) secondo lei c'è qualcos'altro che la blocca, cos'è che non le permette di andare a fondo?
Tutti temi che spero avrà modo di affrontare se deciderà di intraprendere un percorso psicologico.
Un cordiale saluto
Dott.ssa Ilaria La Manna
Psicologa Psicoterapeuta - Padova
[#4]
Gentile ragazzo,
Mi auguro che l'avere Lei dei rudimenti di psicologia La incoraggi e La sproni a intraprendere un lavoro su di se'.
Del resto Lei ha gia' intuito che il Suo stile relazionale presenta dei deficit.
Se non desidera comunicare il Suo intento di esplorare la Sua psiche ai Suoi familiari potra' rivolgersi alla Sua Asl e cercare delle strutture pubbliche ove essere preso in carico.
L'essere preso in carico da qualche psicoterapeuta privato o pubblico sembra non procastinabile in quanto Lei stesso si rende conto che la situazione non si puo' risolvere senza un aiuto professionale.
I miei auguri percio!
Mi auguro che l'avere Lei dei rudimenti di psicologia La incoraggi e La sproni a intraprendere un lavoro su di se'.
Del resto Lei ha gia' intuito che il Suo stile relazionale presenta dei deficit.
Se non desidera comunicare il Suo intento di esplorare la Sua psiche ai Suoi familiari potra' rivolgersi alla Sua Asl e cercare delle strutture pubbliche ove essere preso in carico.
L'essere preso in carico da qualche psicoterapeuta privato o pubblico sembra non procastinabile in quanto Lei stesso si rende conto che la situazione non si puo' risolvere senza un aiuto professionale.
I miei auguri percio!
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.6k visite dal 28/01/2016.
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