Conquista della propria indipendenza
Gentile medico,
avrei un problema. Ho 25 anni e ho da poco iniziato una relazione cn un ragazzo che mi piace molto e di cui credo di essermi innamorata.
Il problema è dover associare il contesto in cui io mi ritrovo con la mia relazione. Mi spiego meglio: lui ha 27 anni, lavora e vive da solo. Io ho finito adesso l'università e sto cominciando a lavorare, ma molto saltuariamente. Sono sempre vissuta in un contesto molto protetto: famiglia molto molto presente, stesso giro di amici da una vita. In tutto questo, i miei sono anche piuttosto all'antica. Il mio problema sta proprio nel dover conciliare tutto questo con la vita che ho portato avanti finora, una vita tranquilla, senza eccessi, fidanzata per molto tempo con un ragazzo del mio quartiere. Adesso le cose stanno cambiando: la relazione con questo ragazzo mi ha fatta sentire diversa, mi ha mostrato la mia vita da un altro punto di vista. E' come se mi avesse aperto gli occhi su quanto di adolescenziale avesse il modo in cui sono sempre vissuta, sempre attenta a non andare contro il volere dei miei o ad avere come punto di riferimento il gruppo di amici. Lo scntro sta qui: i miei non vedono assolutamente di buon occhio la mia relazione, non capiscono che bisogno ci sia andare a dormire da lui, pensano che lui se ne spprofitti in ogni modo, non fanno altro che instillarmi dubbi sul fatto che per lui sia solo un fatto fisico e che possa avere un'altra, ma non è assolutamente così. Io ho fiducia nel mio ragazzo, è una bravissima persona, ma loro non ci credono, perché l'ignoto, il "diverso", colui che non fa parte del mio stesso contesto è il male. E allora giù a controllare quello che faccio, i miei sbalzi di umore, se da lui mangio troppo pesante, quanta roba mi porto per stare da lui... Una persecuzione. E ora sto male: sono in crisi perché mi sembra di vivere due esistenze parallele, come se convivessero in me due persone diverse, una che, per quieto vivere, vorrebbe che le cose non cambiassero e vorrebbe lasciar perdere, per non avere tutta questa ansia addosso. L'altra che, invece, vorrebbe prendere in mano la sua vita, non necessariamente per trarre conclusioni affrettate a tempo indeterminato, ma, semplicemente, per fare quello che più si sente, secondo i bisogni e le esigenze di una ragazza della mia età. In casa mi fanno vivere tutto questo come se fossi un'adolescente in fuga: mi fanno pesare se lo vedo la sera, "non è possibile che vi vediate soltanto la notte", storcono la bocca se ci vediamo il pomeriggio, "tanto vedrai che esce con te perché l'altra non è disponibile". Io sono stanca, provo tutti i giorni a parlare perché mi piacerebbe che tutta questa situazione finisse e che la mia relazione, certamente di stile diverso rispetto a quella precedente (per esempio, non sono mai rimasta a dormire dal mio ex), fosse però considerata dai miei come una cosa tranquilla, perché è quello che è, che non mi facciano pesare la loro apprensione come un macigno.Vi prego di rispondermi, sto male
avrei un problema. Ho 25 anni e ho da poco iniziato una relazione cn un ragazzo che mi piace molto e di cui credo di essermi innamorata.
