Genitori narcisisti: padre possessivo e morboso nei confronti della figlia
Salve, ho 22 anni e la mia situazione è questa: sono figlia di genitori separati, da quando ero piccola. Non erano sposati, mia madre è molto giovane rispetto a mio padre (16 anni) la quale mi ha avuta a 18. Sono l' "errore di gioventù". Ho vissuto di più con lei, suo compagno e mia sorella minore (figlia loro). Ho avuto problemi di salute e difficoltà nelle amicizie/relazioni sbagliate. Nonostante ciò NON sono stata una figlia problematica: andavo bene a scuola, non fumavo, non bevevo e non mi drogavo, ho sempre avuto uno spiccato senso di responsabilità e autonomia, perchè nei miei non trovavo delle "guide"/punti di riferimento ma ero io stessa a sentirmi tale per loro. Durante l' adolescenza i rapporti sono peggiorati con entrambi, non vedevo l' ora di staccarmi da loro perchè mi sentivo un peso economicamente. Finite le superiori sono andata a vivere con il mio ex fidanzato (12 anni più di me) con il quale sono rimasta per 1 anno. Dopo sono andata a stare con mio padre perchè con mia madre stavo male (era in conflitto con me). Mi ritrovo a vivere con mio padre che vive da solo.
PREMESSA: io faccio dei lavoretti e sono in cerca di un lavoro per rendermi autosufficiente. Ho la patente ma non l' auto e non posso usare la sua. Limitata negli spostamenti, vivo in un paesino che offre poco. Ora non posso vivere da sola e sto male per questo.
PROBLEMA: mio padre mi tratta come una bambina, non tifa per la mia indipendenza. Pare non mi voglia autosufficiente: non mi sostiene nella ricerca di un lavoro, non mi aiuta nell' acquisto di un' auto, non mi lascia viaggiare, è paranoico e ansioso, intrusivo, non mi prende sul serio e mi fa sentire incapace; è diventato più morboso e possessivo nei miei confronti (lo è sempre stato): non posso vivermi bene le relazioni, se percepisce che ho un ragazzo è preso da gelosia “malsana”: scenate, ogni scusa è buona per non farmi uscire, ogni partner non va bene. Ha iniziato a minacciarmi, a buttarmi fuori di casa con la forza. Ogni volta che esco ho l' ansia. Purtroppo ha il vizio del bere: capita che sia ubriaco e non si ricorda le cose che dice. Quando è lucido mi fa sentire in colpa: sono io a creargli problemi, lui vuole sapere solo dove sono e con chi sono (cosa non vera perchè anche se io glielo dico non cambia molto). Preferisco stare a casa perchè uscire mi provoca stress. Noto che preferisce vedermi triste a casa piuttosto che felice dopo un' uscita. Non riesco a dialogare con lui, ho cercato aiuto (parenti) e danno ragione a lui non credendo a me. Il paradosso è che è "presente" creandomi ansia e sofferenza ma quando ho seriamente bisogno di lui non c'è (o in parte sempre per controllarmi/introdursi nella mia vita privata). Soffro perchè non faccio niente di male e mi pare di fare qualcosa di sbagliato. Per questo motivo vivo malissimo le relazioni anche dal punto di vista affettivo/sessuale.
A chi devo rivolgermi per farmi aiutare?
Dal punto di vista legale, può un genitore cacciare di casa un figlio maggiorenne NON autosufficiente?
Dal punto di vista legale, può un genitore OBBLIGARE un figlio maggiorenne a:
- Non uscire
- Tornare a una certa ora (per me si possono trovare degli accordi, ma il fatto è non è l' orario a creare problemi ma l' uscita stessa visto che se torno prima o dopo la conseguenza disastrosa rimane)
- Presentare le persone che frequenta (anche se si tratta di amici/relazioni non ancora “serie”, mi provoca angoscia presentare ragazzi o amici perchè a mio padre non va mai bene nessuno e tende a rovinarmi i rapporti)
Grazie
PREMESSA: io faccio dei lavoretti e sono in cerca di un lavoro per rendermi autosufficiente. Ho la patente ma non l' auto e non posso usare la sua. Limitata negli spostamenti, vivo in un paesino che offre poco. Ora non posso vivere da sola e sto male per questo.
PROBLEMA: mio padre mi tratta come una bambina, non tifa per la mia indipendenza. Pare non mi voglia autosufficiente: non mi sostiene nella ricerca di un lavoro, non mi aiuta nell' acquisto di un' auto, non mi lascia viaggiare, è paranoico e ansioso, intrusivo, non mi prende sul serio e mi fa sentire incapace; è diventato più morboso e possessivo nei miei confronti (lo è sempre stato): non posso vivermi bene le relazioni, se percepisce che ho un ragazzo è preso da gelosia “malsana”: scenate, ogni scusa è buona per non farmi uscire, ogni partner non va bene. Ha iniziato a minacciarmi, a buttarmi fuori di casa con la forza. Ogni volta che esco ho l' ansia. Purtroppo ha il vizio del bere: capita che sia ubriaco e non si ricorda le cose che dice. Quando è lucido mi fa sentire in colpa: sono io a creargli problemi, lui vuole sapere solo dove sono e con chi sono (cosa non vera perchè anche se io glielo dico non cambia molto). Preferisco stare a casa perchè uscire mi provoca stress. Noto che preferisce vedermi triste a casa piuttosto che felice dopo un' uscita. Non riesco a dialogare con lui, ho cercato aiuto (parenti) e danno ragione a lui non credendo a me. Il paradosso è che è "presente" creandomi ansia e sofferenza ma quando ho seriamente bisogno di lui non c'è (o in parte sempre per controllarmi/introdursi nella mia vita privata). Soffro perchè non faccio niente di male e mi pare di fare qualcosa di sbagliato. Per questo motivo vivo malissimo le relazioni anche dal punto di vista affettivo/sessuale.
