Rapporto medico-paziente
Buonasera,
Scrivo in merito a un consulto circa il comportamento più diretto da tenere in questa situazione.
Si tratta di dinamiche principalmente psicologiche e deontologiche, spero di aver scritto nella sezione corretta.
Sono una ragazza di 26 anni, e mi sono presa una sbandata per il mio dentista. Da diverso tempo non andavo a fare un controllo. Ho preso un appuntamento la settimana scorsa e da allora continuo a pensarlo. Naturalmente si tratta solo di una cotta basata sull'attrazione fisica molto forte e, per il poco che ho avuto la possibilità di parlarci finora, mi piace molto il suo atteggiamento e quel poco che ho percepito della sua persona. Ora ho iniziato una cura ortodontica abbastanza lunga e ho degli appuntamenti per tutto il prossimo mese e anche oltre, probabilmente.
Sento di avere i "sintomi" tipici della cotta, poiché' continuo a pensarci e vorrei veramente conoscerlo al di fuori del semplice rapporto medico-paziente.
So tuttavia che c'è' un codice deontologico che prevede un certo distacco da parte del medico (e quindi anche dell'odontoiatra) nei confronti del paziente, pertanto avrei bisogno di alcuni consigli per capire in quale modo far percepire al mio dentista che mi piace, vista la situazione, in modo consono e delicato, che non risulti invadente. Visto che alla base c'è un rapporto medico-paziente, le normali dinamiche del "corteggiamento" e della percezione dei messaggi non verbali risulta alterata. Non so come comportarmi nei suoi confronti e non so come interpretare eventuali suoi atteggiamenti nei miei confronti: essendo filtrati dalla sua posizione di medico e non trovandoci in una situazione informale, e' estremamente difficile cogliere eventuali segnali di interesse.
Non conoscendo cosa preveda il codice deontologico di preciso, non voglio metterlo in imbarazzo o a disagio ma nemmeno voglio rinunciare alla possibilità di conoscerlo.
Premetto alcune informazioni che possono essere utili per inquadrare la situazione. Ci siamo incontrati solamente in occasione di due appuntamenti. Ho percepito feeling e reciproca "simpatia", anche se nulla al di fuori della cordialità, simpatia e ironia che ci si aspetta da un sereno rapporto medico-paziente. E' naturalmente presto per esprimere opinioni su questo, essendoci visti solo due volte. Da quel che ho intuito (sbirciando sui social network) non e' fidanzato. Neppure io sono fidanzata. Anche lui, come me, ha 26 anni (ha iniziato da poco a lavorare nella clinica dentale). L'unica cosa che ho potuto cogliere e' una certa attrazione fisica molto velata, come spesso accade fra ventenni.
Mi farebbe piacere avere qualche consiglio in merito, perché la situazione e' delicata e non so quale sia il comportamento corretto da tenere.
Ringrazio in anticipo,
Marta
Scrivo in merito a un consulto circa il comportamento più diretto da tenere in questa situazione.
Si tratta di dinamiche principalmente psicologiche e deontologiche, spero di aver scritto nella sezione corretta.
Sono una ragazza di 26 anni, e mi sono presa una sbandata per il mio dentista. Da diverso tempo non andavo a fare un controllo. Ho preso un appuntamento la settimana scorsa e da allora continuo a pensarlo. Naturalmente si tratta solo di una cotta basata sull'attrazione fisica molto forte e, per il poco che ho avuto la possibilità di parlarci finora, mi piace molto il suo atteggiamento e quel poco che ho percepito della sua persona. Ora ho iniziato una cura ortodontica abbastanza lunga e ho degli appuntamenti per tutto il prossimo mese e anche oltre, probabilmente.
Sento di avere i "sintomi" tipici della cotta, poiché' continuo a pensarci e vorrei veramente conoscerlo al di fuori del semplice rapporto medico-paziente.
So tuttavia che c'è' un codice deontologico che prevede un certo distacco da parte del medico (e quindi anche dell'odontoiatra) nei confronti del paziente, pertanto avrei bisogno di alcuni consigli per capire in quale modo far percepire al mio dentista che mi piace, vista la situazione, in modo consono e delicato, che non risulti invadente. Visto che alla base c'è un rapporto medico-paziente, le normali dinamiche del "corteggiamento" e della percezione dei messaggi non verbali risulta alterata. Non so come comportarmi nei suoi confronti e non so come interpretare eventuali suoi atteggiamenti nei miei confronti: essendo filtrati dalla sua posizione di medico e non trovandoci in una situazione informale, e' estremamente difficile cogliere eventuali segnali di interesse.
