Disturbi somatoformi - non so piu' cosa fare

Buongiorno,

(Scusatemi per gli errori. Sono straniera):

Sono una donna, di 40 anni, esteticamente avvenente, con la laurea da una delle migliori università’ al mondo e, a vista, perfettamente sana. Purtroppo e’ da anni che soffro di varie “patologie” di cui non si capisce bene ne’ la causa ne’ la cura e che mi hanno effettivamente messo “fuori gioco” tre anni fa. Tra i più’ condizionanti: cistite interstiziale, sindrome dell'' intestino irritabile, acufeni e iperacusia, dolori cronici delle articolazioni, che si sono sviluppati in seguito a dei traumi spesso ridicoli (reumatismo e altre patologie sono state escluse, esami di sangue e di rezonanze magnetiche, ecc non spiegano il dolore provato).

Questi problemi di salute sono cominciati già’ nell’eta’ giovanile ma negli anni sono diventati sempre più’ insistenti e debilitanti.

Prima di sviluppare dei veri problemi somatici - di dolore e altro - da bambina, avevo la tendenza all’ ippochondria e somatizzazione. Per esempio: sentirmi parlare della sorella di mia mamma che divento’ cieca mi convinse di perdere vista anch’io. Ci volle una visita da un’oculista per rassicurarmi che la mia vista fu perfetta.
La vista di un incidente stradale ed una persona immobile per terra mi paralizzo’ temporaneamente. Fu convinta di non poter più’ camminare. Dopo qualche incoraggiamento della mamma, ricominciai a usare le gambe.
Il desiderio di non stare dalla nonna mi fece venire la febbre, per cui fu chiamata mia mamma .. e la febbre passo’.

In gioventù’ - sopratutto all’università’ - arrivarono nuovi problemi di salute - dolori di schiena e di pancia - come anche disturbi alimentari (bulimia e anoressia) - che mi portavano ripetutamente dai medici in cerca di cure - o meglio - di rassicurazione che "e' tutto a posto". Sentirmi dire che "e’ solo stress” mi tranquillizzava. Sapevo di soffrire dei sensi di inadeguatezza (non giustificati) per cui il concetto dello stress lo accettavo. Presto pero’, data l’insistenza dei miei sintomi fisici, i dubbi e le paure tornavano e con loro di nuovo la sfrenata ricerca delle verifiche mediche e delle rassicurazioni.

Ad una certa eta’ ebbi un’infezione al tratto urinario - una sciocchezza - ma la mia non si risolse, divento’ cronica per poi diventare la cistite interstiziale (cistite non batterica). Questo meccanismo di avere un problema banale, che succede a molti, che poi pero’ diventa cronico e veramente condizionante e' diventato il mio meccanismo di norma.

La situazione si complica ancora quando si rivela, che nelle mani dei medici subisco spesso un grave peggioramento, qualche volta irreversibile.
In questo modo ho perso la fiducia nei medici ..

E cosi, pian piano, negli anni, si e' svilluppato un'inferno non solo fisico ma anche psicologico caratterizzato da paure (cosa sara'' di me? a chi mi posso rivolgere senza subire un’altro danno?), rabbia (nei confronti dei dottori e del destino) e sofferenza (quasi come un lutto per la vita persa).
Come uscirne?
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile signora,

Ha ben descritto l ' inseguimento dei sintomi e dei medici per ottenere cure e rassicurazioni ma non accenna ad alcun contatto con uno psicologo psicoterapeuta. Non so se ha già chiesto una consulenza. Per quanto non sia semplice il trattamento dei disturbi psicosomatici, a mio avviso è indicata la consulenza psicologica sia per accertare se davvero parliamo di disturbi psicosomatici sia per capire cosa fare.

Cordiali saluti

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
Utente
Utente
Grazie Dott.ssa Pileci per la sua risposta. In realta' sono stata in terapia per un anno intero, in una clinica specializzata nei disturbi psicosomatici nel mio paese. La terapia pero' non mi ha risolto niente. Non so se la causa del fallimento e' il fatto che il mio terapeuta si era specializzato da poco. Per anni (lui ne ha circa 50 adesso) era uno chirurgo. Ha deciso di cambiare direzione ed io sono stata probabilmente una dei suoi primi pazienti. (Mi e' stato detto da un'altra psicoterapeuta che piu' della preparazione e' importante sentirsi umanamente in sintonia con il proprio terapeuta .. e questo lo sentivo.)

