Ansia cronica

Salve, ho 28anni e sono madre di un bambino di 11 mesi. È da circa 5mesi che vivo in uno stato di angoscia e ansia. Sono diventata ipocondriaca, spesso soffro di tachicardia e spossatezza. Ho effettuato esami del sangue anche tiroide, visita cardiologica con elettrocardiogramma ed è tutto OK. Quando sono tranquilla capisco che questi disturbi sono dovuti alla mia ansia, che si scatena per un nulla, inizio a pensare e se ho da fare più cose vado in tilt. Mi preoccupa tutto e mi preoccupo per tutto. Il bambino è molto movimentato e mi stanca molto e anche la notte non dorme più di un'ora di fila..ora ho problemi a prender sonno anche io e mi sveglio in continuazione anche se non è lui a svegliarmi. Vivo in simbiosi con il mio bambino, mi piace occuparmi di lui e lui è molto attaccato a me. Mi preoccupa il mio stato d animo di continua paura e angoscia che non riesce a farmi godere a pieno la mia vita.. Ma nei momenti in cui sto male penso di avere qualche malattia, ogni giorno ne pensò una nuova..non riesco a credere che la mia sia una cosa puramente mentale ma sono convinta di essere aMmalata e passo giornate intere a pensare a quale possa essere la soluzione. Ho constatato che le giornate nere sono sempre prima del ciclo..anchr se l ansia l ho sempre solo che in certi periodi del mese riesco a tenerla sotto controllo. Cosa posso fare per risolvere questo problema? Grazie
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Dr.ssa Ilaria La Manna Psicologo, Psicoterapeuta 282 8
Gentile Utente,

è successo qualcosa cinque mesi fa, cioè da quando avverte questo forte malessere?

Visti gli esiti negativi degli esami, perché non richiedere anche un consulto psicologico? Ci ha mai pensato?

"non riesco a cedere che la mia sia una cosa puramente mentale"?
Come mai?
Le fa paura questo pensiero?

Dott.ssa Ilaria La Manna
Psicologa Psicoterapeuta - Padova

[#2]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile utente,

Siete Voi due soli, Lei e il suo bambino?
Il padre non c'è? non vive con Voi?

Lo chiedo per il fatto che non è mai nominato nel suo consulto, è inesistente.

Se invece c'è, se vive con Voi, come mai è tanto marginale?
Non Le dà aiuto?
Lei non chiede aiuto nel Suo stare con il bambino o non lo accetta?

Le pongo queste domande perchè frequentemente i malesseri/disagi della neo-mamma sono collegati al triangolo mamma-figlio-compagno.









Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#3]
Utente
Utente
Grazie per le vostre risposte.Si mio marito vive con noi e mi aiuta tantissimo. Non c e nulla che non vada tra di noi. Il mio stato d ansia forse è presente da quando siamo in attesa di una risposta che renda effettivo o meno il trasferimento per lavoro in trentino di mio marito. Viviamo in Sardegna. Entrambi speriamo di non doverci trasferire e abbandonare la,nostra casa, le nostre famiglie e amici. Anche perché poi tutto diventerebbe enormemente complicato, traslòcare, cercare casa, vivere in una nuova città dove non conosciamo nessuno e soprattutto pagare un affitto e campare con uno stipendio misero.sicuramente la mia ansia deriva anche da questo,oltre che da una mia predisposizione naturale, ma non riesco a gestirla perché quando sto male penso e mi convinco che ho qualche problema fisico o malattia..vado nel panico anche per un semplice raffreddore ... A mente lucida capisco che molti dei sintomi sono dovuti alla mia testa..ma in quei momenti non riesco a ragionare e vado nel pallone. E mi rattrista il fatto di essere cosi, oltre ad avere la grande paura che tutto ciò possa nuocere al mio piccolo.
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Dr.ssa Ilaria La Manna Psicologo, Psicoterapeuta 282 8
Gentile Utente,

l'attesa di una risposta su un possibile trasferimento può aver creato un certo clima di incertezza e di ansia anche rispetto alle motivazioni di cui ci ha scritto e alle conseguenze che inevitabilmente ne deriverebbero come lasciare la casa, i propri affetti per ricostruire tutto da zero, tutto ciò non è affatto facile e mette a dura prova la serenità e la tranquillità della vostra famiglia.

Questa situazione può aver "inciso" anche sul suo essere ansiosa come lei si definisce, ma credo che lei non debba "arrendersi" a questo, o meglio, identificarsi con l'ansia ("visto che sono ansiosa ...), quasi come la considerasse ormai parte di sè e che cerca di tanto in tanto di tenere sotto controllo, di gestire per conto suo; vede bene anche lei che basta un raffreddore per innescare in lei un forte stato ansioso che la porta a pensare al peggio e a non vivere bene.

Nella sua ultima frase leggo un pò di colpa "mi rattrista il fatto di essere così", questo no, non se ne deve dispiacere nè per lei nè per il suo bimbo, quanto piuttosto quello che potrebbe fare è chiedere aiuto, rivolgendosi anche a una struttura pubblica, un percorso che potrebbe aiutarla a capire più se stessa, a fronteggiare in modo più funzionale quest'ansia e mettendola in grado di vivere più serenamente. Cosa ne pensa?
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