Terapia di coppia

Buongiorno. Dopo due anni di storia clandestina e diverse vicissitudini io e il mio compagno (amante) avremmo intenzione di iniziare un terapia di coppia perche' viviamo dei momenti di sofferenza.potrebbe suonare ridicolo e strano e per questo motivo continuo a rimandare. Vorrei avere un vostro parere sull'utilita' di intraprendere questo percorso di riflessione insieme e non magari da soli..(io sola sto gia'facendo un percorso)
Grazie
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile utente, in genere la maggior parte delle persone chiede una consulenza psicologica perchè soffre.

E' questo è umanamente e professionalmente comprensibile: la sofferenza è un motore abbastanza efficace per motivarci a "fare qualcosa".

Vorrei proporle una ulteriore riflessione, riguardo "il perchè" della sofferenza umana. Se proviamo dolore emotivo e disagio "un motivo" c'è. Può essere il fatto che i modi che avevamo usato finora per risolvere i problemi non funzionano più; oppure che il modo in cui stiamo vivendo si discosta sempre più da come vorremmo vivere; oppure che nella realtà ci sono degli aspetti che non riusciamo ad affrontare, o a cui non riusciamo ad adattarci; o altri infiniti motivi...

Fatto sta che, a volte, ci concentriamo molto sull'idea di "eliminare la sofferenza" senza affrontare ciò che la causa. Sarebbe come, mi passi la metafora, lasciare un coltello conficcato nella nostra pancia, e chiedere un antidolorifico per il "bruciore allo stomaco"...

Quali sono i motivi del suo/vostro disagio? Per cosa chiedereste un consulto di coppia?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Le storie clandestine raramente passano esenti da disagi o sofferenze. Come minimo esiste il problema di continuare a mantenere la clandestinità, eventuali sensi di colpa, uno dei due che non si decide a lasciare la moglie/marito per stare insieme ecc.

Se il disagio è riferito al fatto che la vostra è una coppia clandestina, pertanto, vedrei meglio un percorso di consulenza, individuale o magari insieme, più che una terapia di coppia.

Lei dice di stare già facendo un percorso individuale? Per che cosa l'ha iniziato? Ha già rivolto al suo attuale terapeuta la domanda che sta rivolgendo a noi?

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Utente
Utente
grazie per le risposte. per dr. santonocito: che cosa intende per percorso consulenziale?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
La consulenza psicologica, a differenza della psicoterapia, serve per orientare le persone verso la soluzione di problemi che non implicano una patologia.

Il termine "terapia" è usato dagli psicologi per estensione anche nelle coppie, dato che possono esserci coppie in cui la relazione si trova in stato di sofferenza. Ma nel caso delle coppie clandestine... è problematico parlare di coppia, innanzitutto. Perché di fatto non si tratta di coppie in senso proprio, dato che almeno dei due ha già una relazione di coppia con un'altra persona.

In altri termini: prima di pensare a una terapia di coppia, dovreste essere una coppia. In questo momento avete una relazione che forse almeno uno dei due vorebbe trasformare in coppia stabile, senza però che questo sia possibile. Ed è *questo*, probabilmente, il problema che dovreste affrontare prima.

I distinguo che sto facendo non hanno nulla a che vedere con la morale, attenzione. Si tratta solo di considerazioni pragmatiche e di opportunità di metodo.
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Utente
Utente
grazie, diciamo che si potrebbe iniziare con un consulto a due e poi vedere se effettivamente se c'è bisogno di tornare.
si è vero c'è una persona più disposta dell'altra a fare una scelta per la coppia, la richiesta parte però proprio dalla persona più indecisa
lo specialista potrebbe essere anche il mio (con cui mi trovo molto bene ed è ha conoscenza della storia) o sarebbe meglio cambiarlo?
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Gent.le Sig.ra,
se la persona indecisa è Lei sarebbe più opportuno proseguire il percorso individuale per fare chiarezza dentro di sé, altrimenti l'altro potrebbe partecipare con l'aspettativa che il terapeuta lo aiuto a "convincerla" a superare la sua indecisione.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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Utente
Utente
grazie, diciamo che nessuno dei due affronterebbe questo colloquio insieme con la speranza di convincere l'altro, ma di fare qualcosa per migliorare il proprio benessere che non c'è più per entrambi (la storia è stata scoperta e si sono rotti equilibri ma non è finita, si è fortificata). Non c'è nessuna spinta se non quella di fare la cosa più giusta con la massima libertà e riflettere su come si sta vivendo.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Sono del parere che in situazione del genere così complessa e delicata il percorso individuale possa aiutare ciascun partner a sviluppare un'autoconsapevolezza che poi verrà valorizzata anche nella dimensione relazionale sia con il partner ufficiale sia con il partner ufficioso. La crisi obbliga tutti a trovare un equilibrio diverso ma forse più funzionale e autentico.

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Utente
Utente
grazie, ho alla fine fatto il consulto a due con il mio psicologo (tutti e due stiamo facendo percorsi separati) e il consiglio è stato quello di prendersi un periodo di tempo in cui non vedersi e poi decidere cosa fare, visto il momento di confusione e indecisione (non sul sentimento ma sulla decisione da prendere).
posso chiedere se davvero questi periodi di riflessione con distacco
dall'altro possono funzionare a rendersi conto...?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Possono funzionare, ma dipende da quanto gli interessati sono disposti a farli funzionare. In altre parole le pause di riflessione possono essere momenti per rendersi conto, attraverso la mancanza, quanto teniamo all'altro, oppure occasioni per alimentare discordia e rancore.

Perciò se questo è il suggerimento che avete ricevuto, potreste metterlo in pratica e vedere che succede, adottando per il momento una posizione più attendista e meno interventista.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Utente,
Aggiungo qualche nota a quelle dei Colleghi.

Vivere in coppia è già complesso di suo, vivere dentro una coppia "altra" ha tutta una serie di effetti collaterali dovuti alla condizione da amanti.

A mio avviso, un lavoro individuale diventa propedeutico per mettere a fuoco il proprio sentire.

Quest'uomo è sposato?
Lei?

Avete figli?

Provi a leggere "terapi di coppia per amanti" appena uscito

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#12]
Utente
Utente
entrambi stiamo seguendo un percorso individuale ed entrambi siamo sposati.
il consulto è comunque servito, adesso la scelta sta nel prendersi un periodo senza vedersi oppure continuare.
la relazione è comunque serena e solida, non ci sono litigi e nemmeno rancori, solo un momento di paura e di indecisione sul come proseguire le proprie vite
il libro..ne ho sentito parlare, lo leggerò, ma non intendo intraprendere una terapia di coppia, penso che questo consulto e magari uno più avanti possa bastare (nel farlo me ne sono resa conto), poi si procede singolarmente, comunque il terapista non ha per niente insistito nel fare propendere uno o l'altro verso la scelta, ha solo ascoltato e espresso alcune riflessioni che ci hanno molto aiutato almeno per ora
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicoterapeuta, Psicologo 4.9k 87
Sinceramente mi sembra una semplificazione come se bastasse non vedersi per fare chiarezza sia a livello individuale che relazionale, come le dicevo è preferibile che ognuno all'interno del suo percorso terapeutico possa affrontare le ambivalenze e le paure che interferiscono con la possibilità di fare una scelta.