Non conoscendo cosa preveda il codice deontologico di preciso, non voglio metterlo in imbarazzo o a disagio ma nemmeno voglio rinunciare alla possibilità di conoscerlo.
Premetto alcune informazioni che possono essere utili per inquadrare la situazione. Ci siamo incontrati solamente in occasione di due appuntamenti. Ho percepito feeling e reciproca "simpatia", anche se nulla al di fuori della cordialità, simpatia e ironia che ci si aspetta da un sereno rapporto medico-paziente. E' naturalmente presto per esprimere opinioni su questo, essendoci visti solo due volte. Da quel che ho intuito (sbirciando sui social network) non e' fidanzato. Neppure io sono fidanzata. Anche lui, come me, ha 26 anni (ha iniziato da poco a lavorare nella clinica dentale). L'unica cosa che ho potuto cogliere e' una certa attrazione fisica molto velata, come spesso accade fra ventenni.
Mi farebbe piacere avere qualche consiglio in merito, perché la situazione e' delicata e non so quale sia il comportamento corretto da tenere.
Ringrazio in anticipo,
Marta
[#1]
Gentile Utente,
lo psicologo non si occupa di questioni del genere.
Il dentista è stato professionale, Lei vuole fargli capire che è interessata.
Quale questione riguarda un parere psicologico?
lo psicologo non si occupa di questioni del genere.
Il dentista è stato professionale, Lei vuole fargli capire che è interessata.
Quale questione riguarda un parere psicologico?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
"spero di aver scritto nella sezione corretta"
Cara ragazza,
mi sbaglierò ma credo proprio che la sezione corretta per il suo problema non esista su M.I....perlomeno per come lo pone.
Trovo molto tenera la storia di quella che lei chiama "sbandata per il mio dentista".
Non saprei come risponderle sulla percezione e l'attuazione dei comportamenti deontologici del suo dentista ma a lei, che in questa sede è ciò che ci interessa, sentirei di consigliarle più naturalezza. la trovo troppo impensierita da un qualcosa di molto naturale che potrebbe accadere tra due ventenni. Per tranquillizzarla le posso dire che non mi sono ancora pervenute notizie di ragazze perseguite dalla legge solo perchè hanno attentato alle virtù del proprio medico. Semmai, mi pare di leggere tra le righe, che il suo timore più grande sarebbe quello di essere rifiutata o erro?
Cara ragazza,
mi sbaglierò ma credo proprio che la sezione corretta per il suo problema non esista su M.I....perlomeno per come lo pone.
Trovo molto tenera la storia di quella che lei chiama "sbandata per il mio dentista".
Non saprei come risponderle sulla percezione e l'attuazione dei comportamenti deontologici del suo dentista ma a lei, che in questa sede è ciò che ci interessa, sentirei di consigliarle più naturalezza. la trovo troppo impensierita da un qualcosa di molto naturale che potrebbe accadere tra due ventenni. Per tranquillizzarla le posso dire che non mi sono ancora pervenute notizie di ragazze perseguite dalla legge solo perchè hanno attentato alle virtù del proprio medico. Semmai, mi pare di leggere tra le righe, che il suo timore più grande sarebbe quello di essere rifiutata o erro?
Dr.ssa Nunzia Spiezio
Psicologa
Avellino
[#3]
Utente
Gentile dott.ssa Pileci,
Richiedevo un consiglio in ambito relazionale, perché non so come relazionarmi correttamente in questa situazione. Non perché veda questo spazio come una rubrica di "consigli di cuore", non sono qui per vivisezionare i miei sentimenti (cosa che avrei fatto in altra sede), ma per avere un aiuto ad interpretare le dinamiche comportamentali che possono instaurarsi nel contesto medico-paziente. Questo credo che possa avere una qualche attinenza con la psicologia comportamentale, o almeno con il mio psicoterapeuta parlo spesso di problemi relazionali, anche se ora e' all'estero per un periodo e abbiamo dovuto sospendere la terapia. Sentivo il bisogno di esporre le mie problematiche ad alcuni suoi colleghi, qui in questo spazio di consulto. Può forse non essere la sezione più appropriata, ma non avrei saputo a chi esporre il problema se non ad uno psicologo.
