Ho "paura" di dimagrire

Buongiorno. Scrivo per chiedere opinione in merito a quella che reputo una mia sensazione.. che però sta diventando abbastanza opprimente.
Preciso che sono in sovrappeso da quando ero piccola e questa condizione è andata avanti fino a tre anni fa quando, presa dalla voglia di cambiare il mio stato e dalla paura che questo stato potesse condurmi a situazioni spiacevoli, ho iniziato una dieta (ovviamente era una dieta equilibrata che svolgevo sotto prescrizione e controllo medico) che mi ha portata a perdere 40 kg in un anno, riuscendo a trovare per la prima volta nella mia vita il mio peso ideale.
Il problema si è presentato alla fine della dieta. Qualche settimana prima della fine della dieta ho iniziato a stare male: avevo continui abbassamenti di pressione, ero bradicardica e avevo sempre freddo. Credendo fosse una cosa temporanea non le ho dato troppo peso, insomma utilizzavo solo un po' di sale in più e mangiavo della liquirizia. Un giorno, quando mi sono sentita quasi svenire, mi sono fatta portare in ospedale e dopo vari esami (avevo già fatto gli esami del sangue ed era tutto nella norma) mi è stato detto che la mia era una condizione fisiologica (il nervo vago è sovrastimolato) e che non l'avevo mai "sperimentata" perché il fatto di essere in sovrappeso manteneva costante la pressione e gli altri parametri.. anzi, era tutto di guadagnato visto che ciò diminuiva anche il rischio di malattie cardiache. Bene, da quel giorno passò circa una settimana e iniziai a mangiare cose che erano fuori dalla dieta, fino ad arrivare ad abbuffarmi tanto da avere male allo stomaco. Nonostante poi mi imponessi di smettere e di perdere quei pochi kg che iniziavo a prendere non ce la facevo, poi si sono aggiunte situazioni molto stressanti (come credere che una persona alla quale tenevo era in un modo per poi rivelarsi essere completamente diversa e pronta a ferirmi) e sono arrivata a questo momento, in cui ho preso tutti i kg persi e forse qualcosa in più.
Se mi dico "adesso riprendo in mano la dieta" è come se pensassi "ma sei sicura di voler rifare tutto quello? Non toccavi un dolce se non durante le feste e quando lo facevi ti sentivi male perché non eri più abituata a mangiare cose troppo pesanti", "ok, ti rimetti a dieta, se ce la fai arrivi alla fine per poi vederti come se non fosse successo nulla", ecc..
Mi demoralizzo in partenza, nonostante io tenti di essere positiva.. Se penso a quando ho raggiunto il mio peso forma ricordo solo quanto stavo male (e ho paura di stare di nuovo così male, visto che non posso fare niente per quel problema della pressione, per sempre) e ricordo che, nonostante i miei nuovi vestiti mi facessero capire che ero dimagrita, io non mi vedevo diversa, per niente.. sembravo sempre quella ragazza con quei 40 kg di troppo (e i commenti della mia famiglia non mi aiutavano: per alcuni ero già "anoressica"). Ora chiedo: c'è qualcosa che posso fare per superare questa paura e vedermi per come sono realmente?
Grazie.
[#1]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 130
intanto cominci a leggere questo
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1121-cibo-e-ossessione-quando-la-malattia-sta-nella-dieta.html

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

[#2]
Dr.ssa Ilaria La Manna Psicologo, Psicoterapeuta 282 8 9
Gentile Ragazza,

probabile che non voglia sperimentare di nuovo quelle sensazioni fisiche che ha avvertito alla fine della dieta, ma è proprio cosi', riesce ad individuare un altro motivo / paura nel perdere del peso?

Aldilà di motivi di salute, che poi se ho capito bene sono stati la spinta ad iniziare la dieta, motivi molto importanti da non sottovalutare, mi chiedevo quali fossero le sue aspettative e che cosa hanno rappresentato per lei quei Kg. persi, sono solo degli spunti di riflessione proprio in riferimento alla sua frase "non mi vedevo diversa, per niente".

Un caro saluto


Dott.ssa Ilaria La Manna
Psicologa Psicoterapeuta - Padova

[#3]
Utente
Utente
Innanzitutto, grazie per le celeri risposte.

Direi che a parte quel "malessere" (se così si può definire, visto che a detta del cardiologo ci sono nata) fisico, non ho altre paure in merito al perdere peso.. forse, vista l'esperienza passata ho paura di un altro effetto yo-yo.

Quando ho iniziato la dieta non avevo grandissime aspettative: avevo fissato il mio obiettivo (che rispecchiava il mio peso forma) e ho iniziato come se niente fosse (quando pensavo alla dieta, i giorni prima di iniziare, credevo che soprattutto all'inizio non avrei rispettato nemmeno una virgola di quello che c'era scritto, ma con mia grande sorpresa l'inizio è stato quasi "piacevole": non sentivo la mancanza delle schifezze che mangiavo prima). Quei kg persi per me hanno rappresentato tutto e niente: da un lato in tanti mi facevano i complimenti per come ero diventata, dall'altro c'era chi mi diceva che ero già uno scheletro (nonostante non fosse così), oppure da un lato ero contenta perché mettevo vestiti che tenevo chiusi nell'armadio ormai da tanti anni, ma dall'altro lato se mi guardavo allo specchio non mi vedevo cambiata, non vedevo quei 40 kg in meno.. fisicamente mi sembravo la stessa.
[#4]
Dr.ssa Ilaria La Manna Psicologo, Psicoterapeuta 282 8 9
Quanto ha contato e come ha vissuto il fatto che i suoi familiari la considerassero uno "scheletro"?

Le chiedo questo perché sarebbe importante capire che ruolo ha avuto ed ha il cibo nella sua famiglia; ci dice di essere stata fin da piccola in sovrappeso, è ipotizzabile che il cibo abbia avuto una valenza anche affettiva oltre che di nutrimento fisico e il fatto di sentirsi dire che è dimagrita potrebbe averle suscitato emozioni, ad esempio di colpa nei confronti dei suoi familiari, ma è un'ipotesi che va verificata in una sede opportuna.

Il medico che le ha prescritto questa dieta non le ha consigliato un consulto psicologico, che credo le possa ritornare utile per poter affrontare in modo più sereno il percorso di dimagrimento e soprattutto per analizzare il suo vissuto emotivo, che va ben aldilà della perdita di peso.

Un caro saluto
[#5]
Utente
Utente
Diciamo che il fatto che mi dicessero che ero uno "scheletro" mi ha influenzata fino a un certo punto, anche se non riuscivo a fare a meno di pensarci perché mi sono resa conto che molte volte cerco l'approvazione degli altri e solo dopo cerco la mia.

Credo di aver sempre riversato i miei sentimenti (in particolare quando ero triste.. cosa che mi è successa anche lo scorso anno, quando sono entrata in conflitto con un'amica), ma dopo il dimagrimento non mi sono mai sentita in colpa nei confronti di nessuno, anche perché comunque ero felice di aver raggiuntoilmio obiettivo (nonostante non mi sembrassi cambiata).
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