Questa la sua conclusione (del 2012):
“Durante la terapia la paziente ha dimostrato una certa instabilita’ nei rapporti interpersonali, nell’autostima, nelle emozioni e nel controllo degli impulsi. Abbiamo tentato di instaurare un rapporto terapeutico di fiducia, offrire supporto, correggere la percezioni distorte della realtà, educare la paziente sugli schemi disadattivi, spiegare la loro origine nel racconto della paziente, mostrare le strategie che compensano la perdita e il rifiuto, ed educarla in riguardo dei fattori psicologici che in modo prominente influiscono sul corso dei problemi sommatici. Durante la terapia non siamo riusciti a migliorare i sintomi somatici e neanche ad instaurare un rapporto abbastanza sicuro e stabile. Convinta dalle cause biologiche dei suoi disturbi e piena di dubbi sul senso di psicoterapia, la paziente ha deciso di terminarla.”

La diagnosi datami mezz’anno da un' altra psicologa parlava di “meccanismo di conversione all’origine dei miei problemi” …

Ecco la sua conclusione di un esame psicologico durato circa 3 ore (composto da un coloquio e dai vari test e questionari psicologici):

“L’indagine punta su una personalita’ accentuata, ipersensibile, emotivamente palesemente squilibrata, labile, emotivamente poco adattabile, egocentrica. Depressione non e’ presente, evidente e’ ansia legata allo schema fisico (cioe’ al corpo e le sue manifestazioni). Il meccanismo di conversione all’origine dei sintomi fisici e’ molto probabile, elementi di nevrosi significanti. Tensione interiore. Il concentrarsi sui sintomi somatici, rifiutando la possibilita’ di una componente psicologica”.

E ancora un resoconto da una psichiatra "rapporti complicati, personalità’ accentuata con elementi di narcicismo, i quali potrebbero spiegare una decompensazione depressiva e le reazioni somatoforme.”

Mi sono raccontata non solo in terapia, ma anche da sola, in diari e in auto analisi, ma senza arrivare a capire molto IL PERCHE`. Se non fosse per la mia salute che non va, potrei dire che ho tutto quello che voglio - non c'e' nulla che mi preme, che mi tormenta, piu' della mia salute. Ritengo che se avessi la mia salute, sarei una persona felice .. anche se comunque complicata.

Poi essendo una persona emotiva e communicativa, a chi piace raccontarsi anche intimamente, mi e' difficile pensare di "convertire" emozioni negative nelle malattie fisiche. Non mi faccio problemi ad esprimere rabbia e dolore e come! Non ho bisogno di farlo attraverso il corpo.

Ho pero' sempre voluto sentirmi bene nel corpo e l'ho sentito raramente - prima che fossero arrivate le malattie vere e proprie. Mi piacerebbe capire il perche' ho sempre avuto tanta paura delle malattie e tanta fissazione sui disagi del corpo. Non ho avuto esperienze intime di vere malattie da piccola ... Non ho dei genitori troppo premurosi ... Perche' uno si fissa e diventa ipoccondriaco? Non riesco proprio a distrarrmi dal mio corpo che non funziona normalmente ... Perche' un tema diventa cosi ossessionante? Sono sotto costante stress, dovuto alle paure scattenate dai dolori e sintomi cronici ... so che questo stress cronico puo' produrre delle malattie vere e proprie, il che mi spaventa ancora di piu'. Non ne esco.

Mi domando se la CI come l'ippersensibilita' uditiva e acufeni possano essere causati da questo stress cronico .. se a causa delle mie paure il mio sistema nervoso ha subito dei cambiamenti irreversisibili che fanno si che il corpo continua a sparare dei segnali di dolore e disaggio .. Ed innanzi tutto voglio capire se c'e' un modo di cambiare questi meccanismi.

Cioe' come si fa a togliere la paura delle cose che succedono?
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