Gentile dott.ssa Spiezio,
La ringrazio per il suo suggerimento, forse mi creo troppe ansie e dubbi quando non dovrebbero sussistere. Una maggior naturalezza può sicuramente giovare, e mi consola il fatto di non "rischiare niente" nel relazionarmi con serenità con un coetaneo, per lo meno dal punto di vista legale. Ha letto bene tra le righe, sono una persona molto fragile e insicura dal punto di vista delle relazioni, e ho spesso il timore di non essere accettata e di non essere "abbastanza". Per questo motivo, spesso tendo a comportarmi artificialmente, e faccio davvero fatica ad essere naturale, e a sentirmi rilassata.
Grazie ancora,
Marta
Richiedevo un consiglio in ambito relazionale, perché non so come relazionarmi correttamente in questa situazione. Non perché veda questo spazio come una rubrica di "consigli di cuore", non sono qui per vivisezionare i miei sentimenti (cosa che avrei fatto in altra sede), ma per avere un aiuto ad interpretare le dinamiche comportamentali che possono instaurarsi nel contesto medico-paziente. Questo credo che possa avere una qualche attinenza con la psicologia comportamentale, o almeno con il mio psicoterapeuta parlo spesso di problemi relazionali, anche se ora e' all'estero per un periodo e abbiamo dovuto sospendere la terapia. Sentivo il bisogno di esporre le mie problematiche ad alcuni suoi colleghi, qui in questo spazio di consulto. Può forse non essere la sezione più appropriata, ma non avrei saputo a chi esporre il problema se non ad uno psicologo.
Gentile dott.ssa Spiezio,
La ringrazio per il suo suggerimento, forse mi creo troppe ansie e dubbi quando non dovrebbero sussistere. Una maggior naturalezza può sicuramente giovare, e mi consola il fatto di non "rischiare niente" nel relazionarmi con serenità con un coetaneo, per lo meno dal punto di vista legale. Ha letto bene tra le righe, sono una persona molto fragile e insicura dal punto di vista delle relazioni, e ho spesso il timore di non essere accettata e di non essere "abbastanza". Per questo motivo, spesso tendo a comportarmi artificialmente, e faccio davvero fatica ad essere naturale, e a sentirmi rilassata.
Grazie ancora,
Marta
[#4]
Cara ragazza,
se il suo terapeuta è all'estero forse sarebbe il momento buono per fare qualche passo senza il suo costante sostegno al quale, forse, si era troppo abituata. Il fatto che ci abbia scritto può significare che, in questo momento, sentendosi "orfana" del suo terapeuta, ha cercato altrove con il considerevole vantaggio che con l'on line non avrebbe consumato alcuna vera e propria mossa tradifica nei suoi confronti.
Viva. Con misura e con la giusta istanza riflessiva, certo, ma cercando di non inquinare la freschezza dei suoi 26 anni nella troppa artificiosità. Faccia tesoro di ciò che il collega finora è riuscito a darle e chissà che al ritorno dall'estero non potrà da lei ascoltare delle cose belle. E "cose belle" significa anche, ma non necessariamente,inizio di storia d'amore con il ragazzo che le interessa.
In bocca al lupo.
se il suo terapeuta è all'estero forse sarebbe il momento buono per fare qualche passo senza il suo costante sostegno al quale, forse, si era troppo abituata. Il fatto che ci abbia scritto può significare che, in questo momento, sentendosi "orfana" del suo terapeuta, ha cercato altrove con il considerevole vantaggio che con l'on line non avrebbe consumato alcuna vera e propria mossa tradifica nei suoi confronti.
Viva. Con misura e con la giusta istanza riflessiva, certo, ma cercando di non inquinare la freschezza dei suoi 26 anni nella troppa artificiosità. Faccia tesoro di ciò che il collega finora è riuscito a darle e chissà che al ritorno dall'estero non potrà da lei ascoltare delle cose belle. E "cose belle" significa anche, ma non necessariamente,inizio di storia d'amore con il ragazzo che le interessa.
In bocca al lupo.
