Ansia post lutto?
Salve, volevo chiedere consiglio per una mia amica.
Ha sedici anni e l'anno scorso le è morto il papà.
Spesso dice di non riuscire a respirare,e di sentire un peso al petto, a volte mentre è a scuola, ma anche la sera o in momenti comunque molto tranquilli. Penso che sia un fatto d'ansia ma volevo chiedere se realmente potesse essere legato a ció e se sopratutto potrebbe essere legato al lutto. Preciso che accade spesso,già dall'anno scorso, ma quest'ultima settimana questa sensazione è peggiorata. Inoltre il papà è morto proprio in questo periodo. Purtoppo sottovaluta e non vuole parlarne con la madre solo che io non so che consigli darle.
Ha sedici anni e l'anno scorso le è morto il papà.
Spesso dice di non riuscire a respirare,e di sentire un peso al petto, a volte mentre è a scuola, ma anche la sera o in momenti comunque molto tranquilli. Penso che sia un fatto d'ansia ma volevo chiedere se realmente potesse essere legato a ció e se sopratutto potrebbe essere legato al lutto. Preciso che accade spesso,già dall'anno scorso, ma quest'ultima settimana questa sensazione è peggiorata. Inoltre il papà è morto proprio in questo periodo. Purtoppo sottovaluta e non vuole parlarne con la madre solo che io non so che consigli darle.
[#1]
Che sia legata al lutto oppure no sembrerebbe essere un'espressione di disagio, potresti proporle di andare dal suo medico di base per una prima visita di approfondimento ma essendo un minore ogni eventuale intervento successivo richiede il coinvolgimento della madre.
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#2]
Cara Ragazza,
È da ammirare il suo interessamento verso la sua amica, ma un lutto, unitamente alla sua elaborazione, è un processo molto personale e soggettivo.
Ognuno di noi lo vive a modo proprio, con alti e bassi, con un attaccamento eccessivo alla vita o una fuga da essa, con modalità che risuonano dentro di noi a seconda della nostra storia di vita e del rapporto che avevamo con la figura di riferimento che è venuta a mancare.
Il dolore per la perdita equivale alla "paura dell’abbandono", l'angoscia della scomparsa della protezione genitoriale, quel sostegno necessario in molti momenti particolari e dolorosi o penosi della vita....
Questo significa per la sua amica, anche crescere come "persona", anche adesso deve comunque farcela da sola e deve mostrare agli altri la sua forza d’animo.
Suo padre l'accompagnerà sempre e dalla sua "imago interna" potrà trarre quella forza indispensabile per andare avanti- che diventerà sua- prima o poi, superata soprattutto la rabbia.
Immagino cosa avrà provato e cosa sta ancora provando, tra mancanza, dolore, rabbia e rimuginzione dell'accaduto, soprattutto perché immagino il padre fosse ancora giovane.
Appena passerà la rabbia- prima o poi si stempererà - potra occuparsi del dolore, quello profondo per la perdita, ma molto dopo, non di certo adesso.
Anche io, come la Collega, le suggerisco il medico di base o uno psicologo scolastico, così può anche non chiedere nulla alla madre.
Le allego un mio lavoro sulla perdita del padre con il quale, purtroppo, ho vinto un premio nazionale.
http://www.valeriarandone.it/articoli/1297-congresso-nazionale-sia-2015/
È da ammirare il suo interessamento verso la sua amica, ma un lutto, unitamente alla sua elaborazione, è un processo molto personale e soggettivo.
Ognuno di noi lo vive a modo proprio, con alti e bassi, con un attaccamento eccessivo alla vita o una fuga da essa, con modalità che risuonano dentro di noi a seconda della nostra storia di vita e del rapporto che avevamo con la figura di riferimento che è venuta a mancare.
Il dolore per la perdita equivale alla "paura dell’abbandono", l'angoscia della scomparsa della protezione genitoriale, quel sostegno necessario in molti momenti particolari e dolorosi o penosi della vita....
Questo significa per la sua amica, anche crescere come "persona", anche adesso deve comunque farcela da sola e deve mostrare agli altri la sua forza d’animo.
Suo padre l'accompagnerà sempre e dalla sua "imago interna" potrà trarre quella forza indispensabile per andare avanti- che diventerà sua- prima o poi, superata soprattutto la rabbia.
Immagino cosa avrà provato e cosa sta ancora provando, tra mancanza, dolore, rabbia e rimuginzione dell'accaduto, soprattutto perché immagino il padre fosse ancora giovane.
Appena passerà la rabbia- prima o poi si stempererà - potra occuparsi del dolore, quello profondo per la perdita, ma molto dopo, non di certo adesso.
Anche io, come la Collega, le suggerisco il medico di base o uno psicologo scolastico, così può anche non chiedere nulla alla madre.
