Ansia - depressione

Buongiorno,
non so esattamente da dove partire per spiegare la mia situazione attuale.
Sono reduce da una psicoterapia ad orientamento psicanalitico, interrotta e ripresa più volte per circa un anno e mezzo, sino a dicembre di questo anno, quando ho deciso di chiudere definitivamente.
Sono andata in terapia a causa della mia infanzia infelice, di un non amore da parte dei miei genitori, e dopo aver cambiato città... forse anche per allontanarmi da loro e da tutto. Ho lasciato la mia città per intraprendere la strada del teatro, per provare a fare l'attrice... ma ho mollato molto presto, presa da tanti problemi di ansia e difficoltà relazionali che mi portavano sempre a dipendenze da uomini e amiche. Nel periodo della terapia sono riuscita ad ottenere un mio benessere con un ipercontrollo di tutto, il peso...l'immagine... estremo perfezionismo, tutto per sentirmi bene, bella e per non sentire la frustrazione di un lavoro d'ufficio che faccio ma non mi piace. Ho cambiato casa più volte, per problemi di convivenza con i coinquilini e ho chiuso tutti i rapporti d'amicizia. Ora mi ritrovo senza terapia, in quanto la terapia era troppo dolorosa ed io non mi fidavo della terapeuta. Sono in un limbo in cui attendo qualche novità... cerco un nuovo lavoro, forse di nuovo una nuova casa, dove andare a vivere da sola. Non riesco ad accettarmi, ad accettare il mio lavoro e la frustrazione di non avere relazioni soddisfacenti ed un lavoro che mi piaccia. Ho degli standard molto alti, tanto perfezionismo in me, non voglio riniziare una terapia... ma temo che la situazione peggiori soltanto.
Penso che se una ragazza come me non è stata amata da piccola, vivrà perennemente relazioni e situazioni sbagliate, senza un aiuto.
Devo dire che la situazione sembra essere peggiorata dopo aver cambiato città, da ormai tre anni... e anche a causa della solitudine, che ho scelto io, ma che non so quanto sia positiva.
La dottoressa ha smesso parlato di depressione che subentra quando entro in contatto con un uomo alternata a momenti di eccessiva euforia ed entusiasmo, rabbia repressa, disturbi alimentari aggiungo io e conseguente bisogno di controllo del cibo. Attualmente se non scarico la rabbia, subentra la depressione.
Grazie per il vostro consulto.
[#1]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Perfezionismo e ipercontrollo sono spesso segnali di ansia, specificamente di ossessività. Il bisogno di controllo serve alla persona per darle la sensazione - ma sarebbe meglio dire l'illusione - di poter controllare ciò che le accade. Se non riesco a controllare ciò che mi sta più a cuore, cerco almeno di accontentarmi con il credere di poter controllare altro. Ma spesso non basta, e inoltre ci rende ancora più rigidi.

La rabbia è la sensazione che proviamo quando non riusciamo a ottenere ciò che vogliamo, che nel suo caso mi sembra appropriata. Le emozioni, anche quelle sgradevoli, hanno un significato e servono come indicazione che qualcosa attorno o dentro di noi è da cambiare.

La depressione è spesso il punto di arrivo di una situazione che ci stava molto a cuore e che abbiamo tentato invano, e per tanto tempo, di cambiare senza riuscirci. Quindi anche questa piuttosto in linea con il suo racconto.

Potrebbe riprovare con un terapeuta di diverso approccio, ad esempio strategico, che rispetto ad approcci più tradizionali è più pratica, più attiva e orientata all'azione.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#2]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazza,
Se ha effettuato un periodo significativo di psicoanalisi cio' ha fatto si che Lei sappia quali sono i Suoi problemi e questo lavorera' in Lei senza mai smettere.
Le consentira' di sapere "fare una riflessione" su quanto prova.
Certo questa riflessione dovra' poi esere accolta ed elaborata con la forza dell'Io.
Forse Lei ha interrotto la teapia sentendola "troppo dolorosa" un attimo prima che la forza del Suo Io diiventasse davvero piu "forte"! Peccato!
Ora si prenda un attimo di respiro e ci pensi. Sfuggire puo' essere un momento di debolezza che una persona che ha fatto analisi come Lei puo' concedersi. Perche' e' stata comunque dotata degli strumenti idonei a una riflessione produttiva. E potra' condurla ad un ritorno alla SUA analisi. Decida Lei!
Le formulo i migliori auguri!

