Apatia e ipersessualità

Buongiorno,
vi scrivo per un problema che non riguarda me, ma una persona a me molto vicina che solo ultimamente sto imparando a conoscere veramente. Questo ragazzo è fondamentalmente apatico; gli unici fattori che riescono a bucare la sua realtà grigia sono la rabbia (che gestisce malissimo, di solito sfogandola in violenza verbale o reazioni estreme) e l'eccitazione sessuale (spesso accecante, perversa e che riversa su materiale pornografico accompagnato da masturbazione coatta). In passato ha fatto uso di droghe, per lo più leggere. Non mantiene relazioni stabili e nei rapporti è molto egocentrico, diffidente e cinico; solo col tempo ho imparato che nasconde grande insicurezza e confusione. Detto ciò, esteriormente mai si direbbe! E' molto bello, laureato e con un buon lavoro, benestante e con una famiglia alle spalle. Non si lascia scalfire facilmente. La mia domanda è... come posso farlo uscire da questa piatta apatia, dal suo godimento individualistico, dalla sua frustrazione disperata? Secondo voi, potrebbe essere una buona tecnica cercare di farlo parlare, riflettere e fargli passare del tempo a fare attività emozionanti come guardare i film, i musei, i concerti? E per quanto riguarda le sue esigenze sessuali, dal momento in cui non siamo amici e io ne sono attratta, potrei guidarlo in un rapporto di coppia che comprenda l'affetto, la cura, e anche l'amore fisico ma non estremo e folle come cerca lui?
Mi rendo conto di star chiedendo molto, ma ci tengo decisamente.

Vi ringrazio!
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

se fosse così semplice poter fare qualcosa per trattare dei comportamenti problematici, credo che tutti noi avremmo altri doni!
Purtroppo, al contrario, Lei può fare poco per questa persona, perché non sarà la Sua vicinanza a modificare quei comportamenti di cui ci parla qui.

Se questo ragazzo davvero ha queste problematiche, necessita di un aiuto professionale, ma solo a patto che per il diretto interessato tutto ciò sia diventato un problema. Le dico questo perché neppure gli psicoterapeuti hanno il potere di cambiare le persone, ma il processo di cambiamento deve partire dal diretto interessato.

Piuttosto, vorrei che Lei si focalizzasse sul Suo ruolo in questa relazione: ho capito che a Lei questo ragazzo piace e che vuole rendersi utile, ma che ruolo pensa di avere nella sua vita?

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Utente
Utente
Grazie molto dottoressa Pileci,

sicuramente avrebbe bisogno di un aiuto professionale, ma in passato non ne trasse giovamento e così ora è sfiduciato. Nonostante ciò, glielo suggerirò caldamente.
Io penso che finora sono stata vista da lui come vede tutte le donne: un misto tra un "oggetto" di piacere che lo aggradasse narcisisticamente e volesse possedere, e una rivale pericolosa da tenere sotto controllo. Però da quando ho iniziato ad andare oltre i suoi filtri e meccanismi, facendoglielo capire e trattandolo con amore nonostante ciò, si sta aprendo alla riflessione e mi sta considerando sotto una nuova luce. Ieri mi ha perfino ringraziato e ammesso il problema.

Vedrò, non posso essere la sua psicologa, ma in passato a me l'amore ha curato da cose forse peggiori...
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
In qualunque ospedale della città in cui vive, il ragazzo può trovare aiuto per la problematica che ci ha descritto, se anche lui stesso lo desidera.

Cordiali saluti,
[#4]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara ragazza,
Il Suo tentativo di "aiutare" questo ragazzo che Le interessa e' purtroppo sterile. Almeno per Lui.
Lui sta bene cosi'. Ha trovato un suo equilibrio.
Il problema lo sente Lei.
E allora e' su di Lei che occorre operare.
Non lo puo' cambiare!
Questa e' la sola cosa che mi sento di dirLe.
Nessuno puo' cambiare nessuno.
E' difficilissimo cambiare se stessi, al limite dell'impossibile. A meno che non lo si debba.
So che e' difficile per Lei comprenderlo ma la propria maniera di esseree' quanto di piu' autonomo esista.
Si fermi a riflettere su questo. Poi se vuole ci scriva nuovamente.