Il problema è dover associare il contesto in cui io mi ritrovo con la mia relazione. Mi spiego meglio: lui ha 27 anni, lavora e vive da solo. Io ho finito adesso l'università e sto cominciando a lavorare, ma molto saltuariamente. Sono sempre vissuta in un contesto molto protetto: famiglia molto molto presente, stesso giro di amici da una vita. In tutto questo, i miei sono anche piuttosto all'antica. Il mio problema sta proprio nel dover conciliare tutto questo con la vita che ho portato avanti finora, una vita tranquilla, senza eccessi, fidanzata per molto tempo con un ragazzo del mio quartiere. Adesso le cose stanno cambiando: la relazione con questo ragazzo mi ha fatta sentire diversa, mi ha mostrato la mia vita da un altro punto di vista. E' come se mi avesse aperto gli occhi su quanto di adolescenziale avesse il modo in cui sono sempre vissuta, sempre attenta a non andare contro il volere dei miei o ad avere come punto di riferimento il gruppo di amici. Lo scntro sta qui: i miei non vedono assolutamente di buon occhio la mia relazione, non capiscono che bisogno ci sia andare a dormire da lui, pensano che lui se ne spprofitti in ogni modo, non fanno altro che instillarmi dubbi sul fatto che per lui sia solo un fatto fisico e che possa avere un'altra, ma non è assolutamente così. Io ho fiducia nel mio ragazzo, è una bravissima persona, ma loro non ci credono, perché l'ignoto, il "diverso", colui che non fa parte del mio stesso contesto è il male. E allora giù a controllare quello che faccio, i miei sbalzi di umore, se da lui mangio troppo pesante, quanta roba mi porto per stare da lui... Una persecuzione. E ora sto male: sono in crisi perché mi sembra di vivere due esistenze parallele, come se convivessero in me due persone diverse, una che, per quieto vivere, vorrebbe che le cose non cambiassero e vorrebbe lasciar perdere, per non avere tutta questa ansia addosso. L'altra che, invece, vorrebbe prendere in mano la sua vita, non necessariamente per trarre conclusioni affrettate a tempo indeterminato, ma, semplicemente, per fare quello che più si sente, secondo i bisogni e le esigenze di una ragazza della mia età. In casa mi fanno vivere tutto questo come se fossi un'adolescente in fuga: mi fanno pesare se lo vedo la sera, "non è possibile che vi vediate soltanto la notte", storcono la bocca se ci vediamo il pomeriggio, "tanto vedrai che esce con te perché l'altra non è disponibile". Io sono stanca, provo tutti i giorni a parlare perché mi piacerebbe che tutta questa situazione finisse e che la mia relazione, certamente di stile diverso rispetto a quella precedente (per esempio, non sono mai rimasta a dormire dal mio ex), fosse però considerata dai miei come una cosa tranquilla, perché è quello che è, che non mi facciano pesare la loro apprensione come un macigno.Vi prego di rispondermi, sto male
[#1]
Gentile ragazza, forse i suoi sono ansiosi, fanno così per ansia e rigidità, cerchi di parlare , ma tenga ferme le sue decisioni.
Il legame precedente probabilmente , come spesso succede agli amori adolescenziali, si era affievolito e spento, fatto più di abitudine e bisogno di sicurezza che altro.. Meglio cambiare allora ora , che magari tra qualche anno , magari sposati con tutti gli intrecci del caso ..
Non si senta un'adolescente in fuga, è normale seguire le proprie emozioni e desideri come nel suo caso.. sta a Lei rendersi credibile con fermezza e gentilezza , i genitori finiranno col doverne prendere atto..
Restiamo in ascolto ..
Il legame precedente probabilmente , come spesso succede agli amori adolescenziali, si era affievolito e spento, fatto più di abitudine e bisogno di sicurezza che altro.. Meglio cambiare allora ora , che magari tra qualche anno , magari sposati con tutti gli intrecci del caso ..
Non si senta un'adolescente in fuga, è normale seguire le proprie emozioni e desideri come nel suo caso.. sta a Lei rendersi credibile con fermezza e gentilezza , i genitori finiranno col doverne prendere atto..
Restiamo in ascolto ..
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
[#2]
Ex utente
Gentile Dottoressa,
la ringrazio per la sua risposta tempestiva.
Sì, effettivamente la relazione precedente si fondava ormai forse più sull'abitudine, o comunque, anche se è brutto da dire, su una certa "comodità".
Adesso è tutto molto più complesso e mi sento continuamente giudicata male dall'esterno (ma forse sarà anche perché, vivendo in un contesto domestico in cui l'apprensione è all'ordine del giorno, sono io stessa a sentire che sto cambiando e a giudicarmi con troppa severità).
Grazie ancora.
la ringrazio per la sua risposta tempestiva.
Sì, effettivamente la relazione precedente si fondava ormai forse più sull'abitudine, o comunque, anche se è brutto da dire, su una certa "comodità".
Adesso è tutto molto più complesso e mi sento continuamente giudicata male dall'esterno (ma forse sarà anche perché, vivendo in un contesto domestico in cui l'apprensione è all'ordine del giorno, sono io stessa a sentire che sto cambiando e a giudicarmi con troppa severità).
Grazie ancora.
[#3]
Carissima, vedrà che man mano che il lavoro diventerà più certo e anche meglio pagato diventerà più credibile e sicura, i suoi genitori vedranno Lei come una giovane donna che lavora e non come la loro .. bambina da educare e proteggere..Punti molto sul lavoro oltre che sull'amore ,.. il lavoro ti dà le ali per volare, per decidere responsabilmente , per sentirti più forte ..
Il tutto come le consiglio , mantenendo rapporti buoni affettuosi con la famiglia..
Coraggio, non sia severa con sè stessa, ma una donna equilibrata e lucida che crede nei propri sogni..
Il tutto come le consiglio , mantenendo rapporti buoni affettuosi con la famiglia..
Coraggio, non sia severa con sè stessa, ma una donna equilibrata e lucida che crede nei propri sogni..
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.4k visite dal 29/12/2015.
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