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#3]
Utente
Utente
Grazie per le vostre risposte.
Le sue considerazioni, Dottor Santonocito mi hanno smosso qualcosa... ho sempre considerato la depressione solo come una rabbia repressa, per via della definizione data in terapia.
Ora inizio a pensare che sia un "campanello d'allarme" per cambiare qualcosa... cosa che invece in terapia non è mai stata contemplata, l'unica cosa da cambiare era il mio atteggiamento e non le situazioni!
La frustrazione per il teatro, per non avere concluso l'università e per non essermi qualificata professionalmente e per le aspettative che avevo riguardo alla vita nella nuova città è altissima, repressa ma alta!
La depressione di ora mi fa vedere le ultime scelte come tutte sbagliate e come se il passato fosse stato decisamente meglio di ora.
Mi sento profondamente insicura e arrabbiata verso tutti.
Dopo tre anni quasi in questa città, inizio a considerare l'idea di lasciarla... Mi sento molto bloccata e la convivenza con estranee unita al lavoro che detesto e alla mancanza di affetti vicini, aggrava tutto.
A inizio febbraio vedrò un terapeuta cognitivo comportamentale, non esercita più ma sarà per un consulto e poi valuterò il da farsi.

Dottoressa Esposito, l'analisi che ho fatto sino ad ora mi ha messo fortemente in discussione, al punto che sospetto la terapeuta mi abbia portato solo ad innescare il mio meccanismo di controllo, approvando scelte che mi hanno danneggiato, come l'eliminazione di tutte le amicizie, la sospensione dei casting e dei provini, insomma in alcuni momenti non so cosa tenere di buono di quella terapia.
Ora c'è piuttosto incapacità ad agire da sola e pensieri negativi sul presente e sul futuro...

Grazie.
Un caro saluto

[#4]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> ho sempre considerato la depressione solo come una rabbia repressa
>>>

La depressione può derivare da rabbia repressa, che a sua volta può essere causata da frustrazione per non riuscire a ottenere ciò che si vuole.

La depressione una volta era chiamata "esaurimento nervoso", a indicare proprio l'esaurirsi delle risorse che fino a un certo punto sono riuscite a sostenerci e a farci lottare, e che a un tratto finiscono.

>>> La depressione di ora mi fa vedere le ultime scelte come tutte sbagliate e come se il passato fosse stato decisamente meglio di ora
>>>

La depressione ha la caratteristica, fra l'altro, di far restare troppo attaccati al passato e al cosa, piuttosto che pensare al presente e al come.
[#5]
Utente
Utente
A questo punto deduco che la scelta della psicanalisi non fosse quella più adatta a me, che avevo fretta di agire e non di capire perché stessi così.
Ho lavorato più che altro sul passato, allontanandomi molto dal presente... e dal come fare a stare bene ora.

[#6]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara Signora,
La rabbia che prova e' segno che la terapia psicoanalitica stava facendo effetto eccome....
Peccato che sia scappata..!
Ma l'analisi serve a questo, a dare la capacira' di reagire.. se si e' in grado di farlo, Come Le dicevo, significa che la forza dell'Io e' stata attivata... purtroppo se l'interessata non riesce a fare questo passo.. significa che sceglie di non reagire!
Come Le dicevo, peccato davvero!!

I miei saluti e auguri davvero che quel minimo di forza dell'Io che ora la porta a sfuggire.. Le possa essere comunque di sostegno nella Sua vita,
[#7]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Cara Utente,

da quanto ci scrive è possibile che nel rapporto con la sua ex psicoterapeuta lei abbia vissuto le stesse emozioni e attuato quindi gli stessi comportamenti che ha con le altre persone.
Dal momento che le psicoterapie psicoanalitiche/psicodinamiche lavorano utilizzando come strumento fondamentale la relazione terapeutica è comprensibile (viste le sue difficoltà relazionali) che lei sia riuscita a effettuare solo un percorso a "spizzichi e bocconi”, lasciando e tornando dalla terapeuta a più riprese e non effettuando quindi un percorso continuativo.
Mi sembra che la stessa discontinuità sia presente nei suoi rapporti con gli altri e con i suoi obiettivi di vita.
Di conseguenza direi che non può nè incolpare nè lodare chi l'ha potuta seguire solo in maniera così frammentaria, ma non posso nemmeno escludere che quella particolare psicoterapeuta non fosse adatta a lei e che avrebbe fatto meglio quindi a cambiare professionista, più che cambiare terapia.