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#5]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> a me l'amore ha curato da cose forse peggiori
>>>

Potrebbe non essere stato l'amore a curarla, anche se le può far piacere crederlo. L'amore di per sé è piuttosto neutro dal punto di vista terapeutico, anzi semmai non è immune da un certo potenziale patogeno.

L'amore è indispensabile per crescere i bambini, anche se a volte ne viene fraintesa la funzione e soprattutto il modo di dosarlo. In ogni caso l'amore non cura le psicopatologie, se di questo stiamo parlando, più di quanto non curi il raffreddore o il cancro. L'unica cosa che l'amore può curare con efficiacia è la mancanza di amore. Che però non è la sola causa di malattia.

>>> sicuramente avrebbe bisogno di un aiuto professionale, ma in passato non ne trasse giovamento e così ora è sfiduciato
>>>

E quindi, dove avrebbe fallito un professionista pensa che potrà essere più capace lei?

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#6]
Utente
Utente
Grazie dottoressa Esposito, sicuramente continuerò a riflettere e poi eventualmente vi ricontatterò.

Dottor Santonocito, mi dispiace leggere che lei ritenga l'amore "neutro dal punto di vista terapeutico". Io sono al quarto anno della laurea in Psicologia, quindi conosco bene la necessità di un approccio professionale e adatto al soggetto e mai lo metterei in dubbio, ma so anche che se fosse stato solo per le cure mediche e psicologiche, io non sarei mai sopravvissuta all'anoressia.
Questo non per mettere troppa carne al fuoco, solo per chiarire che l'amore ha un potenziale in determinati casi e ne ho evidenza empirica.
Infine, fermo restando che questo ragazzo ha indubbiamente bisogno di uno psicoterapeuta (più capace o idoneo di quello passato), il mio intento è semplicemente quello di capire cosa posso fare io, quando ci parlo o lo vedo, senza commettere errori, per aiutarlo nel frattempo, oltre che dirgli "vai dallo psicologo".
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Dottor Santonocito, mi dispiace leggere che
>>>

Purtroppo non sono io a ritenerlo. È proprio così. Per la precisione ho addirittura aggiunto "non immune da potenziale patogeno".

Si studi un po' di testi sulla psicoterapia della famiglia e veda quanti disastri si possono commettere con chi si ama. Con le miglior intenzioni, beninteso. Compresi molti casi di anoressia, che prendono per l'appunto origine in famiglia.

In altre parole e sintetizzando: l'amore può essere curativo, ma solo in casi ben definiti, e se usato a sproposito può fare più danni che altro. Persino nei bambini, che pure di amore hanno bisogno a piene mani.

Il concetto di iatrogenicità vale anche in psicologia, non solo in medicina.

>>> il mio intento è semplicemente quello di capire cosa posso fare io, quando ci parlo o lo vedo, senza commettere errori
>>>

"Senza commettere errori", infatti è proprio questo il punto chiave.

L'assunto diffuso è che se si ama tanto, non si possano commettere errori. E invece la strada per l'inferno è lastricata delle migliori intenzioni...

Perciò se è al quarto anno, bene, le faccio i migliori auguri. Ma eviti di improvvisarsi psicoterapeuta prima di essersi laureata e specializzata. Glielo dico nel miglior interesse delle persone che eventualmente andrà un giorno ad aiutare. Fino ad allora, dire a chi soffre "vai dallo psicologo" è il meglio che può fare. Già riuscire a convincere qualcuno in tal senso, dovrebbe essere motivo di grande soddisfazione.