Rifiuto di una ipotetica gravidanza

Salve, ho 25 anni e ho perso mia madre 6 mesi fa. Mia madre era tutta la mia vita. Era mamma, amica e sorella. Non provo più interesse verso le cose belle di questo mondo. Niente più mi entusiasma. Tutti i miei progetti per sono inutili perchè non c'è lei che mi da la forza di andare avanti. Era orgogliosa di me e di quello che facevo. Ho un'ossessione che mi assilla da tempo... L'idea di non voler figli nè adesso nè in futuro. Senza di lei ho perso il desiderio di diventare mamma anche io. Odio i bambini, li temo e mi infastidiscono. Mi sento ancora figlia e l'idea di procreare mi deprime ancora di più. Non reggerei un evento del genere. Senza mia madre e senza la sua vicinanza nulla ha più senso per me. Diventa tutto un incubo... Anche il mio matrimonio. Andare all'altare senza di lei che sognava per me un matrimonio da favola è un qualcosa di angosciante e terribile. Aiutatemi vi prego. Non riesco ad affrontare la vita.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Gent.le Ragazza,
il processo di elaborazione del lutto è un percorso composto da diverse fasi:

Nella prima fase, detta di disperazione, caratterizzata da un senso di stordimento e protesta. Spesso si manifesta un immediato rifiuto per l’accaduto e si verificano di crisi di rabbia e di dolore. Questa fase può coinvolgere la persona per tutta la durata del processo di lutto.

2) Nella seconda fase solitamente emerge un intenso desiderio e ricerca della persona deceduta; in alcuni momenti si ha la sensazione che questa sia ancora in vita. Dal punto di vista psicologico si manifestano un senso di irrequietezza e una preoccupazione eccessiva verso il morto.

3) Nella terza fase affiora un senso di disorganizzazione e di disperazione; la realtà della perdita inizia ad essere accettata, e la persona affranta sembra essere chiusa in se stessa, apatica e indifferente. A volte si presentano insonnia, calo di peso e la sensazione che la vita abbia perso il suo significato. Il ricordo della persona scomparsa diventa costantemente presente, si avverte un senso di delusione quando ci si rende conto che ciò che resta sono solo ricordi e che niente potrà cambiare ciò che è accaduto.

4) Nella quarta e ultima fase avviene una riorganizzazione della propria vita. Gli aspetti acuti del dolore si ridimensionano e si comincia a realizzare un ritorno alla normalità. La persona deceduta viene ora ricordata con di gioia, ma anche di tristezza, e la sua immagine è stata interiorizzata.


Le reazioni descritte rientrano tutte nel normale processo di elaborazione del lutto; non è la qualità, ma la durata nel tempo e l'intensità con cui vengono vissute che ne delineano la normalità o la patologia.

Dalla sua descrizione sembrerebbe che tu sia già nella terza fase di questo processo, ma questa affermazione va presa con il beneficio del dubbio ed eventualmente verificata in un colloquio diretto con lo psicoterapeuta.

Intanto direi di rispettare i tuoi tempi per proseguire il processo di elaborazione è evidente che hai bisogno di riconquistare una condizione più serena prima di affrontare esperienze significative come il matrimonio e la maternità e dato che sei molto giovane hai tutto il tempo necessario a tua disposizione. In ogni caso un colloquio diretto con lo psicoterapeuta ti consentirà di soffermarti sul tuo vissuto e valutare l'opportunità di avviare un percorso terapeutico.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

[#2]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Cara Ragazza,
mi associo al suo dolore..

Una perdita così importante e simbolica, necessita, come le ha già detto la Collega, di un'adeguata percorso di elaborazione del lutto e di tempo, il famigerato tempo.

Il suo racconto è molto doloroso e tocca corde emotive profonde di ognuno di noi, la paura di non essere una genitrice, correla probabilmente con la perdita e con avere perso il suo "essere figlia".

Il dolore per la perdita equivale alla "paura dell’abbandono", angoscia della scomparsa della protezione genitoriale, quel sostegno necessario in molti momenti particolari e dolorosi o penosi della vita.

Questo significa anche crescere come "persona", un giorno come genitore anche lei....che adesso deve comunque farcela da sola.

Suo madre l'accompagnerà sempre e dalla sua "imago interna" potrà trarre quella forza indispensabile per andare avanti- che diventerà sua- prima o poi, superata soprattutto la rabbia ed elaborato il lutto.

Immagino cosa avrà provato e cosa sta ancora provando, ed il vuoto che sente dentro e fuori da lei.

Appena passerà la rabbia- prima o poi si stempererà - potra occuparsi del dolore, quello profondo per la perdita.

Ci saranno momenti bui, tristi, cupi, altri durante i quali la vita prenderà prepotentemente il posto del suo mondo interno e penserà di stare bene, altri durante i quali un ricordo, un profumo, una sua fragilità ...la riporterà indietro nel tempo e ripiomberà nel dolore....

Sua mamma vivrà ancora e per sempre nei suoi ricordi, vivrà con lei e farà da guida al suo mondo interno.
Condoglianze e coraggio...


Legga questo:
Un giorno un ragazzo chiese al vecchio saggio del paese quale fosse la cosa più forte.
Il saggio dopo qualche minuto gli rispose:
“Le cose più forti al mondo sono nove:
Il ferro è più forte, ma il fuoco lo fonde.
Il fuoco è forte, ma l’acqua lo spegne.
L’acqua è forte ma nelle nuvole evapora.
Le nuvole sono forti ma il vento le disperde.
Il vento è pure esso forte ma la montagna lo ferma.
La montagna è forte, ma l’uomo la conquista.
L’uomo è forte ma purtroppo la morte lo vince”.
“Allora è la morte la più forte!”
– lo interruppe il ragazzo –
“No” – continuò il vecchio saggio –
“l’amore… sopravvive alla morte!”

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#3]
Utente
Utente
Grazie infinite per l'attenzione e soprattutto per i vostri suggerimenti. Ne farò tesoro. Ne avevo fortemente bisogno.
[#4]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Lieta di averla ascoltata.
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