Ipocondria e angoscia
Buonasera,
Sono una ragazza di 28 anni, tendenzialmente allegra e molto riflessiva.
A onor del vero non ho mai avuto un approccio positivo alle difficoltà e sono un soggetto abbastanza ansioso, ma direi nei limiti del "normale".
Nell'ultimo anno, tuttavia, ho perso del tutto la serenità e non sono più io.
È cominciato tutto lo scorso anno, quando ho cominciato a preoccuparmi per una tosse insistente di mia madre che non passava neanche con più cicli di antibiotico.
Ho cominciato a cercare riscontro su internet e ho trovato articoli esclusivamente sul tumore al polmone.
Sono andata in panico e non è passato fino a quando mia madre non ha fatto un'ecografia.
Da lì è partito un lungo calvario di ansia rivolta in maniera intermittente a me e ai miei cari, fatta di attenzione morbosa per ogni piccolo sintomo che possa essere spia di "qualcosa di terribile", col rischio di "non prenderlo in tempo".
Non riesco più a essere serena, non sono più contenta, mi sento angosciata anche a sentire di diffusione dei tumori, cure per la leucemia, notizie di malattie terminali.
Nell'ultimo anno ho pensato di avere la leucemia per i linfonodi ingrossati, un tumore infiammatorio al seno, la sclerosi per i continui formicolii agli arti e attualmente temo il tumore al cervello, per un continuo mal di testa e agli occhi.
Di ogni patologia mi convinco di avere la forma più terribile e letale.
È un incubo.
Mi sento in un perenne stato d'angoscia, come essere nell'acqua e annaspare.
Tutti mi dicono che nella maggior parte dei casi sintomi banali corrispondono a malattie banali, ma la mia risposta è che anche le patologie più terribili si manifestano con sintomi banali, e ho il terrore di ignorarli.
Ho bisogno di un aiuto, di un input per guarire, per indirizzare i miei pensieri in maniera positiva.
Ringrazio in anticipo per la possibilità di questo sfogo.
Sono una ragazza di 28 anni, tendenzialmente allegra e molto riflessiva.
A onor del vero non ho mai avuto un approccio positivo alle difficoltà e sono un soggetto abbastanza ansioso, ma direi nei limiti del "normale".
Nell'ultimo anno, tuttavia, ho perso del tutto la serenità e non sono più io.
È cominciato tutto lo scorso anno, quando ho cominciato a preoccuparmi per una tosse insistente di mia madre che non passava neanche con più cicli di antibiotico.
Ho cominciato a cercare riscontro su internet e ho trovato articoli esclusivamente sul tumore al polmone.
Sono andata in panico e non è passato fino a quando mia madre non ha fatto un'ecografia.
Da lì è partito un lungo calvario di ansia rivolta in maniera intermittente a me e ai miei cari, fatta di attenzione morbosa per ogni piccolo sintomo che possa essere spia di "qualcosa di terribile", col rischio di "non prenderlo in tempo".
Non riesco più a essere serena, non sono più contenta, mi sento angosciata anche a sentire di diffusione dei tumori, cure per la leucemia, notizie di malattie terminali.
Nell'ultimo anno ho pensato di avere la leucemia per i linfonodi ingrossati, un tumore infiammatorio al seno, la sclerosi per i continui formicolii agli arti e attualmente temo il tumore al cervello, per un continuo mal di testa e agli occhi.
Di ogni patologia mi convinco di avere la forma più terribile e letale.
È un incubo.
Mi sento in un perenne stato d'angoscia, come essere nell'acqua e annaspare.
Tutti mi dicono che nella maggior parte dei casi sintomi banali corrispondono a malattie banali, ma la mia risposta è che anche le patologie più terribili si manifestano con sintomi banali, e ho il terrore di ignorarli.
Ho bisogno di un aiuto, di un input per guarire, per indirizzare i miei pensieri in maniera positiva.
Ringrazio in anticipo per la possibilità di questo sfogo.
[#1]
gent.ma lettrice, se le sue ansie condizionano la sua vita, la sua giornata, i suoi pensieri da circa un anno (come lei scrive nella lettera), e non è una situazione transitoria la sua ipocondria, è opportuno che consulti personalmente un collega nella sua città che saprà certamente aiutarla. Intanto potrei suggerirle di non fare diagnosi da sola sui suoi sintomi, nè di leggere su internet i sintomi legati ad ogni patologia.
Le aggiungo un verso di una poesia di Borges " ...io ero uno di quelli che mai andavano da nessuna parte senza un termometro, una borsa dell'acqua calda, un ombrello un paracadute; se potessi tornare a vivere, vivrei più leggero".
Molti auguri.
dssa Patrizia Pezzella
psicologa, psicoterapeuta
perfezionata in sessuologia, Roma
Le aggiungo un verso di una poesia di Borges " ...io ero uno di quelli che mai andavano da nessuna parte senza un termometro, una borsa dell'acqua calda, un ombrello un paracadute; se potessi tornare a vivere, vivrei più leggero".
