Relazioni e complessi

Buongiorno,
ho 30 anni sono all'apparenza una ragazza normalissima: eppure nascondo un segreto impensabile per chi mi conosce: non ho mai avuto una relazione, nè affettiva nè sessuale.
Si può dire che per buona parte della mia vita io abbia riversato tutte le mie energie negli studi, ho avuto qualche cotta, ma non sono mai stata ricambiata e di conseguenza la mia autostima come donna è andata via via abbassandosi.Ho respinto ragazzi verso i quali non provavo interesse. Vengo definita da tutti come una persona fredda, ed in effetti è vero faccio enorme fatica ad esprimere le mie emozioni.
Quest'estate ho conosciuto un ragazzo, abbiamo iniziato a frequentarci. Tutto bene fino al giorno in cui è arrivato il momento di andare "oltre": mentre eravamo in intimità, bloccata, gli ho confessato la mia inesperienza facendo un interminabile giro di parole e tirando fuori un'infinità di paranoie. Lui è una persona psicologicamente un po' fragile, assume ansiolitici, da quel momento è cambiato.... si è allontanato e ha voluto interrompere la frequentazione. Io ho accettato, senza batter ciglio anzi mostrandomi falsamente molto tranquilla.
Ha subito voltato pagina, conosciuto un'altra ragazza con cui ha intrapreso immediatamente la relazione seria che cercava da tempo.
E nella mia testa è scoppiato il caos. Senso di abbandono, invidia, gelosia, sentirmi inadeguata come donna, paragonarmi a lei che sembra bella, dolce e perfetta (il mio esatto contrario!)
Avevo trovato in lui qualcuno capace di capirmi nonostante le mie insicurezze ed il mio carattere non proprio facile. Sono parecchio testarda ed orgogliosa, mi ero fidata di lui aprendomi sotto molti punti di vista. Insomma ho reagito a questa pseudo storia andata male, come reagisce una 15enne: pianti infiniti. Peccato io abbia il doppio dell'età.
A questo punto mi trovo a fare i conti con me stessa, nonostante siano passati 3 mesi ancora a volte scoppio a piangere pensando a lui, a come si è comportato, a come mi sono sentita. Ho paura che questo episodio influenzerà i miei futuri approcci col genere maschile.
E' normale tutto ciò? Dovrei pensare ad una psicoterapia, o è solo questione di tempo e di metabolizzare l'accaduto?
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara Signorina,
Cio' che dice della Sua vita e di questa relazione fa supporre che in Lei l'affettivita' si sia bloccata.
Esistono varie condizioni nelle quali tale situazione si verifica e a mio parere occorre una psicoterapia di tipo dinamico o analitico per comprenderne la genesi e cercare di elaborare quanto la puo' avere determinata.
Occorre risalire alla primissima infanzia e percorrere tutte le tappe dello sviluppo e dell'adolescenza per individuare i punti critici.

Le auguro un percorso terapetico che la metta in condizioni di sbocciare come e' possibile e auspicabile alla Sua giovane eta'.
I migliori saluti.

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Provi a leggere questa lettura

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1887-quando-non-piace-fare-l-amore-il-disturbo-da-avversione-sessuale-das.html

Affettività, intimità e relazioni sono tutte da analizzare con cura.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Utente
Utente
Gentili Dott.sse, innanzitutto grazie per le risposte.

@ Dr. Esposito
E' la prima volta che sento parlare di affettività bloccata, non le nascondo che appena ho letto la sua risposta ho digitato la stringa in un motore di ricerca...ritrovandomi a leggere l'esempio di una lettera che potrei aver scritto io, ossia di una figlia sempre in competizione con la propria madre, che non si è mai sentita completamente accettata nelle sue scelte.

@ Dr. Randone
Riguardo al disturbo di affezione sessuale, lo trovo molto distante da me. Non ho paura o fobia del contatto, ho provato piacere nei preliminari e se non sono giunta ad un rapporto completo non è perchè io abbia respinto il partner, ma per il fatto che lui saputa la "scottante verità" non abbia voluto proseguire.
Posso confermare, invece, l'educazione familiare abbastanza rigida e religiosa.

Deduco che non riuscirò a superare da sola questa delusione, e mi rammarico un po' di questo.
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Dr.ssa Ilaria La Manna Psicologo, Psicoterapeuta 282 8
Da come ne parla e con quanta intensità emotiva (non è affatto una persona "fredda"), immagino sia difficile per lei archiviare quello che è successo con questo ragazzo nonostante sia passato qualche mese, ma credo che non le possa essere d'aiuto il fatto che ritenga che quest'esperienza possa "condizionarla" anche nel futuro, perché dovrebbe essere così? Anzi potrebbe tornarle "utile" nel futuro, nel senso di non viverla come un fallimento di sè, ma come un'esperienza da cui imparare.

Un altro aspetto importante da capire è perché, visto che non ha timori riguardo l'intimità fisica, ha sentito il "bisogno" di parlare della sua inesperienza, cosa si aspettava o avrebbe desiderato dall'altra persona? Comprensione, vicinanza, non giudizio?

Le sarebbe utile un percorso psicologico, forse non tanto (o non solo) per metabolizzare questa esperienza, ma partendo da questa esperienza e su come l'ha vissuta, capire meglio di sè sia nell'espressione che gestione delle sue emozioni.

Un caro saluto

Dott.ssa Ilaria La Manna
Psicologa Psicoterapeuta - Padova

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Utente
Utente
@dott.ssa La Manna
ritengo che possa condizionarmi perchè mi porrò sempre la domanda: la mia inesperienza verrà accettata?
chiaramente potrei ovviare tacendo la cosa, e con questo rispondo alla sua seconda domanda, non l'ho fatto adesso perchè pensavo non fosse una cosa da tenere nascosta nonostante io provassi un senso di vergogna. forse ho sbagliato il modo e il momento di affrontare l'argomento, tirando in ballo altre cose che non c'entravano nulla e che probabilmente hanno spaventato lui. Si, mi sarei aspettata tanta comprensione e non di essere trattata come un problema (mi ha detto in seguito che la cosa gli metteva ansia).

Grazie per tutti i consigli.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Da sola, non credo.

Spesso il rapporto penetrativo spaventa, può celare alte paure o disfunzioni sessuali come il vaginismo, ecc..

Siamo online, quindi sono solo ipotesi, se si decidesse ad andare in consultazione cono certa che ne trarrà grandi benefici, per se stessa e per la sua coppia.
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Utente
Utente
Ha ragione dottoressa, purtoppo online si possono fare solo ipotesi.
Io penso di poter affermare di non essere spaventata dalla penetrazione e dal contatto (ma la certezza ovviamente si può avere solo vivendo l'atto) in quanto nelle due uniche esperienze capitate non ho avuto problemi nel farmi toccare e nel ricambiare. Semmai imbarazzo ed imbranataggine, quello si.

Vedrò come fare per rivolgermi ad uno specialista (psicoterapeuta, giusto?), quello che mi preme adesso è superare questi pianti ed il senso di inadeguatezza ed inferiorità che sono nati in me in seguito a questo rifiuto.