[#5]
"per avere un aiuto ad interpretare le dinamiche comportamentali che possono instaurarsi nel contesto medico-paziente. "
Gentile Utente,
premesso che Lei ha scritto di aver visto questa persona solo in due occasioni, mi domando quali dinamiche ha qui descritto per poter ricevere una... interpretazione. Mi pare abbia parlato di cordialità e professionalità del medico e della cotta che Lei ha per lui. Dico bene? Quali sono le dinamiche comportamentali che possono instaurarsi nel contesto medico-pz a Suo avviso e quali ha portato qui?
Dice anche: "...essendo filtrati dalla sua posizione di medico e non trovandoci in una situazione informale, e' estremamente difficile cogliere eventuali segnali di interesse"
Se è difficile per Lei che interagisce e conosce questa persona cogliere eventuali segnali di interesse, come posso io da qui coglierli o "interpretare le dinamiche comportamentali che possono instaurarsi nel contesto medico-paziente"?
Infine, mi spiace sottolineare anche che ogni relazione (anche quella medico-pz) e ogni contesto sono unici e quindi non esistono interpretazioni (o meglio ipotesi) che possano andare bene per tutti. E quindi nel contesto medico-pz. Ogni relazione dovrà essere vista per quello che è: unica.
Dice bene a proposito del SUO terapeuta, che La conosce e lavora con Lei, e al quale Lei evidentemente si è rivolta per una precisa problematica, ma qui Lei ha posto questa domanda: "Mi farebbe piacere avere qualche consiglio in merito, perché la situazione e' delicata e non so quale sia il comportamento corretto da tenere."
Che tipo di consiglio si aspettava di ricevere? Quale pensa sia il comportamento corretto da tenere?
Cordiali saluti,
Gentile Utente,
premesso che Lei ha scritto di aver visto questa persona solo in due occasioni, mi domando quali dinamiche ha qui descritto per poter ricevere una... interpretazione. Mi pare abbia parlato di cordialità e professionalità del medico e della cotta che Lei ha per lui. Dico bene? Quali sono le dinamiche comportamentali che possono instaurarsi nel contesto medico-pz a Suo avviso e quali ha portato qui?
Dice anche: "...essendo filtrati dalla sua posizione di medico e non trovandoci in una situazione informale, e' estremamente difficile cogliere eventuali segnali di interesse"
Se è difficile per Lei che interagisce e conosce questa persona cogliere eventuali segnali di interesse, come posso io da qui coglierli o "interpretare le dinamiche comportamentali che possono instaurarsi nel contesto medico-paziente"?
Infine, mi spiace sottolineare anche che ogni relazione (anche quella medico-pz) e ogni contesto sono unici e quindi non esistono interpretazioni (o meglio ipotesi) che possano andare bene per tutti. E quindi nel contesto medico-pz. Ogni relazione dovrà essere vista per quello che è: unica.
Dice bene a proposito del SUO terapeuta, che La conosce e lavora con Lei, e al quale Lei evidentemente si è rivolta per una precisa problematica, ma qui Lei ha posto questa domanda: "Mi farebbe piacere avere qualche consiglio in merito, perché la situazione e' delicata e non so quale sia il comportamento corretto da tenere."
Che tipo di consiglio si aspettava di ricevere? Quale pensa sia il comportamento corretto da tenere?
Cordiali saluti,
[#6]
Utente
Gentile dott.ssa Spiezio,
La mia terapia dura ormai da due anni in maniera continuativa, ma negli ultimi mesi (in accordo con il mio terapeuta) abbiamo iniziato a vederci meno spesso affinché io riesca ad acquisire più autonomia. Come lei ha correttamente osservato, non e' semplice "camminare con le proprie gambe" quando si e' abituati e rassicurati da un supporto esterno. Nel mio caso, mi e' stato diagnosticato il disturbo di personalità borderline dal 2012. Inoltre, ho sofferto nel 2013 di depressione per quasi un anno, pertanto un supporto e' sempre stato essenziale per me. Confrontarmi con lei e i suoi colleghi/e può essere utile, ma spero presto di poter rendermi sempre più autonoma rispetto al mio terapeuta.