A chi devo rivolgermi per farmi aiutare?
Dal punto di vista legale, può un genitore cacciare di casa un figlio maggiorenne NON autosufficiente?
Dal punto di vista legale, può un genitore OBBLIGARE un figlio maggiorenne a:
- Non uscire
- Tornare a una certa ora (per me si possono trovare degli accordi, ma il fatto è non è l' orario a creare problemi ma l' uscita stessa visto che se torno prima o dopo la conseguenza disastrosa rimane)
- Presentare le persone che frequenta (anche se si tratta di amici/relazioni non ancora “serie”, mi provoca angoscia presentare ragazzi o amici perchè a mio padre non va mai bene nessuno e tende a rovinarmi i rapporti)
Grazie
[#1]
Gentile ragazza Le consiglio di recarsi dal medico di base e parlare con lui dei suoi problemi e della sua tristezza.
Sarebbe poi opportuno prendere contatto con il Consultorio familiare, in cui troverà aiuto, sostegno ed anche chiarimenti sul da farsi da un punto di vista pratico.. Il papà è ansioso , ma non può farla sentire prigioniera, sarebbe anche bene che Lei cercasse di specializzarsi in qualcosa per trovare più facilmente lavoro..senza farsi annientare e deprimere dalla gelosia del papà , quando lavorerà , avrà un pò di soldi suoi , si sentirà già meglio..
Comunque non deve continuare a subire , anche sua madre è tenuta ad aiutarla, studiare , perfezionarsi è la strada verso la lbertà , mi creda..
Se sta lì , zitta e triste, fa il gioco, di suo padre , che magari vuole proteggerla , ma non la lascia crescere.. non le pare ?
Coraggio si dia aiuto..
Sarebbe poi opportuno prendere contatto con il Consultorio familiare, in cui troverà aiuto, sostegno ed anche chiarimenti sul da farsi da un punto di vista pratico.. Il papà è ansioso , ma non può farla sentire prigioniera, sarebbe anche bene che Lei cercasse di specializzarsi in qualcosa per trovare più facilmente lavoro..senza farsi annientare e deprimere dalla gelosia del papà , quando lavorerà , avrà un pò di soldi suoi , si sentirà già meglio..
Comunque non deve continuare a subire , anche sua madre è tenuta ad aiutarla, studiare , perfezionarsi è la strada verso la lbertà , mi creda..
Se sta lì , zitta e triste, fa il gioco, di suo padre , che magari vuole proteggerla , ma non la lascia crescere.. non le pare ?
Coraggio si dia aiuto..
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
[#2]
Cara ragazza,
Per i consigli "legali" dovra' rivolgersi ai professionisti del settore.
A livello psicologico invece penso che porsi in una posizione conflittuale con Suo padre non Le serva. Come non Le serve criticarlo.
In qualunque rapporto occorre intelligenza, serieta', capacita' di trovare un punto di accordo che soddisfi entrambi.
Al di fuori di tali condizioni si rompe "la relazione" e si entra in una dimensione di lotta per ogni cosa, e credo che per Lei questo non sia auspicbile, dato che e' in conflitto anche con Sua madre.
Appena avra' la possibilita' economica di andare a vivere per Suo conto, dato che e' maggiorenne nessuno potra' opporsi a cio'.
I miei auguri!
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#3]
Utente
Grazie a entrambe per le risposte.
Purtroppo è un "vicolo cieco", a volte mi sforzo di vedere le cose diversamente e provare a cercare di andare d' accordo, a fidarmi e puntualmente mi sento delusa, non capita, privata delle mie libertà e soprattutto non presa sul serio.
Non mi lascerò abbattere ma sono molto confusa su cosa fare dal punto di vista pratico, non riesco a non criticare entrambi i miei genitori perchè hanno fatto troppi errori e mi hanno fatto soffrire troppo, vorrei perdonarli e vorrei che migliorassero ma non accade mai così ormai ci ho fatto quasi l' abitudine.
Ho perso stima e provo tanto disgusto.
Tutte le cose che ho elencato sopra mi provocano ancora tanta ansia.
Non so come affrontarle per ottenere un risultato positivo.
Provo tanta rabbia e non riesco più a contenermi come prima.
Mi recherò al più presto da un consultorio, per il resto mi sto attivando ancora di più per cercare un lavoro che mi permetta di andarmene via.
Non posso fare altro al momento.
Grazie ancora per l' attenzione.
Purtroppo è un "vicolo cieco", a volte mi sforzo di vedere le cose diversamente e provare a cercare di andare d' accordo, a fidarmi e puntualmente mi sento delusa, non capita, privata delle mie libertà e soprattutto non presa sul serio.
Non mi lascerò abbattere ma sono molto confusa su cosa fare dal punto di vista pratico, non riesco a non criticare entrambi i miei genitori perchè hanno fatto troppi errori e mi hanno fatto soffrire troppo, vorrei perdonarli e vorrei che migliorassero ma non accade mai così ormai ci ho fatto quasi l' abitudine.
Ho perso stima e provo tanto disgusto.
Tutte le cose che ho elencato sopra mi provocano ancora tanta ansia.
Non so come affrontarle per ottenere un risultato positivo.
Provo tanta rabbia e non riesco più a contenermi come prima.
Mi recherò al più presto da un consultorio, per il resto mi sto attivando ancora di più per cercare un lavoro che mi permetta di andarmene via.
Non posso fare altro al momento.
Grazie ancora per l' attenzione.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 17.7k visite dal 16/01/2016.
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