Molti auguri.
dssa Patrizia Pezzella
psicologa, psicoterapeuta
perfezionata in sessuologia, Roma
Dr.ssa Patrizia Pezzella
psicologa, psicoterapeuta
perfezionata in sessuologia clinica
[#2]
Gentile ragazza, vede anche Lei che questo continuo suo rimuginare, auscultare, informarsi, disperarsi non conduce a niente di positivo.. e ci parla di altri problemi che penso abbiano a che fare con la sua storia e la sua sicurezza, Si faccia aiutare da un Collega de visu, per vivere felicemente le sua giovinezza e non buttare altro tempo a sentirsi in trincea ed aspettarsi il cecchino che le spara..
cosa ne pensa ? Un caro saluto
cosa ne pensa ? Un caro saluto
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
[#3]
Gentile ragazza,
La fruibilita' delle informazioni unita ad una scarsa o inesistente capacita' di connetterle in modo opportuno crea quello che purtroppo si e' creata in Lei: una angoscia senza fine che non trova tregua ne' risposta.
I medici studiano anni per avere cognizioni e successivamente si giovano di strumenti diagnostici e di esperienza per potersi azzardare a dire qualcosa di sensato circa una patologia.
Lei pensa di essere in grado di farlo dando un'occhiata ad Internet?
Vorrei che Lei riflettesse su questo.
Poi se vuole ci scriva di nuovo.
I migliori saluti e auguri!
La fruibilita' delle informazioni unita ad una scarsa o inesistente capacita' di connetterle in modo opportuno crea quello che purtroppo si e' creata in Lei: una angoscia senza fine che non trova tregua ne' risposta.
I medici studiano anni per avere cognizioni e successivamente si giovano di strumenti diagnostici e di esperienza per potersi azzardare a dire qualcosa di sensato circa una patologia.
Lei pensa di essere in grado di farlo dando un'occhiata ad Internet?
Vorrei che Lei riflettesse su questo.
Poi se vuole ci scriva di nuovo.
I migliori saluti e auguri!
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#4]
Ex utente
Ringrazio tutte voi per le celeri e cordiali risposte.
Temevo di non riuscire a esprimere in parole il senso di angoscia che ormai accompagna ogni mio giorno, ma è per me già un sollievo percepire di esserci riuscita, di aver incanalato i miei pensieri ed aver dato una parvenza di ordine.
Io sono consapevole che la mia vita sta scorrendo via, che il mio atteggiamento è un insulto a chi davvero sta molto male, che dovrei concentrarmi per studiare per il concorso "della vita", per diventare finalmente un magistrato. E mi dispiace stare così, mi dispiace far pesare questa situazione ai miei cari, ma io non riesco a non pensarci: anche quando esco, sono con gli amici, anche durante le vacanze, non ho mai staccato davvero la spina da questo tipo di pensieri.
Ormai ho il timore di avvertire un nuovo "sintomo" che si aggiunga ai precedenti per avvalorare una "diagnosi" che ho già fatto, oppure di scoprirne di nuovi, e quindi diagnosticare nuovi terribili mali.
Probabilmente in me c'è anche dell'arroganza, la presunzione di trovare collegamenti tra sintomi che il medico di famiglia non percepisce o banalizza; ma nella mia idea questa è una sorta di "allerta", unico atteggiamento idoneo a scovare in tempo qualsiasi patologia mia o dei miei cari.
Ecco perché non riesco a "staccare" mai davvero, a non rivolgere l'attenzione a qualsiasi colpo di tosse o valore alterato.
Sto valutando effettivamente l'idea di seguire un percorso con un professionista, ma temo di diventarne poi "dipendente", trovandomi persa una volta che sia terminato: un po' come quando si comincia a guidare da soli subito dopo aver preso la patente.
Grazie per avermi dato la possibilità di sfogarmi e di avermi ascoltato, nonché delle vostre parole.
Temevo di non riuscire a esprimere in parole il senso di angoscia che ormai accompagna ogni mio giorno, ma è per me già un sollievo percepire di esserci riuscita, di aver incanalato i miei pensieri ed aver dato una parvenza di ordine.
Io sono consapevole che la mia vita sta scorrendo via, che il mio atteggiamento è un insulto a chi davvero sta molto male, che dovrei concentrarmi per studiare per il concorso "della vita", per diventare finalmente un magistrato. E mi dispiace stare così, mi dispiace far pesare questa situazione ai miei cari, ma io non riesco a non pensarci: anche quando esco, sono con gli amici, anche durante le vacanze, non ho mai staccato davvero la spina da questo tipo di pensieri.
Ormai ho il timore di avvertire un nuovo "sintomo" che si aggiunga ai precedenti per avvalorare una "diagnosi" che ho già fatto, oppure di scoprirne di nuovi, e quindi diagnosticare nuovi terribili mali.
Probabilmente in me c'è anche dell'arroganza, la presunzione di trovare collegamenti tra sintomi che il medico di famiglia non percepisce o banalizza; ma nella mia idea questa è una sorta di "allerta", unico atteggiamento idoneo a scovare in tempo qualsiasi patologia mia o dei miei cari.
Ecco perché non riesco a "staccare" mai davvero, a non rivolgere l'attenzione a qualsiasi colpo di tosse o valore alterato.
Sto valutando effettivamente l'idea di seguire un percorso con un professionista, ma temo di diventarne poi "dipendente", trovandomi persa una volta che sia terminato: un po' come quando si comincia a guidare da soli subito dopo aver preso la patente.
Grazie per avermi dato la possibilità di sfogarmi e di avermi ascoltato, nonché delle vostre parole.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2.7k visite dal 14/01/2016.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.