Gentile dott.ssa Pileci,
Probabilmente mi sono espressa male, ma non intendevo chiedere interpretazioni psicologiche di situazioni e comportamenti, per il semplice motivo che questi comportamenti, come ho detto fin da subito e come lei stessa ha osservato, non ci sono proprio stati. Ho visto questa persona soltanto due volte per due interventi ortodontici, e non posso certo dire di conoscerla. Come dicevo nei messaggi precedenti neppure io stessa ho alcun dato concreto su cui basarmi per esprimere un'opinione, e se nemmeno io posso trarre conclusioni, a maggior ragione comprendo che per lei e i suoi colleghi sia impossibile farlo. Provando timore a relazionarmi con il mio medico, mi sono consultata con voi per sapere se a suo avviso (e dei suoi colleghi) ci sia un atteggiamento più o meno corretto da tenere in una situazione come quella descritta, e quale possa essere da parte mia un atteggiamento opportuno (dal punto di vista deontologico) per evitare di far sentire a disagio il mio dentista. Concordo con lei che ogni relazione e' unica, compresa quella fra medico e paziente, e concordo anche sul fatto che questa possa non essere la sezione appropriata per un consulto del genere. Mi sarei confrontata con il mio terapeuta, ma non potendolo fare ho pensato di confrontarmi con lei e i suoi colleghi/e. Mi scuso se l'intervento le é parso inappropriato.
La mia terapia dura ormai da due anni in maniera continuativa, ma negli ultimi mesi (in accordo con il mio terapeuta) abbiamo iniziato a vederci meno spesso affinché io riesca ad acquisire più autonomia. Come lei ha correttamente osservato, non e' semplice "camminare con le proprie gambe" quando si e' abituati e rassicurati da un supporto esterno. Nel mio caso, mi e' stato diagnosticato il disturbo di personalità borderline dal 2012. Inoltre, ho sofferto nel 2013 di depressione per quasi un anno, pertanto un supporto e' sempre stato essenziale per me. Confrontarmi con lei e i suoi colleghi/e può essere utile, ma spero presto di poter rendermi sempre più autonoma rispetto al mio terapeuta.
Gentile dott.ssa Pileci,
Probabilmente mi sono espressa male, ma non intendevo chiedere interpretazioni psicologiche di situazioni e comportamenti, per il semplice motivo che questi comportamenti, come ho detto fin da subito e come lei stessa ha osservato, non ci sono proprio stati. Ho visto questa persona soltanto due volte per due interventi ortodontici, e non posso certo dire di conoscerla. Come dicevo nei messaggi precedenti neppure io stessa ho alcun dato concreto su cui basarmi per esprimere un'opinione, e se nemmeno io posso trarre conclusioni, a maggior ragione comprendo che per lei e i suoi colleghi sia impossibile farlo. Provando timore a relazionarmi con il mio medico, mi sono consultata con voi per sapere se a suo avviso (e dei suoi colleghi) ci sia un atteggiamento più o meno corretto da tenere in una situazione come quella descritta, e quale possa essere da parte mia un atteggiamento opportuno (dal punto di vista deontologico) per evitare di far sentire a disagio il mio dentista. Concordo con lei che ogni relazione e' unica, compresa quella fra medico e paziente, e concordo anche sul fatto che questa possa non essere la sezione appropriata per un consulto del genere. Mi sarei confrontata con il mio terapeuta, ma non potendolo fare ho pensato di confrontarmi con lei e i suoi colleghi/e. Mi scuso se l'intervento le é parso inappropriato.
[#7]
Cara ragazza, il mio approccio psicodinamico mi porta a fare una lettura simbolica della questione.
Un dottore di qualsiasi specializzione rappresenta un uomo che si prende cura di una ragazza.
A livello simbolico dice moltissimo.
Quello che Lei prova per qest'uomo o per quello che rappresenta per Lei e' una proiezione.
Vorrei chiederle dei rapporti con Suo padre. Se si e' sentita accolta e amata. O non proprio.
Come puo' intuire il dottore e' solo uno schermo.
Come vanno i rapporti con i suoi coetanei? Si sente a Suo agio? Li appoggia?
Un dottore di qualsiasi specializzione rappresenta un uomo che si prende cura di una ragazza.
A livello simbolico dice moltissimo.
Quello che Lei prova per qest'uomo o per quello che rappresenta per Lei e' una proiezione.
Vorrei chiederle dei rapporti con Suo padre. Se si e' sentita accolta e amata. O non proprio.
Come puo' intuire il dottore e' solo uno schermo.
Come vanno i rapporti con i suoi coetanei? Si sente a Suo agio? Li appoggia?