Riguardo al lavoro che in parte ha comunque svolto posso dirle che per quanto non sia possibile cambiare il passato è invece possibile modificare il modo in cui lei lo vive e, dal punto di vista psicoanalitico, modificare il rapporto con le figure genitoriali interiorizzate che ancora oggi inquinano il suo rapporto con gli altri, portandola a vivere rabbia e sfiducia e ad isolarsi di conseguenza.
Se lei si è sentita non amata dai suoi genitori non ha potuto costruire né un’immagine di Sé positiva, né un rapporto equilibrato con gli altri, né la consapevolezza del diritto di essere felice (o almeno di provare ad esserlo): tutti questi aspetti devono cambiare perché lei concretizzi dei cambiamenti nel mondo esterno.
Il cambiamento interiore viene insomma prima di quello esteriore, proprio come le sue difficoltà nel mondo esterno dipendono da quello che succede nel suo mondo interno.

Per questi motivi a mio parere nel suo caso sarebbe indicata una psicoterapia psicodinamica e direi che la discontinuità del percorso precedente non può consentirle di trarre alcuna conclusione definitiva al riguardo, come non sarebbe possibile se avesse effettuato con discontinuità qualsiasi altro tipo di psicoterapia.

E’ chiaro che le farebbe piacere poter evitare di trattare temi dolorosi e di elaborare quel passato negativo che sta condizionando il suo presente (chi non vorrebbe risultati rapidi e indolori?), ma può essere che questa sia la sola strada per risolvere i suoi problemi alla radice e in maniera definitiva.
In ogni caso mi sembra giusto che lei tenti la strada che ritiene più indicata per sé in questo momento: nel caso in cui non ottenesse risultati stabili le suggerisco però di ripensare alla possibilità di ritornare alla psicoterapia psicoanalitica, eventualmente cambiando psicoterapeuta.

Le faccio tanti auguri per il suo futuro,

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#8]
Utente
Utente
I vostri consulti mi hanno portato a confermare che una terapia è necessaria.
Rispetto al passato, mi conosco certamente di più e ho più rabbia e grinta per agire, ma d'altra parte mi sento impotente e molto legata alla felicità passata, che non sento di avere ora... Totalmente sola.
Consulterò il nuovo medico a inizio febbraio e deciderò cosa fare, ho bisogno di un cambiamento e di smuovere questo blocco.
Grazie
[#9]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Ci faccia avere sue notizie.

Un caro saluto,
[#10]
Utente
Utente
Buongiorno,
inizierò una terapia cognitivo comportamentale.

Il terapeuta segue un orientamento sistemico relazionale,
c'è stato un solo incontro conoscitivo,
ma il dubbio che mi assale... che discuterò in terapia, è: "Perderò tutto ciò che ho acquisito dalla terapia precedente? è la terapia adatta a me, dal momento che ne avevo scelto una ad orientamento psicoanalitico (ritenendola più adatta a lavorare sui problemi del passato e della mia famiglia, anche se a malincuore non avevo risultati sul presente, se non l'eliminazione di tutti i legami e il concentrarmi solo su di me, evitando teatro e tutto il resto)?"
Mi sto affidando a questo terapeuta, essendo stata indirizzata a lui da un altro medico ed in quanto sospetto che con una terapia ad orientamento psicoanalitico, il lavoro duri anni e, nel frattempo, "io rischi di perdere la vita vera ed i miei progetti!".



[#11]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Non è chiaro se il terapeuta sia cognitivo-comportamentale o sistemico-relazionale. Sono due approcci diversi. Nulla vieta di integrarli, tuttavia.

Perché mai dovrebbe perdere il terreno che ha guadagnato nella terapia precedente? Ogni terapia è in grado di insegnare qualcosa e anche se non l'elemento decisivo di cui ha bisogno il paziente, è comunque un insegnamento.
[#12]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
In realtà qualsiasi psicoterapia può durare anni.
Molto dipende dalla situazione, dalla sua complessità e gravità:
http://www.serviziodipsicologia.it/quanto-dura-una-psicoterapia-la-sua-durata-e-prevedibile/

Come le ho già detto, aver effettuato una psicoterapia psicoanalitica in maniera discontinua non significa aver effettuato davvero quel percorso (cosa che varrebbe per qualsiasi terapia) ed è possibile che non sia riuscita a portare avanti la terapia con continuità proprio a causa della sue difficoltà relazionali, che avrebbero potuto essere ottimamente affrontate con quel tipo di approccio terapeutico.

Ora che ha iniziato questo nuovo percorso dia del tempo a sè stessa e al nuovo terapeuta prima di giungere a qualsiasi conclusione.
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