Le allego un mio lavoro sulla perdita del padre con il quale, purtroppo, ho vinto un premio nazionale.
http://www.valeriarandone.it/articoli/1297-congresso-nazionale-sia-2015/
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#3]
Cara Signorina,
Concordo con quanto detto dalla Dott.a Randone, ma Le pongo una domanda.
La Sua amica e' stata aiutata in una sede psicoterapeutica adeguata a elaborare questo terribile lutto?
Il mio dubbio, purtroppo e' che la Sua amica, a causa dell'eta' in cui ha perso il papa' non abbia potuto elaborarlo.
Specialmente per una ragazza la figura padre e' talmente enorme che potrebbe esserne stata inconsciamente bloccata l'elaborazione. E presentarsi solo occasionalmente.
Cio' sarebbe dannoso perche' tale figura continuerebbe a vivere in Lei non solo a livello "protettivo" ma inconsciamente reale, danneggiando la sua capacita' di relazIonarsi con altre persone, specie di sesso maschile e specie a livello affettivo.
Si faccia tramite di tale delicata questione magari anche con la mamma se puo'.
Concordo con quanto detto dalla Dott.a Randone, ma Le pongo una domanda.
La Sua amica e' stata aiutata in una sede psicoterapeutica adeguata a elaborare questo terribile lutto?
Il mio dubbio, purtroppo e' che la Sua amica, a causa dell'eta' in cui ha perso il papa' non abbia potuto elaborarlo.
Specialmente per una ragazza la figura padre e' talmente enorme che potrebbe esserne stata inconsciamente bloccata l'elaborazione. E presentarsi solo occasionalmente.
Cio' sarebbe dannoso perche' tale figura continuerebbe a vivere in Lei non solo a livello "protettivo" ma inconsciamente reale, danneggiando la sua capacita' di relazIonarsi con altre persone, specie di sesso maschile e specie a livello affettivo.
Si faccia tramite di tale delicata questione magari anche con la mamma se puo'.
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#4]
Ex utente
Io non sono lei quindi non so se realmente abbia elaborato o meno,ammesso che comunque lei lo sappia.
Spesso mi ha parlato di suo papà, e non penso abbia messo questo discorso in mezzo a molti altri.
Ci siamo avvicinate solo perché quando è successo io mi sono sentita "in dovere" di provare ad aiutarla. Non la conoscevo bene, non eravamo amiche e non mi spiego il perché io abbia sentito questa necessità.
Comunque nonostante tutto quel periodo è stato veramente molto pensante e anche se è ridicolo dirlo in parte anche per me.
Sembra strano ma le ho detto le esatte parole che ha scritto la Dr.ssa Randone.
Lei aveva un rapporto meraviglioso con il padre e pessimo con la madre, la quale più volte si è dimostrata veramente insensibile.
Voleva che, due mesi dopo la morte del padre,facesse gli auguri al suo compagno per la festa del papà.
Comunque non penso abbia problemi a relazionarsi con il sesso maschile, vuole tantissimo bene al compagno della madre che la tratta come una figlia, e a lei non da assolutamente fastidio.
Non si è mai rivolta a nessuno specialista e la madre non se ne è preoccupata...
Ed in questo io non posso interferire...
Volevo solo sapere se appunto questa sensazione potesse essere legata a ciò, anche se mi rendo conto che con queste informazioni è difficile stabilire..
Grazie ancora per la risposta
Spesso mi ha parlato di suo papà, e non penso abbia messo questo discorso in mezzo a molti altri.
Ci siamo avvicinate solo perché quando è successo io mi sono sentita "in dovere" di provare ad aiutarla. Non la conoscevo bene, non eravamo amiche e non mi spiego il perché io abbia sentito questa necessità.
Comunque nonostante tutto quel periodo è stato veramente molto pensante e anche se è ridicolo dirlo in parte anche per me.
Sembra strano ma le ho detto le esatte parole che ha scritto la Dr.ssa Randone.
Lei aveva un rapporto meraviglioso con il padre e pessimo con la madre, la quale più volte si è dimostrata veramente insensibile.
Voleva che, due mesi dopo la morte del padre,facesse gli auguri al suo compagno per la festa del papà.
Comunque non penso abbia problemi a relazionarsi con il sesso maschile, vuole tantissimo bene al compagno della madre che la tratta come una figlia, e a lei non da assolutamente fastidio.
Non si è mai rivolta a nessuno specialista e la madre non se ne è preoccupata...
Ed in questo io non posso interferire...
Volevo solo sapere se appunto questa sensazione potesse essere legata a ciò, anche se mi rendo conto che con queste informazioni è difficile stabilire..
Grazie ancora per la risposta
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2.3k visite dal 20/01/2016.
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