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#8]
Utente
Gentile dott.ssa Esposito,
Per quanto riguarda il rapporto con mio padre, e' sempre stato conflittuale. Siamo stati molto legati durante l'infanzia, e abbiamo avuto un rapporto molto più stretto rispetto a quello tra mio padre e le mie due sorelle minori. Purtroppo, avendo caratteri simili, quando sono cresciuta si e' instaurato un rapporto difficile e un po' conflittuale: spesso ci troviamo in contrasto, e quando ci scontriamo avviene sempre in modo molto forte. Abbiamo perso la complicità che avevamo quando ero bambina e adolescente, ma sia da parte mia che da parte sua rimane molto forte la stima reciproca.
Mi sento sicuramente molto più legata a lui rispetto che a mia madre, con la quale ho un buon rapporto ma molto diverso rispetto a quello che ho con mio padre.
Ho una figura di riferimento da diversi anni che e' il mio terapeuta, che stimo molto, ma non si sono mai verificati episodi di "transfert" (non so se questo e' il termine corretto), pur ritenendolo importante nella mia vita. In generale, non ho mai cercato figure maschili che mi trasmettessero protezione, per quanto riguarda l'aspetto sentimentale. Al contrario, mi sono sempre interessata a uomini che mi trasmettevano il contrario, ovvero insicurezza. Questo ha sempre generato situazioni spiacevoli e rapporti altalenanti, essendo io stessa molto sensibile e insicura. Il mio ex fidanzato, con cui sono stata fidanzata 5 anni, era una persona estremamente fragile, ansiosa, insicura e volubile, con costante bisogno di rassicurazioni da parte mia, ed e' stato il principale motivo per cui la nostra storia e' finita. Nonostante il sincero amore che ci legava, era una relazione logorante in quanto eravamo troppo simili, e c'era un forte disequilibrio. Forse avrei bisogno diun uomo al mio fianco del tutto diverso, che compensi la mia instabilità, ma finora non ho mai provato interesse e attrazione per questo genere di uomini.
Non so se questa infatuazione per il mio dentista possa avere qualche rapporto con il mio modo di relazionarmi con mio padre e in generale con la figura maschile. Forse dovrei approfondire questo aspetto.
Per quanto riguarda il rapporto con mio padre, e' sempre stato conflittuale. Siamo stati molto legati durante l'infanzia, e abbiamo avuto un rapporto molto più stretto rispetto a quello tra mio padre e le mie due sorelle minori. Purtroppo, avendo caratteri simili, quando sono cresciuta si e' instaurato un rapporto difficile e un po' conflittuale: spesso ci troviamo in contrasto, e quando ci scontriamo avviene sempre in modo molto forte. Abbiamo perso la complicità che avevamo quando ero bambina e adolescente, ma sia da parte mia che da parte sua rimane molto forte la stima reciproca.
Mi sento sicuramente molto più legata a lui rispetto che a mia madre, con la quale ho un buon rapporto ma molto diverso rispetto a quello che ho con mio padre.
Ho una figura di riferimento da diversi anni che e' il mio terapeuta, che stimo molto, ma non si sono mai verificati episodi di "transfert" (non so se questo e' il termine corretto), pur ritenendolo importante nella mia vita. In generale, non ho mai cercato figure maschili che mi trasmettessero protezione, per quanto riguarda l'aspetto sentimentale. Al contrario, mi sono sempre interessata a uomini che mi trasmettevano il contrario, ovvero insicurezza. Questo ha sempre generato situazioni spiacevoli e rapporti altalenanti, essendo io stessa molto sensibile e insicura. Il mio ex fidanzato, con cui sono stata fidanzata 5 anni, era una persona estremamente fragile, ansiosa, insicura e volubile, con costante bisogno di rassicurazioni da parte mia, ed e' stato il principale motivo per cui la nostra storia e' finita. Nonostante il sincero amore che ci legava, era una relazione logorante in quanto eravamo troppo simili, e c'era un forte disequilibrio. Forse avrei bisogno diun uomo al mio fianco del tutto diverso, che compensi la mia instabilità, ma finora non ho mai provato interesse e attrazione per questo genere di uomini.
Non so se questa infatuazione per il mio dentista possa avere qualche rapporto con il mio modo di relazionarmi con mio padre e in generale con la figura maschile. Forse dovrei approfondire questo aspetto.
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 20k visite dal 27/01/2016.
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Approfondimento su Disturbi di personalità
I disturbi di personalità si verificano in caso di alterazioni di pensiero e di comportamento nei tratti della persona: classificazione e caratteristiche dei vari disturbi.